Monte Omu dilaniato dalle fiamme: si poteva evitare? Monta la polemica

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La protezione civile di Villacidro ha provato a spegnere le prime fiamme senza l’aiuto delle forze in campo presenti.

Quello vissuto dai villacidresi questo pomeriggio ai piedi di monte Omu ha dell’incredibile. Una vera e propria task-force è intervenuta per cercare di domare le fiamme appiccate dalle mani di uno stupido e incosciente piromane.

Mi trovavo nel primo incendio, in un bosco di eucalipto vicino alla croce di Castangias, inizio a scattare qualche fotografia per il giornale, la situazione era sotto controllo. Quando tutto sembrava finito sento delle urla da una decine di persone per indicare che poco distante, una ventina di metri dal boschetto di eucalipti, stava partendo un nuovo incendio. Gli uomini della protezione civile di Villacidro, coordinati dal presidente Antonio Deidda, hanno immediatamente carpito la situazione e si sono precipitati con le manichette verso le fiamme. Tutti urlavano, probabilmente con la speranza che le urla fermassero l’incendio, ma tutti stavano inesorabilmente immobili a guardare. Vista l’assurda situazione ho buttato la macchina fotografica all’interno di un auto e mi sono precipitato a dare una mano. Mancavano pochi metri dalle fiamme, ma sia io, che i volontari della protezione civile eravamo esausti. Nel frattempo le urla incessanti delle persone proseguivano senza sosta, ovviamente restando sempre immobili nello stesso posto. Le fiamme, ad un certo punto, hanno preso il sopravento e nulla si è potuto più fare, se non quello di attendere che giungessero i velivoli del servizio antincendio.

Forse questo ennesimo scempio, probabilmente, si sarebbe potuto evitare se le persone del servizio antincendio, anziché stare a guardare, avessero mosso il culo.

Mi chiedo se domani partiranno i controlli da parte dell’autorità giudiziaria per capire se ci sono delle responsabilità. I proprietari dei terreni incolti, pieni di erbacce, saranno multati? Se questo non dovesse accadere potrebbe configurarsi il reato di abuso d’ufficio commesso da un pubblico ufficiale?

Tutto il resto non conta, il danno è fatto. (GLD)

Villacidro.info – 23 agosto 2012

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35 COMMENTI

  1. Vista l’assurda situazione ho buttato la macchina fotografica all’interno di un auto e mi sono precipitato a dare una mano.
    Vedete serviva l’aiuto e penso che nessuno l’abbia mandato via anzi al contrario avrà fatto piacere a molti volontari!! E mi rivolgo proprio a lei: sinceramente l’ammiro; è stato un gesto veramente bello! Non tutti l’avrebbero fatto sopratutto con un servizio “scottante” nelle mani!

  2. Tutto questo non mi meraviglia purtroppo anche se è ormai una abitudine che le responsabilità non vengano a galla, che sia perché certe persone sono protette da un qualche aurea miracolosa? mah… bravo Gigi hai tutta la mia ammirazione.

  3. bene GLD, complimenti: stavolta ti sei comportato da uomo e da cittadino degno, non da paparazzo. Meriti i ringraziamenti di tutti quelli che si battono per il bene e la conservazione della nostra terra.
    Ancora grazie.

    • Antonello, non ti conosco ma mi rivolgo a te come ad un amico approfittando del tuo intervento per fare qualche considerazione sulle competenze.
      Sin da bambino, cresciuto in ambienti rurali, mi hanno insegnato che appena si vede un incendio bisogna intervenire. Chiaramente ci vuole prudenza e un minimo di conoscenze; quelle conoscenze, che chiamerei più dignitosamente CULTURA, che prima ci venivano insegnate grazie al tramandarsi di padre in figlio e che sinceramente forse oggi sono venute un po meno. Ma ancora qualcuno, anche tra i non professionisti, conserva queste conoscenze e sa come agire in certe situazioni.
      Purtroppo i “professionisti” (ma ahimè troppo spesso volontarietti meno preparati di chi incendi ne ha combattuto a decine avvalendosi della cultura di cui parlavo prima) sembra che facciano di tutto per non perdere il loro “privilegio” e per evitare che il loro ruolo possa perdere d’importanza: troppa gente mangia dietro a pretestuose giustificazioni di competenza.
      Sarebbe forse meglio fare un passo indietro e far si, anche a livello istituzionale, che tutti i cittadini si riapproprino di questa cultura ( e magari anche dell’abbigliamento adeguato) e siano in grado di intervenire in determinate situazioni.Questo porterebbe almeno due grossi vantaggi : maggiore tutela e difesa per il territorio e ridimensionamento di spese pubbliche e tracotanze di troppi volontari per interesse.
      Invece di continuare ad accettare che pochi abbiano la competenza, facendola spesso pagare cara (e non solo in danari, bada bene, ma spesso anche con ricatti e clientelismi), cerchiamo di far si che tutti possiamo essere in grado di fare qualcosa, e per vero amore nei confronti di Gaia, non solo perchè manca il lavoro e l’antincendio è un buon ammortizzatore sociale…….
      Scusate lo sfogo, ma troppo spesso si vende sabbia per oro.

  4. bravo al giornalista che ha collaborato con gli operatori dell’antincendio,ma il personale dell’ente foreste che competenze ha in questi casi? non sarebbe bene che la regione sarda controllasse che lavoro si fa a montimannu,perchè tutto questo personale pare che non intervenga fattivamente durante gli incendi.

  5. L’Ente Foreste deve “lavorare” sul territorio, non limitarsi a pratiche burocratiche. Purtroppo in Italia tutti “fingono”: di essere dalla parte dello stato, della legalità, dell’etica, del bene comune, dell’impegno, dell’onestà. Più si occupano cariche importanti, più ci si ammanta di retorica vuota e falsa. I contenuti reali sono inesistenti. Come per esempio capitò alla Protezione Civile quand’era regnante Bertolaso. In tutti i settori della pubblica amministrazione regna l’inganno e la mistificazione. Poi, quando i disastri succedono davvero,(Incendi, terremoti, inondazioni ecc.) son sempre gli stracci a volare…

  6. Gld ha mostrato cosa significa avere senso civico: è intervenuto in soccorso della protezione civile in un momento delicato e rischioso, pur di concorrere a salvare il bene pubblico. Ciò premesso, mi permetto di far osservare che anche in questo caso, se non fossero intervenuti in tempo i mezzi aerei, l’incendio poteva propagarsi nelle foreste lungo il rio Coxinas. Da come descive i fatti l’articolista, pare non sia stata osservata l’ordinanza del Comune per la pulizia dei terreni che cingono l’area urbana. allora, potrebbe esserci il dolo che andrebbe perseguito, finalmente. Infine c’è da chiedersi come mai, dopo i ripetuti incendi degli ultimi anni, nelle stesse montagne, non si sia provveduto a fare una fascia frangifuoco almeno a 50 metri dal belvedere? Questa avrebbe consentito alle squadre a terra d’intevenire meglio. Se ciò avesse fatto l’amministrazione comunale, utilizzando i disoccupati ora impegnati nel progetto Villacidro pulita, avrebbe evitato di spendere inutilmente i soldi poichè villacidro non saranno certo quelli a ripulirla. A ogniuno di questi disoccupati, fin dalla fine di giugno, avrebbe dovuto assegnare un pezzo di montagna per pattugliarla e proteggerla con fasce frangifuoco. almeno quel lavoro poteva essere verificato, mentre girando in gruppi di 6 per il paese, in cerca di cartacce che dovrebbero raccolgiere la società pagata per tenere pulite strade e piazze! Non solo comunicati informativi, ma controlli per il rispetto delle leggi e meno assistenzialismo diseducativo,

    • Continuo a ribadire che intorno agli incendi non ci deve essere un interesse economico. Ne prima ne durante ne dopo eventuali incendi, il tutto deve essere demandato a organi dello stato o ad associazioni di Volontariato. Dove c’è fuoco NON ci devono essere soldi.

  7. lgd a mio parere tu sei un po dettau a pari al primo incendio ti sei goduto lo spettacolo facendo foto mentre gli altri facevano di tutto x spegnerlo riuscendoci al secondo siccome tu sei un gran furbastro hai avuto il tempo di continuare apensare oggi e la mia giornata di gloria butto la macchina fotografica in auto e corro a spegnere un altro incendio partito li a distanza dell’altro con senso critico x quelle persone che urlavano di dargli una mano x laltro essendo loro molto stanchi e affaticati e non riuscendo a loro volta a ragiungerlo.giornalista tu non sei altro che una persona priva inteligenza anzi sei malvaggia e non fai altro che buttare merda su tutti x poi farti bello alle loro spalle.dopo che non sei riuscitto a ragiungere il secondo incendio appicato te ne sei fottuto degli altri e sei tornato in macchina hai preso la macchina fotografica e ti sei messo a fare il servizio fotografico con la tua coscienza a posto mentre gil altri sfaticati tutta la sera facevano le bonifiche (lgd abbi vergogna di come sei a me le persone come te fanno ribrezzo ).

    • Questa volta non si poteva dire che il fuoco era stato appiccato per nascondere il fallimento del rimboschimento, perché è evidente che le piantine sono fresche e vive nonostante il lungo periodo siccitoso, per cui andiamo a trovare dei nei contro chi in realtà il culo se lo è fatto realmente nell’incendio. Mi pare che ci fossero altre persone che non facevano parte di nessuna associazione, e non erano neanche giornalisti, ma hanno comunque dato una mano per tirare i naspi, non mi pare neanche che ci fossero troppe persone che urlavano, perchè c’ero solo io che chiamavo ad alta voce un operaio che non mi sentiva a causa del forte rumore dei motori dei mezzi antincendio. ma in quel frangente GLD era gia tornato in strada ancora con le scarpe e i calzini puliti. Per quanto riguarda invece il casino dei naspi aggrovigliati,purtroppo stavano già intervenendo sull’incendio degli eucaliptus, tre mezzi con i relativi naspi srotolati,quando a incendio ormai estinto è arrivato un’altro mazzo quest’ultimo della protezione civile il quale ha subito iniziato a bonificare la zona assieme agli altri (Forestali, Ente Foreste Operai Comunali). Quando qualcuno ha fatto notare che stava partendo l’incendio sopra strada. tutti hanno cercato di correre, ma c’era il muraglione e la rete che impediva il passaggio per questo nella concitazione, con i naspi di quattro mezzi spiegati in poco spazio,si è fatto un po di confusione. Pero caro GLD hai dimenticato di dire che c’era abbastanza vento per cui il fuoco si è propagato in tempi velocissimi prendendo due direzioni.e quindi molto difficile da raggiungere. Ciò nonostante tante persone , (addetti ai lavori e volontari), hanno continuato a combattere le fiamme, e non sono tornate pulite a prendere la macchina fotografica. Il tutto per amore di verità. Grazie

      • Caro Enzo, ho scritto con la consapevolezza di una persona che ha visto con i suoi occhi e ho raccontato pochi minuti, a parer mio molto importanti, di un intera giornata infernale. Minuti interminabili quelli che hanno trascorso gli operai dell’Ente Foreste per scavalcare il muraglione, probabilmente avrebbero impiegato meno tempo a far passare le manichette attraverso l’unico varco disponibile a circa 20 metri di distanza da dove è stato posizionato il mezzo. L’operaio era sfinito, era solo e urlava “Non c’è la faccio più, non c’è la faccio”. Intanto tu e altre persone urlavano e hai anche ammesso che qualcuno ha commesso degli errori.

        Le mie scarpe e calzini sono ancora in casa, neri, sporchi e bruciati. Le mie gambe sono piene di escoriazioni che mi sono procurato per dare una mano a quell’operaio dell’Ente Foreste, sempre solo, che con tutta la sua forza ha cercato di far fronte alle fiamme e tu dal basso gli urlavi: “Sali, sali, vai su”.

        Sono andato a riprendere la mia macchina fotografica e ho proseguito il mio lavoro.

        In tante occasioni nella giornata dell’incendio hai sentito le mie lamentele per quanto accaduto e non ti sei mai lamentato, anzi, ripeto, ti sei lamentato per degli errori commessi dai tuoi colleghi.

        Io credo che la verità, quella fa sempre male ed è difficile da mandare giù.(GLD)

      • Sono daccordo con enzo ,persona che non conosco ma ho avuto modo di conoscere sull’incendio ,come avrete notato o perlomeno le persone che erano sul posto l’elicottero è arrivato subito anche perche era già in zona ,se ci fosse stata una vasca di attingimento d’acqua nelle vicinanze probabilmente sarebbe riuscito con qualche lancio a circoscrivere l’incendio velocemente,ho notato che l’elicottero spariva (probabilmente andava a caricare l’acqua distante dall’incendio), io che non sono di Villacidro penso che da quanto leggo ,quella è una zona che di incendi ne ha visti parecchi come mai non si è trovata ancora una strategia ? ciao Proteggiamo la nostra terra i commenti che siano almeno un pò costruttivi e non solo critici.

  8. e bravo Gianluigi, hai detto proprio bene muovere il culo, in altri tempi gli uomini preposti (e non solo) si sarebbero buttati con frascame o qualsiasi altro attrezzo in mezzo alle fiamme per spegnerlo. Io sono arrivato quando il fuoco non era più grande di 100 mq e ho visto una macchina antincendio totalmente nel panico, sono stato mandato via perchè intralciavo i professionisti, nessuno sapeva cosa fare, ti ho visto ai margini del fuoco ma nessuno ti cagava…. ma po caridadi, altro che enti preposti, cittadini Villacidresi facciamo noi l’antincendio, diamoci una svegliata, come facevano i nostri genitori e noi stessi fino a 10-15 anni fa, che suonino le campane e che la gente accorra…..

  9. Bene un sacco di persone che intervengono vuol dire che in tanti hanno “sentito” nel loro cuore la tristezza per l’evento di Monti Omu, però bisogna giustamente essere critici e costruttivi e non solo distruttivi per chi si è impegnato nelle varie opere di spegnimento.
    Personalmente ho capito una cosa , dall’altro incendio che ha polverizzato Monte Omu, non è cambiato niente.
    Si è notata molta enfasi ed energia da parte delle squadre presenti nelle opere di spegnimento però ben poca coordinazione dei mezzi in campo, questo vuol dire che CHI doveva coordinare(parere mio)non lo ha fatto nel migliore dei modi analizzando i fattori: territorio-vento-forze e mezzi in campo.
    Mi è sembrato di vedere più assessori e consiglieri presenti nemmeno fosse un consiglio comunale con l’unica nota positiva(ironia)che con le loro macchine hanno creato magari qualche problema ai mezzi di soccorso ed hanno fatto un pò di propaganda.
    Tanto per non lasciare nessuno da parte, si è notato anche una notevole incapacità nella gestione della situazione da parte dei vigili urbani e carabinieri che fino a che la situazione non è diventata insostenibile non sapevano proprio che polli arrostire.
    Per un paese che purtroppo subisce ogni anno la piaga degli incendi, a mio parere, sono troppe le cose che non hanno funzionato a dovere nonostante lo sforzo e lo spirito di sacrificio di chi spegneva e di chi li ha supportati con l’acqua fresca ed altri piccoli aiuti.

  10. Non volevo intervenire, ma oggi a distanza di due giorni dall’ennesimo incendio di M.Omo, e dopo aver letto in differita – per ragioni di lavoro – tutti gli interventi su questo tragico episodio, non mi sono trattenuto ed esprimo la mia opinione con cognizione di causa. Dico questo perchè prima di esprimermi su un argomento, su un fatto o situazione che sia, anche se può essermi familiare o di mia conoscenza diretta, prima mi documento e poi mi esprimo. E così ho fatto anche in questa circostanza recandomi direttamente sul posto per vedere personalmente la situazione, benchè avessi già visto sia le foto pubblicate su questo forum e su facebook, ma come già detto anche letto tutti gli interventi su questo forum.
    Lo dico senza retorica, sono della ferma convinzione che questo incendio si poteva evitare se si fossero osservate alcune regole imposte dalle Prescrizioni Regionali Antincendio e di alcune strategie d’attacco al fuoco. Le cause di quest’incendio sono solo queste.
    All’indomani dell’incendio di M.Omo del 2010, scrissi su questo forum più o meno le stesse cose, e oggi le ripeto a squarciagola con la speranza di convincere qualcuno che se non si interviene a dovere, M.Omo continuerà a bruciare.
    Quest’incendio non è di origine dolosa, ma di altra origine che io definirei in un modo improprio e non previsto dal nostro Codice Penale e chiamerei natural-colposa. Mi spiego meglio. Chi ha innescato le fiamme sono tre bottiglie abbandonate sulla siepe della strada cementata che, grazie alle sterpaglie presenti per mancanza di pulizia, alle altissime temperature dell’ora dell’innesco – circa 13,00 – 13,15, alla presenza dello scirocco, hanno causato un “effetto lente d’ingrandimento” che con molta probabilità hanno causato l’innesco delle fiamme.

    1° aspetto – questo non sarebbe avvenuto se gli organi preposti al controllo (Polizia Giudiziaria) avessero fatto rispettare la regola imposta dalle Prescrizioni Regionali Antincendio, che obbliga entro il 15 giugno i proprietari ed i conduttori di terreni appartenenti a qualunque categoria d’uso del suolo, a ripulire da rovi, sterpaglie, materiale secco di qualsiasi natura, l’area limitrofa a strade pubbliche, per una fascia di almeno tre metri, ivi comprese le strade comunali e vicinali.

    2° aspetto – l’innesco non sarebbe avvenuto se anche il proprietario della strada comunale – in questo caso il Comune – avesse rispettato la stessa regola imposta all’ANAS, Province, Consorzi Industriali e di Bonifica e qualsiasi altro Ente o Agenzia, che obbliga entro il 15 giugno il taglio di fieno, cespugli, sterpi e alla completa rimozione dei relativi residui, lungo la viabilità di propria competenza e nelle rispettive aree di pertinenza per una fascia avente lunghezza di almeno tre metri.

    3° aspetto – l’innesco non sarebbe avvenuto se gli interessati indicati ai punti precedenti nell’ottemperare a quanto previsto dalle PRAI avessero raccolto e smaltito i rifiuti rinvenuti durante le operazioni – in questo caso le tre bottiglie.

    4° aspetto – il fuoco non si sarebbe espanso e quindi non avrebbe preso il sopravvento se i terreni circostanti al punto di innesco, e ubicati sotto la strada panoramica, avessero rispettato le predette PRAI.
    La strada cementata di Via Tuveri – dove si è sviluppato l’incendio -, per un tratto di circa 300 metri (fino ad arrivare alle abitazioni), ma anche il tratto a monte, confinante con la panoramica, non risulta assolutamente pulita, come non lo sono i terreni privati ubicati in quest’area.

    Non è assolutamente possibile accettare una situazione del genere in un’area così vulnerabile dove dovrebbe essere rispettata anche la più banale norma di sicurezza contro gli incendi. Questo mi fa credere che i gravi incendi pregressi – 2004, 2007, 2009, 2010 – non ci hanno insegnato nulla.
    L’Ente Foreste ha fatto un buon lavoro nel realizzare la fascia antincendio – sopra e sotto strada – lungo i tratti di proprietà comunale, ma anche in questo caso non sono state rispettare le PRAI. Il fieno, una volta falciato, deve essere asportato e non lasciato sul posto. Ciò che ha recuperato sono solo i cespugli, i rovi e sterpi presenti a ridosso della panoramica, ma nelle zone interne della fascia ha lasciato il materiale sminuzzato sul terreno. E’ vero, è un intervento lodevole – come si suol dire meglio di niente – ma non sufficiente ed efficace al 100% perchè l’innesco può avvenire comunque anche in queste circostanze e le fiamme si propagano velocemente anche per l’eccessiva pendenza.
    Anche i terreni privati contermini alla panoramica, sopra e sotto, da Castangias fino a Giarrans, non rispettano le PRAI e nessuno si mette il problema del grave rischio d’incendio che gravita su queste aree vulnerabili. Ripeto, stiamo parlando di M.Omo, non di aree agricole o pianeggianti, dove sono presenti stoppie.
    Gli Enti preposti, in qualità di Polizia Giudiziaria, hanno l’obbligo di far rispettare le norme contenute nelle Prescrizioni Regionali Antincendio, ma in questo contesto non mi risulta siano state rispettate. Non parlo di altre aree per non divagare e per stare a tema.
    Ma tornando al nostro incendio, inizialmente contrastato spontaneamente dalle famiglie che abitano a qualche metro di distanza, benchè abbia preso il sopravvento nei terreni circostanti, le forze AI intervenute prontamente sono riuscite a neutralizzare le fiamme sotto strada all’interno di un eucalipteto. L’incendio era spento e si era in fase di bonifica, quando ad un tratto è partito sopra strada, oltre il muro, la rete e la fascia realizzata dall’Ente Foreste, ad una distanza di circa 20 metri. Questo nuovo focolaio, che ha spiazzato tutte le forze attive in campo, si e sviluppato dopo una mezz’ora dal precedente.
    Anche un profano capirebbe che questo nuovo incendio sia stato appiccato con una miccia, perchè nessuno avrebbe mai messo un altro fuoco a così breve distanza e in questo lasso di tempo (mezz’ora), dove tra l’altro erano presenti numerose persone e mezzi AI. Inoltre, micce a tempo di mezz’ora sono alquanto distinguibili e facili da rinvenire, anche al passaggio del fuoco, perchè corpose, contrariamente a quelle con tempi molto più rapidi (3-5 minuti), dove si corre il rischio di non trovare alcuna traccia perchè essendo piccole ed esili, vengono distrutte e neutralizzate da un solo calpestio, figuriamoci da una lancia di un blitz o peggio di un’autobotte.
    Ma la sorpresa sta nel fatto che non è stata trovata alcuna miccia incendiaria, quindi in considerazione di quanto ho appena detto, l’incendio non può essere stato appiccato, ma a sorpresa anche dei più scettici, l’incendio si è generato a seguito di un salto di fuoco. Qualcuno storcerà il naso di fronte a questa affermazione, ma l’orografia del terreno, la pendenza dei due punti fuoco interessati, la dinamica dei fatti, i fattori climatici interessati – alta temperatura ambientale, alta temperatura locale per via dell’incendio, vento di scirocco, sterpaglie alte sul terreno – hanno veicolato in aria una o più faville che appoggiandosi sul terreno soprastante, ad una distanza di circa 20 metri, hanno innescato un nuovo focolaio.
    Intendiamoci, per salto di fuoco non si intende una lingua di fuoco che salta da una parte all’altra attraverso le chiome degli alberi o della vegetazione, ma una veicolazione in aria di piccole particelle attive, comunemente dette faville (in sardo fraria), attraverso il calore ambientale, accentuato da quello generato dalle fiamme, alimentato da un vento caldo come lo scirocco che, a distanza di un tempo variabile – 5-45 – minuti – poggiandosi sul terreno provoca l’innesco di fiamme, laddove trova le condizioni ottimali per svilupparsi (sterpaglie, fieno, ecc.).
    Tante persone, in molte altre circostanze, sono state ingannate da questo aspetto e hanno creduto vi fossero micce disseminate sul terreno, mentre invece si trattava di semplice salto di fuoco attraverso le faville.
    Come ho già precisato l’Ente Foreste ha realizzato una fascia AI, in questo caso sopra strada, di circa 8-10 metri, dove ha assolto efficacemente alla sua funzione AI, perchè su questa ho trovato punti in cui le faville si sono adagiate sul terreno, ma non hanno sviluppato alcun focolaio perchè il fieno presente in quel determinato punto non era sufficiente ad innescare delle fiamme. Mentre è successo il contrario dove non c’è stato lo sfalcio dell’erba, qui le faville hanno trovato tutte le condizioni ottimali per innescare le fiamme e po generare l’incendio che ha distrutto ulteriormente M.Omo.
    Quindi M.Omo è bruciato non perchè qualcuno ha voluto bruciarlo, ma come ho detto all’inizio, non sono state attuate le giuste tecniche di attacco al fuoco, perchè in quella circostanza c’erano tutte le condizioni per aspettarsi un salto di fuoco, e non sono state prese le misure necessarie per contrastare questo fenomeno naturale. Mentre tutti erano presi nella bonifica dell’eucalipteto, qualcuno, ma soprattutto chi coordinava l’incendio doveva prevedere un eventuale salto di fuoco e schierare i mezzi nella panoramica e gli uomini con le manichette spiegate nella fascia che ho più volte citato – oltre la rete – pronti a neutralizzare qualsiasi focolaio.
    Come si suol dire sarebbe stato un gioco da ragazzi spegnere questi piccoli focolai, ma ahimè nessuno l’ha pensato e organizzato, tant’è che in quell’istante c’è stata solo confusione.
    Concludo nel confermare quanto già detto: quest’incendio – di origine natural-colposa (?) – si poteva evitare se si fossero osservate le norme previste nelle Prescrizioni Regionali Antincendio

  11. Vorrei porre all’attenzione di Villacidro info e dell’Assessore in minoranza Dott. Ecca un osservazione alla quale magari porrà chiarezza vista la sua competenza e il suo ruolo in consiglio comunale.
    Nella strada ai piedi di Monte Omu la cosi detta strada panoramica, vi è presente se molti di noi osservano un impianto antincendio alimentato da dalle pompe che si trovano situate all’interno del parco di Castangias. Infatti disseminati lungo la strada se si osserva bene si trovano delle colonne VVF uni 45 di colore rosso che non sarebbero altro che dei bocchettoni dalla quale dovrebbe uscire l’acqua pompata a pressione da Castangias ma, stranamente non ostante siano passati anni l’impianto non è ancora funzionante.
    Come mai un impianto costato milioni di euro parecchi anni fa, oggi dopo l’ennesimo incendio è ancora li fermo e inutilizzato perché non funzionante?
    Se i cittadini del vicinato che si sono prodigati coraggiosamente per primi a spegnere le fiamme avessero trovato quegli idranti funzionanti l’incendio si sarebbe sviluppato?
    Se le autobotti dell’antincendio trovassero l’acqua negli idranti dimezzerebbero i tempi morti per andare ad attingere l’acqua dal lavatoio evitando così di lasciare l’incendio?
    Io credo che se l’impianto della panoramica fosse funzionante avrebbe evitato grossi danni e avrebbe reso le operazioni di spegnimento molto meno complicate.
    Ma come mai l’amministrazione non risolve questo disservizio? Anni fa si fu chiesta chiarezza all’amministrazione ma da ciò che ricordo, si disse che a breve si sarebbe messo rimedio in quanto mancava solo l’allaccio alle pompe. Da indiscrezioni so che l’allaccio è stato fatto e allora perché non si da acqua all’impianto antincendio che alimenta tutto monte Omu? Oppure vuoi vedere che c’e la sala pompe ci sono gli idranti ma mancano le tubature?????
    Spero che Villacidroinfo dia luce a questa mia osservazione e provi magari a chiarire la vicenda di questo disservizio e che magari il Dottor Ecca faccia un osservazione in consiglio.

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