Hollywood Caffè: la voglia di mettersi in gioco

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Hollywood Caffè nasce dall’idea di Andrea Atzei che stanco di chiedere ad altri di concedergli un’occasione, si inventa lui la propria occupazione.

Indubbiamente stiamo attraversando un periodo storico di crisi economica difficile e di cui non riusciamo ancora a scorgere la fine: non si contano più le aziende che falliscono o chiudono in tutta Italia. Eppure in mezzo alla recessione più dura c’è chi non si scoraggia e con grande senso pratico si rimbocca le maniche e si inventa un lavoro. Hollywood Caffè nasce dall’idea di un ragazzo, Andrea Atzei, laureato, che si ritrova senza un lavoro ed è stanco di chiedere ad altri di concedergli un’occasione.

Come tutte le grandi idee, anche questa nasce da una semplice intuizione. Riesce a coinvolgere nell’impresa due ragazze, Federica e Michela, rimaste da poco senza lavoro alle quali propone di mettersi in gioco, rinunciando al sussidio di disoccupazione e cercando di lavorare per, come si dice, “conquistarsi il pane”. Preso possesso di un locale esistente da tanti anni, nella centralissima via Repubblica, i tre si organizzano per dargli la propria impronta. Tanti amici, parenti e conoscenti, si adoperano per consentire la buona riuscita del progetto. I lavori di restauro del locale iniziano il primo gennaio e proseguono fino al 18 gennaio, giorno dell’inaugurazione.
L’idea, di certo originale, è di creare un locale accogliente in cui possa stare il bambino come l’anziano, un posto di socializzazione e aggregazione per tutte le età insomma. Si apre presto al mattino e si cerca di offrire un servizio ottimale a chiunque decida di consumare qualcosa. Andrea mette a disposizione di artisti ed espositori le pareti del locale, per consentire a chiunque di mettere in mostra i propri lavori così da coniugare l’arredamento del locale e la pubblicità di chi realizzerà con le proprie mani dei lavori artistici, il tutto senza un diretto guadagno né da parte del gestore né da parte degli artisti.

In un tempo di crisi diffusa come l’attuale, occorre unire le forze e riscoprire la solidarietà sembra essere l’unica strada da percorrere. Insomma se l’idea della collaborazione si diffondesse di più forse il mondo potrebbe iniziare a girar meglio.

Questa presentazione nasce dal desiderio di Andrea di ringraziare le numerose persone che gli hanno offerto la propria disponibilità a credere nella realizzazione di questo progetto: Francesco e Anna Maria (i genitori), Federica e Michela (collaboratrici) e ancora: Chiara e Stefania, Tommaso, Pierpaolo, Roberta, Fabiana, Marina, Stefania, Giuseppe, Miro, Linda, Kristian, Gigi D., Angelo, Pietro, Gigi M., Ilenia, Luca L., Luca M., Alessandro, Tore, Edoardo, Massimo, Luca L., Victor M., Carlo e Alessandro.

Gian Paolo Marcialis

7 COMMENTI

  1. ma sempre bar sanno aprire a villacidro, ma insomma non l’avete ancora capito che ce nesono troppi, uno apre ed un’alto chiude se non ce lavoro uno come fa ad andare al bar, questo non e economia questo e favorire le grandi fabriche productricce di liquori e birra ichnusa che d’altronde non la fanno nemenno in sardegna,ma andate a lavorare,in bar ci stanno sempre i soliti ubriaconi,se ci si guarda bene a villacidro mancano tante attività come per esempio: mcdonalds,cinema,etc.

    • Buon pomeriggio a tutti, posso essere d’accordo che magari l’idea del bar non sia proprio originalissima, ma è anche vero che il suggerimento di “andare a lavorare” penso sarebbe stato seguito ben volentieri se fosse stato possibile. Del resto aprire una nuova attività, seppur con l’ausilio di parenti e amici, implica per forza il dover lavorare, quindi personalmente mi unisco al coro degli auguri, aggiungendo, se posso, anche i miei personalissimi complimenti per il coraggio e l’iniziativa dimostrata da tutti coloro che hanno partecipato alla realizzazione di questo progetto.
      Per finire, sul fatto che a Villacidro manchino cinema e Mc’Donalds si può solo dire che non sono certo attività che tre giovani disoccupati possano pensare di intraprendere in autonomia e con pochi risparmi.
      P.s. per quanto riguarda l’Ichnusa, posso assicurare che viene prodotta negli stabilimenti di Macchiareddu (la versione in bottiglia) assieme alla Heineken (proprietaria del marchio Ichnusa dalla metà degli anni 80) e in alto Piemonte (ma non sono sicuro) per la versione in lattina.
      Ciao a tutti.

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