«No al doppio capoluogo» In Provincia è scontro sulla proposta dell’IdV

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Dure reazioni anche all’interno della maggioranza alle critiche mosse del consigliere Angelo Mascia

VILLACIDRO. Se qualcuno lo pensava (non pochi), non aveva mai azzardato a dirlo dai banchi del consiglio provinciale: il doppio capoluogo va abolito, è una spesa superflua. Apriti cielo, ha osato il consigliere dell’IdV Angelo Mascia e tutti gliene stanno cantando quattro. A partire dalla stessa maggioranza di centrosinistra di cui lui fa parte. «Solo autoreferenzialità e demagogia», sostengono i fautori del bicapoluogo.  «Parliamone, la maggioranza porti in Consiglio il problema dei tagli», dice l’opposizione cogliendo la palla al balzo del bisticcio nel centrosinistra.  Angelo Mascia, un lungo trascorso nel Pci-Pds e per dieci anni sindaco di Sardara negli anni Novanta, ha spiazzato la coalizione, anche perchè, oltre a parlare di abolizione del doppio capoluogo Sanluri-Villacidro, ha chiesto, nelle strategie del risparmio di soldi pubblici, anche il taglio delle consulenze inutili e degli aggiornamenti del sito web istituzionale. Il tutto senza prima farne accenno agli alleati. «Come potevo? – dice Mascia – Il gruppo di maggioranza non si riunisce mai».  All’esponente dell’IdV ha replicato con una nota, dopo le polemiche in aula, il presidente della Provincia, Fulvio Tocco: «Mascia crea scompiglio in Consiglio. È un atto inopportuno che sa di imboscata, anche perchè non era all’ordine del giorno».  E via quindi con l’elencare le virtuosità della Provincia mediocampidanese in fatto di risparmi e di spese occulate: «Il doppio capoluogo non crea alcuna spesa aggiuntiva e comunque non è questo il momento di parlarne. Ci sono altre priorità, come il patto di stabilità che paralizza lo sviluppo del territorio».  La difesa d’ufficio del presidente Tocco è accorata, ma non risolve il dubbio originale sul bicapoluogo. È il segreto di Pulcinella che sia stata una scelta politica per accontentare le tre diverse anime territoriali (Linas, Marmilla e Campidano “di mezzo”) e che oggi, probabilmente, sarebbe saltata perchè la gente si sarebbe rivoltata contro.

Luciano Onnis – 29 luglio 2011  –  Fonte: La Nuova Sardegna

35 COMMENTI

  1. Io penso che il doppio capoluogo sia stata una scelta sbagliata, fatta solo per accontentare i partiti. Se poi un dice che non ci sono spese aggiuntive la vedo come una presa in giro. Come si fa ad avere due sedi e non avere spese aggiuntive?
    Sentire il presidente che dice ” «Mascia crea scompiglio in Consiglio. È un atto inopportuno che sa di imboscata, anche perchè non era all’ordine del giorno» mi riempie di tristezza. Occorre mettere all’ordine del giorno i ragionamenti che dagli altri sono viste come critiche?
    Io sono ancora più radicale, sono uno di quelli che la provincia non la avrebbe proprio fatta, e avremo certamente risparmiato molto.

  2. Se Angelo Mascia è coerente con quanto affermato (“abilizione del doppio capoluogo per ridurre i costi”) dovrebbe chiedere l’abolizione della Provincia. Lui sa bene che è un ente che serve solo a Fulvio Tocco e a quelli che raccolgono le bricciole che fa cadere dal desco da lui apparecchiato!I costi della presidenza sono sempre garantiti, ma per la sicurezza delle strade che portano alla costa arburese – specie la Guspini Torre dei Corsari priva di segnalettica – isoldi non ci sono mai! Mascia, sia audace, ingaggi questa battaglia degna di essere vissuta con l’ardore di rappresentare veramente gli interessi del Medio campidano, passerà alla storia come uomo politico capace di riscattare un danno grave.

  3. BASTA!La provincia del medio campidano, non serve a nulla!
    Solo a far ingrassare altri politici!
    E basta con la storia che ”è una delle piu virtuose”
    ormai non ci casca più nessuno..destra sinistra..tutti vogliono tenersi i soldi che escono dal rubinetto provinciale..

    • Certe volte si parla senza conoscere le carte solo per dar alito alla bocca:
      Il 13 dicembre 1947 nella seduta pomeridiana della seconda sottocommissione della Commissione per la Costituzione, il presidente Mauro Gennari legge il testo definitivo dell’articolo 22: Le Regioni sono: Piemonte, Lombardia, Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli, Venezia-Giulia, Liguria, Emilia e Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Abruzzi, Molise, Campania, Puglia, Salento, Lucania, Calabria, Sicilia, Sardegna, Valle d’Aosta, ma il Testo coordinato dal Comitato di redazione prima della votazione finale in Assemblea e distribuito ai Deputati il 20 dicembre 1947 recitava: Art. 131. Sono costituite le seguenti Regioni: Piemonte; Valle d’Aosta; Lombardia; Trentino-Alto Adige; Veneto; Friuli-Venezia Giulia; Liguria; Emilia-Romagna; Toscana; Umbria; Marche; Lazio; Abruzzi e Molise; Campania; Puglia; Basilicata; Calabria; Sicilia; Sardegna.

      Quindi dalla bozza scompaiono il Salento e l’Emilia Lunense (Lunezia); la Lucania viene rinominata Basilicata; il Friuli e la Venezia Giulia vengono accorpati, così come Abruzzo e Molise. Solo nel 1963 il Molise otterrà l’autonomia.

      • troppo facile copiare da wikipedia… In ogni caso ti confermo che le regioni a statuto ordinario sono realmente entrate in funzione nel 1970 con la prima elezione dei consigli regionali e la promulgazione della legge 16 maggio 1970 n. 281

        • Carissimo sei fuori di una spanna con la legge 281/70 venivano definite le entrate di cui possono godere le regioni. Le Regioni sono nate all’atto della stesura della Carta Costituzionale……questo è diritto costituzionale. Wikipedia sarà anche utile non so se c’è scritto quanto ho scritto io, i miei sono ricordi di diritto costituzionale studiato all’università, tutto l’altro è aria fritta.

          • sono d’accordo ma ne convieni che prima del 1970 le regioni non avevano un consiglio regionale, non avevano potere legislativo, insomma nessuna funzione? se non ricordo male la costituzione non individuava nemmeno i capoluoghi. si è andati avanti per anni con decreti attuativi e rinvii.

          • hai perfettamente ragione esistevano sulla carta costituzionale e lo stato centrale o accentratore, dipende dai punti di vista,passava solo le elemosine alle regioni cosa che tra l’altro succede ancora oggi basta pensare che la Sicilia, al pari della Sardegna regione autonoma, gode del privilegio d’incassare il 100% del gettito fiscale mentre la Sardegna incassa a mala pena il 70% e il restante deve versare allo stato. Che se ne dica la classe politica isolana non è mai riuscita a farsi sentire nel modo giusto, ancora non sono riusciti a capire che sono eletti dai Sardi e di questi devono fare gli interessilasciando perdere le bandiere politiche. questo vale per ogni dove sia comune, provincia, regione e stato.
            Personalmente sono dell’opinione che il sistema legislativo andrebbe completamente rivisitato, con un adeguamento al ribasso dei membri del senato e della camera, possibilmente dimezzato la mia idea sarebbe la Camera composta da 3 membri di ciascuna regione ….. sai quanto risparmio.
            taglio delle auto blu se non vado errando in italia solo a disposizione dei parlamentari ne abbiamo una cifra esorbitante in confronto agli stati uniti che ne ha solo 60. guardie del corpo…. scusa se stai facendo gli interessi del popolo che problemi hai a non essere scortato? potrei scrivere per ore così come potresti fare tu perchè vedo che alla fine siamo sulla stessa lunghezza d’onda. la malattia dell’italia è la classe politica che non vuole rinunciare a tutti i privilegi acquisiti in tutti questi anni. siccome a mangiare si ha sempre più fame allora si è pensato bene di creare enti intermendi dove alloggiare i politici trombati.

  4. Andrebbe abolita del tutto, e solo un carozzone di soldi e poltrone.

    oltre alle consulenze inutili i cittadini dovrebbero dare un’occhiata alle delibere pubblicate: ci sono co.co.co. che percepiscono 45.000,00 mila euro semestralmente x un non meglio precisato lavoro. e tutto questo va avanti da anni,tutti dovrebbero aprire gli occhi!

  5. i miei complimenti al signor mascia…….di queste persone abbiamo bisogno.
    persone che hanno capito che bisogna tornare indietro,consapevoli che ciò porterà meno soldi ma al contempo consapevoli che certe spese sono inutili e creano solo un clima di diffidenza verso le istituzioni.

  6. Aboliamo province, comunità montane, GAL e soprattutto la disonestà. Siamo INDIGNATI . A tutto c’è un limite. Ma che credono questi politicanti del cucco di poter menare la gente come docili cagnolini? LA PAZIENZA HA UN LIMITE.

      • sarebbe ora che qualcuno ponesse il problema. poi villacidro provincia è stata la fregatura più grossa. chiamala provincia dove c’è solo la sede per loro .quando invece quel locale poteva andar bene come sede per i vigili e servizi sociali. dott.fanni è stato l’unico sindaco del medio campidano a fare la proposta per l’abolizione e apriti cielo . l’hanno tartassato e invece aveva ragione . quei soldi potevano essere benissimo dirottati per altre ben problematiche. speriamo bene e che sia attuato al più presto

        • Non si parla solo abolire le piccole provincie come quella del Medio Campidano,ma anche quelle più grandi,qualcuno parla di regioni….
          Il PD Burlando,presidente della regione Liguria nei giorni scorsi ha parlato di abolire provincie e regioni…..magari.

            • insomma un federalismo alla Lega Nord.
              Sarebbe una buona idea se fosse fatto con onesta e piu’ criterio,non mi pare pero’che sia ben accetto da tutti se si parla addirittura di secessione.

  7. Le province!Enti parassitari!Come il consorzio industriale,le comunita montane, e se faccio la lista nn la finisco piu!ecco cosa compare nel sito consorzio industriale provinciale:
    “Il Consorzio Industriale Provinciale Medio Campidano Villacidro è nato con lo scopo di creare le migliori condizioni economiche e di servizi, per favorire il sorgere di nuovi insediamenti produttivi.
    L’agglomerato industriale dispone di aree attrezzate e dotate di tutte le infrastrutture e servizi necessari alle aziende”.
    AHAHAHHAHAHAHHAHAHAHHAHAHA!
    w l’Italia!

  8. Alcune precisazioni, per opportuna conoscenza. Competente a abolire le nuove Province è la Regione, le restanti le si possono abolire con ddl costituzionale (presentato dall’IdV più volte negli ultimi anni ma puntualmente respinto.

    Per quanto riguarda i compensi dei Consiglieri Provinciali, citati in un precedente commento, vi posso segnalare un mio post di un anno fa: http://www.idvserramanna.com/compensi-andrea-mura.html.
    In pratica per i Consiglieri Provinciali, a differenza degli Assessori e del Presidente che percepiscono una vera e propria indennità, i compensi sono erogati sotto forma di gettoni di presenza, ovvero dipendono dal numero delle sedute (di Consiglio e di Commissione) a cui un Consigliere partecipa.
    Un gettone di presenza è pari a € 67,14 lordi.

    Vi è un tetto massimo: la somma dei gettoni di presenza non può andare al di sopra di 1/4 del compenso previsto per il Presidente della Giunta. Il tetto massimo è pari a 1084,56 euro lordi, che per me che non ho ancora altro reddito poiché studente post-lauream equivalgono a circa 801 euro netti.

    Quasi ogni Consigliere, poi, deve versare al proprio partito un tot: io devo versare il 10%, quindi al mese mi rimangono circa 693 euro.

    A cui si sommano i rimborsi delle spese di trasporto effettivamente sostenute per recarsi a Villacidro o a Sanluri, rimborso pari a 1/5 del costo della benzina.

  9. andrea mura, hai scritto la verità solo in parte.Sappiamo benissimo del tetto massimo (mensile) che si può raggingere con i gettoni di presenza.la verità è che il tetto massimo si raggiunge,furbescamente, con la calendarizzazione delle commissioni.Semplice raggiungere tranquillamente il massimo.Quante riunioni di commissione inutili!!!!!!!(ti invito a leggere i verbali delle commissioni dal 2005 ad oggi).La verità è che questa Provincia non ha prodotto alcun beneficio al territorio.Sarebbe salutare promuovere un incontro pubblico per confrontarsi sulla effettiva necessità di abolire non solo la Prov.del Medio Campidano ma tutte le Province(vecchie e nuove).Esperienza vissuta direttamente da consigliere provinciale dal 2005 al 2010.

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