Lettera struggente di un padre di famiglia che racconta la sua amara verità sulla disoccupazione.
Quanti di voi hanno sentito la maledetta frase “I soldi non fanno la felicità”? Tanto è famosa questa frase, quanto è grande la sua banalità. Chi l’ha scritta non pensava sicuramente a come arrivare a fine mese, non aveva la preoccupazione delle bollette, in molti casi arretrate, non si preoccupava di trovare due euro per andare a comprare un panino per la propria creatura, ma la lista è lunga quanto angosciante. Fino a qui niente di nuovo, leggiamo questa storia sui giornali da anni: sempre lo stesso e infinito racconto a seguito della crisi economica che ha investito il nostro Paese. Sapete cosa cambia? Che a scrivere questa storia è uno che ha sempre letto, ma adesso si ritrova a viverla e a subire una serie di “ingiustizie” che la vita e le banche gli hanno riservato.
Una vita serena, un bel rapporto di coppia, una figlia di due anni ed entrambe lavorano. In casa arrivano due stipendi, piccoli, ma arrivano. Famiglie unite, nonni felici, feste di compleanno, arrosti in compagnia di amici e bicchieri di buon vino. Una storia normale fino a quando non arriva il giorno del licenziamento, una fitta al cuore, all’orgoglio e all’esistenza. Il 15 di ogni mese non arriva più lo stipendio, le risorse bastano a mala pena per qualche settimana. La telefonata della banca non tarda ad arrivare: “Lei è sotto con il conto, le abbiamo dovuto bloccare il bancomat e la carta di credito e non abbiamo potuto pagare le rate, si sbrighi a reintegrare la liquidità altrimenti la dobbiamo segnale all’ufficio legale e alla centrale rischi. Salve!”. Qualche giorno prima eri un ottimo cliente, ora sei un delinquente privo di scrupoli che non ha più un centesimo sui loro conti. Passa un mese e le società di recupero crediti non esitano a farti almeno tre, se non quattro, chiamate al giorno per avere i soldi. Intanto tu devi pensare a far fronte alle spese della tua famiglia: il latte per la bambina, il pane per il pranzo. Ad un tratto ti accorgi che la spesa conviene farla a piedi e che le patate costano due centesimi in meno in una rivendita abusiva, una delle tante, del nostro “paese d’ombre”.
Uno stipendio era dedicato al pagamento delle rate, l’altro al fabbisogno della famiglia: giusto per intenderci parliamo di due stipendi da 1000 euro ciascuno. Dopo oltre 10 anni di lavoro e una stabilità economica apparente ti ritrovi nella giungla dei disoccupati. Tutto ad un tratto ti ritrovi nella strada senza un briciolo di dignità, costretto ad umiliarti per avere in prestito qualche decina di euro per sfamare la tua famiglia, si proprio quella che tanto amavi, ma che il Dio denaro ti sta letteralmente portando via. Le liti in famiglia sono all’ordine del giorno, il rapporto di coppia inizia a perdere pezzi e cerchi di raccogliere i cocci di quel vaso che si è rotto e pare irrimediabilmente compromesso e segnato dagli eventi. Uno stipendio non basta più, cerchiamo di pagare almeno il mutuo per non perdere i sacrifici di una vita e un tetto per nostra figlia. Prima avevo un lavoro, ora ho solo debiti, ho conosciuto il Lexotan e mi ritrovo in casa con una perfetta sconosciuta. Non era proprio questo il concetto di vita che avevo previsto. Il mio ex datore di lavoro prosegue la sua attività, mi deve una liquidazione di oltre 13 anni di lavoro. Mi dice sempre che sta per riaprire, ma pare l’ennesima fesseria per temporeggiare sulla liquidazione di cui solo Dio sa quanto ne avrei avuto bisogno. Oggi mi ritrovo a far parte di uno di quei numerosi articoli che abbiamo letto e stiamo leggendo.
A chi ha scritto che “i soldi non fanno la felicità”, vorrei dire: MA VAFFANCULO TU E I TUOI SOLDI!!! (lettera firmata)
Villacidro.info
Vorrei esprimere tutta la mia solidarietà a questo padre di famiglia, umiliato da un sistema che pensa solo a spremere fino alla fine le persone oneste che hanno dedicato una vita di sacrifici per cercare di mantenere la propria famiglia unita e felice!!
Mi permetto di associarmi con rabbia e forza alla frase da lui citata !!
A chi ha scritto che “i soldi non fanno la felicità”, vorrei dire: MA VAFFANCULO TU E I TUOI SOLDI!!!
Un Caro Saluto da un Villacidrese che manca da 40 anni dalla sua amata terra !!!
anche io vorrei esprimere la mia solidarietà, per quello che possa servire. sono stato disoccupato per alcuni anni e anche se adesso guadagno poco oltre il necessario per vivere sono ancora subissato dai debiti e da le cartelle non pagate ad equitalia in quei tristi anni. finirò di pagare tutto , se dio vuole, al compimento dei 65 anni di età. quindi mi aspettano anni di vita grama e una pensione da fame. questo è quanto mi ha riservato la vita. pazienza
coi migliori auguri
Paolo