Lo scorso 5 aprile, nell’Aula magna del Liceo “Piga”, si è concluso il primo ciclo di incontri sul tema “Cultura, Violenza e Libertà”.
L’iniziativa è nata a seguito di gravi episodi di violenza nel paese che hanno suscitato il desiderio di avviare urgentemente una riflessione comunitaria sui riferimenti valoriali, le dimensioni organizzative, le istituzioni e le culture che stanno a fondamento della comunità.
Un lavoro di approfondimento e discussione iniziato a novembre 2013 da un piccolo gruppo promotore ha coinvolto strada facendo varie associazioni operanti nel territorio scuole, parrocchie, forze dell’ordine e istituzioni nell’organizzazione degli eventi.
Il tema, “Cultura, Violenza e Libertà”, è stato analizzato in tre giornate che hanno avuto come filo conduttore rispettivamente l’individuo, la famiglia e la comunità, con tutte le loro implicazioni in rapporto alla violenza, cercando di evidenziarne i fattori scatenanti e ipotizzando le possibili strategie di arginamento e prevenzione.
Nello svolgimento degli incontri si è sperimentato un approccio inusuale, lontano dai soliti schemi che guidano i convegni, ma che consentisse di coinvolgere attivamente gli intervenuti e al contempo di offrire alle varie anime della comunità la possibilità di esprimersi attraverso i loro percorsi preferenziali. Le serate hanno avuto infatti come cornice speciale, la musica, proposta dai ragazzi dell’Associazione Musicale Santa Cecilia; e tra i relatori, oltre alla preziosa partecipazione della sociologa Ester Cois, dello storico Giuseppe Caboni e della giornalista Antonella Loi, sono state scelte figure legate alla realtà villacidrese, testimoni dell’evoluzione che ha interessato la comunità negli ultimi anni.
Un prezioso contributo è arrivato dalle proposte artistiche e dagli elaborati dei ragazzi del Liceo e dei gruppi Scout Madonna del Rosario e AGESCI. Le loro testimonianze, proposte con grande creatività e sensibilità attraverso rappresentazioni teatrali, video, musica e scritti, hanno denunciato il loro a volte angosciante senso d’inadeguatezza e di non appartenenza alla comunità; hanno evidenziato quanto possa essere preoccupante l’assenza delle famiglie, la mancanza di cooperazione, di solidarietà, del controllo sociale e delle istituzioni.
I ragazzi, protagonisti dell’iniziativa, accusati spesso di costituire lo strato più indifferente che compone questa società, sono riusciti piuttosto a evidenziarne e rivelarne i punti deboli e a fornire molti elementi di riflessione e discussione
L’obbiettivo dei promotori non era certo quello di giungere immediatamente a un pacchetto di soluzioni ma di avviare un confronto aperto, consapevoli anche del fatto che tre giornate non sono sarebbero state sufficienti ad analizzare dettagliatamente il tema. In questo senso l’esito del percorso è positivo, perché sicuramente sono state gettate le basi per un percorso di crescita che potrà proseguire in futuro.
Le numerose proposte avanzate durante le giornate, quali ad esempio la costituzione della consulta giovanile e delle associazioni, l’acquisizione di un teatro, la riprogettazione strutturale del paese con caratteristiche che promuovano la socializzazione, la possibilità di fare rete tra associazioni ma anche con le istituzioni e i cittadini, denotano chiaramente la volontà di tanti di opporsi alla preoccupante deriva sociale.