Un patrimonio boschivo di grande pregio è stato distrutto da un vasto incendio nei pressi della diga sul rio Leni.
Un vasto fronte di fuoco ha divorato un bosco di sughero nella zona di Villacidro, nel Medio Campidano. L’allarme al Centro operativo regionale è scattato intorno alle 14: subito sono stati inviati tre elicotteri, poi la gravità dell’incendio ha richiesto l’intervento di un quarto mezzo aereo della flotta regionale a cui si sono aggiunti tre canadair della Protezione civile nazionale, uno partito da Cagliari-Elmas, gli altri due da Olbia. Sul posto stanno operando anche diverse squadre a terra coordinate dal Corpo forestale e dai vigili del fuoco. Ancora incerta la natura del rogo: secondo le prime informazioni, le fiamme si sarebbero propagate all’interno del sughereto, forse in punti diversi del bosco e questo farebbe pensare alla mano degli incendiari. La zona interessata è in località Gragasu, nei pressi del bacino del rio Leni. Gli uomini del Centro operativo assicurano che l’incendio è in netto miglioramento.
Intervenuti sul posto, oltre a numerose squadre del Corpo Forestale della Regione Sardegna, i Barracelli, l’Ente Foreste, la Protezione Civile e i Carabinieri della stazione di Villacidro.
Villacidro.info – 20 agosto 2012
Sigh… Purtroppo tutto come ampiamente previsto. Questa parte del nostro territorio era troppo bella per durare ancora. E’ andata come doveva andare, non ce li meritavamo proprio i nostri boschi 🙁
ancora!!! se dipendesse da me l’arrostirei assieme a tutta la sua razza!!!! bastardo, infame!!! ma come al solito ci sarà qualcuno che lo giustificherà!!
Dalla zona del palazetto si vedevano le fiamme a occhio nudo senza avvicinare l’immagine con i binocoli… elicotteri e canader son andati via 20 minuti fa ma ancora il fumo c’è.
ce da piangere e basta senza commentare, bastardi
Non voglio rinfocolare polemiche ma vedremo se stanotte si procederà alla messa in sicurezza o domani si vedrà di nuovo spegnere a colpi di radiotrasmittente.
Ottima osservazione. Credo però che la lezione sia servita, almeno lo spero. Su una cosa non possiamo discutere, dobbiamo solo prenderne atto, mancano le attività di prevenzione.
a mio parere spari solo cavzate come fai a fare prevenzione sulla macchia mediterranea(pulire l’erba da sotto il cisto)? questi delinquenti quando vengono presi vanno puniti e non premiati
Eh si, le attività di prevenzione incendi e tutela del territorio comprendono proprio il pulire l’erba da sotto il cisto. Dovresti fare l’assessore all’ambiente, sei proprio in gamba!!!
Mariano@ Serve una Norbio 2, magari più moderna e a passo con i tempi, ma dobbiamo riprendere lo sfruttamento economico del territorio boschivo.
qua ci vuole tutto il territorio comunale controllato da videocamere…almeno un video fatto sulla strada (dalla postazione del guardiano della diga) poteva portare al responsabile, cosi’ sara’ difficile beccarlo
Io vorrei capire come si ha la tentazione di fare questo! La sardegna e un isola così bella e la si deve rovinare??? Non penso! Ho solo una cosa da dire: VERGOGNA! 🙁 🙁
che tristezza,siamo in totale assenza di leggi in questo campo ho almeno non vengono applicate a regola d’arte. per la distruzione di un patrimonio che appartiene ha tutti l’ergastolo è poco.
Le leggi ci sono ma non servono ad evitare del tutto gli incendi, dolosi, colposi o naturali (molto rari ma non del tutto assenti), sia che queste siano preventive (divieto di accendere fuochi ecc.) che repressive (divieto di pascolo, di edificazione ecc). Qualsiasi azione di prevenzione può non essere sufficiente ad evitare il fenomeno, tuttavia le varie tecniche colturali, che prevedono anche la riduzione della massa combustibile od il fuoco prescritto, possono limitare in modo consistente i danni e facilitare enormemente lo spegnimento. Un problema grosso è quello del reperimento delle risorse per attuare la prevenzione, che non possono essere sicuramente sostenibili se si continua a vedere il bosco solo come elemento ambientale e del paesaggio ad esclusivo uso ricreativo, tutt’al più da demanializare. Si trascura che il bosco ha anche una funzione produttiva che può essere esaltata con un appropriata azione colturale che nel contempo miri anche ad una maggiore difesa ed attenzione verso la risorsa (Un docente diceva che il modo migliore per difendere le risorse è utilizzarle). Quanti ettari della sughereta bruciata è stata posta a coltura per l’estrazione del sughero? Penso nemmeno uno. Il problema degli incendi o meglio dei danni che questi possono cagionare non può essere quindi scisso dalla mancanza di una seria pianificazione e politica forestale(a livello regionale esistono delle linee guida per una buona gestione forestale, purtroppo inapplicate a livello territoriale e locale). Ma i danni che può fare la politica sono ancora peggiori e ancora non mi spiego (o forse mi spiego anche troppo bene) come mai non vengono messi a frutto gli investimenti fatti nel settore. Per fare un esempio concreto, personalmente, oltre ad avere un trentennio di esperienza in campo forestale ed avere lavorato per la pianificazione forestale regionale, ho una qualifica di “addetto alla prevenzione incendi”, eppure mi viene fatto fare (con grande insoddisfazione) un lavoro che non c’entra assolutamente niente. Penso che nessuno dei colleghi che hanno seguito il corso sia poi stato introdotto nel lavoro ed oltre al bosco anche gli investimenti della regione sono andati in fumo. Avremmo mai una politica lungimirante e soprattutto onesta intellettualmente che guardi al settore lasciandosi alle spalle gli interessi clientelari?
Serve una Norbio 2, magari più moderna e a passo con i tempi, ma dobbiamo riprendere lo sfruttamento economico del territorio boschivo.
Servono urgentemente due cose:
– una piano di gestione operativo che consenta di utilizzare al meglio le risorse legnose e ad evitare la scomparsa degli allevamenti di montagna, che con i modesti carichi attualmente esistenti troverebbe abbondante alimentazione se si facesse ruotare il pascolo. Lo schema di rotazione è abbastanza semplice: utilizzazione del bosco e spostamento del bestiame nelle aree non interessate dall’utilizzazione. Quando la rinnovazione ha raggiunto un altezza tale da non essere danneggiata dal bestiame, spostamento del pascolo in queste aree dove sicuramente ci sarà abbondante alimentazione, ed esecuzione delle utilizzazioni in un area precedentemente interessata dal pascolo. Prevedendo turni di utilizzazione di 35-40 anni circa e considerato che prima dell’introduzione del pascolo in una tagliata debbono trascorrere più o meno sette-dieci anni (dipende dalle condizioni climatiche)ci sono tutte le condizioni per creare un sistema di utilizzo razionale e coerente con la vocazione e le radici storico-culturali e colturali di Villacidro, alle quali è affiancabile l’uso turistico basato, oltre che sulle bellezze ambientali, sulla storia e la la cultura non fatta di ricordi stantii ma ancora viva e dinamica.
– Costituzione di un organismo di gestione e coordinamento delle attività ed utilizzo di maestranze specializzate negli interventi boschivi (In altre parti di Italia può operare in bosco solo chi ha uno specifico patentino).
Ci sarebbe anche il discorso della valorizzazione dell’agricoltura di montagna, altra peculiarità del Villacidrese, il cui abbandono produce dissesto idrogeologico, che in futuro ci farà pagare le conseguenze anche a valle oltre a causare la perdita di un altra peculiarità che caratterizza Villacidro
Per completare il quadro il tutto andrebbe valorizzato con le certificazioni a garanzia della gestione sostenibile e un marchio che identifichi i prodotti. Ovviamente se si superasse il campanilismo un associazione dei comuni del Linas sarebbe più funzionale.
bla,bla, bla!!!! basta bruciare i piromadi!!! sicuro che fra due o tre anni un po di pulizia si potrà vedere!!!
Piromani* E comunque il tuo commento non serve a nulla… parli a vanvera… perchè non cerchi un ragionamento sensato? Guarda… ti stanno bruciando e tu non sai fare altro che scrivere commenti inutili!! E controlla bene che non si sa se è di origine Dolosa oppure no… Comunque secondo me ci dovrebbe essere un’opportunità di far aggiungere posti di lavoro nella forestale e con questo aumentare i controlli (Non esageratamente)
Bravo eh!!! “Comunque secondo me ci dovrebbe essere un’opportunità di far aggiungere posti di lavoro nella forestale e con questo aumentare i controlli (Non esageratamente)”
E’ il proprio il tuo ragionamento che spinge qualcuno ad appiccare incendi. Il delinquente, è poi convinto che magari lo chiamano a lavorare per la prevenzione incendi o per il rimboschimento. MA NON E’ cosi… (MOD)
In America c’è la pena di morte e non sono mai stati debellati gli omicidi, forse perché ci sono anche tante armi in giro, quindi se vogliamo banalizzare il discorso proponiamo di eliminare la vendita di accendini, fiammiferi e materiali infiammabili. Pene più severe rimangono inutili se non accompagnate da misure di prevenzione, perché anche un incendio colposo finisce per avere un potenziale distruttivo molto elevato. Se imparassimo a bruciare razionalmente le produzioni legnose in inverno ed in modo utile eviteremo di aumentare la temperatura d’estate e magari se ne avvantaggerebbe anche l’economia. Ma noi siamo ricchi e possiamo permetterci questi virtuosismi: è possibile che ci siamo dimenticati così rapidamente su cosa ruotava l’economia di Villacidro, sicuramente povera ma più genuina e reale dei miraggi odierni.
Mariano parli di limitare l’uso del caminetto d’inverno per abbassare la temperatura in estate? Ma che razza di corbelleria è questa? Non è che il caldo ti ha lessato il cervello? In alternativa ti consiglio la neuro.
Se mi spieghi dove hai letto questo posso anche risponderti, ma forse non vale neanche la pena di rispondere a chi non capisce e sa solo offendere gratuitamente. Il problema dell’uso sproporzionato di energia nei camini convenzionali è un altro problema che i geni della politica locale dovrebbero affrontare seriamente incoraggiando sistemi di combustione domestica con maggiore efficienza energetica, ma quello che ho detto aveva solo un senso ironico, poiché compriamo la legna dalle altre regioni e poi bruciamo la nostra d’estate direttamente in foresta quando c’è abbastanza caldo: questo è ridicolo quanto la tua interpretazione.
Un buon inizio sarebbe quello di eliminare i camini tradizionali e utilizzare termocamini e stufe in ghisa. Si Risparmia il 50% di legna si riducono i costi dell’energia elettrica e si sta molto di più al caldo.
Mi fa piacere che a Villacidro esista ancora qualcuno che ha conservato la coscienza di un reale e pragmatico rapporto uomo ambiente, contro l’ipocrisia di chi pretende di gestire l’ambiente lasciandolo a se stesso e non vede che si spendono migliaia di euro per attuarne una valorizzazione di facciata con esiti spesso fallimentari.
Parlo di utilizzare razionalmente le risorse legnose d’inverno e con profitto per non bruciarle direttamente nel bosco d’estate con esose spese per lo spegnimento. Se io sono da neuro tu da cosa sei?
Ma esiste tra di voi qualcuno che ha una visione diversa? Tutti spiegano tutto e giù complimenti per le soluzioni strampalate trovate. Sembrano più da “manuale delle giovani marmotte”. Ma non fatte prima ad incontravi da qualche parte e vi fatte spiegare come funziona il mondo, faccendo attenzione alla forze dell’ordine perchè con quelle facce che vi ritrovate potrebbero chiedervi i documenti?
Perchè vesti i pa ni della provocatrice? C’è forse qualche boccone che non digerisci?
Giusto per citarne uno, il panificio dei nostri vicini funzionava con le fascine di cisto sulle quali campava una famiglia di parecchi figli, ogni sera arrivava il carro carico all’inverosimile, e tutti i ragazzini del vicinato aiutavano a scaricare. Il profumo di quel pane ci accompagnava la mattina a scuola.
Capron3 come tutti gli altri hai dimenticato di iniziare con “C’era una volta…..” Svegliaaaaaaa…… Siamo nel terzo millennio. Il carro con i buoi è stato sostituito da qualcosa che si chiama progresso.
Ho una certa età,vi parlo di quasi 57 anni fà,e ricordo che mia madre mi portava sopra la pineta del Carmine a portare la legna per cuocere il pane.La legna che portavammo era il cisto,in quella era,tutte le famiglie avevano il forno a legna,quindi prendi oggi,prendi domani,nel sottobosco non c’era più una piantina di cisto.Sotto le piante di pino era talmente pulito che era inpossibile darle fuoco.Allora per prendere la legna si andava dietro al monte che dava a Narti,si andava a Coscinas a Castangias,e vi posso assicurare che il sottobosco era vermente pulito.Adesso non vogliono che si tocchi uno spillo con le conseguenze che ci troviamo,il sottobosco che non ci passa nemeno un animale,da quanto e trascurato,però ci pensa il fuoco a pulirlo.Ma quanto costa alla collettività l’intervento dei mezzi aerei!!!!.Se con quei soldi si faccesse prevenzione,quante famiglie camperebbero!!!!!!!!!!Perchè ho l’impressione che la maggiore industria in attivo sia quella degli incendi.
Anche io ricordo con piacere che da piccolo circa trent’anni fa andavo con mia madre a raccogliere le pigne e i rami e tronchi secchi che c erano in pineta,e anche io ricordo il posto sempre pulito.
Nino, sono verità talmente banali e lampanti che probabilmente non vanno bene per i cervelli complicati di chi ci amministra. Dare la legna del sottobosco *gratis* ai cittadini? Naaaa scherziamo? Meglio buttar via i soldi in rimboschimenti e successivi spegnimenti di incendi, vuoi mettere il giro d’affari a confronto?
E’ triste pensare a quante cose utili si potrebbero fare a costo zero, con gran vantaggio della comunità, ma si preferisce sempre andare a cercare effimeri fondi altrove invece di sfruttare razionalmente e coscientemente le grandi risorse che abbiamo (tra poco potremo dire che “avevamo”).
C’era una volta una persona molto arrogante ed evidentemente molto ignorante in materia che, pur capendo ben poco di cosa parlava, si rivolgeva agli utenti di un forum in modo provocatorio. Infatti questa persona non aveva ben capito che a dispetto del “progresso” la gestione dell’ambiente non si può apprendere solo nei libri e per sentito dire, ma esige un rapporto diretto e profondo che faccia tesoro di quanto i nostri avi hanno appreso in centinaia di anni di esperienza a contato diretto con la natura. Questa persona evidentemente pensava, forse insieme ai “grandi” della finanza ed i politici corrotti, eroi del mondo delle illusioni, che il progresso abbia del tutto reso l’uomo indipendente dall’ambiente in cui vive e che tutte le fatiche e le conoscenze sulle quali per secoli si è retta l’umanità debbano essere ritenute del tutto superate per fare posto al nuovo. Questa persona aveva una visione così limitata e parziale del vero Progresso che non riusciva neppure a comprendere come mai nella lontana Grecia, in piena crisi finanziaria ed in unmondo così progredito ed opulento, la gente ritornava nei boschi a raccogliere legna per riscaldarsi e cucinare il cibo; ma senza andare molto lontano, non si era neppure resa conto che, nel paese in cui vive, oltre il 75% delle famiglie usa ancora riscaldarsi con la legna da ardere. Forse riteneva si trattasse di selvaggi da addomesticare a colpi di tubi di gas metano, non rendendosi conto che, il progresso da lei evocato, ma per certi versi sconosciuto nella pratica, consente di ottenere un’efficienza nell’uso dei combustibili legnosi vicino al 100% comportando una forte riduzione delle spese ed un minore impatto ambientale.
Un giorno qualcuno cerco di spiegargli che il vero Progresso non consiste nello stravolgere il mondo per accumulare effimere ricchezze finanziarie e fare arricchire i furbi e gli scaltri e fare cadere nella miseria più assoluta i più deboli, ma nel riuscire a far meglio e con maggiore conoscenza e coscienza quello che un tempo richiedeva maggiore tempo e fatica per la mancanza di mezzi tecnici. Il fatto che oggi i viaggi ed i trasporti non si facciano più con i carri a buoi non cambia nulla rispetto all’interdipendenza dell’uomo con l’ambiente che, nella sostanza intima, rimane inalterata. Questa persona così infelice, suggerì quindi di fare ricoverare alla neuro chi non si allineava e sottometteva alla sua supponenza, ignorando che qualsiasi pazzo non si sente mai tale e riesce a vedere solo la follia degli altri.
Commovente Mariano. Ti suggerisco di guardare googlemap e di andare sull’isola di Hispaniola(guarda un po’ cosa riesce a fare il progresso senza spostarsi da casa) potrai notare una linea netta al confine tra la Repubblica Dominicana e Haiti, quella tracciata dal disboscamento selvaggio fatto dagli Haitiani per procurarsi il carbone. Non esiste più un albero e la foresta pluviale quindi tu sai tutto spiegami un po’ cosa è successo.
Succede che il territorio e arido perché la catena montuosa che divide l’isola blocca i venti Alisei, carichi di umidità, che nell’emisfero boreale soffiano da nord-est, verso sud-ovest. Haiti si trova infatti nella zona occidentale e la Repubblica Dominicana in quella orientale più fresca perché gli alisei scaricano l’umidità su questa parte dell’isola. Non so chi ti ha raccontato la storiella del carbone, ma è come se dicessi che nel deserto non ci sono piante perché è stato disboscato dai Tuareg. Fondamentalmente si tratta di una limitazione climatica (forte aridità) altre vicende possono avere influito in maniera non determinante su condizioni di per se critiche per la crescita e la rinnovazione di alberi forestali. Dovresti scegliere meglio i tuoi informatori, comunque gli approfondimenti di ecologia e selvicoltura per persone come tè sono a pagamento, inoltre dovresti imparare ad usare meglio la tecnologia, perché, specialmente nelle tecnologie digitali, l’uso non accompagnato da un adeguato patrimonio di conoscenze che consentano una corretta interpretazione di quello che rappresentano divengono inutili. Io sono favorevolissimo alla tecnologia usata nel modo giusto e quindi non avrei mai la presunzione di interpretare un ecografia senza nozioni di medicina. Mi spiace ma, con tutto rispetto, ti sei avventurata in un campo che per tè è evidentemente poco congeniale.
Se comunque ti interessa l’argomento, dovresti almeno imparare la differenza sostanziale fra il termine disboscamento ed utilizzazione forestale (o taglio colturale)che per similitudine è la stessa che intercorre fra una mazzata in testa ed un taglio di capelli. Se poi vuoi interessarti anche della vegetazione su scala planetaria, è necessario che approfondisca i meccanismi che regolano la crescita della vegetazione nelle diverse fasce climatiche ed altitudinarie per evitarel’infelice tentativo di fare confronti ed accostamenti totalmente privi di significato.
E’ vero, C’era una volta, e per colpa di furbetti saccenti e supponenti come te come te non c’è più. perchè non torni a fare il supponente e basta??magari ad haiti?Perchè lì non hanno avuto il piano Marshall che ha permesso loro di comprare tanto petrolio dalle sette sorelle da rendere vietati i forni a legna ed obbligatorii quelli a gasolio. Immagina cosa è sucesso alle foreste svedesi con tutto quel freddo!!! Hai visto su G,EartH come sono rade?
Lì le tagliano una pianta si ed una no..sono più furbi!!!
Capron3 mi deludi, non si capisce niente di quello scrivi…. Sembri pieno di rabbia e sfarfalli nell’esporre il tuo pensiero (?) Cosa c’entra il piano Marshall con Haiti? Punti antipodali per contesto storico-geografico.
Mio caro “Grande padre bianco”, il fatto che tu non capisca è la prova di ciò che ho appena sostenuto. Devi scrivere> non ho capito niente di quello che scrivi> Visto??