Morte in sala parto, i medici non hanno responsabilità

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Archiviazione definitiva del fascicolo giudiziario intestato ai ginecologi Carlo Tomasi, 61 anni, Alessandro Biggio, di 40, e all’anestesista Tonio Sollai, di 62, in servizio nell’ospedale Nostra Signora di Bonaria di San Gavino, in relazione alla morte di Romina Vargiu, 34 anni, di Villacidro, deceduta al suo primo parto la notte del 19 maggio del 2011.

Per i tre medici, che erano riusciti a salvare la nascitura, era scattata l’ipotesi di reato di omicidio colposo da parte del sostituto procuratore Giangiacomo Pilia, a cui erano stato affidato il caso. A distanza di quasi due anni dai fatti, dopo l’archiviazione chiesta dallo stesso pubblico ministero e il ricorso in opposizione al provvedimento presentato dal marito della donna, Giovanni Schiavi, il Gip del Tribunale di Cagliari, Giampaolo Casula, ha disposto la definitiva archiviazione del caso, sostenendo di fatto che ai tre medici imputati, in base alle risultanze degli accertamenti effettuati dai medici legali Francesco Paribello e Gabriele Finco, non può essere addebitata alcuna responsabilità per quanto avvenuto quella notte in sala parto. «La patologia che ha ucciso la giovane mamma – hanno stabilito i due medici legali – poteva comparire una volta ogni quattromila parti e non era affatto prevedibile». Una forte emorragia aveva provocato alla gestante un edema cerebrale con scompenso cardiaco a cui i medici ginecologi Carlo Tomasi e Ales-sandro Biggio e l’anestesista Tonio Sollai non avevano potuto rimediare nonostante il prodigarsi in sala parto e poi in quella operatoria assieme ai chirurghi. Adesso il caso è chiuso, i medici non sono responsabili della morte di Romina Vargiu. (l.on)

Articolo tratto da: La Nuova Sardegna

2 COMMENTI

  1. Mi chiedo come mai nessuno abbia commentato questa notizia…
    Si sprecano tante parole inutilmente x argomenti assurdi, eppure quando si legge di una tale ingiustizia e di una tale mancanza di rispetto nessuno è capace di dichiarare ciò che pensa, fosse anche solo dolore x la mamma che non c’è più, comprensione x la famiglia, o solidarietà (……)ai medici coinvolti. Davvero nessuno leggendo ha pensato ad un’archiviazione ingiusta, pur non sapendo la realtà dei fatti? Si può nel 2011 morire di “fatalità” in un ospedale, soprattutto quando in piena salute stai x fare la cosa più naturale al mondo,partorire?

    • Hai ragione Manuela, i commenti sono pochi o nulli, il problema è che in circostanze del genere non sai come esprimerti per non ledere il dolore profondo della/e famiglia/e. Certo, sicuramente la giustizia talvolta si ritrova schierata da una parte piuttosto che dall’altra, e non sempre la parte interessata è quella lesa. Quel che rimane è un dolore immenso e una creatura destinata a crescere senza la figura più importante per la sua vita
      ( LA MAMMA ).

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