I sindacati: «Abbiamo saputo che la commessa ritirata potrebbe rientrare con il cambio dei dirigenti. Probabile la cessione di Aldrovandi. Ora la Keller ha bisogno di un socio affidabile»
Se cambia management Trenitalia è pronta a fare marcia indietro e a restituire il lavoro negato alla Keller. Dietro la cancellazione delle commesse da venti milioni di euro e la decisione di eliminare l’azienda dall’albo dei fornitori ci sarebbe la cattiva gestione dell’ azienda. Un deficit che ha indotto il Gruppo Fs a rompere ogni rapporto, proprio quando il riavvio sembrava imminente e reso possibile dal benestare di Bruxelles sul piano industriale presentato dalla fabbrica di rotabili di Villacidro. Deficit confermato anche dal documento ufficiale dei revisori dei conti che bacchettano il management della Keller. 247 pagine fitte di dati e numeri depositati presso la camera di commercio un anno fa. Nero su bianco sono esposte le “malefatte” dei vertici dell’ azienda. «È inutile rimestare il fango. Ora serve cercare una soluzione per tenere in piedi quest’azienda e restituire il lavoro agli operai – commenta Andrea Farris, delle Rsu Uilm Uil – anche perchè questo deficit ha una serie di concause e non è facile trovare un solo colpevole ». Allarga le braccia il segretario territoriale della Cgil, Efisio Lasio. «Non ne ero a conoscenza – afferma – abbiamo appreso nel corso dei vertici in Regione del malcontento da parte di Trenitalia verso il management della Keller e anche che la prima sarebbe disposta a ripartire e riaffidare le commesse cancellate e anche altre nuove, solo in presenza di un socio affidabile ».
Intanto i sindacati riferiscono di aver appreso più volte dell’intenzione, da parte del maggior azionista Stefano Aldrovandi, di passare il suo pacchetto ad un altro socio. «Si fanno mille nomi, ma nulla di ufficiale. Credo che alla luce degli ultimi avvenimenti e di quanto emerso, il piano industriale presentato dalla Keller e approvato da Bruxelles vada comunque riaggiornato – aggiunge Efisio Lasio -. Trenitalia, pur avendo le sue ragioni, se chiude le commesse e nega lavoro all’azienda manda sul lastrico 400 famiglie ». I sindacati, che ieri mattina hanno riunito le segreterie territoriali e provincialie, le Rsu di fabbrica, chiedono a gran voce di poter avere un unico interlocutore. «Basta col sentito dire – aggiungono Lasio e Farris – vogliamo sentire la voce diretta dei nostri interlocutori». Intanto si parla con sempre più insistenza dell’ ingresso della Skoda. Operai e sindacati lo ripetono da giorni: «Benvenuto il ‘piano B’, se porta un socio serio in grado di far ripartire l’azienda e restituire il lavoro agli operai, a noi interessa che riapra la fabbrica», aggiunge Efisio Lasio. Intanto i sindacati affilano
Questa mattina è in programma un’assemblea nello stabilimento di rotabili di Villacidro, presidiato da settimane dalle tute blu. Sarà l’occasione per fare il punto su questa difficile vertenza e soprattutto preparare la nuova mobilitazione. «Occorre tenere alta l’attenzione – hanno sottolineato i sindacalisti Gigi Marchionni, Marco Angioni e Andrea Farris – perché siamo ancora in attesa di notizie e di sapere quali altri passi siano stati compiuti verso la risoluzione di questo dramma che coinvolge 320 lavoratori, e altri ottanta legati all’indotto ».
Maria Grazia Marilotti
Villacidro.info – 27 settembre 2011 – Fonte: SARDEGNA 24