Rifiuti: Chia (Villaservice), a Villacidro nessuna emergenza

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”Nessuna emergenza rifiuti a Villacidro”. Lo ha detto all’ADNKRONOS Francesco Chia, direttore generale della Villaservice, la societa’ di gestione dell’impianto di compostaggio di Villacidro, in Sardegna, a proposito dell’allarme rifiuti proveniente del nord dell’isola.

”Le quantita’ in ingresso di rifiuto organico sono assolutamente all’interno delle quantita’ che l’impianto puo’ trattare. Il materiale trattato – prosegue Chia – produce compost e biogas, quindi energia”.

”Arrivo di rifiuti dal nord Sardegna – spiega il direttore generale – e’ stato concordato con l’assessorato regionale dell’Ambiente. Non un solo grammo di materiale in questo momento – conclude Chia – va in discarica”. L’episodio si e’ verificato per un’anomalia, nei giorni scorsi, nell’impianto di Mores (Ss). ”LA lavorazione del materiale organico ha permesso alla Provincia del Medio Campidano – conclude Chia – di essere la quinta in Italia nell’ambito della raccolta differenziata, permettendo di mantenere le tariffe tra le piu’ basse in Sardegna” .

Cagliari, 17 nov. – (Adnkronos)

34 COMMENTI

  1. Sullo smaltimento dei rifiuti a Villacidro sta calando una spessa coltre di disinformazione e di omissioni. La faccenda merita la più ampia diffusione, ma tutti, maggiornaza e opposizione, hanno interesse a minimizzare, omettere, nascondere. Sull’attività della Villaservice sarebbe opportuno (e necessario) accendere i riflettori di tutti perchè la salvaguardia dell’ambiente e la salute ci riguardano in prima persona. Allora, facciamoci sentire!

    • Non capisco perchè gettare delle ombre su una gestione (dimenticando che raramente i rifiuti sono gestiti e quindi controllati dal comune in cui avviene il conferimento… con dirigenza locale) che se porta dei guadagni… li porta ad una società di proprietà del comune e quindi dei cittadini… Prima di gettare ombre io credo Sig. Marcialis che si debbano avere le prove di chissà quale congiura o chissà quale reato… se non fosse così io potrei dire che vedendola spesso in giro per Villacidro… Lei potrebbe essere uno che va a rubare nelle case… o peggio che disturba i bambini all’uscita da scuola…. è ovvio che non è così.. ma io non mi permetto nemmeno di insinuarlo… invece lei per amore della notizia “per forza” continua a fare delle illazioni… chiunque può venire negli uffici di Villaservice e chiedere informazioni di qualsiasi tipo.. io non l’ho mai vista nei nostri uffici…

  2. ”Nessuna emergenza rifiuti a Villacidro”. Lo ha detto all’ADNKRONOS Francesco Chia, direttore generale della Villaservice, la societa’ di gestione dell’impianto di compostaggio di Villacidro, in Sardegna, a proposito dell’allarme rifiuti proveniente del nord dell’isola: NE SEI PROPRIO SICURO? Benito Urgu ti direbbe: MA TI RITTTTIRRRRI DI LI’!!!

  3. la discarica in se non va bene. Hai presente quanto puzza un sacchetto? immagina una collina che impatto può avere. Le vicende recenti fanno capire che Villacidro è diventato solo un misero pattume. Chi sta godendo dei benefici sono pochi fortunati, la maggior parte di noi subirà le conseguenze.
    Mi piace il commento al Tg3 di stamane da parte della vicesindaco: i rifiuti vengono trasformati in energia e compost, nessun inquinamento, (nelle casse di villaservice tanti bei quattrini-aggiungo io) si è dimenticata però che Sassari e Porto Torres non sono qui dietro l’angolo, centinaia di tir che percorrono la 131 quanti danni provocano? oltre all’inquinamento si pensi al percolato che cola dai camion e dunque l’usura della statale 131, l’aumento dei rischi d’incidente, etc. tutti costi a carico nostro, della collettività. Ci vuole una politica più mirata, altrimenti qui devastiamo la Sardegna. Quando sarà out Villacidro noi esporteremo a chilivani?

      • Come ho già avuto modo di dire… nemmeno un grammo dei rifiuti provenienti dal nord sardegna va in discarica…. attualmente l’alternativa alla discarica è la termovalorizzazione e quindi emissione fumi (io ho costruito e gestito il termovalorizzatore di macomer e conosco il problema)… credi che i cittadini non si lamenterebbero per tali emissioni…? Abbiamo altre soluzioni a me sconosciute…? Concordo che sarebbe meglio se i camon non viaggiassero… però c’è una disfunzione in un impianto e noi assieme ad altri ce ne facciamo carico.. così come altri si farebbero carico qualora dovessimo averla noi… nel rispetto delle quantità trattabili…

        • Be questo non è vero. La lavorazione dell’umido comporta una produzione di scarto, circa il 50% del peso originale finisce probabilmente in discarica. Se sto dicendo fesserie correggetemi.
          L’alternativa alla discarica sarebbe un impianto pirolitico, da non confondere con gli inceneritori, un periodo se ne parlava. che fine ha fatto l’idea?

          • Alla fine del processo di produzione del biogas, resta comunque una certa quantità di fanghi che devono essere smaltiti. Il metodo piu’ rapido è quello dell’utilizzo in discarica come materiale di ricopertura. Trattasi infatti di terriccio non commercializzabile come compost, perché presenta i frammenti di plastica provenienti dalle buste.

  4. Beh, insomma, bisogna anche verificare se quel rumore proveniva da uno scarico di indifferenziato, dato che non tutti sono così accorti da separare i materiali. In caso contrario, se fosse vero che buttano il vetro differenziato in discarica, altroché caso non eccezionale, bisognerebbe immediatamente sollecitare il sindaco e la provincia. Magari si potrebbe fare un video, di nascosto naturalmente:)

  5. VORREI INVITARE I VILLACIDRESI A INTERVENIRE SUL TEMA “RIFIUTI” PERCHE’, A MIO AVVISO, QUESTO ARGOMENTO STA DIVENTANDO ANCHE A VILLACIDRO SEMPRE PIU’ DRAMMATICO, ANCHE SE IL DIRETTORE FRANCO CHIA MINIMIZZA E LANCIA SEGNALI RASSICURANTI. Come cantava Giorgio Gaber: “LA LIBERTA’ E’ PARTECIPAZIONE!”

  6. Francesco Chia è una persona capace nel ruolo affidatogli e che si è meritato, noi dell’amministarzione comunale abbiamo piena fiducia sul suo operato. Finalmente La discarica inizia, grazie a Franco Chia, a dare i suoi frutti, quindi riteniamo che il suo lavoro possa continuare in questa direzione. Poi Franco è anche disponibile per qualsiasi chiarimento vi dovesse occorrere, quindi a voi.

  7. Anche io mi sono sempre chiesto che fine fa il differenziato che viene preso dalle porte delle nostre case, ma è mai possibile che non si informi la popolazione su un argomento così importante.
    Mi rivolgo a chi di dovere o comunque ai responsabili del settore,se noi utenti avessimo la certezza che i recuperi del differenziato fosse reale, da parte nostra ci sarebbe un impegno cento volte maggiore

  8. E’ dai tempi di Noè che chiedo nomi e cognomi e sede delle ditte che riciclano VETRO, PLASTICA, CARTA e ALLUMINIO. Ma nussuno mi fornisce questi dati. Allora, come direbbe quel buon uomo di Giulio (Andreotti, esattamente): A PENSAR MALE SI FA PECCATO, PERO’ S’INDOVINA SEMPRE…

  9. In questi due link siono riportati tutti i movimenti, quantità e quanto di interesse su qualsiasi tipo di rifiuto trattato… comprese le piattaforme abilitate a trattare i rifiuti della differenziata… E’ strano che persone che dai tempi di Andreotti cercano queste informazioni non abbiamo fatto la cosa più banale al mondo che è quella di cercarle su internet… Comunque ecco i link… buona lettura..
    link dell’ultimo rapporto sulla gestione rifiuti urbani
    http://www.sardegnaambiente.it/documenti/18_183_20100202094445.pdf

    Link della RAS con tutti i rapporti
    http://www.sardegnaambiente.it/index.php?xsl=611&s=18&v=9&c=4808&es=4272&na=1&n=10&es=4736,4738

  10. Concordo con EFISIO VACCA. Dobbiamo smetterla di nasconderci dietro la realtà virtuale con i cosidetti links di riferimento. Credo che DOVERE della Villaservice fornire risposte concrete, con nomi e cognomi e non fumosi rimandi informatici…

  11. in sardegna esiste un solo centro di selezione del differenziato ed è a Tortolì.. tutta la sardegna conferisce là? A Villacidro c’è un impianto di selezione nuovo di zecca. é stato avviato? Se si allora è probabile che le balle di alluminio, carta, cartone, plastica ed il vetro vengano dirottati in continente. in caso contrario ci resta il Tecnocasic per incenerire o la discarica “nostra” per farli riposare in eterno.

  12. Democrazia e ‘monnezza in Sardegna
    Andrea Pubusa

    La vicenda dell’importazione dei rifiuti in Sardegna presenta molti degli ingredienti di una visione acritica e populistica della democrazia. S’inventa un’emergenza solidaristica che non esiste come dimostra il fatto che l’aiuto della Sardegna è isolato e non porta alcun rimedio all’immane dramma campano, la cui soluzione và trovata in loco (è dunque emergenza campana non sarda). La si fonda su un principio forte, cui nessuna persona civile può dichiararsi insensibile, la solidarietà. S’invoca, senza le dovute mediazioni, la centralità di questo principio nella nostra Costituzione formale (in quella materiale è diverso, basti pensare alla macelleria sempre aperta nei luoghi di lavoro) per giustificare la violazione della legge regionale (art. 6, l.r. n. 6/2001) che espressamente vieta l’importazione, lo stoccaggio e lo smaltimento nell’Isola dei rifiuti urbani di altre regioni. Si dimentica però che prima del principio di solidarietà (art. 2) la Carta costituzionale pone quello della democraticità dell’ordinamento (art. 1) e il principio di legalità che è in esso ricompreso. Il che significa che la solidarietà dev’essere espressa nella legalità e nel rispetto delle regole democratiche. E si dimentica altresì che la legge rimane tale fino a quando non viene abrogata o la Corte costituzionale non l’annulla. E. in proposito, si scorda ancor più che l’art. 6 della L.r. n. 6/2001 proprio un anno fa ha superato il vaglio del Giudice delle leggi, che l’ha riconosciuta costituzionalmente legittima proprio nella parte in cui vieta l’importazione in Sardegna di rifiuti urbani ordinari.
    Poi cos’ha fatto il nostro Presidente? Ha de-istituzionalizzato la decisione (benché – si ripete – sia stata adottata in contrasto con la legge regionale) saltando tutti gli organi (giunta e consiglio) e gli enti locali regionali (comuni e province interessate) e l’ha ricondotta alla propria volontà virtuosa del capo: si veda la pagina pubblicitaria a pagamento in cui si riporta l’art. 2 della Costituzione sulla solidarietà e omettendo l’art. 1 sulla democraticità dell’ordinamento). E su questa volontà del capo buona e virtuosa si chiamano poi i seguaci al compattamento, abbandonando la critica al disprezzo (egoismo e insensibilità ai mali altrui) o le manifestazioni pacifiche di dissenso ai manganelli (Porto industriale di Cagliari). Per creare il consenso al capo e all’operazione si inventano poi i diversivi. E così una grave leggerezza della Questura di Cagliari, che non ha prevenuto, impedendolo, il raduno teppistico a Bonaria, ancorché fosse preannunciato via SMS fin dalla sera prima, viene assunta a pretesto per eccitare i cittadini e le istituzioni alla solidarietà a chi li ha privati del loro potere di codecisione e a chi ha bastonato il legittimo dissenso manifestato il giorno prima nel Porto industriale.
    Come si vede, una perfetta strategia istituzionale di ispirazione e risultato classicamente autoritari, camuffata dietro forme ultra-democratiche: solidarismo e disponibilità all’accoglienza.
    Ma c’è un’alternativa a questa deriva intrisa d’illegalità, populismo e autoritarismo? Certamente ed è anche più utile allo scopo. Anzitutto, occorre evitare i toni emergenziali e prendersi il tempo per decidere in modo democratico. Le altre regioni lo hanno fatto e non per questo hanno mostrato insensibilità al dramma napoletano, che d’altronde non è neppure temperato dagli interventi esterni, ma deve trovare soluzione all’interno della regione campana. Il prendersi il tempo necessario per decidere significa mettere da parte i calcoli personali e l’inevitabile richiamo all’emotività, per puntare sulla ragionevolezza e sul coinvolgimento. Insomma, garantendo a tutte le voci legittimate (anzitutto istituzionali, ma non solo) di esprimere il consenso ma anche il dissenso, l’opinione della maggioranza come delle minoranze, si può pervenire ad una decisione che sarà alla fine accettata anche dai dissenzienti in quanto espressione di una procedura e di un metodo democratico. In questo modo – credo – la regione avrebbe trovato la strada per una soluzione condivisa e razionale del caso.
    Cosa rimane invece di questa vicenda? L’accreditamento di Soru presso i vertici nazionali del centrosinistra (peraltro, oramai in stato comatoso), un parziale recupero di quanti lo avevano abbandonato nell’insensata pretesa di impadronirsi del PD e di consacrare nella Legge Statutaria la sua propensione autocratica e la commistione affari/politica. Rimangono però sul campo soprattutto molte macerie: il vulnus alla legge regionale senza spiegazione e con per via di fatto, la riduzione della l’autonomia a protettorato (basta il volere del capo d’intesa con gli organi statali a mettere nel nulla una legge regionale, e cioè il principio di autonomia speciale costituzionalmente garantito), l’ulteriore divisione del popolo sardo, un orizzonte oscuro per il futuro della nostra vita democratica a fronte di grandi eventi (si pensi al futuro G8) e ai problemi, che non possono trovare soluzione se non con la spinta unitaria. Ed infine i camion dei rifiuti che possono sbarcare solo al Porto industriale di Cagliari per recarsi frettolosamente, notte tempo, al Casic, perché in ogni altro percorso è precluso dal rischio di un impantanamento fra la folla dissenziente. Dal punto di vista di una democrazia critica e partecipata l’immondezza assurge così a simbolo di un grave degrado della convivenza democratica regionale.
    associazione
    LUIGI PINTOR
    (Tratto da: www,manifestosardo,org)

  13. secondo me è tutto in mano alla camorra! auhuha prima o poi il caro saviano nominerà villacidro come centro di stockaggio! e non si chiameranno più il Clan dei Casalesi, ma bensì “Il Clan dei Cidresi” uhauha mi oh, suona pure bene!

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