Macchiareddu ancora fermo, si smaltisce a Villacidro. L’assessore del comune di Cagliari Leo: quando la destinazione è più lontana si spende di più. In aumento la Tarsu e dal 2013 la nuova imposta Tares
l termovalorizzatore del Tecnocasic resta chiuso. L’impianto dove vengono smaltiti i rifiuti di Cagliari e di altri ventinove Comuni sarebbe dovuto rimare inattivo per due settimane, ma i forni resteranno spenti almeno fino alla fine di giugno. Una chiusura che si trasforma in un salasso per le tasche dei cagliaritani, già alle prese con l’Imu da record. In base alle disposizioni della Regione quando viene meno l’accesso all’impianto di Macchiareddu i camion devono raggiungere il centro di Villacidro o, in alternativa, quello di Carbonia. E se già la tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani di Cagliari è la più alta della Sardegna, che in media è tra le più care d’Italia, la chiusura del Tecnocasic aumenterà ulteriormente le spese.
«L’aumento dei costi, quando viene chiuso l’impianto del Tecnocasic, è automatico – spiega l’assessore ai Servizi Tecnologici del comune di Cagliari Pierluigi Leo – si paga molto il trasporto e il contratto è calibrato sul trasferimento a Macchiareddu, quando i mezzi devono raggiungere una destinazione più lontana, che per noi è Villacidro o Carbonia, si paga decisamente di più». È Villacidro la seconda scelta, tanto che nel 2010 un terzo dei rifiuti prodotti nel Cagliaritano sono stati dirottati nel Medio campidano, ma a Macchiareddu viene conferito più del 20 per cento dei rifiuti solidi urbani prodotti nell’Isola. Secondo i dati del 2010, pubblicati dall’Arpas a fine 2011, nel Comune capoluogo si sono prodotti 613 chili di rifiuti a testa per un totale di quasi 100mila tonnellate. Di questa montagna di rifiuti più di 65mila sono quelli da smaltire e poco più di 30mila il frutto della raccolta indifferenziata. E solo un forte incremento della differenziata potrà abbattere le spese per lo smaltimento dei rifiuti urbani, ma la soglia da raggiungere è ancora lontana dal 64 per cento che permetterebbe al Comune di smettere di pagare penali. A marzo il Consiglio comunale ha approvato il nuovo regolamento per la Tarsu, ma rispetto a quello in vigore dal 2008 non ci sono grandi novità. Tra le modifiche apportate la riduzione del 75 per cento delle tariffe “per i locali utilizzati per finalità storico-culturali “. Adesso tutti i rifiuti prodotti a Cagliari e dintorni devono raggiungere Villacidro per lo stop dell’impianto del Tecnocasic e la Tarsu-record del capoluogo può solo aumentare.
Dietro l’angolo c’è una rivoluzione, perché dopo l’Imu che ha preso il posto dell’Ici, dal primo gennaio 2013 la Tarsu lascerà spazio alla Tares. Una delle novità introdotte dal Governo Monti, un tributo che non sarà riferito solo allo smaltimento dei rifiuti, ma anche ad altri servizi dell’amministrazione comuale e per questo motivo si dovrà sicuramente pagare di più di quanto si paga adesso.
Marcello Zasso
Villacidro.info – 12 giugno 2012 – Fonte: Sardegna Quotidiano
Montagne di rifiuti arrivano al nostro Consorzio Industriale posizionato all’interno del territorio di proprietà dei cittadini Villacidresi.
La Ditta che gestisce il tutto guadagna milioni di euro, i Villacidresi oltre poche buste paga guadagnano puzza, inquinamento e pagano quanto gli altri.
Chi decide queste cose ? Chi dovrebbe fare il bene della comunità ???
I politici si dice, ma in realtà siamo noi e le nostre schede elettorali.
Un detto dice che : Su molenti sardu du frigas una botta scetti.
Noi Villacidresi a quanto pare non siamo sardi!
Ho come la sensazione che questo termovalorizzatore del Tecnocasic lo chiudono un po troppo spesso… e a noi l’aliga di Cagliari. Ma è solo una sensazione potrei sbagliarmi.
“I Villacidresi oltre poche buste paga guadagnano puzza, inquinamento e pagano quanto gli altri”
Questo non è del tutto vero. Il comune di Villacidro percepisce dalla Villaseervice circa 250.000.00€ come “ristoro ambientale” ed inoltre tramite la differenziata, percepisce dei contributi sotto forma di “premialità al raggiungimento degli obbiettivi” da parte della regione sardegna. Senza questi aiuti la TARSU sarebbe più alta…
In base al d.l. 201/2011 il sistema fiscale municipale che insiste sui rifiuti viene riordinato con la soppressione dal 1° gennaio 2013 dei prelievi relativi alla gestione dei rifiuti urbani, sia di natura patrimoniale sia di natura tributaria, compresa l’addizionale per l’integrazione dei bilanci degli enti comunali di assistenza, e la contestuale istituzione del tributo comunale sui rifiuti e sui servizi (TARES).
Tale tributo è volto a coprire i costi relativi al servizio di gestione dei rifiuti avviati allo smaltimento e i costi relativi ai servizi indivisibili dei Comuni.
La tariffa è commisurata all’anno solare e alla quantità e qualità media ordinaria di rifiuti prodotti per unità di superficie, in relazione agli usi e alla tipologia di attività svolte.
I criteri per l’individuazione del costo del servizio di gestione dei rifiuti e per la determinazione della tariffa sono stabiliti con regolamento da emanare entro il 31 ottobre 2012, su proposta del Ministro dell’economia e del Ministro dell’ambiente. Tale regolamento si applica a decorrere dall’anno successivo alla data della sua entrata in vigore.
In via transitoria, dal 1° gennaio 2013 si applicano le disposizioni del D.P.R. 158/1999 recante norme per la elaborazione del metodo normalizzato per definire la tariffa del servizio di gestione del ciclo dei rifiuti urbani.
Alla tariffa così determinata si applica una maggiorazione pari a 0,30 euro per metro quadrato, a copertura dei costi relativi ai servizi indivisibili dei Comuni. I Comuni possono con deliberazione del Consiglio comunale, modificare la misura della maggiorazione fino a 0,40 euro, anche graduandola in ragione della tipologia dell’immobile e della zona dove è ubicato