Domenica 26 ci sono le primarie aperte per la scelta del nuovo segretario del PD Sardo e per l’occasione abbiamo intervistato Antonio Meloni, attuale assessore del comune di Villacidro, sostenitore, insieme ad un numeroso gruppo di villacidresi, della lista capeggiata da Renato Soru.
“Il Pd Sardo oggi ha bisogno di una figura autorevole alla sua guida e per questo ho deciso di sostenere la sua candidatura. È arrivato il momento di cambiare questo partito, di dargli una nuova energia, di renderlo aperto e inclusivo lontano dalle vecchie logiche di partito”. Commenta così sul suo profilo Facebook Antonio Meloni, attuale Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Villacidro. Il giovane soriano non lascia spazio alle interpretazioni e dichiara apertamente che il rinnovamento all’interno del suo partito deve partire proprio da coloro che lo hanno reso antipatico e obsoleto: il riferimento alle” vecchie logiche di partito” e decisamente eloquente.
Raggiunto telefonicamente gli abbiamo chiesto: da cosa bisogna ripartire? “Si deve ripartire dai circoli; questi devono ritornare ad essere luoghi di discussione, di studio, di accrescimento e condivisione. Gli iscritti meritano una partecipazione attiva, un coinvolgimento nei processi decisionali che interessano il loro territorio, la loro città, il loro paese, la loro comunità e non essere utilizzati, come in alcuni casi accade, come raccoglitori di voti utili a ribadire il peso politico di pochi. Si vuole un rinnovamento; un rinnovamento vero!”
Un fiume in piena il giovane Assessore: “Il Pd Sardo oggi ha bisogno di una figura autorevole alla sua guida e per questo un gruppo di concittadini, tesserati, tra cui il sottoscritto, ha deciso di sostenere la sua candidatura. Questo ci si aspetta dai giovani! Non figure di facciata di un sistema che li coinvolge come paravento, come scudo umano a protezione e tutela degli attacchi rivolti al potere di altri”.
Tralasciano per un attimo l’articolo, posso aggiungere che il pensiero di questo ragazzo rispecchia le idee di tanta gente stanca, ma costretta a mettere ancora una volta una X per una promessa mai mantenuta o per saldare un debito infinito per qualche “cortesia” di cui, qualcuno, avrebbe fatto a meno. In tanti ci scrivono e questo è loro pensiero, e se queste parole non sono buttate al vento, solo per recuperare qualche voto, forse siamo sulla strada giusta.
Gianluigi Deidda