Impianti eolici. Speculazione nel Medio Campidano?

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In un articolo precedentemente pubblicato in questo blog era stata fatta una stima dell’energia che si potrebbe produrre attraverso l’installazione di impianti eolici nel territorio tra Villacidro e San Gavino, con relativa valutazione dei guadagni che si potrebbero ottenere.

Vorrei proporre qualche riflessione aggiuntiva in merito, al fine di ragionare sulle potenze in gioco e dimostrare quanto sia redditizio un investimento di questo tipo. Dall’analisi eseguita nell’articolo precedente, emergeva che due dei tre possibili impianti in via di autorizzazione arriverebbero a produrre circa 150.000 MWh ciascuno, mentre il più grande dei tre produrrebbe circa 350.000 MWh, per un totale di circa 650.000 MWh di energia elettrica prodotta all’anno, se tutti e tre gli impianti dovessero essere realizzati. Tramite la consultazione di alcuni documenti di Terna (il gestore della rete di trasmissione Nazionale) è possibile valutare quali sono i consumi della provincia del Medio Campidano. Nel documento consultabile dalla rete all’indirizzo http://statistiche.terna.it/statistiche/documenti/bilanci/sardegna09.pdf si vede che il consumo di energia elettrica nella nostra provincia nel 2009 è stato di 291.800 MWh, un valore che corrisponde a meno della metà dell’energia producibile dai tre impianti. Ecco una sintesi dei consumi elettrici del 2009 per provincia:

Provincia Consumi elettrici [MWh]
Cagliari 4.247.700
Carbonia Iglesias 3.120.300
Medio Campidano 291.800
Nuoro 642.800
Ogliastra 160.600
Olbia Tempio 789.700
Oristano 543.400
Sassari 1.447.700
Tot Sardegna 11.243.900

Tabella 1: Consumi elettrici per provincia nell’anno 2009 in MWh

Dal momento che si parla di consumi effettuati nel 2009 è lecito attendersi un cambiamento di questo valore nel corso degli anni, ma sempre sicuramente confinato nella variazione di qualche punto percentuale. Con i dati prima ricavati è possibile calcolare l’energia pro-capite consumata mediamente da ciascun cittadino residente in provincia, considerata una popolazione pari a 102.435 persone (nell’anno 2010, fonte Wikipedia); il semplice calcolo rivela che ogni cittadino residente in provincia del Medio Campidano consuma in media 2,85 MWh all’anno. La scarsa presenza dell’industria pesante nel territorio provinciale fa abbassare quest’indicatore, si tenga conto ad esempio che lo stesso parametro calcolato su base regionale da luogo a un valore pari a 6,7 MWh a persona. Verrebbe da domandarsi quale sarebbe la taglia d’impianto necessario ad alimentare tutte le utenze di un paese come Villacidro: una stima può essere fatta utilizzando il dato di consumo pro-capite provinciale moltiplicato il numero di abitanti del paese (poniamo per semplicità 15000 persone), la quantità di energia elettrica risultante sarebbe pari a circa 42.700 MWh. Questa quantità di energia potrebbe essere prodotta da un impianto eolico di circa 25 MW di potenza, cioè 8 aereogeneratori da 3 MW ciascuno; in sostanza un impianto simile produrrebbe tutta l’energia necessaria a soddisfare tutti i carichi elettrici di Villacidro. È immediato costatare che il valore di potenza installata appena ottenuto è nettamente inferiore rispetto, ad esempio, al progetto presentato da Medio Campidano Eolica S.r.l con il suo impianto da 204 MW comprendente 68 aerogeneratori. Ritengo che le fonti rinnovabili siano una grande opportunità se impiegate in un’ottica di generazione distribuita, che prevede l’installazione degli impianti di produzione nelle vicinanze dei grossi centri di consumo; in altro modo ci si troverebbe nella situazione in cui importanti centri di produzione sarebbero situati in luoghi con bassa domanda, costringendo l’energia elettrica a defluire verso zone più energivore, percorrendo lunghi tratti attraverso le linee elettriche con conseguente aumento delle perdite dissipate nelle linee stesse. A ciò si aggiunga che in provincia esiste già l’impianto eolico di Guspini che produce circa 120.000-140.000 MWh l’anno. Alla luce di quanto detto è lecito pensare che la costruzione di questi tre impianti non sia dettata da una logica di soddisfacimento dei consumi, altresì ha l’aspetto di una mera speculazione di tipo affaristico-finanziaria.

Nel precedente articolo si è mostrato come sarebbero basse le ricadute economiche e di sviluppo sul territorio se gli impianti fossero effettivamente realizzati. Partendo da quest’assunto, mi chiedo se non porterebbe più benefici la costruzione di un impianto magari più piccolo, per cui sarebbe necessario un investimento minore, che sia realizzato però da un gruppo di acquisto formato da cittadini con la possibile partecipazione di qualche amministrazione pubblica di qualche Comune del circondario. In questo modo i guadagni prodotti da questi impianti rimarrebbero tutti all’interno della comunità, evitando di utilizzare una risorsa del nostro territorio qual è il vento per far guadagnare società che nemmeno hanno sede in Sardegna e che lasciano alle amministrazioni locali il 2% dei profitti.

Vediamo quindi sono le caratteristiche di un investimento in questo tipo di impianti: un aspetto da valutare sarebbe quello di determinare quali sono i costi standard, al fine di valutarne la reddittività dell’investimento. La materia è alquanto complessa e non mancano differenze anche sostanziali tra i diversi impianti. Le variabili da tener in conto sono sicuramente l’orografia del territorio e le infrastrutture presenti, la tipologia delle macchine che si vanno a installare e la costruzione delle opere civili necessarie al collegamento dell’impianto alla rete elettrica Nazionale. Tramite una ricerca bibliografica però è possibile affermare che il costo di un impianto eolico di grande potenza oscilli tra 1-1,8 milioni di euro ogni MW di potenza installata. A titolo di esempio, ho eseguito un’analisi di fattibilità per un impianto di taglia 30 MW capace di produrre quindi circa 51.000 MWh, un valore tale da ricoprire abbondantemente tutta l’utenza elettrica di Villacidro. L’analisi è stata fatta considerando un periodo di 20 anni, tale è infatti la durata in vita degli aerogeneratori, e si è considerato che i ricavi ottenuti dai Certificati Verdi siano disponibili per 15 anni. Si è considerato un valore di costo intermedio rispetto a quelli trovati in bibliografia pari a 1,5 milioni di euro a MW di potenza installata, per un costo totale d’impianto di 45.000.000 €. Le spese di gestione e manutenzione annuali sono circa 3-5% del costo totale. L’alto investimento iniziale è subito ripagato dalla vendita dell’energia alla rete e dalla valorizzazione dei certificati verdi. Tenendo conto di tutti questi fattori si è calcolato il Valore attuale netto (VAN) in modo da valutare la redditività dell’investimento e in quanto tempo si ripaga l’impianto. Si è considerato un tasso di attualizzazione del denaro pari al 3%. Il risultato dell’analisi è mostrato nel grafico sottostante.

Figura 1: Andamento del VAN.

Dal grafico si vede che dopo 8 anni e mezzo di esercizio l’impianto si ripaga dei costi necessari alla sua costruzione, dopodiché si inizia a guadagnare per tutta la restante vita utile dell’impianto. Non sono tanti gli investimenti che consentono tali margini. Quest’analisi vuole essere solo un esempio, in quanto ci sarebbe da considerare le variazioni annuali dei prezzi di vendita dell’energia e della valorizzazione dei certificati verdi. Il costo finale poi dipenderà da tutti quei fattori descritti in precedenza, e sarà possibile definirli in modo preciso solo dopo aver definito il progetto definitivo; si tenga conto però che nel svolgere l’analisi però si sono utilizzati dei fattori abbastanza cautelativi.

Sperando di aver fatto un po’ di chiarezza, è auspicabile che si smuova qualcosa tra gli investitori e le competenze locali, in modo che si possano massimizzare i benefici per la comunità vista l’enorme opportunità che ci si presenta davanti.

Giuseppe Aru

Villacidro.info – 12 luglio 2011

30 COMMENTI

  1. Quindi l’ideale sarebbe una bella Spa dove i cittadini possono contribuire all’acquisto delle 8 pale eoliche e naturalmente questo verrebbe a vantaggio loro,dell’ambiente e a svantaggio netto di tutti quegli speculatori che pensano che ancora siamo solo un milione e mezzo di pecore da abbindolare!Lo pensavo prima di questo articolo,lo penso ora con ancor più convinzione!Se il comune non riesce da solo a piazzare i generatori ,sicuramente coi privati potrà farlo!!!Non lasciamoci comprare con della paccottiglia!!!!

    • Esatto Stefania, e ti dirò di più, è stato già fatto in Italia, in Calabria ad esempio si sono uniti dei comuni in un Consorzio insieme all’Universita e a qualche azienda privata, il tutto per facilitare gli investimenti e far rimanere buona parte dei guadagni all’interno della comunità…per chi volesse saperne di più si veda “consorzio CRETA” di cui allego il link:

      http://consorziocreta.altervista.org/pagina-256377.html?cb=1310135251450

      La nostra idea, e si attiverà anche un comitato di cittadini in merito, è quella di creare un’esperianza simile, ma abbiamo bisogno dell’appoggio di tutta la comunità per farlo!
      Se è possibile scriverò un altro articolo per spiegare meglio questa possibilità del consorzio di Comuni.

      • Ciao Giuseppe, l’appoggio della comunità non mancherà di sicuro. Quello che purtroppo io non ho ancora capito e se si e’ ancora in tempo. Mi pare di capire che gli investitori esterni abbiano gia’ ottenuto i permessi; se e’ cosi’ purtroppo si tratterebbe solo di aggiungere altre pale alle numerose già da installare. Se invece così non è dobbiamo fare tutto il possibile per sfruttare (brutta parola, meglio “utilizzare”) noi il nostro patrimonio geografico e climatico. Almeno assieme ai monti bruciati e alle fabbriche chiuse avremo anche qualcosa di buono da lasciare ai nostri figli.

        • In effetti questa è un’incognita, comunque con il parere contrario dell’amministrazione di Villacidro contro questi impianti, si potrebbe fare qualcosa. Da informazioni, comunque da verificare, risulta che la Regione abbia posto uno stop sino alla creazione del piano energetico, che sarebbe una cosa molto positiva, anzichè autorizzare tutti gli impianti senza alcuna pianificazione e visione futura. Facciamo pressione sulla nuova amministrazione e speriamo di bloccare questi impianti.

          • Il parere dell’amministrazione non è vincolante. Se la regione ha portato avanti l iter burocratico non c’è speranza. Inoltre, la valutazione d’impatto ambientale fatta in questo periodo non considera la futura presenza di un eventuale parco eolico. E’ chiaro che solo uno di quei parchi eolici ha la possibilità di vedere la luce su quel territorio, anche perché i progetti riguardano tutti la stessa zona e la convivenza anche di solo due impianti sarebbe impossibile.

    • Proprio così Stefania, attorno a questa faccenda del parco eolico non c’è nulla di chiaro, se non il fatto che il Comune non guadagnerebbe abbastanza, in rapporto ai sacrifici ecologici-paesaggistici e non solo che si dovrebbero affrontare.
      Come accennava Giuseppe, stiamo cercando di concretizzare un’idea derivata dal progetto CRETA, che in Calabria è stato avviato in condizioni simili a quelle attuali a Villacidro (e cioè una serie di veri e propri speculatori aveva intenzione di fare un parco eolico gigante, regalando le briciole ai Comuni). Un gruppo di ingegneri e ragazzi si son messi d’impegno e sono riusciti a presentare una proposta alternativa che ora è in funzione. Noi a Villacidro dovremo provare a mobilitarci in quella direzione, stiamo già prendendo contatti con chi di dovere, ma ci serve, come ha detto Giuseppe, l’appoggio di più persone possibili, che ci tengono al proprio paesaggio e non accettano di farsi prendere in giro tanto facilmente! Nuovi aggiornamenti in alcuni articoli già in cantiere…

      • Certamente un futuro parco eolico non deturpa l’ambiente, anche perché nella zona industriale non c’è nulla da deturpare ed inoltre è ridicolo pretendere una marea di denaro “in rapporto ai sacrifici ecologici-paesaggistici e non solo che si dovrebbero affrontare.” anche perche non dovremo afrontare nessun sacrifcio.

        Facciamoci tutto da noi!!! E’ l’unica soluzione, anche per non essere platealmente ridicoli avanzabdo pretese che davanti alla logica del buon senso e del mercato sono davvero risibili

      • Il costo dello smaltimento è a carico dell’azienda proprietaria dell’impianto. A tutela del ripristino dei luoghi, l’azienda e OBBLIGATA a stipulare una polizza fidejussoria che copre tutti i costi di smaltimento e bonifica.

  2. L’ipotesi di una Spa per sostenere l’investimento di un impianto del valore di 45.000.000 euro in vent’anni, può essere realistica a condizione che ci sia una volontà dell’intera cittadinanza, a iniziare dall’amministrazione comunale che deve prnunciarsi senza tentennamenti. Ipotizzando una Spa fra comune, aziende e famiglie di Villacidro (15.000 ab.) i costi potrebbero essere così ripartiti: 30% Comune 675.000 euro l’anno, 70% tra famiglie e imprese(4000)con quote di 397 euro l’anno. Simulazioni se ne possono fare diverse, considerando che la partecipazione popolare di famiglie e aziende ha bisogno di una ripartizione graduata. L’importante è sostenere il principio dell’autogoverno del territorio e della partecipazione dei cittadini. Una opportunità per i giovani soprattutto!

    • mi sembra che Sergio sia molto preparato in questo campo.
      Continua con le tue simulazioni,la gente ha bisogno di sentire per capire e bisogna informare tutti se si vuole raggiungere un fine in modo cosi semplice come stai facendo tu.

    • Sig. Pibiri mi spieghi meglio perchè nn ho capito!Sarebbe un’opportunità per i giovani in che termini?consideri che i giovani(e sicuramente anche qualche suo nipote) hanno deciso di espatriare xke son poche le possibilita di realizzarsi nella comunità villacidrese;inoltre la restante parte dei giovani ha limitate s nn esigue capacita economiche!Un ragazzo che ha uno stipendio risicato x cui spende tt o quasi per l’auto e vivere, o ha un mutuo da pagare, o qualche finanziaria arretrata, dovrebbe sobbarcarsi un ulteriore spesa?E quali aziende dovrebbero partecipare al finanziamento? suddivido in quote/azioni e poi ci ritroviamo con un Sig. Muscas ke possiede il 51%?Condivido l’idea della valorizzazione del territorio, ma nella maniera ke cio nn si sviluppi in lucro x pochi privilegiati!

  3. Ritengo che questo articolo metta ulteriormente luce su quella che già a prima vista sembrava una gran fregatura per la comunità della zona, zero benefici per un’opera che ha un notevole impatto ambientale. Sacrificio che si può benissimo fare viste le ricadute comunque positive ma se i frutti ricadono sulla comunità e non sui soliti speculatori. Penso che non incontrerete difficoltà ad avere l’appoggio della comunità sicuramente avrete il mio. Un chiarimento, nell’analisi costi/benefici ed in quella finanziaria dell’investimento si tiene conto anche degli eventuali costi di smaltimento degli impianti alla fine del loro ciclo di vita.

    • Il costo dello smaltimento è a carico dell’azienda proprietaria dell’impianto. A tutela del ripristino dei luoghi, l’azienda e OBBLIGATA a stipulare una polizza fidejussoria che copre tutti i costi di smaltimento e bonifica..

      • Ok, ma se il progetto viene messo in esssere dal Comune con la partecipazione di imprese e privati cittadini per valutare il costo totale dell’investimento, il V.A.N. e il rendimento dell’investimento devi tenere conto anche di questi costi. Quindi è importante sapere se tali costi sono stati considerati nelle valutazioni fatte nell’articolo.

  4. Per favore, qualcuno che segue la vicenda da vicino cerchi di farci sapere se l’iter in regione e’ gia’ a un punto di non ritorno per le aziende che hanno presentato i progetti. Conosco delle aziende che probabilmente sarebbero interessate a investire nel parco eolico “autogestito”.

      • ANDREA CABRIOLU un modo per bloccare gli svizzeri esiste ed è ricambiarli con la stessa moneta .
        Anche in Svizzera nel San Gottardo sono state collocate delle pale eoliche di doppia potenza di quelle di Villacidro ma il comune ha preteso il 20%.
        Che restino a casa loro a fari i loro loschi affari dove non riescono proprio a fregare nessuno neanche l’ultimi della classe.
        L’importante e che il tutto sia fatto a norma di legge altrimenti ti mettono i puntini anche sulla ü

        • Pretendere un introito maggiore ormai credo sia difficile, se davvero l’assegnamento dei lavori è a livello avanzato, a quel punto bisogna capire bene se riusciamo a inserire un’idea tutta nostra, con una società magari costituita da noi (o che conosciamo davvero bene), così tagliamo la testa al toro e creiamo un esempio di come si può procedere democraticamente, se si ha voglia di informarsi e non farsi calpestare.

    • Io non sono esperto, per cui potrei dire sciocchezze, ma non sarebbe possibile limitare la partecipazione delle persone ad una quota limitata di “azioni”? Nel senso che quello che bisognerebbe contrastare è l’idea di fare profitto, quindi si dovrebbe evitare anche che privati villacidresi possano far affari dal vento, che è di tutti. Bisognerebbe, se possibile, favorire una sorta di azionarato popolare non a scopo di lucro ed il lucro sarebbe tanto più contrastabile quanto maggiore sarebbe la partecipazione popolare. Cioè, in questa fantomatica associazione, si potrebbe scrivere uno statuto in cui si dice che ogni singolo azionista non può avere più di tot quote\azioni, di modo che si evitono egemonie di singole idnividualità all’interno della stessa.

      • Gilanico, io di base sono d’accordo col tuo discorso, l’idea del comitato spontaneo (perchè all’inizio si tratterebbe di qualcosa di molto più informale di una vera e propria associazione) nasce proprio con l’idea di radunare prima di tutto le persone e le idee, e solo in secondo luogo gli azionisti, che saranno comunque indispensabili.
        Certo, il timore ovvio è quello di abbattere un monopolio lucroso per generarne un altro pressochè identico, e sicuramente questa cosa andrebbe evitata. Confesso che non so se esista la possibilità di limitare l’attività di un azionista con uno statuto/regolamento, quello che mi viene in mente è che più teste parteciperanno e contribuiranno (anche comprando azioni dunque), meglio sarà per tutti, in quel modo il parco sarebbe davvero di “tutti”, e non di una piccola “casta”. Inoltre sottolineo che il progetto è orientato alla multiterritorialità, nel senso che si partirà inevitabilmente da un gruppo più o meno numeroso di paesi mediocampidanesi, in modo da favorire l’eterogeneità del contributo.

        • quindi da quel che ho capito se il parco sara’ di tutti che dovranno dare il loro contribuito econmico prefissato l’energia prodotta di chi sara?del comune,degli azionisti o di chinque partecipera’ che potra’ cosi ricavare questa quota fissa dalla vendita’ dell’energia?

        • Non so, si potrebbe dividere l’associazione in tantissime quote a basso costo, di modo che siano alla portata di tutti. Poi si potrebbe limitare il numero di quote acquistabili, di modo da evitare posizioni dominanti. Il problema è che il cittadino medio direbeb: e deu itta ci guadangiu? Allora bisognerebbe sì che l’azionisti ci guadagni qualcosina, ma senza che il guadagno si trasformi in lucro speculativo.

          Comunque, i problemi sono risolvibili, il punto è: è possibile fermare l’iter burocratico, che è già ad uno stadio molto avanzato pare. Cioè, basta un semplice progetto cittadino per rimandare a casa i bolzanini?

          • io penso,ma lo penso soltanto. non sono sicura ,che se il comune blocchera’ i permessi
            i bolzanini si possano mandare a casa..
            Non si puo’ essere obbligati a fare qualcosa che non si condivide piu’.
            E stato firmato qualcosa talmente vincolante da non poter sciogliere piu’ niente?

          • In linea teorica (che speriamo di mettere in pratica sulla falsariga del progetto CRETA calabrese) ogni investitore ricaverebbe una quota fissa ogni anno, e come evidenziato da Giuseppe nell’articolo, già dopo l’ottavo anno l’investimento sarebbe ammortizzato e il guadagno sarà netto per il restante periodo di vita dell’impianto, che è appunto 20 anni. Si è ipotizzata una “quota azionaria ideale” di 3000 € circa, che nei 20 anni potrebbe portare un ricavo effettivo del 90% circa per ogni “azione” (in sostanza io compro una quota, e dopo 20 anni mi aspetto di ritrovarmi in tasca quasi 3000 € in più di quello che ho investito). Uso tanti condizionali perchè sono proprio numeri ipotizzati (e infatti queste cifre vanno prese con le pinze), ma l’idea di base è già stata realizzata in diverse parti d’Italia, e quindi non è una cosa campata in aria, per fortuna.
            Va detto che il cittadino comune è vero che dice “Ita ci guadangiu deu?”, ma bisogna considerare che stiamo cercando di riprenderci in mano il nostro territorio, i bolzanini/svizzeri sono solo una delle tante aziende che appena fiuta odore di soldi non esita a proporre un progetto del genere. Il vento è nostro, i guadagni del vento devono essere nostri. Il Medio Campidano, riferendosi sempre all’articolo, consuma poco, non abbiamo bisogno della produzione bulimica di energia che il progetto bolzanino vuole generare, per questo una proposta alternativa più modesta e più nostra è il modo migliore per combattere questa vera e propria speculazione.
            Molti di voi chiedono giustamente a che punto stanno le autorizzazioni, se siamo a un punto di non ritorno. Risposta sincera: non lo sappiamo. Ma abbiamo subito mobilitato la “macchina informativa” per sapere qualcosa in breve tempo, sono pur sempre documenti pubblici. Di sicuro girano delle autorevoli voci che dicono che la Regione Sardegna ha bloccato per un anno l’iter procedurale, ed è ciò che auspichiamo, perchè ci darebbe il tempo di mettere in atto le nostre idee.

  5. Invito tutti a partecipare al prossimo Consiglio Provinciale che si terrà il giorno 28 Luglio 2011, alle ore 17,00, presso l’Aula Consiliare della Provincia (in via Parrocchia n. 190).

    Il terzo punto all’ordine del giorno è intitolato “Energia eolica, sviluppo possibile e ruolo del territorio e delle popolazioni” e su quest’argomento (solo su questo) chiunque, dal pubblico, potrà intervenire e esprimere le proprie opinioni.
    Saluti

  6. Dimenticavo una cosa importante: ringrazio Giuseppe Aru per quest’articolo e spero possa venire in Consiglio a illustrare ciò che ha scritto, così pure Andrea Cabriolu che, come mi pare di capire dai commenti e dall’utilizzo del plurale, si sta adoperando anche lui per sensibilizzare attorno a questa tematica. Personalmente sono della vostra stessa linea…

    • Leggo con molto piacere questo articolo e tutti i commenti che ne seguono. Io sto seguendo i casi dell’eolico da quando li hanno impiantati nel campidano e più precisamente a pabillonis e nei paesi limitrofi.
      La vicenda di Villacidro l’ho seguita fin dalla sua nascita, e all’ultima presentazione che si è tenuta a SanGavino son andato per fare tutte le domande e cercare di capire al meglio quanto più possibile, ovviamente filmando il tutto http://www.youtube.com/watch?v=OV7TzPaofN0

      Ad oggi non abbiamo ancora ricevuto alcuna conferma che il progetto sia stato accettato dalla Regione, in quanto (anche per come si vede dal filmato) esiste un conflitto di progetti che, essendo più di uno, non hanno tenuto conto dell’impatto ambientale l’uno dall’altro.

      L’iniziativa per realizzare l’associariato popolare è fattibilissa e non per forza si devono realizzare dei parchi eolici con torri da 3MW, ma è molto più semplice realizzare il mini eolico, come è stato realizzato di recente in Toscana, dove 48 soci si son quotati con 5.000 € a persona, non pagano più la bolletta elettrica e ci guadagnano pure!

      Per qualsiasi informazione, sono a completa disposizione!

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