Giovedì, 7 febbraio, nella sala di via Nazionale,141, il Movimento Rivoluzione Civile di Antonio Ingroia ha aperto la campagna elettorale.
Un folto pubblico ha riempito il locale seguendo con estremo interesse e partecipazione gli interventi dei vari ospiti, Antonello Pirotto, capolista alla Camera dei Deputati, Luigi Manca, capolista al Senato, Diego Cotza, Segretario Provinciale IDV, Alessandro Serra, Segretario Regionale PRC, Roberto Copparoni, Presidente Federazione Verdi Sardegna.
Il dibattito era moderato da Luca Garau, Segretario cittadino PRC.
Sono state due ore e mezzo di passione, di sdegno, di desiderio di cambiamento sia per i toccanti interventi dei relatori, sia per la vivace partecipazione del folto pubblico presente. E’ sotto gli occhi di tutti la gravissima situazione in cui versa l’Italia e la Sardegna in particolare: l’isola vanta uno dei più alti tassi di abbandono scolastico d’Italia, il tessuto produttivo del Campidano è allo sfascio, in particolare quello industriale del villacidrese e quello minerario nel guspinese. Di fronte alla decadenza di quelli che sono stati fattori portanti dello sviluppo, si assiste paradossalmente all’espandersi delle servitù militari e dell’abbandono della Sardegna da parte di multinazionali e grosse imprese. Rivoluzione Civile propone come candidati lavoratori, gente comune che ha impressi sulla propria pelle i drammi che stiamo vivendo e che ha scelto di mettere la propria sensibilità, il proprio coraggio, a servizio del movimento.
Antonio Pirotto, operaio cassaintegrato dell’Euroallumina, non si vergogna di presentarsi in tuta e casco da operaio anche agli incontri con gli alti papaveri, Luigi Manca, minatore della Carbosulcis rappresentano modelli nuovi, alternativi alle figure ormai decrepite del politico tradizionale, più sensibile al carrierismo e alla spregiudicatezza troppo spesso corrotta e corruttrice, che al bene comune. L’Italia ha bisogno del contributo di tutti i cittadini consapevoli di non voler essere rappresentati da un sistema che pensa solo all’autoconservazione e all’arricchimento personale. La rivoluzione civile pertanto non è solo auspicabile ma indispensabile.
Gianpaolo Marcialis