I cervi devastano le campagne, agricoltori in ginocchio

80
L’immagine di un agricoltore di Villacidro disperato per i danni al suo vigneto (Archivio)

Nel 1977 Fulco Pratesi (fondatore del WWF Italia) e Franco Tassi (biologo e direttore del parco nazionale d’Abruzzo) nella loro Guida alla natura della Sardegna scrivevano che il cervo sardo era all’epoca “ridotto a non più di 150 esemplari, decimati dal bracconaggio, nelle foreste del Sulcis Iglesiente e del Sarrabus”.

Quasi quarant’anni dopo, per fortuna, la situazione è nettamente migliorata e, nonostante la specie venga ancora considerata vulnerabile, si stima che i cervi presenti nella nostra isola siano più di seimila. Sulle montagne di Villacidro si calcola che ve ne siano almeno 250 e, negli ultimi tempi, i branchi hanno preso l’abitudine di uscire dai boschi per introdursi furtivamente nei vicini poderi coltivati. Oliveti, vigneti, ciliegeti sono diventati meta di frequenti incursioni alla ricerca di cibo, con seri danni ai raccolti e le ovvie rimostranze degli agricoltori.

A Biddascema, per esempio, i cervi hanno proceduto alla vendemmia anticipata nelle vigne di Marco Scano e Luigi Piras, con notevole disappunto dei proprietari, impotenti dinnanzi alle scorrerie dei nobili animali. A Banarba, Gianni Cadoni ha provato a scoraggiarli montando un impianto di amplificazione che diffonde musica rock, ma – a giudicare dal ciliegeto devastato – invece di spaventarli, le note delle band più famose hanno attirato i ruminanti, ghiotti dei rami più teneri e dei frutti prelibati. A S’Avarizia ancora Marco Scano denuncia la devastazione del terreno da parte dei cinghiali e l’attacco degli stessi cervi alle siepi di fichi d’india, prese di mira per le grandi foglie ricche d’acqua.

I risarcimenti previsti non soddisfano i contadini, che preferirebbero non ritrovarsi gli scomodi vicini dentro i frutteti. Della spinosa questione intende farsi carico l’assessore all’Agricoltura Carlo Murgia, mentre dai banchi della minoranza il gruppo Anch’io per Villacidro, per bocca di Giuseppe Ecca, presenterà un’interrogazione in Consiglio comunale.

Simone Nonnis

80 COMMENTI

  1. c’è poco da scherzare, abbiamo speso un sacco di soldi per portare i cervi, abbiamo fatto in modo che i caprari andassero via, che ora ci accorgiamo che i cervi fanno più danni delle capre e dei maiali, non c’è nessuno che ci campa, solo danni e spese, ci illudiamo che la gente faccia a spinte per vedere due cervi, i pochi coraggiosi agricoltori delle zone montane vengono rovinati da questi animali.
    Rimpiango i vecchi bracconieri, erano meno dannosi

    • mi sembra di capire che qualcuno in campagna non ci ha mai lavorato, è come se un impiegato arrivi a fine mese e il giorno prima della paga gli dicono che lo stipendio è dimezzato, non è una bella cosa, non mi sembra neanche educato chiamarli piagnistei, anzi, ci sarebbe proprio da arrabbiarsi, oltre al danno anche le beffe di qualcuno che magari ha lo “stipendio sicuro”….. spero che altri capiscano

      • Sei anche troppo ottimista, direi che in certi casi e come se, anziché darti lo stipendio, ti richiedessero indietro anche quello del mese precedente, considerato che per avere una produzione bisogna anticipare le spese di impianto e coltivazione. A proposito di cornacchie, queste sono diventate un vero flagello, non solo perché fanno strage di angurie e meloni e danneggiano, forandoli, anche gli impianti di irrigazione, ma anche perché predano i nidi di altre specie di uccelli riducendone drasticamente il numero e alterano quindi in modo insostenibile gli equilibri ecologici. Sul web si trovano interessanti rapporti della coldiretti, su quali problemi all’economia sta creando la fauna selvatica: forse sarebbe il caso di informarsi prima di commentare. Sarebbe anche il caso di ricordare che gli alimenti sono ancora prodotti dagli agricoltori e dagli allevatori e non si è ancora scoperto come farli crescere direttamente nei banchi dei supermercati.

        • hai perfettamente ragione, sono stato ottimista, entrando bene nella questione non è solo lo stipendio del mese precedente, ma anche quello degli anni passati, e non solo, anche tutto il frutto del lavoro di più generazioni. Il tutto in nome di un’ecologia da salotto. Ormai per effetto dell’azione umana l’ambiente è cambiato radicalmente rispetto all’origine, e dobbiamo prenderne atto, non possiamo pensare di rimettere le cose a posto lasciando che alcune specie (che sono riuscite ad adattarsi meglio ai cambiamenti imposti dall’uomo) si moltiplichino indiscriminatamente, perchè poi si hanno dei danni sia all’ambiente stesso che alle altre specie che hanno avuto difficoltà in seguito ai cambiamenti imposti dall’uomo. Girando nelle campagne non si trovano quasi più i piccoli uccelli che abbondavano fino a qualche decennio fa. Perfino i passeri sono diminuiti di numero, per non parlare di cardellini, verdoni e similari, mentre cornacchie e anche ghiandaie sono aumentate a dismisura. Mi viene in mente una cosa un pò provocatoria, se vogliamo veramente le cose in modo naturale, reimportiamo i predatori arcaici, già mi vedo le nostre montagne popolate di lupi, orsi, e magari leoni o leopardi, così teniamo a bada gli erbivori e ristabiliamo l’ordine naturale. Sarebbe molto pittoresco, però non vorrei essere nei panni degli escursionisti della domenica

      • Prima di tutto dalle foto non si evince nessun danno gravissimo, forse ci sono ma dalle foto non si evincono. Come seconda cosa direi che se si fa agricoltura si ha per forza a che fare gli elementi naturali (comprendendo anche gli animali), che ovviamente a volte possono pure creare problemi ai contadini. Questi problemi ci sono sempre stati, solo che adesso ci si lamenta perchè si vuole un risarcimento…magari non è il vostro caso, ma in molte occasioni si punta solo a questo.

        Credo che si possano trovare le soluzioni per limitare i danni senza per forza dover ricorrere ai cacciatori o ai risarcimenti, perchè dal mio punto di vista anche il cervo ha diritto a vivere quanto te e me.

        p.s Per curiosità, in che epoca in Sardegna hanno vissuto orsi, leoni, leopardi e tigri?

        • hai ragione, non c’erano leoni e tigri, l’ho detto giusto per folclore, pare però che sia stato ritrovato un fossile di coccodrillo e che ci fosse una specie di canide simile alle iene, potremo importare queste specie, ma non voglio proseguire con le battute, perchè cè poco da scherzare. Dici che dalle foto non si evincono i danni gravissimi, ma per un agricoltore che è al limite della sopravvivenza, anche dei danni “non gravissimi” fanno la differenza fra il continuare l’attività e cercarsi un altro lavoro. quella di non volere uccidere un animale mi sembra un pò una fissazione infantile, da millenni ci siamo nutriti di carne, se poi uno vuole essere vegano ha tutto il diritto di farlo, ma non venga a porre limiti a chi vuol mangiare una bistecca o un maialetto arrosto. Sono d’accordo che dobbiamo salvare le specie in pericolo di estinzione, ma cessato il pericolo occorre controllarne il numero, è sempre stato così, da millenni. In questi anni mi pare che la specie in estinzione sia l’agricoltore o il pastore di montagna. Poi faremo la festa delle ciliegie con i frutti spagnoli.

        • I danni non sono solo alle colture, ma ad un’intero sistema di coltivazione creato dall’uomo con fatica: fatto di cui i Villacidresi dovrebbero farsi vanto e fare un punto di forza nella valorizzazione del territorio. L’agricoltura in montagna, se si va a vedere bene, è antieconomica e spesso la si fa più per passione e per non fare andare in malora ciò che è stato tramandato. I danni prodotti dai selvatici,in particolare i cinghiali, interessano anche i terrazzamenti e le opere di sistemazione idraulica, le quali se abbandonate portano al dissesto idrogeologico. Per fare un’esempio, alle cinque terre, malgrado una stampa poco informata, tenda spesso ad attribuito le colpe delle frane e del dissesto idrogeologico alle alterazioni dell’ambiente naturale causate dall’uomo (sempre visto come disturbo da ideologi della natura), gli studi scientifici dicono ben altro (vedi il sito: landscapeunifi.it/it/paesaggio-e-dissesto-idrogeologico). Le frane infatti sono risultate maggiori dove i terreni sono stati abbandonati e riconquistati dal bosco, che in questo frangente si è dimostrato meno efficace di quanto sapientemente realizzato dall’uomo. Ora si stanno portando avanti anche dei cantieri per la ricostruzione dei terrazzamenti con pietrame a secco e si stanno reimpiantando le vigne che sono state abbandonate perché antieconomiche. Viene riconosciuto all’arboricoltura di montagna, oltreché il valore paesaggistico conferito dalle attività antropiche, che rende uniche le cinque terre, l’importante ruolo nella difesa del suolo. Quindi tanto di cappello alle persone coraggiose che ancora si ostinano a coltivare i terreni impervi. Gli agricoltori che operano in montagna dovrebbero essere premiati ed incentivati perché continuino a coltivare e mantengano l’efficienza delle opere di regimazione, altrimenti a piangere sarà la collettività.

      • non è che gli animali si uccidono per il gusto di vederli soffrire, ma per controllarne il loro numero e per nutrirsi delle sue carni, (buttarle sarebbe un peccato), se qualcuno muore lo si piange come si piange qualsiasi essere umano, il bracconiere in questi casi, dove per evitare lamentele degli ambientalisti da salotto non si può limitare una popolazione di animali che si rivela dannosa (anche per il bosco stesso, non solo per gli umani) si rivela utile al bosco e all’ambiente, ma non lo si può dire, è contro la morale dei moralisti da salotto e dallo stipendio sicuro.

        • Appunto, bisogna abbandonare i pregiudizi, il primo da cui non si può prescindere se si vogliono fare considerazioni valide è quello che vede l’uomo al centro dell’universo (antropocentrismo) e tutti gli altri esseri viventi che gli fanno da contorno. Ebbene, non è così, l’uomo non è al centro del mondo, è semplicemente uno dai tantissimi animali che popolano la terra. Non è nè superiore nè inferiore, è un animale come gli altri e l’uomo non può accampare il diritto di sopprimere altri animali solo perchè in qualche modo lo infastidiscono. Proprio perchè a contatto con la natura un agricoltore dovrebbe essere il primo ad accettarla per quello che è, a volte benigna a volte no.

  2. Penso che non si possano risolvere problemi partendo da luoghi comuni e pregiudizi. Quando uno muore si piange a prescindere dalla causa: una morte sul lavoro, una morte mentre si è in vacanza al mare, una morte causata da un eccesso di cibo, dalla fame o dalle guerre, una morte di chi decide di farla finita, una morte per vecchiaia e così via. Quanti animali morti sono passati e sono stati addosso al nostro corpo, quanti ne hanno fatto fuori i nostri avi per fare in modo che oggi noi fossimo qui a condurre una vita più agiata e comunicare attraverso il PC. Nessuno può arrogarsi il diritto di pensare di essere vivo senza che altri esseri muoiano. Pure diventando vegani, quanti miliardi di piccoli esseri viventi facciamo fuori attraverso il nostro sistema immunitario? Chi stabilisce che la loro vita vale meno delle altre? E perché non considerare che anche il mondo minerale ha una vita propria? (Anche questo si trasforma si decompone e si riorganizza, è solo una questione di tempi). Si tratta senz’altro di verità sulle quali si possono fare tante disquisizioni filosofiche , ma sono di poca utilità nel risolvere i problemi più terreni, per i quali è meglio affidarsi alla scienza ed al pragmatismo. Recenti studi sul DNA, fanno ritenere che il cervo sardo discenda da esemplari di provenienza Est Europea introdotti in Sardegna almeno 3500 anni fa da antichi colonizzatori e che si sia adattato alle condizioni dell’isola sviluppando una taglia più piccola. Ha quale scopo è stato introdotto? Sicuramente per la caccia considerato che non c’erano grandi erbivori. Quindi il maggiore regolatore della popolazione, non essendoci neanche i grandi carnivori, è stato sempre l’uomo. Attualmente, essendo una sottospecie del cervo europeo protetta, con una popolazione ristretta (purtroppo concentrata in poche aree), non è possibile la caccia selettiva, fino a quando la popolazione complessiva supererà i 15.000 esemplari. L’unica soluzione “naturale” sarebbe, come ha detto Efisio,…

      • Quella di Mariano è solo retorica…tutti le morti sono uguali quindi possiamo causarne anche altre?una più una meno…nel mondo c’è sempre stata violenza quindi possiamo giustificarne altra?Allora perchè non selezionare gli esseri umani?perchè non limitarne il numero di modo che ognuno abbia maggiori risorse a disposizione?

        Abbandonando i discorsi pseudo filosofici mi pare fuori da ogni dubbio che non esista alcuna emergenza: Non c’è alcuna emergenza cervi a Villacidro! Alcuni hanno subito dei danni, va bene, ma questo non può giustificare la vostra apologia del bracconaggio. Siamo gli esseri animali dotati di maggiore intelligenza? Bene, allora lo si dimostri trovando una soluzione che non sia bestiale.

        • “La vostra apologia del bracconaggio”. Non mi risulta che io abbia parlato di sostegno del bracconaggio, ma di caccia selettiva è legale. Quindi, per favore, evita almeno di attribuirmi cose che proprio io non ho detto.
          Non ho pensato minimamente che tutti le morti sono uguali quindi possiamo causarne anche altre. Evidentemente questo lo stai pensando tu compresa l’idea di selezionare gli esseri umani.

        • Non penso neppure che l’essere umano sia l’essere più intelligente, forse è il più tecnologiazzato. Ci sono animali che in certi campi hanno abilità molto maggiori, ciò che ci accomuna e che ogni specie pensa alla propria sopravvivenza, e lo fa sempre a spesa delle altre dal virus in su, ma anche le piante, che sembrano così docili, esercitano un forte potere competitivo fino ad uccidere le altre. Comunque non scantoniamo oltremodo dalla problematica che pone l’articolo, ed anziché demandare al generico essere umano la ricerca della soluzione indolore, forniscila tu sulla base dei tuoi presuposti. Io ho già detto la mia e ho dei limiti nel pensare altre soluzioni: caccia selettiva delle specie non a rischio di estinzione ed indennizzo a sostegno degli agricoltori. Aggiungo anche reti alte almeno tre metri o reti elettrificate: c’è solo un problema chi deve sostenerne i costi?

          • Efisio ha elogiato i vecchi bracconieri…tu hai scritto: Nessuno può arrogarsi il diritto di pensare di essere vivo senza che altri esseri muoiano….
            e questo che vuol dire se non quello che ho scritto nel precedente post?
            la caccia selettiva è una visione antropocentrica perchè guarda al problema solo dal punto di vista umano o meglio, solo dal punto di vista degli esseri umani danneggiati.
            Per il resto, esiste un’emergenza cervi? No, non esiste. Vogliamo risolvere il problema ad alcuni agricoltori?Le reti è una delle soluzioni… poi non so, possono esserci altre soluzioni..chi sostiene i costi? e chi sostiene i costi della caccia selettiva e dell’indennizzo che tu proponi?

            • Se vuoi continuare ad interpretare le cose a modo tuo fai pure. Parli di antropocentrismo e di non violenza e non hai nemmeno l’umiltà di chiedere scusa per avere interpretato male. Le tue sono solo provocazioni o espedienti per eludere all’argomento, sul quale hai esordito insultando persone oneste che si guadagnano il pane duramente.

            • Non ho male interpretato niente e non ho offeso nessuno:
              Efisio ha scritto: Rimpiango i vecchi bracconieri, erano meno dannosi…
              Mariano ha scritto: Pure diventando vegani, quanti miliardi di piccoli esseri viventi facciamo fuori attraverso il nostro sistema immunitario? Chi stabilisce che la loro vita vale meno delle altre?

              Lasciando perdere questi discorsi, bisogna sapere quanti poderi e quanti Ha sono danneggiati; quale percentuale rispetto al territorio villacidrese essi rappresentano, ecc. Servono questi dati concreti, altrimenti non stiamo parlando di niente. Per me la soluzione migliore restano comunque le reti…o magari anche il ripristino di antiche “crasure” vegetali (tipo fichi d’india).

            • I vecchi bracconieri praticavano la caccia per poter sopravvivere, e sapevano dove c’erano prede in abbondanza e dove invece c’era necessità di un periodo di ripopolamento, anche se sicuramente ci sono stati degli eccessi che hanno portato alla scomparsa dei cervi in molte zone. La caccia selettiva è una modo di intervenire necessario se vogliamo ricreare un’equlibrio, altrimenti i rapporti si alterano, visto che non abbiamo i grossi predatori. Il fatto di non voler uccidere gli animali dipende da una visione infantile e disneyana della natura, che invece è per di per sè selvaggia e spietata. L’uomo non deve prevaricare e approfittare della sua forza, ma non può nemmeno permettersi il lusso di lasciare il frutto del suo lavoro agli animali, non solo ai cervi, ma neanche alle cornacchie, alle nutrie o agli storni o ai cinghiali. Forse sogni un mondo dove il lupo e l’agnello dormiranno assieme, come scritto nella bibbia, ma questo purtroppo è impossibile, ti sembrerà strano, ma quando il lupo mangia l’agnello fa un favore alla pecora, perchè se gli agnelli sono troppi questi si papperanno tutta l’erba e moriranno tutte le pecore di fame. Non mi sembra un argomento difficile, anche per ambientalisti da salotto e difensori della natura dallo stipendio assicurato.
              p.s non sono un cacciatore e ho uno stipendio sicuro, ma capisco chi procura da mangiare per me e per te.

  3. Oltre a capire ben poco di gestione ambientale pratica e non parlata e ideologizzata, non capisci lontanamente i paradossi e neghi continuamente l’evidenza delle tue affermazioni. Questa frase, molto diretta,che non lascia margini per l’interpretazione, è stata pronunciata da te: “Una volta i cinghiali, un’altra le nutrie, un’altra ancora gli storni…ebbbastaaaa, avete rotto con questi piagnistei continui.”

    • Siete voi due a voler rimanere nel campo della discussione filosofica e vi rifiutate di entrare nel capo della concretezza: quanti agricoltori sono danneggiati?quanti Ha?qual è la % rispetto al territorio agricolo villacidrese?quant’è il danno medio per Ha stimato?…detto questo, ho proposto le reti (eventualmente anche l ripristino di antiche barriere vegetali..ma evidente laddove mancano ci vuole il tempo necessario) per salvare anche il lavoro degli agricoltori, ma voi continuate imperterriti a parlare solo di abbattimento. Perchè?

      Detto questo i vecchi bracconieri, come i nuovi, erano criminali punto e basta. La discussione nemmeno si pone …
      L’idea che l’uomo abbia quasi il dovere di regolare l’equilibrio della natura, ora ripopolando ora abbattendo selezionatamente, è questo sì indice di una visione distorta del mondo che vede l’essere umano posto al di sopra di tutti gli elementi della natura.
      La natura spietata e selvaggia è ugualmente un punto di vista distorto, dove voi vedete una natura spietata e sanguinaria, io invece vedo una natura in cui prevalgono i rapporti mutualistici (per esempio la simbiosi). Darwin stesso non dice che prevale il più forte come erroneamente si crede, ma quello che collabora maggiormente…
      La storia del lup e dell’agnello non è davvero difficile da capire: noi non siamo nè lupi nè agnelli (per esempio non siamo erbivori o carnivori oblbigati), perchè dobbiamo comportarci come loro? perchè dobbiamo essere paragonati a loro?
      Sulla storia dei piagnistei confermo tutto.

      • hai perfettamente ragione, nè erbivori nè carnivori OBBLIGATI, siamo onnivori, ognuno mangia quello che vuole, compresa la carne di cervo.
        Se uno vuole nutrirsi di germogli soia o di brodo primordiale non ho niente da obbiettare. Sono d’accordo che bisogna mettere le reti, magari se troviamo dei vegetariani disneyani che si offrono volontari per pagare le spese è anche meglio, ma poi nel bosco cervi e cinghiali si moltiplicano a dismisura e occorrerà comunque limitarne il numero, se non vogliamo che si pappino il bosco. In natura prevale chi si adatta di più, a volte l’adattamento è dato dalla collaborazione con altri individui, sia della specie che di altre specie, a volte dalla forza. Hai mai visto un branco di licaoni che preda una gazzella? la sfiniscono con la corsa, poi la fanno a brandelli strappandogli le carni e le budella quando è ancora viva, se ne fregano del dolore e della sofferenza, hanno fame. Gli esseri umani si sono nutriti di carne per millenni, senza rovinare l’ambiente. Ora stiamo rovinando il nostro pianeta e ci preoccupiamo di una cornacchia o di un cinghiale che fino a qualche decennio fa erano visti solo in chiave culinaria, i problemi dell’ambiente non sono un cinghiale o un cervo che finiscono in pentola, anzi, a volte è il contrario, è fondamentale controllarne il numero, se poi sono anche buoni da mangiare che male c’è? Tu nutriti di ciò che meglio credi, anche a me piacciono le bietole e le carote, ma una bistecca e un cosciotto di maialetto ogni tanto me lo voglio gustare, non ho ancora assaggiato il cervo e la nutria, dicono siano buoni, ci si potrebbe tentare un allevamento. L’uomo (purtroppo, per la salute dell’intero pianeta) è in grado di distruggere o quasi, la vita su questo pianeta, e in molti luoghi ha fatto dei danni terribili, a volte riesce a rimediare un poco. I cervi a Villacidro ormai non c’erano più da decenni, li abbiamo reintrodotti, con notevoli spese sul bilancio pubblico, ora sono troppi? ne diminuiamo il…

        • Stai spostando il discorso sul vegetarismo senza alcun motivo, peraltro ti mancano le basi per affrontare seriamente quest’argomento.
          L’uomo sta danneggiando l’ambiente semplicemente perchè non si libera della visione antropocentrica dell’universo. Il problema sta tutto qui.
          Ripeto, per me le reti sono una buona soluzione, ma tu vuoi l’abbattimento a tutti i costi. Dici perchè?

          p.s Certamente ho visto i licaoni sbranare gazzelle, però non ho mai visto licaoni chiedere indennizzi …tu?

            • Dubito che abbiano mai visto un cervo in vita loro…:)
              Ripropongo la domanda: perchè le reti non vi piacciono?

          • magalli antropocentrismo, gli antropocentrici sono quelli che piangono per una cornacchia o per un cinghiale o per un cervo. i licaoni non piangono, hanno fame. Non voglio che i cervi scompaiano da villacidro (anche se dal punto di vista del bosco sarebbe meglio), mettiamoci queste reti, (ma lo sai quanto costa una recinzione aprova di cervo o di cinghiale?) ma poi quelli si riproducono in fretta, e se non ne diminuiamo il numero si pappano il bosco, e siccome sono a anche buoni da mangiare ce li pappiamo noi.

            • Compiti per casa: studiare significato di antropocentrismo.
              Un sacco di discussioni per niente, tu semplicemente muori dal desiderio di mangiare carne di cervo..degli agricoltori non ti interessa niente.

        • numero, che male cè? Se poi facciamo delle fesserie del tipo introdurre animali esotici (vedi nutrie in tutta italia, o scoiattoli rossi americani,) e questi scappano e fanno dei danni, allora è ancora più opportuno intervenire drasticamente, come faresti tu se avessi la casa invasa dalle formiche o dalle vespe. Ora vado a cuocere il porceddu, bisogna farlo girare lentamente, devo anche mettere il sale prima che finisca la cottura, poi mi piace con la buccia bruciacchiata e croccantina, accompagnato da un quartino di vino rosso, mi piace anche rosicchiare le ossicine come un cagnolino, comprese quelle della testina, un saluto a Bambi e a Nonna Papera.

      • “Darwin stesso non dice che prevale il più forte come erroneamente si crede, ma quello che collabora maggiormente ….” Esatto, come il lupo che cacciando in branco riesce ad uccidere animali più grandi di lui. E non è mica il bue che collabora con il lupo per farsi mangiare meglio.

  4. In genere non amo discutere con chi si bea della propria cultura, preferisco un contadino con un vocabolario ristretto ma appropriato all’occasione, che lo vogliamo o no siamo antropocentrici nei nostri comportamenti, non nel senso del significato del termine, esteso a tutto l’universo, ma limitandoci al pianeta Terra
    L’uomo è un predatore che a volte agisce sconsideratamente, sia facendo scomparire le prede, sia favorendone il loro sconsiderato aumento.
    Ora vado a girare il porceddu, crosticina croccante e sale al punto giusto, rosicchiare bene le ossa e accompagnare da un quartino di vino rosso. saluti a Bambi e a nonna papera

  5. In genere non amo discutere con chi si bea della propria cultura, preferisco un contadino con un vocabolario ristretto ma appropriato all’occasione, che lo vogliamo o no siamo antropocentrici nei nostri comportamenti, non nel senso del significato del termine, esteso a tutto l’universo, ma limitandoci al pianeta Terra

  6. L’uomo è un predatore che a volte agisce sconsideratamente, sia facendo scomparire le prede, sia favorendone il loro sconsiderato aumento.
    Ora vado a girare il porceddu, crosticina croccante e sale al punto giusto, rosicchiare bene le ossa, anche quelle dei piedini e della testa e accompagnare da un quartino di vino rosso. Un saluto Bambi e a nonna papera

  7. Ora vado a girare il porceddu, crosticina croccante e sale al punto giusto, rosicchiare bene le ossa comprese quelle dei piedini e della testina e accompagnare da un quartino di vino rosso. saluti a Bambi e a nonna papera,

  8. oggi non mangio cervo, solo porceddu, girato pin pianino col fuoco ardente, crosticina croccante e sale al punto giusto, ossicini da rosicchiare, comprese testina e piedini, un quartino di vino nero, e poi casu marzu, sempre col vinello buono. saluti a Bambi e a Nonna Papera

  9. Secondo il rapporto di coldiretti i danni dovuti alla fauna selvatica ammontano in Italia a 100.000.000 di euro, ma il danno è ampiamente sottostimato perché è calcolato solo in base agli indennizzi dati agli agricoltori che hanno la partita IVA. Non compaiono i danni prodotti a chi coltiva i terreni per passione o agli agricoltori che non possono più permettersi di aprire una partita IVA.
    Ci sono poi gli incidenti automobilistici, che vengono risarciti solo se il selvatico muore sul colpo e avviene l’attestazione da parte delle forze dell’ordine.
    Il lupo e l’ agnello giaceranno insieme ma l’agnello dormirà ben poco.
    Woody Allen
    Questo è realismo
    Anche io vedo in natura solo rapporti mutualistici, ma equitalia non mi da tregua.
    Mariano
    Qualcuno inizio ad issare ovunque grosse reti di protezione contro la fauna, ed in occasione di un grosso incendio ci si rese conto che mancava solo il sale……………………….

  10. Efisio: Non bisogna avere chissà quale cultura per sapere cos’è l’antropocentrismo. Altrimenti c’è sempre wikipedia…il resto sono provocazioni infantili..
    Mariano: che facciamo, uccidiamo tutti gli esseri viventi che creano qualche disagio agli esseri umani?
    Io non ho mai scritto che lupo e agnello un giorno giaceranno insieme, inoltre non vedo cosa centri rispetto al problema villacidrese. Evidentemente quando non si hanno argomenti….

    Le reti non ti vanno bene, l’unica tua proposta è l’abbattimento. Non si può argomentare, non c’è verso, o si abbattono i cervi oppure niente. Mah???!!!

    • nell’accezione comune del termine non viene attribuita alla parola “antropocentrismo” un significato negativo nè tantomeno dispregiativo, anzi, viene comunemente opposta alla parola “teocentrismo”, che non viene certo elogiata come filosofia. Mi vengono in mente le storie della vecchia inquisizione, o i talebani o i terroristi dell’isis, che sono fortemente teocentrici e pochissimo antropocentrici, ora dalle nostre parti abbiamo i talebani animalisti, che Dio ci salvi. Non voglio ammazzare tutti gli animali, solo qualcuno, gli altri li lascio liberi di riprodursi, così potrò gustarli anche in futuro.
      Saluti a Bambi, a nonna papera e a peppa pig.

        • Ebbene sì lo ammetto, non riesco a capire la spiegazione del significato di una parola tanto difficile, solo una mente eccelsa, come poche ve ne sono, lo può comprendere, indi per cui, ti prego, spiegamelo tu, con parole semplici come si addice ad un vero cultore della saggezza, erudiscimi.
          Mi sono anche imbattuto in altre parole o frasi ostili e incomprensibili, per esempio “presuntuoso”, “talebano animalista”, “ecologista da salotto”, “visione disneyana della natura” illuminami ti prego, fa che anch’io goda di cotanta sapienza.
          Saluti a Bambi e a peppa pig. Nonna Papera lasciala perdere, non cercarla, ne ho fatto un buon brodino, se passi dalle mie parti te lo faccio assaggiare

          • Antropocentrismo vuol dire mettere l’uomo al centro dell’universo, semplice no?Vuol dire ragionare come se l’uomo fosse un animale diverso dagli altri e come se nella natura contassero solamente i suoi interessi. Non è necessario essere vegetariano per contestare l’antropocentrismo…per esempio i pellerossa non erano antropocentrici ma non erano vegetariani.

            • Ti sono infinitamente grato per avermi così sapientemente erudito. Noto anche la tua arguzia nell’afferrare al volo dei concetti astratti e la completezza delle spiegazioni. Essere antropocentrici non significa non volere altre creature sulla terra, ma capire che l’uomo è un’animale particolare, che deve rispettare l’ambiente in cui vive non solo per motivi etici e morali, ma anche perchè è un suo tornaconto, specie nel lungo periodo. Ora io mi chiedo se lasciare che una popolazione cresca indiscriminatamente sia corretto dal punto di vista ecologico o meno. A me risulta che l’unica specie in via di estinzione è l’agricoltore di montagna, e che un tipo di ambientalismo estremo non è utile per capire a fondo il problema. Se i pellerossa fossero antropocentrici o meno non mi è mai venuto in mente, so solo che in quel periodo quella parola non esisteva, c’erano solo i teocentrici. Ma il mondo è bello perchè è vario, ci sono gli antropocentrici, i talebani teocentrici e i talebani ambientalisti, e anche gli antiantropocentrici.

  11. Da una rapida ricerchina sul web ho scoperto che i cervi sono animali che preferirebbero pascolare e ricorrono alla brucatura soprattutto quando si ha carenza di pascoli. Ecco perchè la regione emilia-romagna propone come metodo preventivo dei danni non solo le reti ma anche “incremento delle aree di pascolo, recupero di seminativi
    abbandonati, apertura di radure nel bosco, sfalci programmati, ecc”.

    agricoltura.regione.emilia-romagna.it/…prevenire…danni/…/Ungulati%2…

    • “incremento delle aree di pascolo, recupero di seminativi
      abbandonati, apertura di radure nel bosco, sfalci programmati, ecc”.
      in poche parole: abbandonare le vallate coltivate, disboscare una parte della montagna, andare a falciare l’erba per fare il fieno da conservare per alimentare i cervi in inverno, lasciarli pascolare nei seminativi abbandonati, (ma i seminativi sono in pianura, come ce le portiamo le bestiole? con l’elicottero?). Ma prima o poi questi animali saranno in sovrannumero o no? e allora? paghiamo il veterinario per sterilizzarli?

      • Ho sentito da qualche parte questa idea di sterilizzare i selvatici (in particolare cinghiali) e penso sia la più grande fesseria che si possa immaginare, roba veramente demenziale. Ci rompiamo la schiena per allevare animali e procuragli gli alimenti e dovremmo sterilizzare quelli che si riproducono da soli e ci possono fornire carni migliori senza sforzo. Ma che belle soluzioni. E’ proprio come dici, le montagne di Villacidro non sono idonee alla costituzione di pascoli a perdere, perché la vera vocazione e tipicità del territorio è l’arboricoltura. Attività faticosamente creata dai nostri avi (a certe idee si rivolterebbero nella tomba), che andrebbe salvaguardata almeno quanto i cervi se non di più. I pascoli a perdere, in accordo con gli agricoltori che vengono ricompensati, si stanno già facendo nell’Arburese, dove il territorio adatto ai pascoli è notevolmente più vasto. Non è che i cervi capiscano quali sono i pascoli per loro e quelli per i domestici, ma comunque è un modo per allentare i conflitti e risarcire gli agricoltori dai danni che subiscono (I danni da cervi risarciti nell’anno 2011 nel Medio campidano, sono di circa € 10.800, ma riguardano solo gli aventi diritto, cioè gli agricoltori con partita iva, quindi sono da ritenere ampiamente sottostimati). E’ da decenni che non tagliamo i boschi ed importiamo la legna da fuori: se casomai dovessimo deciderci a soddisfare almeno una parte del nostro autoconsumo, sarebbe ancora più necessario tenere la popolazione di cervi sotto stretto controllo numerico in modo che sia in equilibrio con le risorse, altrimenti i danni verrebbero prodotti alla rinnovazione del bosco. Forse è l’unica cosa attuabile a Villacidro per fargli restare di più in montagna, dove oramai non trovano alimenti nel bosco alto, che usano come rifugio, per poi fare le incursioni nei vicini frutteti spinti dalla fame. Meglio una popolazione di cervi contenuta e ben nutrita, che una affamata e per giunta in grado di danneggiare…

  12. Ho dato uno sguardo al sito suggerito: agricoltura.regione.emilia-romagna.it/…prevenire…danni/…/Ungulati%2… che sui cervi dice: “la prevenzione non può basarsi solo sulla riduzione della densità dei cervi ma deve avere come elemento propedeutico la definizione di corrette ed opportune scelte di gestione selvicolturale (incremento delle aree di pascolo, recupero di seminativi abbandonati, apertura di radure nel bosco, sfalci programmati, ecc).”
    Quindi si parla di gestione integrata dei metodi, in cui la riduzione della densità è fondamentale e non in antitesi con i sistemi di prevenzione, la cui effettiva applicabilità va verificata in un contesto reale. Per quanto riguarda i cinghiali, oltre ai metodi di prevenzione , si deve attuare la “diversificazione delle tecniche di prelievo [alla braccata vanno affiancate la caccia in girata e la selezione (classi giovanili), meno invasive ed impattanti sul territorio]. Prelievi a basso impatto, ma anche in aree protette (Parchi, ZRC, Oasi, ecc)attraverso l’ausilio di trappole e chiusini di cattura (evitare l’effetto spugna)”. E’ tipico degli ideologici dell’ecologia estrapolare da testi e pubblicazioni scientifiche solo quello che non contraddice il loro pensiero. Io sono d’accordo con l’intera strategia che viene proposta, prenderne in considerazione solo una parte non ha senso, come non ha senso vedere in natura la prevalenza di relazioni mutualistiche e non la grande utilità della predazione (senza vinti e vincitori perché da un punto di vista evolutivo e dello stato di salute, si avvantaggiano sia le prede che i “violenti” predatori), il parassitismo, ed il diffusissimo saprofitismo, attuato da esseri discreti e silenziosi, senza i quali finiremo soffocati da montagne di sostanza organica e non sarebbe possibile nessuna simbiosi e predazione. Può far schifo che esistono esseri che si nutrono esclusivamente di sostanze morte e operano la decomposizione, ma è un’opinione che non può nascondere la realtà.

    • Spiegazione: l’effetto spugna si verifica quando gli animali si rifugiano nelle zone protette durante il periodo di caccia e quando questa termina si ridistribuiscono sul territorio.
      Secondo un indagine dell’ISPRA (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) i danni causati dai soli cinghiali nelle aree protette,nel 2005, sono ammontati a circa 2.248.188 Euro

    • A me interessava semplicemente dimostrare che esistono anche altri metodi per proteggere anche gli interessi degli esseri umani. L’opuscolo dimostra che ci sono anche altre pratiche oltre all’abbattimento selettivo. Detto questo, dovete ancora dimostrare che a Villacidro esista un’emergenza cervi e non si tratti invece di episodi circoscritti e limitati come invece io credo.

      Detto questo, non ho mai negato che in natura esistano anche i predatori, ma esiste anche la simbiosi ed altre forme di collaborazione intra ed interspecifica. Voi dite che dobbiamo abbattere i cervi perchè in fondo l’ambiente è per sua natura violento e sanguinario. Io rispondo dicendo: badate che esistono anche rapporti mutualistici. L’uomo non è un predatore, è dotato di intelligenza e non vedo perchè non si possano utilizzare metodi che contemporaneamente tutelino il lavoro degli agricoltori ma anche la vita dei cervi. I metodi ci sono ma voi niente, voi volete solo sparare.

      p.s i cinghiali sono OT in questa discussione

      • Intanto se rispondi a me lascia stare il voi, io rispondo delle mie affermazioni. Hai appena detto: “non ho mai negato che in natura esistano anche i predatori, ma esiste anche la simbiosi ed altre forme di collaborazione intra ed interspecifica”: non continuare a rigirare le frasi a tuo piacere, perché ancora prima hai affermato: “vedo una natura in cui prevalgono i rapporti mutualistici”. Ti ho solo contestato che le cose non stanno cos’ e solo una tua fantasia. A chi non piacerebbe che prevalessero, ma, continuo a ripeterti è un opinione (se “vedi” una visione). I rapporti di competizione, anche violenti, (solo in apparenza, perché, come ho appena detto, in natura sono essenziali ed hanno la funzione di regolazione), sono di gran lunga prevalenti sui rapporti simbiotici. E questo è un fatto scientifico, non un parere mio. Ti rammento che ho anche precedentemente scritto testualmente “Attualmente, essendo una sottospecie del cervo europeo protetta, con una popolazione ristretta (purtroppo concentrata in poche aree), non è possibile la caccia selettiva, fino a quando la popolazione complessiva supererà i 15.000 esemplari “ (per intenderci Corsica più Sardegna). Alla tua affermazione: ” I metodi ci sono ma voi (sempre questo voi) niente, voi volete solo sparare”, ribatto facendoti presente che non sono nemmeno cacciatore e non ho da difendere nessuna categoria. Anzi sconsiglio a chiunque di sparare i cervi, anche perchè le sanzioni vanno oltre i 15.000 euro e c’è la denuncia penale. Comunque, occupandomene scientificamente e non ideologicamente, ribadisco che l’abbattimento selettivo dovrà essere sicuramente preso in considerazione, visto che la popolazione, la quale conta oltre 8.000 esemplari (censimento 2014), distribuiti in 14 areali Sardi e 5 areali della Corsica, sta crescendo tanto rapidamente da far supporre che fra pochi anni non sarà più a rischio di estinzione. Ho anche appena detto che sono per i metodi integrati ma che l’effettiva…

        • Ho anche appena detto che sono per i metodi integrati ma che l’effettiva applicabilità va verificata in un contesto reale. Quanti sarebbero d’accordo sull’effettuare appositi tagli del bosco per alimentare i cervi? Fino a prova contraria non sono io a vedere le cose a senso unico. Poi questa è bella: “ i cinghiali sono OT in questa discussione”. Perché l’antropocentismo era OK? Oppure per i cinghiali dobbiamo fare riferimento ad una filosofia diversa?

          • Il problema è che tu interpreti quello che scrivi invece di cercare di capire…
            Ho detto che se tu nella natura vedi rapporti di forza, violenza e sopraffazione, io invece ci vedo rapporti mutualistici…ma è chiaro che nella natura c’è l’uno e l’altro. Intendo dire, per esser chiaro, che se scrivessi un libro sulla natura mi concentrerei sui rapporti mutualistici anzichè su quelli di forza, che invece vengono privilegiati dai divulgatori scientifici, i quali non fanno altro che trasmettere alle masse un’idea sanguinaria e matrigna che non è certo corrispondente alla realtà. Tu dici che sono prevalenti i rapporti di forza?bene, fornisci le prove…la tua parola non è una prova…
            Ecco, tu sconsigli di sparare ai cervi per via della denuncia e della sanziona. Ciò vuol dire che se la legge lo consentisse per te andrebbe bene…tu diresti mai a tuo figlio: non uccidere perchè altrimenti rischi l’ergastolo?
            Tu dici che l’abbattimento dovrà essere preso in considerazione perchè il suo numero bla bla bla…premesso che a prescindere non sono d’accordo, ma a Villacidro è questa l’unica soluzione possibile?il problema ha dimensioni tali da dover per forza oggi ricorrere all’abbattimento?
            Sì, l’anti-antropocentirsmo è Ok nella discussione perchè è la premessa per poter giudicare la natura per quella che è e non per quella che l’uomo vorrebbe fosse.

            • Sei libero di scrivere un libro con tutte quello che ti viene in mente, sono cavoli tuoi e di chi lo comprerà. Cosa c’entrano i divulgatori scientifici? Non sto parlando di rappresentanti di farmaci. Parli di argomenti che evidentemente non conosci: studia, studia e studia (ma bene, senza saltare un capitolo) qualche testo di ecologia serio (per es.E. Odum, padre dell’ecologia), e magari fatti qualche annetto piegando la schiena in campagna. Se invece preferisci cullarti nelle tue elucubrazioni, continua a forgiare la tue conoscenze ideologico-ambientali a buon mercato. La pedantezza dei tuoi parallelismi ed i tuoi concetti mi sono ben chiari, non c’è bisogno che ricominci da capo. Per me la discussione con te è chiusa.

            • Come ultima cosa è anche inutile che mi faccia certe domande: lo sanno tutti che sono un uomo spietato, sanguinario e privo di sensibilità.

  13. Mariano: chi ti dice che non abbia mai studiato ecologia, botanica, geologia, agronomia, ecc.? Da cosa lo deduci? Chi ti dice che non abbia mai lavorato in campagna?Sei pieno di pregiudizi, ti sei fatto un’idea di me completamente sbagliata. Ti piace pensarmi in un certo modo ma ti sbagli, questo è poco ma sicuro… continui liberamente a interpretare le mie parole invece semplicemente di cercare di capire.
    Se non sai cos’è la divulgazione scientifica puoi tranquillamente ricorrere a wikipedia…

    • Mariano: non sie privo di sensibilità, sei semplicemente chiuso nelle tue idee perchè a quanto mi hai detto ti danno da mangiare e quindi ti viene difficile provare a metterle in discussione. Meglio continuare a pensare che il tuo ragionamento è l’unico giusto perchè così si vive più tranquillamente.
      Comunque la discussione anche per me può ritenersi chiusa, potremo ricominciare quando ci fornirai dati concreti sull’emergenza cervi a villacidro. Ciao, buona giornata.

    • Vedi come sei pedante e poco arguto: con tutto rispetto Per Piero Angela, rispetto ad E.Odum (scienziato di fama mondiale) è l’equivalente di un venditore di farmaci. “Prima dici che i cervi sono aumento (il che presuppone cibo in abbondanza) poi che assaltano i terreni perchè affamati” – se è hai studiato sei messo male, ci dovresti arrivare da solo.
      Addio

    • diplomato a Disneyland, laureato in scienze delle fiabe e della fantasia, tesi di laurea dal titolo: “Bambi e Tippete, fenomenologia di un rapporto mutualistico interspecifico”. Specializzato in antiantropocentrismo fondamentalista. Docente di Animalismo Assolutista.

        • ti ho già detto: non sono cacciatore e neanche bracconiere, e non frequento i loro bar, anche se dopo questa discussione mi sento quasi in dovere (si, in dovere, hai letto bene) di diventarlo, (ma non lo farò, venendo meno a un mio dovere, ho altro da fare), per il bene del bosco, dell’ambiente e di qualche coraggioso e sfortunato agricoltore di montagna, e spero che nelle mie montagne tornino le capre come un tempo, e anche aumenti la presenza dell’uomo, (allevatori e agricoltori)perchè è la sola garanzia contro gli incendi, penso che sia meglio un allevatore che 10 forestali, (ovviamente l’allevatore deve essere controllato dai forestali). Vorrei che i cervi stiano dentro le loro riserve, magari aiutandoli anche con un un pò di cibo, ma quando sono troppi (e non sarò io a dire quando) bisogna farne cibo per gli umani. Senza tanti sentimentalismi, quelli me li conservo per gli agricoltori o per qualche essere umano più sfortunato di me e di te.
          Un saluto a Bambi, digli di non fare troppi figli, che c’è il lupo cattivo che li mangerà…

          • Tutto off-topic rispetto alla discussione sui cervi…la discussione ha ampiamente dimostrato che non esiste un’emergenza cervi a Villacidro. Chi crede alla favolette siete voi, d’altronde è stato Mariano a dire che i minerali potrebbero essere considerati degli esseri viventi. Però si sa, io sono poco arguto e non sono riuscito a cogliere la profondità di questa sua scoperta…

            • l’emergenza non esiste perchè non vengono a mangiare nel tuo piatto, se entrassero a casa tua e ti toglierebbero il cibo a te e alla tua famiglia forse diventeresti un pochino più antropocentrico. A me pare che anche i dati di Mariano siano sottostimati, 10.800 euro sono il raccolto di 2 ettari di vigna o di frutteto, questi animali hanno devastato ben più di due ettari, semplicemente penso che molti agricoltori si siano stufati di richiedere indennizzi e ci rinunciano. Per colpa di ecologisti da salotto dalla penna lunga che urlano e si stracciano le vesti, e che purtroppo trovano anche seguito da qualcuno che ha paura di perdere voti. E questo vale per cervi, cinghiali, cornacchie e nutrie.

      • Comunque, per concludere, mi pare che 10 800 euro di risarcimento (fonte mariano) in tutto il medio campidano per l’ “emergenza” cervi siano da considerare praticamente irrisori. Da ciò ne deduciamo che l’emergenza cervi esiste solo nelle fantasie giornalistiche che devono pur sempre riempire le pagine di un giornale o di un blog.

  14. Rispondo alle perplessità espresse da Efisio, anche facendo un riepilogo. Premesso che i cervi si ritrovano solo nel territorio di Monti Mannu a Villacidro, nella Zona di Monte Vecchio (Guspini), Gonnosfanadiga, con la concentrazione massima nel Comune di Arbus, gli indennizzi erogati non sono affatto lo specchio della reale portata dei danni per i seguenti motivi: gli indennizzi spettano ai soli agricoltori aventi la partita IVA e l’iscrizione alla Camera di Commercio. Vanno inoltre considerati i danni alla vegetazione forestale, che non sono risarcibili, salvo per i boschi nei primi anni di impianto. Inoltre, come so che ben sai, quando si fanno le stime il valore della perdita deve essere, per prassi, calcolato sul valore medio di mercato del prodotto o del bene. Quindi, non sempre coincide con il danno effettivo, il quale dovrebbe anche tenere conto della quota di lavoro a perdere svolta dal coltivatore per la manutenzione delle opere di contenimento, i maggiori costi delle operazioni agronomiche e di prevenzione. Poi c’è il cavillo che, all’indennizzo ed al risarcimento, si attribuisce un diverso significato. In pratica i due importi combaciano se i fondi a disposizione per i pagamenti sono sufficienti coprire i danni, altrimenti ci si deve accontentare della quota disponibile (il fondo è limitato e unico per il risarcimento dei danni causati da tutte le specie). Ad Arbus, dove ci sono ampie superfici, adatte ai seminativi, è stato possibile ridurre l’entità degli indennizzi attuando una forma di compensazione e mitigazione dei conflitti con gli allevatori, attraverso il finanziamento di pascoli a perdere che chiaramente hanno un costo. La questione è più complessa a Villacidro, poiché le condizioni del territorio sono inadatte alla coltivazione dei pascoli a perdere ed in montagna (dove si verificano i danni) i terreni sono a prevalente conduzione familiare, quindi, come già detto non risarcibili. Concludendo, gli indennizzi possono dare solo…

    • Danni alla vegetazione forestale? Ah questa è bella…stai a vedere che mò i cervi non solo non possono entrare nei terreni coltivati ma neppure possono esser liberi di girare nel bosco…

      Chissà perchè non vengono mai calcolati i danni che gli agricoltori ricevono dall’attività dei cacciatori: cartucce sparpagliate qua e là, rami e tronchi impallinati, furti di frutta durante l’attività di cacciagione, il mancato lavoro del giovedì e della domenica perchè se la presenza di cacciatori è molesta è praticamente impossibile lavorare, ecc.. Chissà perchè questi danni non vengono minimamente cosniderati…

      • Il fatto che ci siano cacciatori maleducati e poco rispettosi non significa che tutti i cacciatori facciano del male e che la caccia si debba proibire, come sempre occorre sia il rispetto delle regole, sia che le regole siano chiare e giuste, (perchè non sempre è così) ma sopratutto occorre il buon senso, sia nella caccia che nel credersi paladini e protettori della natura perchè magari abbiamo guardato i cartoni animati di Bambi quando eravamo piccoli.
        prova a parlare con chi coltiva angurie o meloni e si è visto rovinare il raccolto da centinaia di cornacchie nel giro di due o tre giorni, chiedigli se odia i cacciatori. Che poi ci sia qualcuno che combina guai sono d’acordo con te, ho visto piante abbattute da fucilate, tubi d’irrigazione bucati, reti divelte e frutti impallinati; ho visto anche medici che se ne fregano dei pazienti, ma se mi ammalo vado da un dottore, non da un ecologista della domenica

          • in genere mi fa piacere se riesco a far ridere una persona, questa volta un pochino mi dispiace, ma non sono offeso, solamente un pò deluso e ti spiegherò in breve il perchè.
            Ero convinto di avere a che fare con una persona tutto sommato intelligente e colta, anche se su qualche argomento la pensava diversamente da me, invece mi trovo di fronte ad uno che sbraita per un congiuntivo mal coniugato e poi non capisce una frase di tre righette, o forse, hai capito bene quello che ho scritto, ma non avendo altri argomenti da tirar fuori hai risposto con le tue solite frasettine da saccente che vuol passare anche da paladino dei poveri e degli indifesi, oltre che dei cerbiatti. Questa è la mia delusione, non aver capito bene con chi stavo colloquiando.
            Comunque, oggi mi avanzano dieci minuti e quindi ti spiego con altre parole, a scanso di equivoci. Oliati un poco le rotelle della mente, e leggi bene quello che scrivo di seguito:
            non ho detto che se il danno è provocato dai cacciatori è tollerabile e che loro possono fare quello che vogliono; se un cacciatore spara ad una pianta o abbatte una recinzione, deve essere punito e deve ripagare il danno con gli interessi, e magari anche vedersi ritirare la licenza per un periodo più o meno lungo o anche arrivare alla revoca permanent.
            Te lo ripeto ancora (repetita iuvant): se un cacciatore non rispetta le leggi e le cose altrui va punito.
            Come diciamo noi in Sardegna: capito mi hai ?!?!?!??
            Un saluto a Bambi e ai tre porcellini, con affetto, EfisioMuntoni

            • Efisio: sei tu che usi un tono provocatorio, io mi sto solamente adeguando…detto questo non ho nulla di personale contro te o mariano (il rifermento ai verbi mal coniugati era per il sindaco di domusnovas e non contro voi…). ciao

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.