Oggi 20 aprile, con una sobria e insieme partecipata cerimonia, è stato ufficialmente inaugurato il Museo e Centro di documentazione “Due fonderie”.
Prima dell’inaugurazione si è potuta visitare la Fonderia e si è potuta avere una sia pur sommaria vista ad alcune importanti strutture, dalla zona fusione, al laboratorio chimico, al museo storico.
Una curiosità: attualmente si producono, oltre ovviamente al piombo, una tonnellata d’oro e 200 d’argento.
Dalla Fonderia un bus navetta ha accompagnato i visitatori alla sede del Museo, nei pressi della vecchia stazione ferroviaria.
Il Museo nasce da un finanziamento del 2002 con fondi POR Sardegna 2000/2006 con un intervento denominato “da San Silvano a San Gavino Monreale”, legato alle attività del Parco Storico Letterario Giuseppe Dessì, di cui San Gavino fa parte. Lo scrittore, che chiamava San Silvano la sua Villacidro, nei suoi romanzi menziona l’antica fonderia, sorta nella valle del rio Leni, che già nel XVIII secolo lavorava la galena argentifera proveniente dalle prime coltivazioni minerarie di Montevecchio, facendo riferimento alla moderna fonderia di San Gavino attivata nel 1932. Ecco perché a questo intervento di archeologia industriale si è pensato di dare il nome di “Due fonderie”.
Al primo intervento, che ha permesso la ristrutturazione degli ex magazzini adiacenti alla stazioncina ferroviaria della linea a scartamento ridotto che collegava Montevecchio a San Gavino, ne seguirono altri, finanziati con la L.R. n. 37 e poi con fondi del bilancio comunale, utilizzati per l’acquisto dell’arredamento della struttura e la dotazione delle attrezzature multimediali e di videosorveglianza. Nel 2010 si è dato incarico a due antropologhe, le dott.sse Maura Murru e Claudia Fenu, dell’attività di ricerca finalizzata all’allestimento del primo nucleo della sezione storico-antropologica del Museo che, nelle diverse fasi, comprendeva anche l’avvio della campagna acquisizione dei documenti e materiali di rilevanza storica, iniziata nel gennaio 2011 e ancora in corso.
L’obiettivo era di creare un museo partecipato e in continua evoluzione che, oltre a conservare l’immensa eredità lasciata nel territorio dall’attività metallurgica, diventasse anche un polo attrattivo per tutti. E’ quindi rivolto a tutti gli appassionati di storia e archeologia industriale, a coloro che hanno o ancora svolgono qualsiasi ruolo nella storia della Fonderia ma soprattutto ai giovani che con questo Museo avranno preziosi strumenti per conoscere e capire meglio gli ultimi 80 anni della nostra storia con le sue profonde trasformazioni storiche, economiche e sociali.
Dopo la presentazione dell’assessora Uda c’è stata la cerimonia di inaugurazione: il sindaco ha invitato Vittorio Nieddu, un veterano della fonderia (96 anni) al taglio del nastro accompagnato dagli applausi della folla e poi è iniziata la visita vera e propria.
Il museo è così articolato:
-area allestimenti: destinata all’esposizione di oggetti e documenti appartenuti alla collettività e alla presentazione, tramite grande schermo, di fotografie d’epoca che ritraggono importanti aspetti del lavoro e della vita della comunità industriale. Nella sezione bibliografica sono presenti alcune tesi di laurea sulla fonderia di Villacidro ed è pure presente la monografia di G. De Francesco, Villacidro. Un comune di montagna, ridato alle stampe nel 2011 in una nuova edizione dopo la prima del 1902;
-area proiezioni audiovisive: è un ambiente dedicato alla visione e all’ascolto delle testimonianze audiovisive dell’archivio del Museo. Attualmente presenta un documentario sulla produzione dei campioni d’argento;
– laboratorio didattico: ospita una sezione ludico-didattica dove si potranno realizzare laboratori con le diverse tipologie di utenti (scuole, anziani, famiglie ecc.) e dove i più piccoli potranno imparare divertendosi con giochi sulle tematiche affrontate nel Museo.
Sicuramente il Museo “Due fonderie” costituirà un importante punto di riferimento per l’intero territorio.
Gian Paolo Marcialis