Referendum, respinto il ricorso delle Province «Ora i sardi potranno cancellarle»

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Il 6 maggio i sardi potranno cancellare le nuove Province con un sì. Il Tribunale civile di Cagliari ha respinto il ricorso presentato dall’Ups con cui veniva chiesta la sospensione dei quattro quesiti referendari che propongono l’abrogazione delle leggi regionali con cui sono state istituite le Province del Medio Campidano, Olbia-Tempio, Ogliastra e Carbonia-Iglesias. Domenica i cittadini sardi potranno andare alle urne per votare tutti i dieci quesiti proposti con il referendum regionale “anti- casta”.

LA SENTENZA Il giudice del Tribunale civile di Cagliari, Maria Teresa Spanu, non h accolto la richiesta dell’Unione Province sarde. L’Ups aveva chiesto un intervento d’urgenza del Tribunale per ottenere la sospensione dei primi quattro quesiti del referendum, quelli abrogativi sulle quattro nuove province, istituite con legge regionale 9 del 2001. «Il giudice non si è nemmeno pronunciato sulla sospensione», spiega l’avvocato Massimo Fenza, legale del Movimento referendario, «ha invece accolto le nostre osservazioni, con cui abbiamo difeso la legittimità del referendum regionale, in virtù della legge regionale 20 del 1957, tuttora in vigore nonostante l’abolizione dell’articolo 32 dello Statuto, richiamato dai ricorrenti», conclude Fenza sintetizzando al massimo le diciassette pagine di cui sui compone la sentenza emessa dal tribunale civile. L’Ups incassa un secondo no dai giudici, dopo quello pronunciato dal Tar Sardegna il 20 aprile scorso, quando i magistrati avevano dichiarato la propria incompetenza per difetto di giurisdizione, non entrando nel merito del ricorso, né esprimendosi sulla sospensiva contro i quattro referendum abrogativi.

I REFERENDARI ESULTANO «La telenovela degli avvocati delle Province contro i referendum è finita » sottolinea il Movimento referendario sardo capeggiato dai Riformatori e sostenuto da 120 sindaci. «Adesso la parola tocca ai sardi e soltanto ai sardi che potranno urlare quello che pensano con una valanga di Sì: per la vecchia politica questa volta sarà difficile far finta di niente». Ora per i referendari l’attenzione si sposta sul quorum del 33 per cento necessario per non rendere inutile la consultazione. «Ora più che mai è necessario rimboccarsi le maniche al fianco del Movimento referendario per riuscire, domenica, a raggiungereil quorum per tutti i quesiti referendari », spiega l’esponente dei Riformatori e vicepresidente del Consiglio regionale, Michele Cossa. Soddisfatto per la sentenza del tribunale civile anche il presidente della Regione, Ugo Cappellacci: «Finalmente la parola passa ai cittadini sardi e il confronto ritorna sul piano della dialettica democratica e non dei cavilli», commenta il governatore della Sardegna. «Ciascuno di noi ha il dovere di adoperarsi affinché possa essere raggiunto il quorum e la Sardegna possa disegnare il proprio futuro con scelte proprie, assunte in via autonoma e responsabile», continua Cappellacci. «Rinnovo l’appello alla partecipazione al voto, che rivolgo in particolare a quei giovani che per la prima volta potranno esprimere la propria volontà». Federico Palomba, deputato e leader regionale dell’Idv, vorrebbe di più: «Le decisioni della magistratura si rispettano, ancor più quando hanno un impianto poderoso. Ma l’Italia dei Valori non può che rammaricarsi per l’eventuale soppressione delle sole nuove province sarde e non di tutte», dichiara l’ex presidente della Regione. «Indichiamo comunque tre Sì rotondi agli ultimi tre quesiti: il numero 8 per la soppressione degli emolumenti dei consiglieri regionali; il numero 9 per la soppressione di consigli di amministrazione di enti strumentali; il numero 10 per la riduzione a 50 del nuinfomero dei consiglieri regionali. Su tutti i quesiti referendari, comunque, Idv ha piena fiducia nella maturità politica dei sardi e dei propri elettori ».

L’UPS NON SI ARRENDE «Apprendiamo le decisioni del giudice in merito alla mancata sospensione del voto referendario riguardante le Province», dichiara il presidente dell’Ups, Roberto Deriu. «In altra sede e in tempi successivi, speriamo brevi, sarà decisa la legittimità degli stessi referendum, ci auguriamo senza che nel frattempo si siano compiuti danni irreparabili».

I PARTITI Dai rappresentanti dei partiti politici, a confronto in un dibattito pubblico che andrà in onda oggi alle 15 su RaiTre, arriva l’allarme demagogia e populismo. Intervistati dalla moderatrice del confronto, la giornalista Susi Ronchi, sui quesiti referendari che riguardano la riduzione del numero dei consiglieri regionali a 50, tagli delle indennità e cancellazione dei cda degli enti pubblici, quasi tutti gli esponenti politici presenti hanno invitato alla cautela. Tutti i rappresentanti (Giampaolo Diana del Pd, Giovanni Colli del PSd’Az, Mondo Perra del Psi, Fedele Sanciu del Pdl, Franco Cuccureddu del Mpa,U mberto Oppus del gruppo Fli-Udc) hanno invitato comunque i sardi a recarsi alle urne.

Vincenzo Garofalo

Villacidro.info – 3 maggio 2012  –  Fonte: Sardegna Quotidiano

11 COMMENTI

  1. Il voto rappresenta la forma più alta di democrazia popolare. Quindi domenica 6 maggio tutti alle urne per tirare lo sciacquone e buttare nel cesso tanti politicanti ladri e corrotti. VOTIAMO TUTTI, VOTIAMO “SI” !!!

  2. L’UPS non molla: ha presentato un reclamo contro l’ordinanza del giudice che mercoledì ha respinto e rigettato il ricorso finalizzato a conseguire un provvedimento di sospensiva o di non svolgimento dei referendum previsti il prossimo 6 maggio. Il reclamo verrà esaminato nella giornata odierna.

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