“non solo Keller” in crisi molte industrie del Medio Campidano

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Crisi occupazionale e conseguente spopolamento del territorio. Una preoccupante radiografia della condizione sociale del territorio mediocampidanese, effettuata dalla CGIL sarda, lancia l’allarme sui punti nevralgici del territorio.

Sarebbe l’entroterra della giovane provincia sarda a soffrire, più dei grandi centri urbani che la costellano, a rischiare un pericoloso regresso demografico, conseguenza della crisi occupazionale in corso. Efisio Lasio, segretario provinciale CGIL, ha denunciato il trend negativo della provincia del medio Campidano, che vede il territorio agli ultimi posti in Italia per percentuale di occupati e per reddito procapite, durante l’ultimo direttivo provinciale svoltosi recentemente a Villacidro. Non sono solo i casi Scaini e Keller, dunque a rappresentare il fallimento del comparto produttivo zonale degli ultimi 15 anni. Per la fabbrica di carrozze ferroviarie, in particolare, lo stentarsi del decollo del piano di rilancio aziendale, già sottoscritto da istituti di credito sardi, Enti locali, Regione e SFIRS, rappresenta la spina nel fianco per un reale rilancio produttivo del settore imprenditoriale isolano. “Questa fase di stallo – dice Efisio Lasio – è dovuta anche alla poca attenzione che la politica regionale gli sta dedicando, a causa, probabilmente, degli avvicendamenti che sono in atto negli assessorati interessati”. La questione energetica, invece, è alla base del mancato rilancio della Fonderia di San Gavino. “L’azienda – continua Lasio – aspetta di sapere se il mercato del piombo ripartirà e se soprattutto avrà ancora interessi su questo fronte legandolo soprattutto agli accordi bilaterali con l’ENEL e all’autoproduzione di energia elettrica”. I costi energetici preoccupano anche le realtà produttive ancora in vita nel territorio guspinese. “Le Fornaci Scanu e la Ceramica Mediterranea – commenta il segretario provinciale – aspettano di sapere se i costi energetici legati al gas possano avere nell’immediato una riduzione dei costi tale da consentirli di stare competitivi nel mercato nazionale e quanto più in quello globale”. La crisi non risparmia neanche il settore agroalimentare rappresentato nel Medio Campidano da alcune tra le maggiori Aziende del comparto della trasformazione, quali la CASAR di Serramanna, e la Macar di Villacidro. “La CASAR sta attraversando uno dei suoi periodi più bui – dice Lasio – a causa della riduzione produttiva del pomodoro a livello regionale, spesso dovuta anche agli incentivi europei per la dismissione, ma soprattutto nella nostra provincia, mentre la MACAR è chiusa dall’inizio di quest’anno a causa delle scelte sbagliate della proprietà che ha ricevuto finanziamenti senza garantire la continuità produttiva con la totale assenza delle istituzioni regionali che hanno elargito finanziamenti senza avere riscontri di investimenti da parte dell’impresa”. A proporre alcune soluzioni per un rilancio socio-occupazionale del territorio è stato Enzo Costa, segretario Regionale CGIL, intervenuto durante il congresso. “E’ indispensabile – ha detto Costa – un massiccio investimento nell’istruzione delle nuove generazioni, al fine di formare figure professionali capaci di offrire competenze specifiche in base alle necessità del territorio. Nell’immediato, invece, occorre sviluppare un programma straordinario per l’occupazione che coinvolga le aree rurali e interne che sia avallato dal governo regionale e statale”.
Villacidro.info – 30 settembre 2010

1 COMMENTO

  1. Ogni volta che passo di fronte alla Keller vedo gli operai che lavorano sul tetto ad installare pannelli fotovoltaici. A quale scopo? se l’azienda sta per chiudere (non vedo alternative) il solo scopo di questa operazione e quella di mangiare sui certificati verdi.

  2. Io dico che il primo intervento necessario è quello di promuovere e difondere la cultura del risparmio energetico. Secondariamente dovremo imparare a eliminare tutto il superfluo, evitare spese inutili e garantirci i beni di prima necessità. é nostro dovere inoltre, vigilare sugli sperperi del denaro pubblico, causa non secondaria della crisi economica che stiamo attraversando. Tutto questo in attesa di una ripresa delle attività produttive e industrii, sia nel nostro territorio isolano sia in quello nazionale. Una cosa di cui non si può fare a meno è l’istruzione. Formare delle competenze professionali specifiche per l’esigenze del nostro territorio, potrebbe evitare il dilagarsi del fenomeno della disoccupazione e della dispersione scolastica: è preferibile vivere miseramente all’interno di un rudere, ma con una mente ricca di idee e di sapienza che si rigenera ogni giorno che passa, che vivere in una reggia nel vizio e nella miseria mentale, senza avere neanche la consapevolezza della propria identità storica.