Corona interrogato in carcere: “dopo il litigio era ancora vivo”

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Stefano Corona, il ventiquattrenne di Villacidro accusato di aver ucciso la settimana scorsa il compaesano Antonio Mocci, di 26anni, ha negato ogni addebito nel corso dell’udienza di convalida dell’arresto tenutasi nel carcere di Uta, dove è rinchiuso da sabato.

“Non sono stato io a uccidere Antonio Mocci, è vero ero nella sua abitazione nel dopo pranzo di venerdì e ci ho anche litigato, ma quando sono andato via era ben vivo”. Il giovane, assistito dall’avvocato Adriano Sollai, ha reso al Gip di Cagliari, Giorgio Altieri, una lunga deposizione spontanea, ribadendo la sua estraneità al delitto. Ha fornito anche qualche elemento a sua discolpa, che adesso dovrà essere verificato dagli investigatori. Il giudice, nel frattempo, ha convalidato l’arresto per omicidio volontario. Secondo l’accusa, Corona avrebbe massacrato Mocci a colpi di mattarello in testa al culmine di una lite per questione di droga. Questa mattina i carabinieri del Nucleo di polizia giudiziaria di Cagliari e del nucleo operativo della Compagnia di Villacidro hanno passato al setaccio un terreno davanti alla casa della nonna dell’imputato alla ricerca di qualche elemento emerso nel corso delle indagini. Secondo gli investigatori, nell’abitazione della nonna, subito dopo aver compiuto il presunto omicidio, il giovane sarebbe andato a lavarsi il giubbotto, presumibilmente perché sporco del sangue della vittima. La videocamera di sorveglianza di una abitazione vicina, in via Loru, poco distante dal luogo del delitto, avrebbe inquadrato Stefano Corona mentre gettava qualcosa prima in un tombino poi in un campo ricoperto di erba fresca. Gli uomini del Ris e quelli della Compagnia, hanno sfalciato l’erba quindi rovistato il terreno anche con l’uso del metal detector. (ANSA)

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