Il 14 settembre 2011 a Villacidro si ha avuto la fortuna di conoscere l’Associazione Mammaiuto nell’evento “Ombre di china” – musiche e disegni nell’interpretazione di “Paese d’ombre”.
Il Paese D’ombre di Dessì raccontato con il fumetto e la lettura di passi scelti intervallati dall’ ottimo accompagnamento musicale dei MusicaexMachina.
Uno dei fumettisti presenti è stato Paolo Deplano, originario di Villacidro che, anni fa, decise di dare retta ai suoi sogni, a ciò che meglio sapeva fare: disegnare. E così si trasferì a Firenze, successivamente in Francia, per lavorare con sceneggiatori ed editori, ed ora a Siviglia. Di ritorno nel luogo natio, ci ha dato prova che gli anni trascorsi fuori sono stati utilissimi per la formazione di un altro originale artista sardo.
Paolo Deplano ci racconta qualcosa della sua esperienza, delle sue abitudini e di qualche novità.
Ricordi la prima volta che hai preso una matita in mano con la consapevolezza del voler disegnare?
Paolo Deplano: Da quando ho memoria ho sempre disegnato, come testimoniano i miei appunti scolastici, pieni di tutto tranne che dell’argomento trattato in quel momento. Mi è apparso però inequivocabilmente chiaro nell’estate del 2002, mentre trascorrevo un caldo sabato pomeriggio d’agosto ad aspettare che arrivasse l’ora di chiusura al lavoro. Avevo da un anno “appeso la matita al chiodo” e, nella solitudine della Zona industriale di Villacidro(e nei sabato ad Agosto ti assicuro che è veramente desolata) ho deciso: o diventavo un disegnatore o tanto valeva andare a lavorare in una fabbrica qualsiasi. Così sono partito per Firenze con il mio portfolio da sottoporre alla scuola di Comics e la domanda di assunzione in una fabbrica. Sono poi rimasto a Firenze, a studiare.
Dal 2004, anno della tua laurea, come hai affrontato il mondo del lavoro?
Paolo Deplano: Ho avuto la fortuna di realizzare le prime collaborazioni durante il mio percorso di studi, quindi diciamo che ho cominciato a conoscere il mondo in cui ora mi muovo molto presto. Dopo la prima esperienza non proprio esaltante, ho avuto l’opportunità di cimentarmi nella prima storia completamente disegnata da me: 3 pagine per i testi di Alessio d’Uva per il n°0 dell’albo “Killer Elite”(Bottero edizioni), a riguardarle ora mi frusterei ma, allora, ero discretamente soddisfatto del lavoro. Poi, mentre ultimavo gli studi, ho capito, complici lunghe chiacchierate con Luigi Critone (uno dei miei insegnanti e bravissimo disegnatore ), che quello che avrei voluto fare era il fumetto francese, o meglio lavorare per il mercato francese.
Quindi ho incanalato tute le mie energie in quella direzione. Nel mentre con quelli che sono tuttora i miei migliori amici e allora anche coinquilini, concorro alla fondazione della rivista autoprodotta “Il Peso del Martello”: 4 gloriosi numeri cartacei e 2 web. L’anno successivo conosco in Francia, al festival di Angouleme, lo sceneggiatore con cui fin ora ho collaborato, Nicolas Jarry, che mi propone il primo lavoro. Dopo un anno ho iniziato a lavorare per l’editore francese Soleil, con cui tuttora pubblico. Con l’Italia ci sono stati nel frattempo altre collaborazioni, come con la “Associazione culturale DoubleSHot”,in cui sono confluiti tutti i fondatori del “Peso del Martello” e con la quale abbiamo pubblicato 2 volumi antologici ( “Fascia protetta- Storie di bambini” e “Cose che parlano- Dialoghi oggettivi”). Da poco più di un anno, lasciata la Doubleshot, abbiamo deciso di fondare l’Associazione Culturale Mammaiuto, che ha esordito a Villacidro il 14 settembre.
Qual è esattamente il tuo settore di specializzazione?
Paolo Deplano: Io sono un fumettista, quindi mi trovo molto a mio agio quando posso raccontare con le vignette. È decisamente la mia dimensione, nonostante mi piacciano molto l’illustrazione e le atre forme d’espressione pittoriche. Quando penso ad un immagine da rappresentare, la penso già come il fotogramma migliore per renderla al meglio. Per trovarmi sul mappamondo, per un altro mese vivrò a Siviglia, dove abito con la mia compagna da 2 anni, poi ci trasferiremo di nuovo in Italia, nella provincia di Viterbo, spero per un bel po’!
Quali sono i soggetti che preferisci ed ai quali ti senti più portato?
Paolo Deplano: Nasco come disegnatore “Fantasy”, cresciuto con letture come “Il Signore Degli Anelli” etc. , quindi immagina la sorpresa quando mi propongono come primo lavoro proprio una serie di questo genere. Anche l’ultima serie, della quale sto terminando il primo volume, appartiene a questa categoria, quindi posso dire con sincerità che questo è il genere a me più congeniale. Se poi mi date dei Draghi da disegnare, sono l’uomo più felice della terra. Una cosa che mi piacerebbe fare, ed in parte ci sono riuscito con questo spettacolo, è l’adattamento di un romanzo.
Qual è l’estensione perfetta della tua mano?
Faccio una piccola premessa:
Il lavoro del disegnatore di fumetti si compone di tre fasi:
1. Realizzazione degli Story-boards, ossia dei bozzetti preparatori
2. Realizzazione delle ”Matite”, ossia del disegno definitivo
3. Inchiostrazione, ossia il ripasso a china
Per quanto riguarda le due fasi, lo strumento è chiaramente la matita. Io personalmente uso una matita media, una “HB” che mi permette un tratto deciso ma non troppo “duro”, in modo da poter facilmente cancellare gli errori senza eliminare metà del lavoro. Per quanto riguarda l’inchiostrazione, ci sono vari strumenti tra cui scegliere. Personalmente utilizzo quasi esclusivamente il pennello, che deve essere a punta tonda e di pelo di martora ed inchiostro nero. Per alcuni dettagli utilizzo alcuni rapidograph, di varie misure a seconda dell’esigenza, e una penna ricaricabile con la punta a forma di pennello, nell’ambiente simpaticamente nota come “Pennellarello”! Il pennello ti consente un inchiostrazione più sciolta ed armonica, mentre il pennino ha dei tratti più decisi e spigolosi. I rapidograph, una volta consumata la punta da un lato, imitano un poco l’effetto del pennello. L’uso di tutti questi strumenti è molto soggettivo, in quanto ogni mano ha una predisposizione ed una sensibilità diversa.
Il 14 settembre 2011 hai partecipato con la tua Associazione Culturale Mammaiuto al Premio Dessì organizzando un pregevole spettacolo, ci vuoi descrivere l’evento?
Paolo Deplano: Prima di tutto, grazie mille per i complimenti, sono molto contento che lo spettacolo sia piaciuto, anche perché era la prima uscita ufficiale della Mammaiuto, e la prima volta con un testo così strutturato. La Mammaiuto, composta da me, Giorgio Trinchero, Samuel Daveti, Francesco Rossi , Francesco Frongia e Lorenzo Palloni (che non era presente) nasce con lo scopo di comunicare e sperimentare, quindi ci è sembrata un’occasione da non perdere creare un nuovo, diverso modo di raccontare un romanzo come “Paese d’Ombre”. Affiancare alle parole suggestioni visive e sonore che coinvolgessero lo spettatore per farlo sentire sul calesse con Angelo Uras e Don Francesco Fulgheri mentre il cavallo Zurito è lanciato nella sua corsa sfrenata o partecipare alla battuta di caccia od ancora assistere allo sbocciare dell’amore tra Angelo e Valentina. Per realizzarlo abbiamo immaginato un riassunto del romanzo intervallato da estratti dell’opera, con i brani dei “MusicaexMachina” a sottolinearne ed amplificarne le sensazioni e le atmosfere. Con le immagini poi abbiamo richiamato l’attenzione e guidato idealmente lo spettatore nel viaggio della vita di Angelo e del borgo di Norbio. È stata una vera sfida perché tanti sono i momenti dell’opera intensi e carichi di significato, quindi la scelta dei brani da raccontare ed illustrare è stata sofferta.
Un aneddoto curioso dell’evento “Ombre di china” – musiche e disegni nell’interpretazione di “Paese d’ombre”?
Ad un certo punto, la sera prima dello spettacolo, Samuel, il regista, si accorge che manca il brano della corsa del cavallo. Un brano da 8 minuti! Il cellulare del gruppo squilla ma non risponde nessuno… Alla fine, dopo una mezzora di puro terrore, arriva il rassicurante sms:
“ Sì, siete dei cazzoni, ma risolviamo non c’è problema! ”
Ti interesserebbe fare coppia con me al prossimo torneo di Pcitionary?
Sarei la scelta peggiore, i disegnatori di professione sono universalmente noti come i peggiori giocatori a Pictionary della storia. Dobbiamo disegnare tutto, è una maledizione . Non sono mai riuscito a far indovinare nulla a nessuno. In effetti non amo particolarmente quel gioco…o forse è il contrario!
Hai qualche novità per il futuro che vuoi condividere con noi?
Paolo Deplano: Oltre al volume attualmente in lavorazione per la Francia, con la Mammaiuto ci apprestiamo a lanciare il nuovo sito. Quindi se siete curiosi e pazienti, dentro questa nuova finestra che va ad aprirsi troverete tante belle (speriamo) rubriche e quant’altro. E chissà, magari anche l’anticipazione delle prime pubblicazioni targate Mammaiuto. Vediamo se indovinate…
Alessia Mocci
Villacidro.info – 18 settembre 2011 – FONTE: Oubliettemagazine
Siviglia si trova in Spagna!
Grande Deppy!