Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa inviatoci dall’Associazione Politico Culturale “Progetto Comune”.
Avremmo preferito in questi giorni, scegliere di restare in silenzio, ma vogliamo prendere le distanze da certe interpretazioni della stampa che, forse nel tentativo di esorcizzare il suicidio, ne offrono una lettura semplificata, arrivando ad attribuire responsabilità all’amministrazione comunale. La stessa che quando è il caso avversiamo, ma che ci sembra fuori luogo coinvolgere in questa tragedia.
Villacidro, al pari del resto dell’isola, è una cittadina sofferente. Vive un problema sociale all’interno del quale quello occupazionale ne rappresenta semplicemente un aspetto.
In una società che si definisca tale tutti gli individui concorrono, attraverso la loro opera e in varie forme, alla sua crescita e al suo progresso. Ma, nell’attuale condizione, dove gli spazi d’azione sono stati lentamente cancellati, una delle ultime forme di partecipazione è rimasta il lavoro, anche in virtù dell’apporto economico che, in teoria, dovrebbe garantire sostentamento e serenità.
Nel corso degli ultimi decenni però, le politiche scellerate di riduzione del lavoro a mera prestazione occasionale, deregolamentata e a basso prezzo, hanno contribuito all’alienazione degli individui e all’allontanamento di grosse masse dalle dinamiche sociali.
Affermare che Efisio fosse un disoccupato abbattuto per l’ennesima occasione lavorativa mancata, ne riduce la dimensione a figura mediocre quale certo non era.
Efisio amava la vita: lo dimostrano la sua passione per le letture filosofiche, lo studio dell’informatica, la sua esperienza in Inghilterra e la partecipazione alle attività dell’associazione Progetto Comune: dagli incontri settimanali alle iniziative culturali e ricreative. Un rapporto umano e d’amicizia, prima ancora che politico.
Noi abbiamo conosciuto una persona che ha lottato come un leone per crescere ed elevarsi sotto tutti i punti di vista. Solo per un lato non aveva necessità di maestri: per quello umano, dal quale invece in tanti dovremmo apprendere.
E l’amore per la vita e il rispetto profondo per il suo valore non gli hanno permesso di accettare la condizione di semplice comparsa.
Efisio meritava tanto, ma gli spazi per lui e, soprattutto, le prospettive future non gli hanno regalato più nessuna illusione.
Lui ha scelto di andarsene, discretamente, così come l’abbiamo sempre conosciuto. Lui ha scelto di andarsene, ma sono tanti quelli che, nonostante restino in vita, per le stesse ragioni hanno la morte dentro, perché il suo dramma è quello di un’intera generazione che non riesce e non può avere un ruolo in questa società. Pertanto, pensare che l’amministrazione comunale possa avere una qualche responsabilità nella sua morte è profondamente ingiusto. È ingiusto nei confronti dell’amministrazione, che non può certo gestire drammi di questo tipo, ed è ingiusto nei confronti di Efisio, per il valore della sua persona e per il rispetto che gli dobbiamo.
Villacidro.info – 21 settembre 2012
concordo pienamente
Credo che solo le parole di “canzoned’inverno” di De Andre’ possano accompagnare Efisio nella sua scelta.
Condivido pienamente con quanto riportato dall’associazione politica progetto comune. Tuttavia , sento il dovere di sottolineare che secondo me se ne sta parlando un po’ troppo e tante sono le interpretazioni, riflessioni ed elogi al defunto … Stiamo attenti a non far passare il messaggio come atto di eroismo! Così facendo si rischia di provocare una risonanza pericolosa, considerando che le turbe psichiche oggi giorno non sono proprio casi isolati. La morte per suicidio è sempre una tragedia, un dramma che viveva quella persona, che lo ha lacerato a tal punto da non trovare altre soluzione oltre la soppressione della propria esistenza. Oggi il disaggio sociale è dilagante e tante sono le persone che vivono in situazioni drammatiche e soffrono in silenzio, molte delle quali avrebbero bisogno di cure mediche specialistiche; ma in condizioni di “normalità”, e cioè quando la mente è sana, si lotta sempre per la sopravvivenza.
Preghiera in gennaio, di Fabrizio De Andrè
Quando attraverserà
l’ultimo vecchio ponte
ai suicidi dirà
baciandoli alla fronte
venite in paradiso
là dove vado anch’io
perchè non c’è l’inferno
nel mondo del buon Dio….
Concordo pienamente,
già, mi sacusi per la citazione a “cattiva memoria”
Chiedo scusa,ho sbagliato inserendo il commento: è riferito solo all’articolo non al suo commento!
D’accordo, non si può giudicare un atto di reazione estrema come il suicidio.
Tuttavia considero alcune risposte, date dagli esponenti dell’amministrazione comunale attraverso i media, di dubbio gusto. Suggerimento, permettetemi, meglio tacere…
Giuseppe Mocci