Il Sole 24ore: Villacidro ultima in Italia

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L’Italia divisa dalle tasse

I redditi dichiarati al fisco misurano la distanza tra l’Italia centro-settentrionale e il Mezzogiorno. Milano, Bergamo e Monza conquistano il podio tra i capoluoghi, mentre Roma ottiene la quarta piazza. In coda alla classifica, invece, ci sono diversi centri del Sud, compresi i capoluoghi delle province di nuova istituzione, con Villacidro fanalino di coda. I dati del dipartimento delle Finanze sugli importi denunciati nel 2010, dunque, tracciano la mappa di un paese a due velocità.
Le differenze non riguardano solo la quantità di reddito dichiarato, ma anche il numero di soggetti tenuti al pagamento. Su 41,5 milioni di contribuenti distribuiti in oltre 8mila comuni, ce ne sono 10,5 milioni che non versano alcuna imposta (circa il 25%), per effetto di esenzioni e detrazioni. Un dato rilevante anche nell’ottica del federalismo fiscale, dal momento che le addizionali comunali e regionali si applicano solo alle persone fisiche che versano l’Irpef. (Il sole 24ore – 28 marzo 2011)

“Per il secondo anno consecutivo il “Sole 24 ore” ha rilevato che Villacidro è il capoluogo di provincia con il reddito pro capite più basso d’Italia! Questa drammatica notizia offre spunti per un dibattito serio sulle problematiche di un paese che continua a stare in ombra nonostante le promesse seminate sulla bontà di Villacidro capoluogo. Sulle cause di questa misera posizione nella classifica nazionale, sarebbe interessante conoscere l’opinione dei candidati a sindaco e, soprattutto come intendono rimuoverle.” (Sergio Pibiri)

Villacidro.info – lunedì 28 marzo 2011

22 COMMENTI

  1. anno dopo anno è una triste realtà della nostra zona. Ovviavmente i dati sui redditi dichiarati vanno confrontati con un occhio all’indice dei prezzi (il tasso di inflazione del nostro paese non è certo quello di Milano o Roma) ma credo che oltre all’evidenza di un area che ha difficoltà di crescita, probabilmente per la mancanza di un vero e proprio settore trainante, possiamo interrogarci sulla dimensione del lavoro nero e dell’evasione fiscale nel nostro paese. Credo siano due dei principali problemi che le future amministrazioni dovranno affrontare in vista del federalismo fiscale

  2. Purtroppo con la chiusura delle fabbriche zona Industriale, che garantivano un reddito sicuro per tante famiglie più l’indotto, è finita un’era di prosperità per Villacidro e zone limitrofe.
    La trasformazione della zona industriale in zona artigianale e commerciale, fino ad ora non ha sopperito al lavoro prodotto dalla Snia, Scaini, ecc…, non nascondo che ci sia anche nella nostra provincia lavoro sommerso, ma diciamo che ognuno, proprio perchè siamo un popolo di lavoratori ci arrangiamo!; sono d’accordo con Marcello, manca un settore trainante per la nostra economia.
    Tutta la nostra isola, per il clima che abbiamo, forse dovremmo indirizzare le nostre risorse nel turismo, gestito dai sardi e nell’agricoltura, dove possiamo produrre, utilizzando meno pesticidi dei nostri colleghi del continente.

  3. E vedremo poi, continuando di questo passo, cosa succede quando non si potrà più contare su certe pensioni e sui risparmi delle famiglie. Riprendendo alcuni passi dei due interventi precedenti, se non ci si comincia (non siamo neanche all’inizio…)a muovere soprattutto sugli aspetti peculiari della nostra economia non si va da nessuna parte. Aggiungo che le imprese di dimensioni artigianale (da noi meglio connotanti) o poco più andrebbero aiutate e motivate.

  4. be e il giornale che lo scrive, le informazioni di questi sono sempre vaghe,e poi ci si mette anche la simpatia per questo e per quello,io non credo q ueste cose dei giornali, quando annunciano certe cose…devono mettere la fonte e le prove…e faciule scrivere senza senso…anche se cmq é tutto possibile, ma a me non mi va di leggere sempre cose contro Villacidro…anche se in questo caso e una notizia che spaventa se fosse vero…ma poi cosa devono pagare se non c’é entrata? si sono mai chiesti questo quelli del SOLO “solo 24 ore” ??? ciao

    • Claudia complimenti hai centrato il problema che pochi citano !!!!! il più grosso problema di villacidro e in parte di tutta l’Italia è proprio l’evasione fiscale.
      Noi possiamo vedere in casa nostra e dopo aver letto sul Sole 24 ore che siamo i più poveri d’Italia, mi vien da ridere. In tutta la provincia il nostro “paesello” è quello che sfoggia le case e le ville più belle, i nostri concittadini hanno le macchine più belle e costose, e le strade sono impercorribili a piedi perchè intasate dal traffico, inoltre moltissimi hanno la seconda casa al mare, cosa significa questo? che sono tutte balle i dati del Sole 24 ore. Non nego che non ci sia una crisi spaventosa, ma non dobbiamo piangerci addosso. Se tutti pagassimo le tasse come dovuto forse tutti pagheremo meno. Speriamo che chi ci amministrerà in futuro riesca a stanare almeno in parte gli evasori, cosi facendo forse la classifica di ultimi della classe cambierà in quella reale.
      Ciao a tutti

    • Da dove proviene questo dato?
      Sarebbe bene che ci fornissi la fonte, altrimenti sta bluffando!
      …e mi chiedo perchè.
      A Villacidro ci sarebbero più evasori che altrove?
      Ma!!!!
      Vedi di non allargarti e di stare sulle cose che conosci.

  5. per non parlare dei Suv e macchinoni che girano.. per non parlare di tutti i lavoratori in nero in agricoltura e edilizia… per non parlare dei negozi che nn emettono scontrino fiscale… per non parlare di tutto l’olio che si vende in nero, per non parlare delle decine di spacciatori.. poi ci sono ovviamente anche i poveracci…

  6. Se l’evasione fiscale è una costante in tutta Italia restiamo comunque i più poveri. Non illudiamoci, non siamo ricchi, è vero ci sono i Suv, ci sono le moto, qulcuno ha la barca ecc., ma avete idea di quanti Suv, Mercedes, Bmw, girano in continente? Da noi le macchine di pochi anni sono considerate ancora nuove… quanti sardi vanno in vacanza e quanti continentali? Guardate le nostre case, molte non sono terminate, nelle altre regioni è difficile trovare una situazione analoga se non nel profondo sud. Girate per lo stivale intero vi renderete conto coi vostri occhi del tenore di vita che si ha da noi in confronto con il loro… Non siamo mediamente alla fame, ma in ambito italiano siamo messi effettivamente male, poi non saremo ultimi in assoluto ma pochi possono stare dietro a noi.

  7. Nessuno nega che cia sia una forte evasione fiscale, ma come in tutta la penisola (semmai più al centro-sud che al nord). E’ un pò complicato avere dei dati a parità di tasso di evasione. Tutti sanno anche che molti acquisti “appariscenti” si fanno inducendo le famiglie ad indebitarsi; quel che si vede non sempre è significativo del tasso di effettiva ricchezza disponibile.

  8. Non vi è alcun dubbio che ci sia una buona perentuale di evsione fiscle per via di n’economia sommersa, peraltro patologia comune in tutte le regioni. Così com’è ovvio che evade molto di più un benestante che un nullatenee: anche in povertà la ricchezza è mal distribuita pertanto c’è chi gira con fiammanti Suv e chi si present alla Caitas per un piatto di minestra. Tuttavia rimane il problema di fondo: il rilevamento che annualmente fa il “Sole24ore” classifica villacidro all’ultimo posto dei rediti procapite dichiarati nel 2010, perchè le opportunità di increentare il reddito, nel nstro terriorio sono preclus dall’assenza di poitiche di crescta, sia da pare del centrosinista i Soru,sia del centrodestra di Cappellacci. Nelle tesoerie della Regone giaccion decine di milioni di euro perché la giunta non riesce a programare e a spendere! Per non dire poi della Provincia del Medio Campidano che è l’sempio del’inutilità e delo spreco del denaro pubblico: distribuisce prebende a persone che amministrano le cose che con meno costi e semplicità farebbero i Comuni. Ecco,ho la snsazione che questo lvello di povertà crescerà ancora, man mano che si andrà avanti con la nuova Provincia!E’come una zavorra!

  9. Premetto che non credo a questa notizia….ma quale lavoro nero in agricoltura?? Noi siamo agricoltori e abbiamo ridotto i nostri collaboratori proprio perche’non riusciamo nemmeno piu’ a sostenere la nostra famiglia!!!In un azienda come la nostra un solo dipendente(regolarmente assicurato)e io (senza essere assicurata),e mio marito ,tutti i giorni a lavorare duramente per poter campare.Tanto duro lavoro, che fino a qualche anno fa ci permetteva di dare a campare pure ad altre persone,per nulla!!!Non lo dico per comiserarmi,ma i costi di produzione e il fallimento del mercato ci ha portato a questa situazione.Avete idea di quanto siano lievitati i costi per concimi,medicinali,carburante,meccanico(indispensabile per chi usa mezzi meccanici),consulente,inps,camera commercio,ecc.ecc???Poi si va a vendere il prodotto ,e non ti senti rispondere altro dai grossisti che il prezzo era troppo basso,che piu’ della meta’non si e’ venduto ma buttato.Bisogna ,come per ogni cosa,esserci in mezzo!!1

    • Signora, non sono un agricoltore ma si tratta di una questione che mi sta parecchio a cuore e che ritengo di conoscere; La capisco benissimo e Le dò perfettamente ragione. Non si dà una sufficiente importanza al Vostro lavoro, che è sacro, dato che da Voi dipende la qualità del cibo che mangiamo e la salvaguardia delle nostre tradizioni ed identità culturale. Quello che dovrebbe essere uno dei settori di traino viene considerato quasi come un fastidio degno, al massimo, della solita vena contributiva ad orologeria. Trovo paradossale che siano i grossisti a decidere il prezzo d’acquisto (ma insomma, quando andiamo a comprare il pane il prezzo mica lo decidiamo noi?): associateVi, costituite dei consorzi di produttori (perchè non cominciare con una o due aziende?), create dei punti vendita Vostri. Garantite un prodotto di qualità (senza l’uso di prodotti chimici e pesticidi) e pretendete tutti insieme che Vi venga pagato il giusto prezzo. Ci sono anche aziende serie, che sono in grado di valutare onestamente il valore di questo o quel prodotto. La saluto.

  10. …ben detto Angelo: solo con l’associazionismo ci sarà possibilità di riscatto in agricoltura. I contadini sono ostaggio dei grossisti proorio perché affrontano il mercato ciascuno per proprio conto, ma in questo modo devono sottostare alle condizioni poste dal grossista. Conosco la realtà cooperativistica dell’Emilia Romagna,della Toscana e delle Marche, e devo dare atto all’intraprendenza moderna di quelle cooperative che controllano le filiere dei diversi settori agricoli (latte, carne, ortaggi, frutta),intascando il valore aggiunto dei passaggi commerciali tradizionali che riescono a evitare. La negoziazione con i grandi supermarket e centri commerciali è svolta direttamente con l’incaricato della coop. Bisogna essere più disponibili al confronto, mettere a correre qualche decina di euro e sfruttare il km zero per organizzarsi e conquistare i mercati generali e le strutture turistiche. Il nostro prodotto è qualitativamente migliore ed è assurdo che si consumi il 60% dell’olio d’oliva con etichette ingannevoli di “extravergine”. I giovani si decidano. Attendo con piacere novità.

  11. Signor Angelo,il suo discorso non fa una piega.Ma come e’ possibile l’apertura di punti vendita nostri? Primo dovremo pagare un dipendente per poterci lavorare,e questo comporterebbe tasse,canoni di locazione,ecc;ripeto che noi dobbiamo lavorare duramente per evitare di avere dipendenti!!E poi la grande distribuzione? Ci rendiamo conto a quali prezzi propongono i prodotti?Ma almeno fossero sardi!Prendiamo in considerazione delle offerte fatte per l’olio d’oliva: tutto prodotto imbottigliato con etichetta sarda,ma contenuto estero.Giustifico pure il cittadino che lo acquista,perche’ purtroppo i soldi non bastano piu’ in una famiglia,dove difficilmente si arriva a fine mese.a Villacidro abbiamo l’agrumicola a cui fanno capo tanti agricoltori.Ma avete mai chiesto a qualcuno di noi di poter visionare i prezzi finiti dei nostri prodotti?semplice setenziare dall’esterno,bisogna esserci in mezzo per capirne le problematiche.State sicuri di un fatto che la nostra categoria(chi regolamente iscritto)e’ controllata periodicamente dal fisco.Ma chi come noi prima regolarizza i pagamenti,e poi pensa alle altre cose,non teme nulla.Per poi non parlare delle associazioni di categoria che ci rappresentano:prima scendono in campo con le manifestazioni,poi vanno a cena con i politici.Peccato veramente che l’agricoltura stia finendo in questi termini.Non si puo’ fare economia solo con la zona industriale,pensiamo che tutto cio’ che arriva sulle nostre tavole tutti i giorni proviene dalla terra!!!!

  12. Tutto vero questo.Ma a parte Arbore mi citate quale altra coop sta marciando? Villacidro poteva contare sull’ENOLEARIA,ma che fine ha fatto? Considerate il pacco che hanno dato a noi associati.L’associazione agricoltori villacidresi? Non abbiamo qui la mentalita’ per lavorare in questo modo,chi purtroppo gestisce,pensa solo a depositare il denaro sul proprio c/c!!

  13. Capisco il Suo scoramento. Sono tutte cose che abbiamo già sentito ed affrontato. La grande distribuzione serve semplicemente a far pagare ai produttori un canone d’affitto in più: quello per lo spazio espositivo. Io non parlo di cooperative che si comportano da multinazionali. Se ci si associa, lavorando tutti allo stesso modo, si riesce a crescere, indipendentemente dalle forzature del rapace mercato esterno. Questo è un fatto. Bisogna sforzarsi di cambiare. Se si ha paura delle spese per crescere è perchè non si è in questo momento in condizioni di affrontarle. E mai sarà possibile allo stato attuale. Signora, Lei sa meglio di me da chi sono gestite le associazioni di categoria, lasciamo perdere. E’ una cosa un pò lunga ma posso dimostrare che si può riuscire. Invito Lei e Suo marito a scrivere la storia e la natura della Vostra azienda (compresa la struttura della stessa: tipo di colture che si sono succedute negli anni, modi di coltivazione, e così via) ed inviarla all’indirizzo: a1d@tiscali.it (fra la “a” e la “d” forse si legge male il numero “1”). Chiedo di farlo con la massima trasparenza e rispetto per la verità. Vedete un pò Voi.

  14. Condivido il pensiero della Sig. Monica Atzeni, purtroppo ha ragione in tutto!
    Oggi la nostra società è nel mercato globalizzato, però noi in Sardegna, parlo dell’agricoltura non abbiamo i mezzi per poter competere con questi prezzi, un esempio, quest’anno visto di persona le fatture, arance tarocco vendute a € 0,50 ricavo del produttore € 0,30, vai al supermercato di Villacidro, e le trovi a € 1,90 sempre al chilo, così non si può andare avanti, a voi utenti i commenti.

    • Vi assicuro che non è solo un problema della nostra regione. Specialmente al sud ormai molti produttori neanche più si occupano della raccolta degli agrumi, molti lasciano anche perdere le olive tanti sono i costi della manodopera. Ho visto fatture di arance certificate bio a € 0,40 e poi al pubblico…
      Quello che Lei cita è proprio il tipo di giro commerciale che bisogna rompere. Siete già in due, metteteVi d’accordo.

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