Sabato 15 ottobre a Cagliari si è svolta l’ennesima manifestazione promossa dalle Famiglie dei militari uccisi e dal Comitato Sardo Gettiamo le Basi.
Lo scopo è stato quello di chiedere che venga resa giustizia alle famiglie di giovani che hanno contratto gravi patologie in diverse basi militari presenti in Sardegna per dire basta all’epidemia di tumori e alterazioni genetiche che imperversano nei teatri di guerra e nei poligoni che opprimono la Sardegna. «Sono troppi, precisa un volantino, i giovani uccisi dalla “sindrome del Golfo-Balcani” che imperversa nei teatri di conflitto e tra la popolazione civile e militare esposta alle “polveri di guerra” prodotte dai poligoni che martirizzano la Sardegna. Al sit-in svoltosi in piazza del Carmine erano presenti membri del Comitato Gettiamo le Basi, Carla Goffi del Movimento Cristiano per la Pace, e Ria Verjauw, dell’International and Belgian Coalition for a Ban on Uranium Weapoons (Unione internazionale belga per la messa al bando delle armi all’uranio). Abbiamo anche raccolto la testimonianza di Paolo Floris, un giovane di Guspini che nel 1998 ha svolto servizio militare nella base di Teulada contraendo il linfoma di Hodcking dopo aver usato proiettili all’uranio impoverito. Da allora non fa che praticare chemioterapia e ha anche subito un trapianto di cellule staminali. Ha fatto causa all’esercito senza aver avuto fin’ora soddisfazione. Da Roma aspettano che qualche pezzo grosso di Teulada mandi un rapporto che tarda ad arrivare. E così Paolo si trova malato, senza lavoro, senza speranza.
I Comitati organizzatori chiedono:
-Sospensione immediata delle attività dei tre grandi poli militari della Sardegna dove si sono registrate le patologie di guerra;
-Evacuazione urgente dei militari in servizio nel Poligono Interforze Salto di Quirra, ormai tristemente noto come il poligono della morte;
-Allontanamento dei militari esposti alla contaminazione bellica dei poligoni di Capo Teulada, Decimomannu- Capo Frasca;
-Ripristino ambientale e messa in sicurezza delle aree contaminate a terra e a mare;
-Risarcimento ai malati e alle famiglie degli uccisi del danno (irrisarcibile!) della perdita della salute e della vita;
-Risarcimento al popolo sardo del danno inferto al territorio.
Gian Paolo Marcialis
Villacidro.info – 24 ottobre 2011
L’articolo è stato ripreso dal Mouvement Chrétien pour la Paiz del Belgio che lo ha tradotto in francese e pubblicato.
Un sit-in qui demande justice;
Samedi 15 Octobre 2011, a eu lieu a Cagliari (Italie) la troisième rencontre-manifestation, organisée par les familles des militaires décédés et le comité ‘Jetons les Bases’ de Sardaigne.
Ils exigent que justice soit rendue aux familles de ces jeunes qui ont contracté des pathologies graves dans les différentes bases militaires présentes en Sardaigne, et pour dire assez’ à l’épidémie de tumeurs et mutations génétiques qui se développent sur les ‘théâtres de guerre’, et dans les polygones qui, par leur présence, oppriment la terre sarde
. “Les jeunes tués par le ‘syndrome di Golf-Balkans’, sont trop nombreux. Il frappe sur les théâtre de conflit mais aussi parmi la population civile et militaire exposée aux ‘poudres de guerre’ produites dans les polygones qui martyrisent la Sardaigne’ .Au Sit-In qui a eu lieu in piazza del Carmine étaient présents, avec les les membres du comité ‘Jetons les Bases’, aussi Carla Goffi, Mouvement Chrétien Pour la Paix-Belgique’ et Ria Verjauw, International et Belgian Coalition for a Ban on Uranium Weapons. Nous avons aussi’ enregistré le témoignage de Paolo Floris, un jeune homme de Guspini qui , en 1998, au cours de l’accomplissement de son service militaire dans la base de Teulada, a contracté le lymphome de Hodgkin, après avoir utilisé des munitions à Uranium appauvri.depuis ce temps, il ne fait que subir des chimiothérapies, et aussi’ subi des transplantations de cellules staminales.Il a porté plainte contre l’armée sans avoir obtenu, a ce jour,aucune réponse.A Rome, ils attendent que quelques’ importants personnages’ de Teulada envoyaient un rapport qui n’arrive pas.
Et maintenant,Paolo se trouve malade et sans ressources, ni espoir.
les Comités organisateurs demandent:
– la suspension immédiate des activités militaires dans les trois grans polygones de Sardeigne où on a enregistré les pathologies de guerre
-l’évacuation urgente des militaires en service dans le PISQ, désormais tristement connu sous le nom de ‘Polygone de la mort’
– l’éloignement des militaires exposés à la contamination de guerre dans les polygones de CapoTeulada, Decimomannu, Capo Frasca
-la remise en état environnementale et la sécurisation des aires terrestres et marines
contaminées,
– le dédommagement financier aux malades et familles des victimes, du dommage subi pour la perte de la santé et de la vie de leurs chers;
-le dédommagement au peuple sarde du dommage subi a son territoire.
Gian Paolo Marcialis, journaliste
……possono fare tutte le perizie che vogliono,ma poi roma sotterra tutto”,manipola l’imformazione e fa tacere i soldati.
informazione….non dimentichiamo che ci sono anche civili non solo militari che vanno in missione esposti anche loro al richio dell’uranio impoverito”.
Su questioni del genere ci vorrebbe una mobilitazione generale di popolo; ma il fatto è che la nostra colonizzazione, il nostro sfruttamento devono continuare e pure noi mostriamo di esserci abituati.
già, é vero che a Roma si insabbia tutto ( e forse anche a Cagliari?,), ma , ragazzi, bisogna stare insieme! una ragione per la quale noi siamo scese in Sardegna, é anche per far conoscere la coalizione interazionale contro le armi a uraioni impoverito. Nessuna associazione pacifista o ambientalista italiana ne fà parte…L’italia si é rinchiusa su sé stessa… Dai, apritevi un po’. Io posso aiutare con le traduzioni ed invitare a casa mia a Bruxelles dei Sardi che volessero venire su’ a rompere le scatole ai loro parlamentari europei!
CARLA
Brava Carla! Sono d’accordo con te! Tienimi informato di quello che fai e io penso a diffondere in Sardegna …