Domenica e lunedì il referendum

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Il 12 e 13 Giugno saremo chiamati a votare su quattro quesiti referendari. Perchè il risultato sia valido servono 25.332.487 votanti. E’ dal referendum del 1995 che non viene raggiunto il quorum.

Le questioni da risolvere sono legate al nucleare, alla privatizzazione dell’acqua ed al legittimo impedimento. Si vota domenica 12 giugno dalle 8 alle 22 e lunedì 13 giugno dalle 7 alle 15.

1-ACQUA PUBBLICA 1 scheda di colore rosso
«Volete Voi che sia abrogato l’art. 23-bis (Servizi pubblici locali di rilevanza economica) del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112 “Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e finanza la perequazione tributaria”, convertito, con modificazioni, in legge 6 agosto 2008, n. 133, come modificato dall’art. 30, comma 26, della legge 23 luglio 2009, n. 99, recante “Disposizioni per lo sviluppo e l’internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia”, e dall’art. 15 del decreto-legge 25 settembre 2009, n. 135, recante “Disposizioni urgenti per l’attuazione di obblighi comunitari e per l’esecuzione di sentenze della corte di giustizia della Comunità europea”, convertito, con modificazioni, in legge 20 novembre 2009, n. 166, nel testo risultante a seguito della sentenza n. 325 del 2010 della Corte costituzionale?»

Il referendum vuole cancellare un articolo che stabilisce l’affidamento del servizio idrico a Spa a capitale misto pubblico- privato oppure a capitale interamente pubblico. L’abrogazione di questo articolo non consentirebbe né gare né affidamenti di gestione a società di capitali, favorendo il percorso verso l’obiettivo opposto: quello della gestione del servizio idrico attraverso enti di diritto pubblico con la partecipazione dei cittadini e delle comunità locali. Chi vuole cancellare la legge che affida l’acqua ai privati deve votare sì, chi è favorevole ad affidare il servizio idrico ai privati deve votare no.

2-ACQUA 2 scheda di colore giallo
«Volete voi che sia abrogato il comma 1, dell’art. 154 (Tariffa del servizio idrico integrato) del Decreto Legislativo n. 152 del 3 aprile 2006 “Norme in materia ambientale”, limitatamente alla seguente parte: “dell’adeguatezza della remunerazione del capitale investito”?»

Il comma che i referendari vogliono abrogare è quello che permette al gestore del servizio idrico di ottenere profitti garantiti sulla tariffa, caricando sulla bolletta dei cittadini un 7 per cento a remunerazione del capitale investito, senza collegamento a reinvestimenti per il miglioramento del servizio. Abrogando questo comma si elimina lo strumento che ha aperto la strada ai privati nella gestione dei servizi idrici.

3-NUCLEARE scheda di colore grigio
«Volete voi che sia abrogato il decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, nel testo risultante per effetto di modificazioni ed integrazioni successive, recante Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria, limitatamente alle seguenti parti: art. 7, comma 1, lettera d: realizzazione nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia nucleare?»

Quella che i referendari vogliono abolire è una parte di un decreto legge (“disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria” firmato il 25 giugno 2008 e convertito in legge “con modificazioni” il 6 agosto dello stesso anno) che permette la costruzione di nuove centrali atomiche in Italia. Chi è contrario alla costruzione di nuove centrali deve votare sì. Chi invece è favorevole alla costruzione di nuove centrali deve votare no.

4-LEGITTIMO IMPEDIMENTO sceda di colore verde
“Volete voi che siano abrogati l’articolo 1, commi 1, 2, 3, 5 e 6, nonché l’articolo 2, della legge 7 aprile 2010, n. 51, recante Disposizioni in materia di impedimento a comparire in udienza?”

La norma sul Legittimo impedimento è composta solo da due articoli, quindi il referendum in pratica ne chiede la cancellazione integrale. In origine la norma consentiva al premier e ai ministri di autocertificare il proprio impedimento a presentarsi in udienza: dopo la sentenza della Consulta invece l’impedimento deve essere stabilito dal giudice (che tuttavia difficilmente può negarlo in caso di incontri internazionale, consigli dei ministri etc). In caso di vittoria dei sì la legge verrebbe abrogata del tutto, quindi il presidente del consiglio e i ministri potrebbero avvalersi del legittimo impedimento né più né meno degli altri cittadini. In caso di vittoria dei no la legge rimarrebbe come ora, consentendo a presidente del consiglio e ministri di invocare il legittimo impedimento per motivi che possono essere accettati o meno dal giudice.

Il primo referendum fu quello sulla forma istituzionale dello Stato: il 2 giugno 1946 si scelse tra la monarchia e la repubblica: votarono in 24.946.878 (89,1%). I SI alla repubblica furono 12.718.641 (54,3%), i NO 10.718.502 (47,73%). Poi, dall 1974 al 2009, in 15 tornate elettorali, agli italiani e’ stato chiesto di esprimersi su 62 quesiti.
Il quorum necessario per la validità, ossia il 50% più uno dei votanti, si e’ raggiunto 35 volte, i SI hanno prevalso per 19 volte ed i NO 16 volte. Il 1974, 12 maggio, e’ la data del referendum abrogativo della legge sul divorzio; i NO all’abrogazione furono 19.138.300 (59,3%) che si imposero ai 13.157.558 (40,7%) dei SI. L’11 giugno del 1978 e’ la prima volta di due quesiti referendari insieme: quello per l’abrogazione della legge sul finanziamento dei partiti e sull’ordine pubblico; la percentuale dei votanti fu 81,1%.
Nel 1995, per l’ultima volta, e’ stato superato il quorum necessario per i 12 quesiti proposti in quella occasione.

Villacidro.info – martedì 7 giugno 2011

74 COMMENTI

  1. ottima informazione villacidro.info. spero tanto che gli elettori di villacidro vadano a votare numerosi per non far scadere lo strumento del referendum. la nostra democrazia va rafforzata anche con l’uso del referendum che, nella fattispecie, ci consente di scegliere il sestino del nostro futuro. se non abuso della vostra ospitalità, aprofitto per invitare a votare con 4 Si. grazie.

  2. Questi referendun sono stati un’ottima iniziativa, tanto più se consideriamo lo stato pietoso in cui versa la democrazia in Italia, specie per quel che riguarda l’informazione. Penso si possa ascrivere tra i meriti di villacidro.info il fatto di aver voluto contribuire alla campagna informativa sui 4 quesiti.
    Naturalmente spero si raggiunga il quorum.

  3. complimenti a VILLACIDRO INFO un’informazione dettagliata nei minimi particolari che non avevamo ancora visto neanche nelle tv di stato a cui puntualmene ogni anno paghiamo il canone, di nuovo COMPLIMENTI per l’ottima informazione , io voto 4 SI SI SI SI spero siamo in tanti ad andare a votare , se possibile x i 4 SI SI SI SI saluti a tutti MARCELLO

  4. La giustizia richiede una riforma seria e profonda che tolga lo strapotere della magistratura attraverso la separazione delle carriere e non con una leggina truffa. Questa invece di proteggere tutti i cittadini da certi professionisti della giustizia, che a loro volta usano questa solo come trampolino di lancio nella politica, pensa esclusivamente di proteggere se stesso e la nomenclatura.

      • Guarda il sindaco e l’assessore di Napoli! NON E’ LA MAGISTRATURA AL POTERE?
        Bel messaggio di giustizia o di …..potere?
        Bel rispetto assoluto del codice deontologico della magistratura…………..?
        I giudici in generale possono presentarsi a fronte alta se per primi applicano la giustizia su se stessi….
        Ma se ne guardano bene.
        Si nascondono dietro quelli seri come Falcone e Borsellino..

        • De Magistris non è più un magistrato e fino a prova contraria al potere c’è Berlusconi, che ci scassa i cosiddetti dal 1994. L’errore più grave, secondo me, è la contrapposizione Berlusconi vs Magistratura. A Berlusconi della giustizia importa una sega, importa invece la sua impunità. L’arroganza di certa magistratura la si vede contro i poveri cristi e non contro i berluscones.

          • Ah nico, hai mai pensato di mandare il curriculum per scrivere su Libero e il Giornale?
            Sai, ne hai la stoffa.
            Di Pietro (Ricordati che lo voleva Berlusconi prima che iniziasse ad indagare su di lui) ha lasciato la magistratura, quando aveva raggiunto la soglia dell’eroe, quando la gente lo incitava scrivendo nei muri Di Pietro non mollare! e sai perchè l’ha lasciata?Perchè era stato indagato (e poi assolto), solo poi dopo tempo si è dato alla politica.
            De Magistris? A lui sono state SOFFIATE delle indagini, perchè sai, indagava sui potenti, sugli intrecci criminalità-politica..e si è dimesso per protesta dalla magistratura!E poi?Oggi iniziano ad arrivare le condanne per gli alti magistrati che l’hanno accusato e che gli hanno soffiato ILLEGALMENTE le indagini.
            E su dai, dimmi altri nomi di magistrati che hanno cercato visibilità..sono proprio curioso!

  5. @Light: chi fa tintinnar le manette?Ci sono tantissime persone in carcere preventivo, più ci sono tanti tossici e tanti immigrati colpevoli di essere clandestini. Questo per me è giustizialismo. Giustizialista è anche Berlusconi, che è garantista solo con se stesso.Annullare il 4° quesito è dal mio punto di vista la cosa più sensata da fare.

  6. Il carcere preventivo per coloro che dici tu non è colpa dei magistrati, il loro compito è applicare la legge.
    Se poi mi dici che la legge sull’immigrazione è sbagliata, sono d’accordo con te.
    Se mi dici che la legge che equipara chi ha 10 grammi di marijuana a chi ha 10 grammi di cocaina sono d’accordo con te.
    Ma se tu mi dici che berlusconi è garantista no.
    Lui vuole solo l’impunità.

  7. @Light: Sì, Berlusconi è per l’impunità: la sua. Per il resto non mi interessa risalire alla catena del comando: tantissima gente paga o ha pagato prezzi altissimi, scontando lunghissimi periodi di carcere preventivo o scontando pene assurde, anche per reati non commessi o per reati d’opinione.

  8. @Gilanico
    E allora, dato che tu sei per una giustizia sociale: Vota per abrogare il legittimo impedimento, perchè la legge dev’essere uguale anche per lui, non solo per noi poveri cristi.
    Sappi che esistono dei risarcimenti per chi viene messo in carcere per errore….

    • Dopo che ti sbattono in galera con accuse infamanti, non c’è risarcimento che tenga. Hai presente gli indipendentisti di A manca finiti in carcere con ridicole accuse di terrorismo (operazione Arcadia) e ora liberi, ma senza che nemmeno si sia giunti a processo, in quanto l’inchiesta è ancora aperta ma esti a puntu mottu perchè non c’è uno straccio di prove. Hai presente Bruno Bellomonte, indipendentista comunista, accusato di terrorismo e ora in carcere preventivo in Calabria, nonostante la legge sulla territorialità della pena?Lo hanno licenziato, ha i famigliari lontano, chi lo risarcirà quando l’inchiesta terminerà con un nulla di fatto? In carcere per reati di opinione, nel 2011…

      Ti pare che sia confortevole auspicare che questa legge sia uguale per tutti?No, nè con i giustizialisti nè con berlusconi. Prenderò la scheda e la annullerò.

      • Purtroppo le cose non possono funzionare sempre. Ci saranno in ogni caso quelli che pagano essendo innocenti, e quelli che non pagano essendo colpevoli.
        In ogni caso il sistema è organizzato con l’intento di assicurare che questi casi siano (e lo sono) un’esigua ed isolata minoranza rispetto a tutti gli altri casi.
        Per quanto riguarda la territorialità della pena, devi tenere in conto tanti fattori, non la puoi risolvere così facilmente.
        E allora aritapi, cosa fai?Non dai nemmeno la caramella e quando il bambino si rompe il braccio non glielo ingessi, ma glielo stringi con forza?
        Dai un’interpretazione sbagliata dell’articolo 3..io me lo riguarderei, anche perchè non sai nè le motivazioni della Corte Costituzionale nell’annullarlo parzialmente, nè i passaggi che ci sono dietro.
        Ci lamentiamo tanto che la casta dei politici fa tutto per sè, quando abbiamo la possibilità di renderli uguali a noi, decidiamo di non farlo.

  9. Berlusconi ha l’intenzione di annullare il voto degli Italiani all’estero.Che ingiustizia ,l’ennesima
    Ha paura che si raggiunga il quorum.
    Andate tutti votare è molto importante far sentire la nostra voce e questa è l’unica arma legale che abbiamo.

    • il legittimo impedimento è stato già “abbattuto” dalla Corte costituzionale; sul nucleare il governo ha già fatto una moratoria, sospendendo l’attuazione delle procedure per il ritorno al nucleare in Italia, per superare l’onda emotiva dopo il disastro in Giappone e attendere le decisioni dell’Unione europea
      Per quanto riguarda i due referendum sull’acqua va ribadito che l’acqua non è privatizzata, la legge dice che rimane un bene pubblico. Si apre ai privati solo la gestione delle reti, per superare le attuali carenze e sprechi.

      • 1)Il legittimo impedimento non è stato per niente abbattuto, ti ricordo l’articolo tre della costituzione cosa dice.
        2)L’unione europea non può obbligare nessuno a costruire nuove centrali, infatti la germania(che tiene l’unione europea) ha previsto per il 2020 lo spegnimento di tutte le centrali.
        Infatti il piano del governo (come da loro detto) è far ”saltare” il referendum.Ma dove mai si è sentito che il popolo non decide?L’articolo 1 dice che il popolo è sovrano, ed esercita la sovranità nei limiti e nelle forme previste dalla costituzione (guarda caso, il referendum è previsto all’articolo 75.)L’onda emotiva non c’entra proprio niente, se il popolo non lo vuole, il governo si deve attenere alle decisioni del popolo.
        Ma si certo!Rimane un bene pubblico, però è il privato a decidere il prezzo, e può farti pagare i soldi che ci investe!Quindi se io sono sfortunato e vivo in una zona che richiede grandi investimenti come faccio?Devo accendere un mutuo per poter bere l’acqua?
        Le carenze e gli sprechi puoi eliminarli attraverso una corretta gestione, come fanno in tutti gli altri paesi europei.

        • Sì però non culliamoci negli allori se si ottiene il quorum. E’ già stato dimostrato in passato che i governi possono benissimo calpestare la volontà popolare (finanziamento partiti, ministero agricoltura erano stati abrogati per volontà popolare..). Il nucleare probabilmente verrebbe seppellito per sempre, ma per quanto riguarda l’acqua prima o poi torneranno all’attacco. Il sistema capitalistico può anche trovare modo di fare affari con le energie riciclabili, quindi stiamo sempre con gli occhi aperti. Forse si vincerà, ma non pensiamo che il sistema affaristico si fermerà di fronte alla volontà popolare.

          • Ne convieni Gilanico, che a noi spetta andare a votare SEMPRE per il referendum e stare vigili..è chiaro che loro tenteranno sempre di fregarci, in italia il 90 % dei politici bada solo al proprio tornaconto economico (guarda caso, nucleare ed acqua sono due mercati vastissimi: Solo una centrale costa 5 miliardi di euro, l’acqua invece si sta già esaurendo, ed è indispensabile per la vita, quanto può valere un bene simile?)

  10. Nonnis voto 4-. Entra in campo e parla male a tutti, non capisce che in campo non si può parlare in questo modo ma è talmente ineducato cha fa schifo anche ai tifosi. Giocatore stanco e confuso, giocherebbe bene nel campionato indiano di Toro Seduto. Fumato!!!!!!!!!!!!!!

  11. Libera63 o meglio A.M.C. voto 6. Tifosa piccola piccola, non demorde e cerca di vedere la sua squadra vincitrice, come nelle migliori partite dimostra di saper tifare con sportività. Alè oo Alè oo……..!!!!

  12. Coinvolgere il cittadino nelle decisioni importanti! è quello che auspichiamo in tutti i livelli di amministrazione!E adesso cari miei concittadini,vediamo di essere attivi anche per il mega parco eolico che vogliono far calare sulle nostre teste!!!

  13. @Light: la vigilanza si esprime in mille modi e non è detto che si possa ricorrere sempre ad un referendum. Guarda quello che stanno facendo in ValSusa i NoTAV, particolarmente in questi giorni, e anche i comitati No Radar in sardegna…

  14. Gilanico e Light, state dicendo la stessa cosa ma accapigliandoVi. In sostanza, se non capisco male, ambedue trovate che ci possano essere per i cittadini più strumenti preziosi e non mutuamente esclusivi come le associazioni e/o i comitati da una parte ed il referendum dall’altra. Molto spesso sono proprio le associazioni spontanee di cittadini che propagano certe notizie utili, altrimenti destinate a rimanere ignote. Come darVi torto?
    Sono d’accordo, Light: bisogna vigilare. Aggiungo io che occorre essere ben svegli ed attenti nel farlo.
    La moratoria governativa di un anno sulla costruzione di nuove centrali termonucleari è chiaramente una furbata, nella speranza che le persone mettano, ad anno trascorso, nel dimenticatoio il disastro di Fukushima. Naturalmente chi conosce l’argomento non avrebbe avuto certo bisogno di terrorizzarsi con quest’ultimo dramma nucleare giapponese. Ma il governo televisivo del capopolo sa quanto conta il fattore emotivo nel nostro paese ed ha escogitato questa tragicomica trovata; nel frattempo le persone continueranno ad essere spaventate ben oltre la scadenza annuale pur conoscendo poco la tematica se non per le immagini viste in TV o (nella migliore delle ipotesi) sui giornali. L’informazione vera è un’altra cosa: profonda e durevole nel tempo e non basata su dei flash, per una questione così gigantesca.
    Gilanico, sul legittimo impedimento francamente non ho avuto dubbi. E’ una legge specifica, che riguarda pochissime persone, nata con l’intento che tutti conosciamo: cosa c’entra il giustizialismo? Il giustizialismo esiste, ma non vedo il riferimento a questa legge. Non perchè si chiede l’abrogazione di una legge che si ritiene ingiusta si è giustizialisti…
    Sull’acqua: è vero che si trattava di due quesiti non sulla privatizzazione dell’acqua in sè ma era ed è lecito ipotizzare che la privatizzazione della gestione delle reti idriche fosse solo un primo passo verso un exitus ben più pericoloso, che abbiamo dimostrato di non volere affatto.

      • Io sono contrario a tutto, a partire dai referendum, che giudico un inutile spreco di denaro (anche se a volte diventano delle vere e proprie battaglie di Pirro come in quest’ultimo).

        Quello che mi fa più schifo in assoluto è l’Art. 139. della costituzione che recita “La forma repubblicana non può essere oggetto di revisione costituzionale”.

        Io sono fermamente convinto che l’unico modo che ha l’Italia di salvarsi il culo è quello di essere trasformata in una repubblica presidenziale.

        • In realtà anche l’art. 139 può essere modificato purchè ci sia una certa maggioranza parlamentare e ci sia una conferma referendaria. E’ un pò complicato, ma si può fare. Non credo che il presidenzialismo possa cambiare le cose. Mentre tutti dicono che ci vuole più partecipazione delle masse, tu dici che ci vuole maggior autoritarismo. Non faresti prima ad auspicare un golpe militare?

        • Mi dispiace Gilanico, ma l’articolo 139 non può esser cambiato, fa parte dei principi fondamentali dell’ordinamento.
          Luca nonnis, perchè ci è costato così tanto?Chi è stato a non voler accorpare il referendum alle amministrative?
          Ma sai almeno che cos’è una repubblica presidenziale?

  15. Light scrive: 11 giugno 2011 alle 17:36 “E su dai, dimmi altri nomi di magistrati che hanno cercato visibilità..sono proprio curioso!”
    Ti rispondo citandoti uno di casa nostra:
    BOSTIC! te lo ricordi il tuo presidente della Regione?
    Per non andare al presidente emerito della repubblica e così via….
    Lascia a pardere poi la mia classificazione politica, ti potrebbe sorprendere.

    • Il presidente emerito della repubblica?
      Parli di Scalfaro per caso?è meglio che ti alzi in piedi quando pronunci il nome Scalfaro, lui si che era un presidente.
      E di certo non ha usato la toga per entrare in politica.
      Federico Palomba?Uno dei politici migliori, un vanto per la sardegna.
      Altri?Sono curioso.

  16. In Italia le si stanno tentando tutte, al golpe militare ci si era quasi arrivati non molti decenni fa. La scelta tra monarchia e repubblica la si deve ad un referendum. Chi dice che il popolo non possa essere d’accordo sulla forma di governo Repubblica Presidenziale? A patto di proporre ai cittadini esattamente il modello che si ritiene più consono al nostro Paese, in poche parole purchè siano correttamente informati.
    Non credo che il capopolo possa più approfittare di questa o quella forma per fare il nuovo Benito, al massimo potrà scegliere il sistema meno indolore (per lui) per tornare ad Arcore.

    • Si vuole cambiare la forma di governo?
      Bene, però ci devono essere gli stessi pesi e contrappesi.
      Adottiamo una repubblica presidenziale, va benissimo : I magistrati hanno tanti poteri, il presidente può fare MASSIMO due mandati consecutivi di 4 anni, il senato viene rinnovato ogni 2 anni, in caso di reati comuni nessuno può chiedere immunità o accusare i giudici di esser comunisti (e anche in caso di reati ”ministeriali” il politico si dimette senza chiederlo) i giornali possono scrivere QUALSIASI COSA, le TV non possono essere di NESSUN POLITICO..Io ci metto la firma.

      • D’accordissimo su tutto il “piano Light”, l’unica cosa è che presuppone di avere a che fare con una situazione ideale, anzi illusoria, per il nostro paese: “i giornali possono scrivere quello che vogliono, le TV non possono essere di nessun politico”. La pornografia è libera, l’informazione no. Ovvero si dovrebbe essere in un paese civile e parlare di democrazia almeno quasi vera, il che allo stato attuale è impossibile.

        • In fondo che ci vuole?
          In tutti i ”grandi” paesi è già così.
          Mi fa ridere che esistano dei film porno dove il presidente del consiglio fa bunga bunga, con aspiranti deputate ; mentre non si può parlare dei fatti gravi che circondano l’operato della maggioranza e del governo nella persona del Presidente del consiglio.

          • Io credo che il vero problema stia nel popolo. La stragrande maggioranza delle persone sono disinteressate alla “cosa pubblica” troppo complicata per cercare di capirci, e questo i nostri politici (di ogni parte politica) lo hanno capito sin troppo bene, infatti continuano a rimbalzarsi.
            Concordo con Light sui 4/5 anni e aggiungerei con solo un mandato.

  17. Effetti collaterali del referendum: i politici locali possono tornare nelle partecipate: Le migliaia di sindaci, presidenti di Provincia, assessori e consiglieri che hanno dovuto dire addio all’incarico dopo le elezioni di maggio hanno una seconda chance: per loro si riaprono le porte dei consigli di amministrazione delle società partecipate dalle amministrazioni locali.

    All’indomani di un maxi-turno elettorale, che ha coinvolto il 15% degli enti locali italiani, non è un risultato da poco: tra spoil system e mandati in scadenza naturale, si possono stimare 1.500-2mila posti in palio nei prossimi mesi solo nelle società, all’interno di una partita che in tutti i Comuni e le Province vale oltre 11.500 posti (ce ne sono altri 7mila nei consorzi). A offrire una seconda opportunità agli ex politici sono i 25,9 milioni di «sì» vergati domenica e lunedì dagli italiani sul primo quesito referendario, che era intitolato alla «privatizzazione dell’acqua» ma in realtà chiedeva l’abolizione dell’intera disciplina recente dei servizi pubblici locali: con la ‘semi-riforma’ del 2008 e la riscrittura del decreto Ronchi nel 2009, il referendum ha buttato a mare anche tutti i regolamenti attuativi, compreso quello che provava a impedire agli ex politici di ricollocarsi nei consigli di amministrazione delle partecipate. Esclusi l’energia e le farmacie, che con un’interpretazione generosa erano stati esonerati dalle nuove regole, tutti gli altri settori vedono riaprirsi a sorpresa una strada ormai considerata chiusa.

    Non che la nuova griglia delle incompatibilità fosse un esempio di particolare severità. Arrivata solo nel settembre 2010, con due anni di ritardo sul calendario previsto che aveva «salvato» i rinnovi legati alle amministrative 2009 e 2010, il regolamento era stato oggetto di un braccio di ferro infinito e di continue riscritture, ma almeno provava ad arginare la prassi del ‘riciclaggio’ societario di ex politici.

    La regola finale era semplice: qualsiasi amministratore locale, in giunta o in consiglio, in maggioranza o in opposizione (per evitare spinte nella carriera favorite da un rovescio elettorale che porta l’ex minoranza a gestire l’ente), avrebbe dovuto fermarsi per almeno tre anni prima di ambire a una poltrona in consiglio di amministrazione.

    La stessa regola, poi doveva applicarsi a chi avesse ricoperto un incarico in una delle 337 Unioni che raggruppano 1.708 Comuni italiani (più di un quinto del totale) e chiudeva le porte dei cda per un triennio anche a chi avesse preso posto in una commissione di gara organizzata dalla stessa società.

    La larga vittoria del «sì» nel primo quesito referendario restituisce libertà totale alle nomine, e cancella anche tutti i limiti alle incompatibilità di ‘secondo livello’, meno visibile rispetto a quello relativo ai consigli di amministrazione ma ugualmente importante per una gestione il più possibile libera da conflitti di interesse.

    Dopo essersi occupato dei cda, infatti, il regolamento cancellato insieme alle norme a cui si riferiva impediva anche di affidare incarichi di gestione dei servizi nelle partecipate agli amministratori e ai dirigenti dell’ente socio, ai loro parenti fino al quarto grado, ai consulenti e ai collaboratori dell’ente locale e a chi avesse partecipato a commissioni di gara. Anche in questo caso, l’incompatibilità sopravviveva per tre anni al mandato politico o all’incarico amministrativo che l’aveva generata.

    Un terzo filtro agiva invece sulle commissioni di gara, e impediva l’accesso a tutti i dipendenti dell’ente e agli ex dipendenti usciti dal Comune o dalla Provincia negli ultimi due anni. Cancellata, infine, anche una norma entrata anche nell’agenda dei vari provvedimenti ‘anti-corruzione’ discussi ma mai approvati nell’ultimo anno, che avrebbe escluso dalle commissioni di gara chiunque avesse concorso, in base a una sentenza non sospesa, ad atti illegittimi in precedenti selezioni.

    Dopo questa sforbiciata, l’unica incompatibilità di peso che rimane in vigore nell’ordinamento delle partecipate è quella introdotta nel 2007, che impedisce di far sedere nei cda chi ha chiuso bilanci in perdita negli ultimi tre anni. La regola, introdotta dall’allora ministro per gli Affari regionali e Autonomie locali, Linda Lanzillotta, all’inizio aveva creato un dibattito acceso ma è poi stata progressivamente attenuata, sbarrando la strada per esempio ai soli amministratori protagonisti di bilanci con perdite crescenti, e appare ora praticamente accantonata nella prassi degli enti locali (e dei loro controllori). Fonte: Sole 24 ore

    • Caro Luca Nonnis, sai che per fare una legge che escluda gli ex politici dai consigli di amministrazione delle partecipate occorrerebbe veramente poco tempo?
      Credo che la voterebbero senza problemi maggioranza ed opposizione.
      Il problema è che la maggioranza non lo vuole, come parte dell’opposizione.
      NESSUN cittadino che abbia ricoperto cariche politiche DOVREBBE amministrare enti pubblici..non un triennio!
      Mi fai ridere, sai perchè?Perchè prendi il quotidiano di Confindustria..è chiaro che loro hanno tutto l’interesse alla privatizzazione dell’acqua!
      è come prendere un’articolo del messaggero riguardo le centrali nucleari!
      E del fatto che venisse affidato il rubinetto ai privati invece che ne dici?Era per mettere il rubinetto placcato in oro?
      E il 7% invece?
      E le centrali nucleari?
      E i 364 MILIONI che il GOVERNO avrebbe potuto destinare alle rinnovabili o per migliorare il servizio idrico che sono stati bruciati perchè QUALCUNO aveva paura ad ACCORPARE il referendum insieme alle AMMINISTRATIVE?

    • In sostanza l’articolo di Gianni Trovati citato da Luca Nonnis dice: i politicanti approfittano subito della situazione. Bella scoperta.
      Intanto si parla di “effetti collaterali” ma se ne esamina solo uno, riferito ai due quesiti sulla gestione delle reti idriche. In effetti dal quotidiano degli industriali era il minimo che ci potessimo aspettare; come mi pare sostenga anche Light. Nella stessa pagina, la nr. 8, del quotidiano, un articolo di Giorgio Santilli illustra il possibile panorama legislativo determinabile a seguito di questo risultato. Si cita la proposta del PD, quella, a venire di IDV, quella del comitato di iniziativa popolare (che ha raccolto le firme; si scrive anche dell’inerzia momentanea del governo che starebbe fermo per evitare accuse di protervia contro la volontà popolare che si è appena espressa in modo unidirezionale.
      Qualunque risultato si fosse ottenuto coi referendum avrebbe avuto dei costi per la collettività; personalmente preferisco sapere di politici che provano a gestire, per legge, società pubbliche che amministrano beni pubblici che di ex-politici i quali amministrano società private che amministrano beni destinati ad essere privatizzati, mentre dovrebbero restare assolutamente pubblici.

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