Un ginepro tagliato e abbandonato nella zona di Coxinas.
Il tempo della crisi induce diversi individui a compiere gesti non del tutto ortodossi: sono in aumento i furti nelle case di campagna. Si ruba di tutto: legna, attrezzatura, utensili, frutta e quant’altro.
Anche nelle nostre montagne si notano sempre più i ceppi di lecci e querce tagliati dai soliti ignoti. Ma trovare un atto gratuito di vandalismo ai danni di un imponente albero non risulta essere frequente. Purtroppo capita anche questo.
Sul sentiero 108 che raccorda il canale della Spendula alla diga sul rio Coxinas si può cogliere una manifestazione di violento e incosciente vandalismo. Un aitante ginepro viene violentato con premeditazione (con un attrezzo adatto, evidentemente) da ignota mano e lasciato così, inerte sul luogo del “delitto”. Sarebbe in qualche maniera giustificabile (o comunque motivato) l’atto se commesso da bisogno o desiderio di avere in casa un pezzo di legno pregiato. Questo gesto appare pertanto gratuito e da irresponsabile poiché l’albero giace, mutilato, laddove è stato segato.
Un ennesimo atto di inciviltà che la dice lunga sul degrado cui ogni giorno assistiamo.
Gian Paolo Marcialis
Chi l’ha fatto morirà di qualche malattia bruttissima con atroci sofferenze. Essere inumano e inutile. La natura è la nostra vera casa.
Non ci sono parole adatte per descrivere il fatto così odioso….. forse una solo, DELINQUENTE.