Oggi è arrivato lo stop dal soprintendente per le belle arti e il paesaggio, Fausto Martino, contro il taglio di oltre 540 ettari di bosco.
DOMUSNOVAS. Centinaia gli ettari della foresta del compendio Monte Linas – Marganai, situata tra i comuni di Domusnovas, Iglesias e Villacidro, interessati dal nuovo progetto, portato avanti dalla Regione attraverso l’Ente Foreste e il Comune di Domusnovas, per produrre legna da ardere. La foresta era stata acquistata dalla Regione Sardegna nel 1980 con oltre un miliardo di lire di investimento e affidata alla gestione dell’Azienda Foreste Demaniali (oggi Ente Foreste) con lo scopo di proteggerla e valorizzarla. L’ente Foreste ha però approvato un nuovo taglio che si estenderebbe per circa 550 ettari a ridosso del confine con Magusu. Già da qualche tempo sono stati effettuati i tagli, per complessivi 35 ettari, nella località Caraviu e su Isteri, nel comune di Domusnovas. Gli effetti si possono vedere nella foto satellitare sottostante.
Da mesi ambientalisti e comuni cittadini si battono per fermare lo “scempio” che si sta compiendo nella foresta più vecchia d’Europa.
Un sit-in, organizzato dai “Cittadini sardi in difesa della foresta del Marganai“, si terrà venerdì 2 ottobre alle ore 10:30 di fronte all’Assessorato alla difesa dell’Ambiente, in via Roma 80 a Cagliari. “Crediamo che un taglio di queste dimensioni – spiegano gli organizzatori del sit-in – vada certamente rivisto, ponderato, e soprattutto attentamente spiegato al legittimo proprietario di tutti i beni di questa terra: il popolo sardo.”
E proprio oggi è arrivato lo stop al taglio degli alberi nella foresta del Marganai con un provvedimento del soprintendente per le belle arti e il paesaggio, Fausto Martino, che una settimana fa ha chiesto chiarimenti al Comune di Domusnovas senza però aver ricevuto risposta. (A. S.)
Gradirei conoscere l’opinione di Mariano e efisio.
Penso che prima di fare un taglio del genere occorra fare degli studi,e penso siano stati fatti. Non è peccato tagliare un albero, quello ricresce, non c’è problema, il problema si pone quando vengono meno le condizioni per la ricrescita. i boschi della sardegna non sono scomparsi perchè li hanno tagliati i toscani, ma perchè poi i sardi non li hanno saputi far ricrescere. Una delle condizioni perchè il bosco ricresca è che per qualche anno (qualche anno, non per l’eternità) vengano allontanati gli animali che potrebbero danneggiare le giovani piantine o i giovani polloni (con qualsiasi mezzo). Un bosco in balìa di se stesso, nelle condizioni ecologiche della Sardegna, è destinato a soccombere sotto il pascolo degli erbivori o di qualche pazzo incendiario. Un governo del bosco è necessario, se poi ci si guadagna qualche lira non ci vedo niente di male, mi pare che qualche posto di lavoro in sardegna serva, o no? Non tutti hanno lo stipendio sicuro e la pancia piena come qualche ambientalista da salotto di nostra conoscenza. Oppure, per tenere a bada gli erbivori importiamo i leoni, qualcuno mi dirà che in sardegna i leoni non ci sono mai stati, se è per questo non c’erano neppure gli animalisti disneyani. I boschi si tagliano in tutta Italia sta a noi essere intelligenti, e far sì che ricresca il più in fretta possibile dove ci sono persone competenti questo avviene, dove ci si mettono di mezzo ecologisti della domenica e sovrintendenti strapagati che non capiscono di boschi e di natura, e che dovrebbero pensare ad altri tipi di arte, questo non avviene. saluti a Bambi e ai settenani
efisio: qui non si sta parlando di governo del bosco ma di un vero e proprio scempio dimostrato dai 35 Ha di taglio. Io sarò un ambientalista da salotto, ma evidentemente siamo in tanti visto il comitato che si è creato e visto anche lo stesso taglio dell’articolo qui pubblicato che è chiaramente improntato alla difesa della foresta dalle speculazioni affaristiche. ciao
che sia uno scempio lo dici tu, per quanto riguarda il comitato non so chi ne faccia parte, spero non sia qualcosa dove c’è qualcuno che cerca voti. A volte anche il popolo si sbaglia, quando è guidato da persone che hanno altri interessi, la storia è piena di comitati che vanno a cercare i mostri. Poi ripeto, i boschi si sono sempre tagliati, ricrescono, quando non ci si mette di mezzo l’uomo a combinare altri guai. Abbiamo una risorsa che va sfruttata, c’è fame di lavoro, importiamo la legna da fuori, e qualcuno con la pancia piena e lo stipendio sicuro vorrebbe che i boschi fossero come quelli delle fiabe.
Lo dico io, lo dice questo blog, lo dice il comitato spontaneo, lo dicono la maggior parte delle persone. Ci sbagliamo tutti, tranne te e quel gran genio del sindaco di Domusnovas (incapace persino a coniugare i verbi).
Non intendo più fare interventi con interlocutori anonimi, anche se non costituisce un problema in assoluto. Preferirei guardare in faccia le persone con cui sto dialogando, specialmente in presenza di chi usa l’anonimato come un “muretto a secco” con l’unico scopo di provocare ed intavolare una sorta di infinita sfida dialettica “all’ultimo sangue”. La cosa è stata anche divertente e stimolante nella discussione sui danni da cervi, ma il gioco è bello quando dura poco e devo dedicare il tempo a cose più impellenti.In ogni caso di boschi ne ho parlato ampiamente in altre occasioni e non sono interessato ai processi mediatici sui tagli del Marganai ed ancor meno ad un uso politico. Sull’argomento ho giusto inserito, per dovere di cronaca, un commento acritico a seguito dell’articolo di Giorgio Murino, pubblicato sul sito sardiniasoprattutto.
Mariano, premesso che anche tu sei anonimo e non capisco l’urgenza di sapere nomi e cognomi degli interlocutori forumistici, puoi sempre discutere con altre persone. Nella mai richiesta di conoscere la tua opinione non c’era nessuna provocazione ma il semplice desiderio di conoscere la tua opinione, perchè al di là delle divergenze hai comunque competenze specifiche importanti. Vabbè, pazienza…
Questo taglio per alimentare le centrali a biomasse!? Non vedo altre motivazioni plausibili! Vorrei sapere la motivazione di questo “progetto” portato avanti come dice l’articolo da Ente Foreste per conto della Regione e comune di Domusnovas. Dovranno aprire una rivendita di legname a basso costo per il popolo sardo o regalare la stessa alle famiglie più bisognose per affrontare il “rigido” inverno ormai alle porte? L’acquisto costato oltre un miliardo non aveva lo scopo di proteggerla e valorizzarla? Ma chi é il genio o la squadra di scienziati che ha presentato questo “PROGETTO” ASSURDO???
Il popolo dovrebbe conoscere i nomi di queste persone!!!!!
Complimenti al soprintendente FAUSTO MARTINO, dovrebbero fargli un monumento in bronzo e obbligare la maggior parte dei fannulloni dell’ente foreste a lucidarlo ogni giorno…
Se veramente il taglio del bosco va alla centrale a biomasse non sarà il modo migliore di utilizzo della legna. Sarebbe stato meglio se la legna fosse valorizzata impiegando capitali e personale del posto, e facendo in modo che il valore aggiunto che ne scaturisce resti in loco. Per esempio si sarebbe potuta impiantare una piccola industria per produrre pellet, magari finanziando una società o una cooperativa di giovani, si sarebbe potuta lavorare la corteccia per farne materiale da pacciamatura per giardini, i tronchetti fini si potrebbero vendere inscatolati nei supermercati per utilizzo da barbecue, le scagliette come accendifuoco, succede questo nei supermercati, e purtroppo non sono ancora riuscito a vedere un pezzetto di legna sarda in vendita. Poi certamente una parte si sarebbe dovuta cedere ai residenti a prezzo calmierato. Possibile che non riusciamo a fare in modo che la ricchezza dei nostri suoli generi un ciclo virtuoso che darebbe lavoro a un pò di gente? Per il resto, penso ancora che il taglio vada fatto, non posso entrare nei dettagli del progetto perchè non lo conosco, ma penso che non lo conosca neanche la stragrande maggioranza di quelli che dicono di non essere d’accordo. Dalle poche foto che ho visto mi sembra un lavoro ben fatto, non è un taglio alla cieca come si dice da qualche parte, si vedono molte piante (probabilmente dei giovani semenzali) lasciate in piedi, fra qualche anno quelle piante saranno cresciute tantissimo, trovandosi libere dalla concorrenza delle piante tagliate; e andranno a produrre semi che faranno nascere altre piante, oltre che a nutrire cinghiali e cervi.
Dirò qualcosa che forse farà storcere il naso anche a chi ha fatto il progetto, (chiedo scusa in anticipo, ma penso che ciò che dirò aiuti a ragionare chi in buona fede non si fida della bontà del progetto): non è molto importante se si lasciano cento o duecento piante ad ettaro ma è forse più importante la gestione del bosco post-taglio, se si permette alla fauna (selvatica o domestica) di scorrazzare liberamente nelle aree di taglio, verrà difficile avere un sufficiente rinnovamento, per cui se proprio dovessi ergermi a paladino del bosco chiederei di limitare fortemente per quanto possibile il carico di bestiame per diversi anni. Come del resto è fondamentale preservare dal fuoco, ma questo lo sanno anche i bambini.
Non so chi sia il promotore del comitato, magari è in buona fede e crede fermamente a ciò che fa, spero sia così, perchè a volte in queste proteste c’è qualcuno che ha degli interessi (come ci potrebbe essere qualcuno che ha interesse che il taglio venga fatto- chi? le centrali a biomassa? i forestali per avere i meriti? i venditori di motoseghe? qualcuno che prende tangenti? fate voi), magari legittimi, ma spesso si utilizza una certa vicenda per esempio per cercare voti alle prossime elezioni, o perchè magari avrebbero voluto utilizzare loro, (magari in altro modo), questa risorsa. O forse solo perchè a noi sardi ci piace lasciare le cose come stanno per poi lamentarci che la politica non ci dà lavoro. Il fatto che la maggior parte delle persone non sia d’accordo col taglio non vuol dire che questo non sia giusto, la storia è piena di persone perseguitate per idee che venivano considerate sbagliate, e che ora sono universalmente considerate giuste. Cerchiamo di ragionare con la nostra testa, non facciamo le pecore. Un altra cosa che non capisco è come possa un soprintendente alle belle arti intervenire in questa materia, è come se un forestale andasse a giudicare il restauro di una chiesa o di una piazza antica.
Una cosa è il governo del bosco, un’altra è prevedere centinaia di HA di taglio nel giro di 5-6 anni. Questo non è governo, è uno scempio.
E non saranno certo 4 posti di lavoro a rendere accettabile la cosa, vi ricorda qualcosa quanto è successo a Furtei?
A Villacidro diciamo: non ci appiccigada nudda!!
Non c’è nesso fra l’oro di Furtei e la foresta, provo a segnalare alcune differenze: 1)l’oro è un risorsa non rinnovabile, la legna invece è rinnovabile, quindi col tempo si riforma; 2)per estrarre l’oro hanno scavato una montagna e usato cianuro e mercurio e chissà cos’altro, per tagliare la legna basta la motosega; 3)l’oro se lo sono presi gli autrialiani, la legna la bruciamo in sardegna; 4) a Furtei c’era un nostro caro ex presidente della regione che amministrava la società, qui c’è di mezzo la forestale e i controlli sono (o almeno dovrebbero essere) maggiori.
Il governo del bosco presuppone i tagli, tu come governeresti il bosco senza tagliare nessun albero? fammi sapere, sono curioso
Invece c’entra eccome, perchè con la promessa di qualche posto di lavoro o nuova fonte di reddito si va a distruggere il nostro territorio. Poco importa se i devastatori siano australiani o locali, non cambia nulla.
Il governo del bosco non centra nulla con il taglio di centinaia di Ha e soprattutto il bosco non ha bisogno di essere governato, semmai è l’uomo che ha bisogno di governare il bosco per poterne usufruire (non sono contrario al razionale governo del bosco, sia chiaro, ma giusto per chiarire un pò…)
quindi per te è la stessa cosa tagliare un albero che nel giro di qualche decennio ricrescerà (e nel frattempo il taglio avrà permesso ad altre piante di crescere) o disperdere nell’ambiente tonnellate di arsenico e mercurio?
Non riesci a trovare differenza fra il taglio (controllato e razionale) di una foresta e lo sbancamento di una montagna con spostamento di migliaia di mc di terra e successivo abbandono, senza nessun piano di ripristino?
Non bisogna essere esperti per cogliere le “sottili” differenze, basta togliersi un pò di pregiudizi dalla testa. Ma per alcuni è più figo partire lancia in resta contro i distruttori, si dorme meglio sentendosi paladini della natura, specialmente quando a fine mese lo stipendio arriva tranquillamente, chi se ne frega se qualcuno deve fare le valigie e andare in Germania mentre i sardi continuano a comprare la legna dalla toscana?
Dove tu vedi le divergenze io vedo le affinità: in entrambi i casi si propone un attacco all’ambiente naturale in cambio di alcuni posti di lavoro e di un presunto reddito da ridistribuire alla collettività. Come sardi dovremmo aver imparato a diffidare di queste promesse che storicamente si sono quasi sempre rivelate menzogne.
Ribadisco ancora che una cosa è il governo del bosco, un’altra è prevedere il taglio di centinaia di Ha di bosco. Capisci la differenza?Riesci a rispondere o preferisci continuare a provocare?
questo l’ho scritto prima, forse ti è sfuggito:
Il governo del bosco presuppone i tagli, tu come governeresti il bosco senza tagliare nessun albero? fammi sapere, sono curioso.
Tanto per sentire anche altre campane non sarebbe male vedere questo video: 2014 05 07 SeminarioCeduoRealtaPregiudizi
https://www.youtube.com/watch?v=dQXTc7puFxA&feature=youtu.be
quello che dispiace è che tanto sapere rimanga chiuso dentro una sala di un convegno per addetti ai lavori. A guardare bene nel convegno non si fa altro che ribadire l’utilità di quanto si è sempre fatto dove si pensa al bene del bosco, i nostri avi lo sapevano, anche se non c’erano studi scientifici che ne certificassero l’utilità; dove esisteva la regola del buon senso il bosco è sempre ricresciuto, dove è pravalsa la regola del saccheggio e del pascolo indiscriminato si sono avuti dei danni che dureranno per decenni. Molto belli i riferimenti agli ambientalisti, se dipendesse da me vieterei di usare questo termine, perchè fuorviante, cos’hanno di ambientalismo persone che condannano un bosco a venire bruciato dal primo pazzo piromane che passa? Perchè un boscaiolo che taglia un albero non è ambientalista? Qualcuno si è chiesto da dove viene la legna che usa nel camino di casa? Speriamo che anche qualche soprintendente si abbassi a sentire altre campane, anzichè passare il tempo a guardare il monumento in bronzo che i forestali gli stanno lucidando.
Il bosco non ha bisogno dell’uomo, bisognerebbe quantomeno essere onesti e dire le cose come stanno.
Per quanto so il seminario era stato fatto a seguito delle polemiche nate sul Marganai per dibattere sul governo a ceduo, non tanto con gli addetti ai lavori, ma con associazioni “ambientaliste” che lo contestavano e chiedevano con veemenza chiarimenti sui tagli.
Il Piano Particolareggiato del Marganai si trova in questo link:
http://www.sardegnaambiente.it/j/v/152?s=273092&v=2&c=12078&t=1
Il conservazionista F.H. Whitehead, nel suo testo di “Ecologia Pratica applicata alla conservazione della natura” (1993), scrive: “Siamo più disposti ai dibattiti che all’attività e questo vale sia per l’Italia che per altri Paesi. Gli USA e la Gran Bretagna sono avanti di 30-50 anni nella traduzione pratica della conservazione, ma ancor oggi a molti ecologi – qui ma anche in USA (specialmente quelli specializzati in settori molto ristretti)- risulta difficile trovare disponibilità verso l’idea di intervenire sul’ambiente naturale. Tale politica di non interferenza sulle comunità naturali è assolutamente irrealistica. Essa deriva dal rifiuto di riconoscere che, a partire dal Neolitico coi suoi raccolti e con l’allevamento degli animali domestici, l’influenza esercitata dall’uomo agricoltore, pastore e poi industriale sulla Natura si è estesa a tal punto nello spazio e nel tempo che, probabilmente, oggi non esiste parte della superficie terrestre che sia completamente esente dagli effetti delle attività umane……….. Di conseguenza gran parte di quanto ammiriamo e apprezziamo per svariate ragioni (da quelle estetiche a quelle economiche) e che riteniamo degno di essere conservato è essenzialmente un prodotto delle attività umane. E’ quindi logico che la sua conservazione possa essere assicurata soltanto mediante il mantenimento dell’influenza umana. …….. Non significa che bisogna esercitare più potere di quanto sia necessario per realizzare certi obbiettivi, anzi, per quanto possibile, ciò dovrebbe essere lasciato alle sole forze naturali. Tuttavia, per raggiungere il risultato desiderato, è necessario un certo grado di intervento, controllo, stimolazione e direzione di tali forze.” Lo stesso autore, parla delle conseguenze dell’esodo delle popolazioni montane dell’Appennino Tosco-Emiliano che hanno interagito per secoli con l’ambiente modificandolo per assicurarsi le risorse primarie necessarie al sostentamento (cibo, pascolo e fuoco per vari usi.)A causa di tale…
Il fatto che l’uomo modifichi l’ambiente da sempre a causa delle sue attività non significa a) che ogni suo intervento sia legittimo b)che debba necessariamente intervenire sempre e comunque.
Efisio: Ripeto, il governo del bosco non può certo prevedere il taglio di centinaia di Ha di piante. Il governo del bosco deve essere razionale, se non lo è si parla di scempio e non di governo.
Peraltro sembrerebbe che manchino anche una serie di autorizzazioni…
se hai mille metri di bosco fai il taglio su mille metri, se hai centinaia di ettari fai il taglio su centinaia di ettari (in questo caso taglio e governo sono all’incirca la stessa cosa. Se il taglio è razionale o meno chi lo deve giudicare? i tecnici forestali o il soprintendente alle belle arti??
Quali studi ecologici o forestali ha fatto questa persona?
Se poi mancano autorizzazioni…
è vero, siamo la repubblica della burocrazia, delle marche da bollo e dei cavilli legali, oltre che degli ambientalisti da salotto e degli integralisti antiantropocentrici
Se è per quello siamo anche nel paese degli speculatori, dei bugiardi, degli amministratori che promettono l’eldorado, degli incapaci o di quelli in malafede che prendono decisioni nefaste per le popolazioni (vedi Vajont), di quelli che accusano la burocrazia perchè vorrebbero distruggere tutto liberamente. Per fortuna però ci sono anche persone (sempre di più adesso, vedi comitati che sorgono ovunque contro varie speculazioni territoriali) che riconoscono certe cose per quelle che sono e le chiamano come meritano: scempio, devastazione, ecc.
E stai tranquillo che se non ci fosse stata l’indignazione popolare, nè il sovraintendente nè la magistratura avrebbero mosso un dito…
speriamo che la magistratura faccia in fretta e sopratutto che si serva di consulenti competenti, a questo proposito vorrei sapere se il nostro soprintendente da monumento in bronzo si sia avvalso di consulenti abilitati o abbia agito solo avvalendosi della sua autorità, (suppongo legittima, anche se a mio avviso inopportuna) e nel caso, chi siano questi consulenti.
Perchè stiamo arrivando veramente all’assurdo, i boschi si sono sempre tagliati e sono sempre ricresciuti, anche senza consumare montagne di carta per produrre documenti giustificativi, peraltro inutili visto che basta che qualcuno in cerca di pubblicità coinvolga un pò di persone, organizzi un “comitato” e blocchi tutto lo sforzo progettuale e organizzativo di persone competenti, che tra l’altro sono pagate dalla collettività, cioè da noi.
Errori nelle opere se ne fanno sempre, ma non per questo dobbiamo smettere di fare alcune cose. Se dopo il disastro del Vajont avessimo bloccato tutte le dighe, se dopo un incidente aereo non facessimo volare più gli aerei, se dopo un crollo di un ponte avessimo smesso di fare ponti, mi sai dire dove saremmo arrivati? Io penso che ogni opera vada valutata senza pregiudizio e con competenza, un errore del passato non può condizionare per sempre lo sviluppo futuro, ci deve servire da monito e da guida, ma non deve avere valore assoluto. (tra l’altro nel caso del Vajont non è stata la diga a cedere, ma la montagna a franare). Ho appena letto i documenti che Mariano indica, e penso che finalmente siamo usciti dalla filosofia della “naturalità assoluta”, che ha portato solo incendi e allontanato la gente dalla montagna
E per l’azione di qualche “ambientalista” da salotto si rischia di tornare indietro di decenni. Se leggessi bene il piano e cercassi di informarti da chi nei boschi ci vive, capiresti che un bosco lasciato a se stesso diventa meno ospitale per molte specie, non solo per l’uomo. Qui si sta a filosofeggiare di antropocentrismo mentre i nostri giovani non trovano lavoro, abbiamo risorse rinnovabili e le lasciamo agli incendiari, perchè ormai è assodato che dove l’uomo non interviene prima o poi arriva qualche pazzo piromane, che se ne frega dei comitati e dei piani di gestione, ma per qualcuno è più importante la filosofia (chiedo scusa ai filosofi, quelli veri, non quelli da salotto)
Demagogia da 4 soldi. Il tuo futuro è nel salotto della politica.:)
Hai centrato in pieno la problematica, che i link seguenti non possono che confermare facendo emergere anche ben altro:
https://www.facebook.com/NuoroForestrySchoolUniSS/posts/1030681526956703
https://drive.google.com/file/d/0B1KmbP6KTmPyc3h6bW9WUjBQdUU/view?pli=1
Prosieguo del post 24 ottobre ore 19,44
A causa di tale abbandono e per soddisfare l’aumentata richiesta di legname da opera si è incentivata la riconversione dei cedui di faggio all’alto fusto. Riguardo a ciò Wihtehead, da ecologo conservazionista serio e realista, dice: “Tale cambiamento ha molta validità anche dal punto paesaggistico,poichè i boschi semi-naturali di faggi maturi, ad alto fusto, sono più belli alla vista che non i boschi cedui. In realtà il fatto non è privo di conseguenze negative, in quanto formano meno habitats e non possono ospitare parecchie specie vegetali e animali. Forse la cosa migliore,nei piani forestali futuri, sarà quella di conservare almeno una parte della faggeta governata a ceduo quale rifugio per le varie specie minacciate dalla conversione all’alto fusto.” Per analogia è ben risaputo che nelle fustaie di leccio si crea una copertura monoplana di solo leccio, mentre nel ceduo è presente in quantità l’erica arborea, la fillirea, il corbezzolo ecc. che offrono cibo a diverse specie ornitiche.
Forse tutta la documentazione del piano è troppo corposa e ricca di termini tecnici che possono essere pesanti per i non addetti ai lavori. Il documento di sintesi per la Valutazione di Incidenza Ambientale, mi pare spieghi bene ed in modo semplice il piano particolareggiato.
http://www.sardegnaambiente.it/documenti/3_226_20150205155331.pdf
Ho letto il documento, la cosa mi rattrista ancora di più, pensare che per una volta che si fanno le cose per bene arrivi il solito bastiancontrario accompagnato da qualche decina di aspiranti paladini della natura, e tutta la fatica di tante persone (pagate da noi) vada dispersa; e qualcuno che sperava di trovare un lavoretto per guadagnarsi una pagnotta debba fare le valigie ed emigrare. Un tempo le cose si facevano senza tante carte e tanti studi, esisteva il buonsenso, oggi prevale la burocrazia e chi ha i migliori avvocati o magari promette voti alle prossime elezioni. E gli incendiari ringraziano.
Riassumendo la questione: una pianificazione effettuata da uno staff con competenze multidisciplinari, formato da di 12 esperti in pedologia, geopedologia, selvicoltura, avifauna e vegetazione.
Una filiera bosco legno a km 0 gestita da gente del posto additata come una banda di speculatori (una volta tanto che sono le popolazioni locali ad usare le risorse). Una campagna mediatica che, contro ogni evidenza tecnica, vuole fare passare un canonico taglio colturale come un disboscamento e un bosco ceduo come la foresta primordiale più vecchia di Europa. In effetti ha circa 50 anni, in quanto è il risultato dei tagli precedenti (almeno 15 fatti a distanza di circa 20 anni), a dimostrazione che,benché tagliata anche in modo molto intensivo e con regole che non si preoccupavano della sostenibilità ecologica (ben ponderata nel piano), il taglio non ha prodotto il disboscamento, ma conferma che è una modalità di utilizzo di una risorsa rinnovabile. Un politico, filosofo con titolo, che dice di voler chiedere chiarimenti senza accorgersi che c’è un piano particolareggiato pubblicato da diversi mesi sul web. Una petizione su secure.avaaz.org, fondata sull’inganno perche, anche essa, presenta la foresta del Marganai come millenaria e configura i tagli come un disboscamento: la petizione partita con l’intento di raccogliere 100.000 firme, visti gli scarsi risultati e scesa a 10.000 ed ora con solerzia a 5.000. Mi chiedo che valore possa avere, visto che hanno firmato da tutte le parti del mondo (Inglesi, Americani, Brasiliani, ecc.) basandosi su un’esposizione ingannevole dei fatti (alla faccia delle comunità locali). Un sopraintendente che ha soprainteso le sue competenze. E per finire un fatto squisitamente tecnico che si dovrà dirimere attraverso la magistratura.
Dimenticavo di considerare che i tagli previsti non interessano nemmeno l’area SIC, anche se la cosa non avrebbe costituito un pregiudizio considerato che la CE attraverso il Piano di Sviluppo Rurale 2007-2013 Reg – CE n. 1698/2005 finanzia la seguente misura: 122 – Migliore valorizzazione economica delle foreste che è divisa in tre azioni:
Azione 122.1 Recupero e valorizzazione economico-produttiva delle sugherete esistenti
Azione 122.2 Recupero della gestione produttiva del ceduo mediterraneo
Azione 122.3 Valorizzazione economica di altre filiere di pregio”
Faccio notare che, fra i criteri per l’assegnazione dei punteggi che danno priorità nella graduatoria, per le rispettive somme assegnate a ciascuna azione, sono previsti: due punti aggiuntivi per i boschi localizzati nelle aree sottoposte a vincolo idrogeologico, due punti aggiuntivi per i boschi localizzati nelle aree SIC e ZPS, due punti aggiuntivi per i boschi localizzati in aree montane.
Quindi è un complotto di cui è parte integrante anche villacidroinfo?
Mariano dice che la foresta del marganai esiste da soli 50 anni…cito:In effetti ha circa 50 anni… Una petizione su secure.avaaz.org, fondata sull’inganno perche, anche essa, presenta la foresta del Marganai come millenaria e configura i tagli come un disboscamento
Domanda: prima cosa c’era? un centro commerciale?
qu
quando si parla di età di una foresta comunemente si intende l’età media degli alberi presenti, non si sta indicando da quanto tempo in quella zona esiste una foresta.Se fosse così come dici tu, in tutto il mondo avremmo quasi sempre foreste millenarie, dal momento che le foreste sono sempre state nelle solite zone (almeno in gran parte). Tra l’altro se dovessimo fare i pignoli si dovrebbe parlare di bosco più che di foresta,ma queste sono sottigliezze che non portano da nessuna parte. Il problema è reale, non è questione di terminologia più o meno azzeccata, quella la lasciamo agli esegeti e ai filosofi.
Ma ci sei o ci fai?
Confermo, il soprassuolo si è ricostituito più volte ex-novo ad ogni taglio, e la nuova copertura forestale di origine secondaria, a parte le matricine con poche decine di anni in più, ha circa 50 anni (cioè il periodo intercorso dall’ultimo taglio ad oggi). Le evocate foreste primarie, primordiali, millenarie o come le vogliamo chiamare sono ben altra cosa. Ripeto, confermo e ribadisco, si tratta di un artifizio dal quale, anche gli oppositori al taglio avrebbero dovuto prendere pubblicamente le distanze.
Ho detto fino dall’inizio che non intendevo dibattere sull’argomento, infatti, mi sono prevalentemente limitato a riportare considerazioni fatte da ecologi esperti e dare indicazioni sul materiale reperibile sull’argomento, sottolineando giusto qualche aspetto affinché i lettori interessati possano valutare da soli. Di materiale ne ho fornito abbastanza e non ho nessuna intenzione di imbastire dialoghi su domande spocchiose che rispedisco al mittente. Ringrazio Villacidro.info, che attraverso l’articolo ha dato la possibilità di evidenziare anche ciò che la stampa sensazionalistica tende a tenere in ombra. Passo e chiudo
mi sa che qui si perde tempo e basta, non c’è più sordo di chi non vuol sentire. E poi mi sa che siamo rimasti in pochini. Pigna ha esaurito gli argomenti e si aggrappa disperatamente ai cavilli semantici per tirar fuori due paroline, Paolo sta lucidando il busto di bronzo e non ha più tempo per parlarci dei danni procurati dalle centrali a biomassa, il “comitato ambientalista” sta cercando qualcuno da mandare al convegno senza accorgersi che questo convegno è già finito, il sovrintendente sta studiando la differenza fra taglio e disboscamento, fra ceduo e fustaia e tra ghianda e ghiandaia. I forestali e i professori hanno fatto il loro dovere e ora hanno altro da fare. In mezzo rimangono dei giovani che hanno creduto in una azione che avrebbe dato loro la pagnotta per qualche anno, un bosco che è destinato ad essere preda del primo pazzo piromane che passi lì vicino. Questo mi rattrista, e mi fa capire quanto siamo indietro culturalmente e socialmente, oltre che dal punto di vista ecologico e forestale. Il tutto ovviamente si ripercuote sul sistema economico: abbiamo pagato i forestali, (sia l’azienda che il Corpo Forestale), abbiamo pagato il progetto di gestione con quintali di carte e scartoffie, si è pure organizzato (sostenendo dei costi) un convegno per spiegare al “popolo sardo” cosa si andava a fare, (convegno disertato dai pasdaran dell’ecologia), poi abbiamo pagato un sovrintendente che blocca sul nascere un’iniziativa che ha la sola colpa di voler gestire il bosco razionalmente. In altre zone d’Italia tutto ciò non sarebbe avvenuto, in zone dove sanno distinguere fra il bosco e la foresta amazzonica e dove la gente utilizza il bosco come una vera risorsa e per questo la salvaguarda, ma non la mette in naftalina come qualcuno fa dalle nostre parti.
Ho imparato da poco che in alcuni dizionari è comparsa una nuova parola, si chiama tafazzismo, (deriva da un personaggio comico che si bastonava le parti intime e provava piacere) ovverossia la capacità che ha certa gente di farsi del male, ed essere pure contenta, mi sembra che in questo caso i sardi siano un pochino tafazzisti. Non conosco nessuno degli attori di questa tragicommedia, non abitando da tempo a Villacidro ho allentato i contatti col territorio, ma basta poco per documentarsi, leggendo questo blog non ho potuto fare a meno di esprimere quello che penso, e spero che alla fine la ragione prevalga, con buona pace degli ambientalisti disneyani, degli ecologi integralisti, dei talebani della natura e dei nostalgici di Bambi e di Biancaneve. Un augurio ai giovani taglialegna, la Sardegna ha bisogno di loro
Riporto dal sito istituzionale Sardegna foreste: …Il Complesso Forestale Marganai è composto da sei unità gestionali ricadenti nei comuni di Iglesias, Fluminimaggiore, Domusnovas, Buggerru, Gonnesa. Tra queste la foresta demaniale di Marganai. La superficie totale è di circa 5560 ha…..
Ora, secondo mariano, in quei 5560 Ha non ci sarebbe una sola pianta o arbusto con più di 50 anni (cito mariano:… il soprassuolo si è ricostituito più volte ex-novo ad ogni taglio, e la nuova copertura forestale di origine secondaria, a parte le matricine con poche decine di anni in più, ha circa 50 anni (cioè il periodo intercorso dall’ultimo taglio ad oggi)…..). A me onestamente mi sembra totalmente inverosimile…
La foresta del marganai è un sito di interesse comunitario (SIC), ciò vuol dire che esistono dei vincoli che sono imprescindibili se si vogliono fare degli interventi umani. Ora, secondo martino, questi vincoli non sarebbero stati minimamente rispettati.
Detto questo o mariano e efisio rispondono in merito oppure e meglio chiuderla qui. E’ del tutto inutile citare gli autoelogi dei professori universitari su quanto sono bravi e competenti, il punto è il mancato rispetto dei vincoli, tutto il resto sono chiacchiere (quelle di mariano) e infantili provocazioni (quelle di efisio). ciao
non conosco tutti i punti del ricorso e dell’ordinanza del sovrintentendente dal busto di bronzo, e sinceramente non sono esperto di cavilli burocratici e non mi interessa diventarlo. Io vorrei parlare con logica e con “scienza e coscienza”, se poi ci sono delle leggi che consentono a qualcuno, che dovrebbe occuparsi di centri storici e monumenti, di bloccare un’attività produttiva, che crea lavoro e salvaguarda il bosco e il territorio, allora significa che quella legge è da cambiare. Per come la penso io il sovrintendente sta commettendo un abuso di autorità, ma, da questo punto di vista non ho le conoscenze sufficienti. E mi piacerebbe che chi non ha sufficienti conoscenze di gestione del bosco e del territorio ascolti chi ne sa più di lui. Le leggi sono (dovrebbero) essere fatte per servire l’uomo e favorirne le azioni utili alla società, non ritengo giusto che avvenga il contrario, cioè che l’uomo sia al servizio delle leggi, quando queste sono ingiuste. Ovviamente non sto dicendo che dobbiamo disubbidire alle leggi, ma possiamo criticarle e contestarle, quando abbiamo le basi sulle quali poggiare le nostre tesi. Basi concrete, non filosofia antiantropocentrica che non ci appicciga nulla.
Dovresti entrare in politica, pensaci…
Se citi, non puoi omettere che si stava parlando, molto chiaramente, della zona interessata dalla ceduazione 50 anni fa, che è quella individuata per il prosieguo del governo a ceduo e per logica quella in cui si osteggia il taglio. La zona da ceduare è ben definita, interessa una precisa tipologia di bosco e non è sparsa a casaccio. Il piano è ben articolato ed individua bene anche le zone boscate più vecchie (comunque è esclusa la presenza di foreste primarie) per le quali non viene prevista la ceduazione. Che i 500 ettari da ceduare siano fuori dal SIC lo dicono i limiti cartografici, non è una cosa che si può far valere per discussione. Sono dentro il SIC quelli già ceduati pochi anni fa.Il post del 7.10.15 ore 9,57 da già una risposta esaustiva sull’ammissibilità della ceduazione in aree SIC.
mariano: no, tu non avevi affatto chiarito che ti riferivi all’area della ceduazione. Detto questo, tu dici che il taglio è fuori dall’area SIC, martino sostiene il contrario…chi vivrà vedrà…
Va da sé che la petizione o il sit-in contro il taglio vanno riferiti all’area che si vuole tagliare e alle sue caratteristiche. Sarebbe surreale protestare contro il taglio di aree dove questo non è previsto.
Nelle aree sottoposte a Vincolo Paesaggistico il D.Lgs. 22/01/2004 n. 42 e s.m.i. (come da Decreto Ministeriale o aree tutelate per legge, come previste dall’art.142 del medesimo D.lgs, o sottoposti a tutela dal Piano Paesistico), prevede il rilascio dell’Autorizzazione Paesaggistica, ai sensi degli articoli 146 del D.Lgs. n.42/2004 per interventi edilizi. Mentre ai sensi dell’art. 149 non è richiesta autorizzazione “per il taglio colturale, la forestazione, la riforestazione, le opere di bonifica, antincendio e di conservazione da eseguirsi nei boschi e nelle foreste indicati dall’articolo 142, comma 1, lettera g), purché previsti ed autorizzati in base alla normativa in materia (che per i tagli boschivi, compete al Corpo forestale e al servizio SAVI (se ricade nel SIC) e per quanto riguarda l’approvazione dei piani forestali, anche alla Provincia competente ai sensi del RDL 3267/23. Per la normativa forestale, la ceduazione è un “taglio colturale” contrariamente al termine “disboscamento” che, invece, comporta un alterazione permanente dei luoghi e la definitiva eliminazione del bosco. Potrei anche sbagliarmi, ma penso che sia unicamente questo il nodo da sciogliere.
OK te la dò per buona che ci sono alberi e arbusti con più di 50 anni, e secondo te quanti ce ne sono con più di mille??
https://www.facebook.com/NuoroForestrySchoolUniSS/posts/1030681526956703
https://drive.google.com/file/d/0B1KmbP6KTmPyc3h6bW9WUjBQdUU/view?pli=1
Sopra ho riportato ancora il link della lettera del Dott. Scotti che, a seguito dell’articolo di G.A. Stella sul Marganai, pubblicato sul Corriere della Sera, ha chiesto di poter ribattere, sullo stesso, senza ottenere nessun riscontro. Oramai ho superato il mezzo secolo di vita e che si faccia il governo a ceduo o a fustaia a me cambia ben poco, ma ci tengo che la questione venga affrontata con pragmatismo, secondo scienza e coscienza ed un confronto aperto ed onesto. Mi rammarica che i giovani laureati in Scienze Forestali, anche nella Facoltà di Nuoro e che, probabilmente, hanno avuto come insegnante il Prof. R. Scotti, non facciano sentire forte la loro voce. Forse sottovalutano la faccenda, ma si sta mettendo in discussione anche la validità della loro formazione e professionalità – da specializzati in scienze forestali ad appartenenti alla cerchia dei nuovi vandali (si sta creando un precedente dove la materia forestale sarà di competenza mediatica, del sopraintendente e della magistratura. Roberto Scotti ha ragione nel dire che tanto vale chiude il corso di studi). La situazione non è differente dal volere fermare gli interventi chirurgici perché sorge un comitato contro l’innaturale manipolazione del corpo umano: non credo che la categoria dei medici starebbe a guardare.
Segnalo anche questo link,che, anche se non direttamente collegato con il Marganai, fa riflettere su cosa comporta nel nostro paese l’abbandono colturale, che è anche culturale:
http://landscapeunifi.it/images/pdf/7_Il_Secolo_XIX_31-08-2012.pdf
Penso che l’esito del ricorso alla magistratura non sia così scontato e, alla luce di questa sentenza storica, mi pare che anche il sopraintendente dovrebbe rivedere la sua posizione.
http://landscapeunifi.it/it/news/170-paesaggi-storici-storica-sentenza-sul-bosco-di-sant-antonio-in-abruzzo
Mariano e efisio sostengono che coloro che si oppongono al taglio della foresta non siano altro che ambientalisti da salotto del tutto incompetenti sull’argomento, in realtà questo non corrisonde al vero….
Già nel novembre 2014, ben prima quindi dell’articolo di Stella (settembre 2015) e anche dell’inizio della raccolta firme (febbraio 2015), il Prof. Angelo Aru (agronomo, docente ordinario Geopedologia, Dipartimento di Scienze della Terra Università degli Studi di Cagliari), il biologo Francesco Aru (ingegneria ambientale e metodologie legate all’ambiente ed al territorio, Università degli Studi di Cagliari) e il geologo Daniele Tomasi (ricercatore, Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università degli Studi di Cagliari), avevano pubblicato un documento inviato all’ente foreste e all’Assessorato regionale della Difesa dell’Ambiente in cui denunciavano l’irrazionalità dei primi tagli effettuati nella foresta del marganai. Già allora avevano denunciato possibili problemi riguardanti fenomeni erosivi e di desertificazione, ma nonostante questo i tagli proseguirono.
Documento:
https://gruppodinterventogiuridicoweb.files.wordpress.com/2015/01/richiesta-incontro-tecnico-ente-for.pdf
6) in una didascalia si legge che ci sono dei danni causati dagli “artiodattili suidi” che tradotto in italiano significa cinghiali o maiali, in questo caso sono d’accordo con chi ha fatto la relazione, occorre allontanare i maiali (se ci sono) e eliminare i cinghiali, con tutti i mezzi , altrettanto va fatto con capre e cervi, (ovviamente per qualche anno) .
7) sono d’accordo anche sul fatto che in qualche caso le frasche sono state poste lungo le linee di pendenza e non hanno potuto svolgere la funzione di contenimento del trasporto a valle della lettiera, ma non per questo si bloccano i lavori, occorre maggior sorveglianza e maggior attenzione.
Insisto ancora sul fatto che il taglio non provoca la deforestazione, quella arriva quando dopo il taglio (a volte anche senza il taglio, vedi pineta) ci passa il fuoco, (magari ripetuto per anni) e ci vanno a pascolare ripetutamente cinghiali e maiali, capre e cervi in sovrannumero, quindi prepariamo le doppiette, altro che cacciatori delinquenti e assassini, in questo caso si rivelano utili.
Non conoscevo la relazione, non so se chi l’ha fatta ha agito per scopi nobili o se questa giunge a seguito di incarico pagato magari da qualche ente pubblico, che magari ha alle sue dipendenze del personale competente, ma che magari preferisce affidare incarichi ad esterni, così tanto per fare qualcosa. Mi stupisco che gli autori non abbiano partecipato al famoso convegno dove avrebbero potuto dialogare con chi di dovere, con qualcuno che ne sa sicuramente più di me, magari avrebbero convinto anche loro e tutto sarebbe finito.
Invece siamo sempre alle solite diatribe dove vince chi azzecca più cavilli legali.
Ormai con tutti i vincoli posti dai vari regolamenti il fattore che agisce maggiormente nella gestione dei boschi è il fuoco. Spendiamo milioni di euro per pagare operai forestali per rimboschire e pulire i boschi (qualcuno dice “lucidare le foglie”), per pagare guardie che devono guardare, tecnici che devono…
argomentare e suggerire azioni da effettuare, per poi scoprire che anche i tecnici non sono d’accordo sul da farsi. Abbiamo allontanato dai boschi i caprari perchè le capre mangiano le piante e abbiamo speso milioni per riportare i cervi che anche loro mangiano le piante. Senza contare le spese per la prevenzione e la lotta agli incendi. Qualche generazione addietro tutte queste spese non si sostenevano e i boschi si tagliavano e si rinnovavano da soli. Il bosco era fonte di benessere e di sostentamento per una buona fetta della comunità, oggi è fonte di costi e sprechi, però è una buona sorgente di voti e di clientelismo. Insomma, non abbiamo ancora smesso di farci del male
Le persone che hanno redatto il documento sono più che competenti, non ha alcun senso avanzare sospetti se non si hanno prove al riguardo…
Guardando le foto velocemente e lasciandosi trasportare dall’emozione sembra proprio che stia avvenendo un brutale attacco alla natura, ma osservando bene e ragionando non si possono non fare alcune considerazioni: 1) di suolo eroso ce n’è ben poco, la maggior parte del materiale trasportato è rappresentato dalla lettiera, se consideriamo che il taglio ha prodotto in poco tempo svariate tonnellate di materiale organico che non ha avuto il tempo di decomporsi e penetrare nel terreno, è normale che vi sia un notevole accumulo di questo materiale, (essenzialmente foglie e rametti).
é vero che la lettiera decomponendosi fertilizza il suolo, per cui meno se ne perde meglio è, ma non è il caso di disperarsi, la lettiera si riformerà in pochi anni.
2) Quelle pietre che si vedono in foto sono in maggior parte ricoperte di muschi e licheni, il che dimostra che sono da tempo fuori suolo.
3) anche le radici delle piante che si vedono fuori terra nella foto è chiaro che sono da tempo esposte, se si andasse a controllare in boschi non tagliati troveremmo tantissime radici in quelle condizioni. Un certo grado di erosione è fisiologico in tutti i boschi, da sempre i fiumi hanno trascinato a valle elementi nutritivi, dalle famose alluvioni del nilo alle meno famose alluvioni del campidano.
4) lo schianto di qualche pianta è fisiologico in una situazione dove le piante vengono private della protezione dal vento effettuata dalle altre piante del bosco, sarebbe bastato che quelle piante fossero state ceduate e ciò non sarebbe avvenuto. Probabilmente chi decide quali piante tagliare è stato troppo “generoso” e ha lasciato in piedi alcune piante che avrebbero addirittura beneficiato del taglio.
5) La alterazione e semplificazione dell’habitat è solo temporanea, dopo pochi anni si avrà invece un aumento della diversità come già indicato in altri post da Mariano e come si può facilmente osservare facendo un sopralluogo in zone tagliate da almeno 5 anni.
chiedo scusa per l’errore, questo post viene prima di quello sopra
Posto questo intervento con la quasi certezza che sarà bannato o neanche pubblicato, ma la fiducia umana è a volte più forte delle convinzioni e comunque scrivo queste cose per me, perchè sono stanco di vedere la realtà negata: o per meschina testardaggine o per ostinata e proterva ignoranza. Quando poi tale ignoranza è titolo primo di un cosidetto”moderatore” è la testata che fa la triste figura…..e questo spiega perchè una piazza (o Lavatoio che dir si voglia) un tempo scoppiettante e vibrante di senso civico e di amore per il proprio paese, con tutte le intemperanze tipiche di una discussione “popolare” ma PartecipatA, è ridotta a teatrino di interminabili diatribe nelle quali l’unica cosa che tiene desta l’attenzione è il timore di superare i misteriosi limiti di ciò che si può dire o non si può, di ciò che prima viene pubblicato e poi, a distanza di giorni, viene fatto sparire…forse dopo attenta e meditata rilettura delle .
Sia come sia, la realtà che tutti sanno ma che nessuno vuole raccontare è che ci troviamo davanti ad una gretta lotta di potere, se siano più forti coloro che per volere di una certa fazione hanno creato e tuttora amministrano la società di gestione dei boschi regionale o chi, con discutibili e spesso poco scientifiche sparate, dovrebbe rappresentare i guardiani della Natura.
Carissimi Mariano ed Efisio, e ditelo a quel cuore puro che non vuole mangiare carne di cervo se se lo deve uccidere ma che tante volte lo ha mangiato in ristorante, che è ancora una volta una lotta di potere!!! Questi non sono giovani Bambi da crocifiggere, sono poltrone! Seggi, Troni, potere, SoldiiiiI!!!!
I signori “naturalisti” si sono seccati quando è stato detto loro che la trippa era per “quei”gatti ma non per i cani, ed hanno piantato la cagnara.
Prova ne sia che hanno aspettato che i progetti fossero completati e “Quantificati” prima di cominciare ad abbaiare.
Non voglio essere più cattivo di quanto si dice che io…
Non voglio essere più cattivo di quanto si dice che io sia, ma quando il chiassosi sarà placato sarebbe curioso andare a vedere quali saranno le cariche dei partecipanti alla tenzone, da una parte e dall’altra.
A noi resterà la soddisfazione di sapere che quando compreremo la legna sarda a prezzo agevolato, questa sarà costata alla (nostra) comunità, tre volte tanto in tasse e stipendi e consulenze.
Un recentissimo commento del Prof. P. Piussi a seguito di una sua visita sul Marganai:
http://www.sardegnaambiente.it/documenti/3_226_20151021201146.pdf
Speriamo che lo legga anche il nostro soprintendente, magari inizia a farsi una cultura in materia.
Ma forse ha ragione Capron, non è questione di boschi o di ambiente, è questione di trippa. Nel frattempo abbiamo pagato un altro consulente, mi chiedo quanti ne dovremmo ancora pagare prima di imparare a ragionare con la nostra testa, o forse con quella dei nostri avi. Molto interessante l’utilizzo che si faceva dopo il taglio ” nei primi due anni dopo la ceduazione era vietato il pascolo, nel terzo anno questo era consentito ai maiali che smuovevano il suolo con il grugno, nel quarto anno veniva consentito alle pecore, nel quinto anno alle capre e dal sesto anno
ai bovini. In questo modo i polloni dominati venivano brucati ed eliminati a vantaggio dei polloni dominanti, ormai fuori pericolo” . Con qualche piccolo accorgimento si adatterebbe perfettamente alla situazione. Ma come al solito preferiamo filosofeggiare e raccogliere firme sperando che si tramutino in voti alle prossime elezioni.
Piano di gestione dell’area SiC Marganai-Monte Linas.
GRUPPO DI LAVORO: prof. Angelo Aru, dr. Francesco Aru, dr. Daniele Tomasi
http://albopretorio.comune.villacidro.vs.it/albopretoriovillacidro/FileServlet?file_id=5777
Una bella banda di…..esperti??? non basta un titolo per fare un esperto,a meno che il soprannome di una famiglia….forse sono proprio alcuni nomi che potrebbero insospettire……
Invece il sindaco di Domusnovas in cosa sarebbe esperto?
ho fuso la calcolatrice facendo i calcoli di quante milionate di euro si devono spendere per mettere in atto tutto quanto viene proposto. Suppongo siano soldi pubblici. Se potresti farmi un sunto te ne sarei grato.
Il sunto è che tra coloro che si oppongono al taglio ci sono anche molti esperti, contrariamente a quello che voi vorreste far credere…
Ognuno si scelga gli esperti che vuole, io preferisco esperti che dicono cose più vicine alla mia esperienza pratica. http://landscapeunifi.it/it/blog-di-mauro-agnoletti/196-foresta-di-marganai-nel-sulcis-gestione-del-bosco-e-dissesto-idrogeologico
Cartoline dal cielo del Marganai 1/2. Il buco con la foresta intorno:
http://www.sardiniapost.it/inchieste/cartoline-dal-cielo-del-marganai-il-buco-con-la-foresta-intorno/
non so perchè, ma quei filmati mi hanno ricordato uno di quei video di propaganda dell’ISIS. Ma forse è meglio non scherzare su certi argomenti e parlare di cose nostre.
E’ normale che ci siano alberi che non riescono a crescere, se lasciamo gli animali liberi di brucare i giovani germogli quelle piante non riusciranno mai avere polloni abbastanza alti da sfuggire al morso. L’ho già detto prima e lo dicevano i nostri antenati, nei primi anni dal taglio gli erbivori e gli “artiodattili suidi” (come li chiamano alcuni esperti) devono stare fuori, con tutti i mezzi, che sono essenzialmente due: recinzioni e doppiette, e l’uno non esclude l’altro. E’ inutile che facciamo i buonisti animalisti, la realtà della natura è questa.. Ma siccome c’è gente che piange se i cerbiatti vengono maltrattati, stiamo impedendo ad un bosco di ricrescere.
Per quanto riguarda l’erosione non credo che sia così disastrosa, molte di quelle pietre erano già scoperte da secoli. posso ammettere che qualche errore ci sia stato, ma allora occorre una sorveglianza maggiore e una direzione dei lavori più rigida e accurata, non certo bloccare i tagli.
Se continuiamo così sulle nostre montagne ci sarà sempre meno gente che ci lavora, sia agricoltori che pastori che boscaioli. Qualcuno potrebbe pensare che sarebbe bello che il bosco si riprendesse il territorio, ma non è detto che sia così, in primis perchè i nostri amici ruminanti non darebbero alle piantine il tempo di crescere che se le papperebbero, (loro non hanno studiato come si fa crescere una pianta, a loro piacciono i giovani germogli, anche a costo di ammazzare una piantina), quindi fra un pò di anni ci ritroveremo con delle belle radure dove scorrazzano indisturbati cerbiatti dagli occhi dolci e tanti cinghialini gentili e laboriosi che scavano il suolo cercando radici e tuberi.
E avremo un pò più di gente in giro a chiedere lavoro, aspettando le “frotte di turisti” che fanno a spinta per vedere un bosco “al naturale”.
Ah, capito, rispettare la natura non significa solamente tagliare gli alberi per farne pellet, ma anche far fuori anche tutti gli animali che ostacolano questi progetti.
C’è un problema di cervi, dice mariano….ah davvero??? gli esperti non vengono lasciati parlare? ah davvero? questa è falsificazione, perchè il tutto è nato non grazie a Stella ma a un professore che della materia è tra i più esperti in sardegna. Un pò di onestà non guasterebbe, ma quando non si hanno argomenti…
Prima tagliamo gli alberi, poi il sindaco di dosmunovas lo trasforma in pellet o in bombe, dopo di che eliminiamo i cervi e tutti saremo felici e contenti…tranne i cervi e i bambini dello yemen si intende
non so quali superpoteri abbia il sindaco di Domusnovas per trasformare il legno in bombe e non so quali procedimenti chimici o industriali lo permettano, quindi non commento questa parte del post. Per quanto riguarda gli alberi e i cervi nessuno vuole eliminarli, semplicemente vorrei che ci fosse equilibrio fra i due. Equilibrio significa anche tagliare gli alberi facendo però in modo che ricrescano, e se per farli ricrescere c’è bisogno di togliere di mezzo qualche cerbiatto o qualche artiodattilo suide occorre farlo. A nessuno piace tagliare alberi o amazzare animali, ma tutti dobbiamo mangiare e riscaldarci, e se una risorsa l’abbiamo a disposizione dobbiamo utilizzarla. Con raziocinio, senza pregiudicarne l’utilizzo alle future generazioni, ma senza fare i talebani della natura, che già ci bastano quelli dello yemen. In natura esiste una cosa che si chiama riproduzione, dal punto di vista della conservazione della natura non è grave se amazzi un cervo, è grave se gli impedisci di riprodursi. Non è grave se tagli un albero o una foresta, è grave se impedisci all’albero o alla foresta di ricrescere. E se a impedire agli alberi di ricrescere sono i cervi… allora dobbiamo porvi rimedio. E’nostro dovere, verso gli alberi e verso i nostri figli.
1)Il principale potere del sindaco di Domusnovas è la comicità involontaria.
2)Aleatorietà per aleatorietà, perchè non eliminare un pò di esseri umani per cercare l’equilibrio in natura?
3)Nello yemen non ci sono talebani. Talebani sono i sauditi che li bombardano grazie alle bombe prodotte a domusnovas, che però creano occupazione e quindi in fondo chi se ne frega…vero?
4)Veniamo al punto fondamentale (gli altri 3 possono anche essere trascurati dalla discussione)…nessuno è contro lo sfruttamento di una risorsa, nessuno è contro la ceduazione, il punto è che quella è un’area SIC che ha dei vincoli che sembrerebbero non essere stati rispettati. Il secondo punto è che forse la ceduazione è stata fatta male, vuoi per superficialità vuoi per malafede. Ogni altro tentativo di portare il discorso su una sorta di complotto ambientalistico è solo paranoia.
io non voglio eliminare esseri umani, vorrei solo equilibrare il numero dei cervi con le risorse a loro disposizione. Gli esseri umani purtroppo si eliminano già loro da soli.
Per quanto riguarda le bombe per una volta sono d’accordo con te. io chiuderei subito quelle fabbriche, però, giusto per non mandare altri giovani a emigrare mi piacerebbe che alcuni di loro trovassero un lavoroalternativo, per esempio fare pellet dalla legna, o fare prosciutti di cervo, (in molti posti lo fanno, e danno lavoro “vero” non assistenzialismo) ma a te non ti frega del lavoro degli altri, il tuo ce l’hai, beato te. Comunque mettiamoci il cuore in pace, ne io nè te contiamo un piffero in questa storia, sia con le bombe che con le foreste. Non vorrei che proseguendo la discussione dovessi passare per guerrafondaio. Non lo sono, e non sono nemmeno cacciatore, e nemmeno boscaiolo, non conosco nessun sindaco di domusnovas e non ho nessun rapporto con alcuna persona coinvolta in questa faccenda, ho solo espresso il mio parere, cercando di analizzare i fatti e le informazioni senza pregiudizi o sentimenti o moralismi, perchè non sono neanche ambientalista ad oltranza e animalista disneyano. Giusto per tornare ai tagli, secondo me non è la ceduazione fatta male, semplicemente non è stato limitato il pascolo agli animali, lo si vede dalle foto e lo si dice anche nella relazione, però non gli si dà la dovuta importanza, perchè si preferisce colpevolizzare chi ha fatto i tagli. Lo sapevano anche i nostri antenati, ma qui si fa finta di non capire, è la terza volta che lo dico, chissà se ora qualcuno capirà.
Il bosco di Narti dopo il taglio, avvenuto fra aveva il 1988 ed il 1998, aveva esattamente lo stesso aspetto. La fotto del linK mostra come si è evoluto (foto del 2008, in primo piano una parcella tagliata 15 anni prima) https://www.mediocampidano.info/2012/01/cronaca-dellultima-utilizzazione-boschiva-nelle-montagne-di-villacidro/#.VlnvWNIveM8. Sarebbe anche il caso di intervenire con dei diradamenti che purtroppo sono stati trascurati. Che dopo il taglio cresca più rapidamente il corbezzolo, si insedi l’erica arborea ed il cisto ed altre specie è un fatto del tutto normale: in seguito il leccio prende il sopravento fino ad arrivare all’eliminazione pressoché totale di queste specie (fatto descritto anche dalla letteratura forestale). Pare ci sia un problema di cervi, ma il filmato si concentra su situazioni puntuali (si gira essenzialmente intorno alla stessa ceppaia) non chiarisce se il fenomeno del brucamento riguarda ceppaie sparse o è generalizzato. I cervi per nutrirsi hanno bisogno di germogli alla loro portata: non si nutrono di tronchi e nel bosco chiuso e alto patiscono la fame (anche per questo vanno prediligono i coltivi per mangiare).Se davvero il danno da cervi alla rinnovazione fosse molto elevato e generalizzato, ci sarebbe un evidente sovracarico rispetto alla disponibilità alimentare. Per far sì che i danni alla rinnovazione siano più contenuti e dispersi, bisognerebbe aumentare le superfici tagliate per stimolare la crescita dei germogli o altrimenti ricorrere a soluzioni più drastiche.
mi sembra di ricordare che durante quei tagli la coop recintava le parcelle ceduate per non farle aggredire dalle capre, ma a quei tempi non si era ancora speso centinaia di migliaia di euro per pagare consulenze agli esperti faunistici e ripopolare di cervi le nostre montagne, e in quei tempi non c’erano ancora gli animalisti disneyani, o forse stavano da altre parti.
Maledetti ambientalisti che non lasciano fare quello che vogliono a chi vorrebbe fare quello che vuole!
Non è per caso che ho parlato di frange ambientaliste: mi hanno sempre detto che ero un ambientalista (anche in senso dispregiativo). Ed erano tempi in cui gli ambientalisti erano in genere persone concrete che studiavano seriamente anche l’ecologia pratica. Preferisco il termine ecologo di campagna e non mi ritrovo nell’odierno ambientalismo (organizzato, strutturato e sponsorizzato) molto rappresentato da persone, per lo più cresciute e formatesi in ambito urbano, che hanno un buon livello culturale e sensibilità (professionisti, scrittori, artisti ecc.), ma la cui esperienza in campo ambientale si basa prevalentemente scampagnate domenicali, qualche lettura od anche esclusivi studi teorici. Prendo le distanze dagli ambientalisti (sempre senza generalizzare) che effettivamente sembrano avere l’unico scopo di essere contro. Il problema non è che “non lasciano fare quello che vogliono a chi vorrebbe fare quello che vuole!” (complimenti per il gioco di parole), ma che neanche loro sanno effettivamente cosa vogliono ed hanno uno stile di vita che contraddice la loro ideologia. Molti hanno dei bellissimi fuoristrada, la bella casa riscaldata con la stufa a pellet (importato), qualcuno la bella casa al mare, magari proprio dove non si sarebbe dovuto costruire, ecc. Ma forse il “difetto” più grande è quello di cui parla Stephen W. Hawking: ” Il nemico della conoscenza non è l’ignoranza, è l’illusione della conoscenza.”
Ci sono persone che hanno vissuto e vivono dal lavoro in campagna ed in montagna, spesso anche analfabete, ma che hanno una notevole capacità di osservazione e comprensione delle dinamiche ambientali e trovo sia molto interessante ascoltarli ed imparare da loro lasciando da parte le conoscenze acquisite tramite lo studio, ecc. A scanso di equivoci non sono contro lo studio, anzi serve tantissimo se non viene usato come arma di prevaricazione (o disinformazione), specialmente se mascherata “da apparenti fini nobili”.
Luoghi comuni a go go…
l’ambientalismo è un movimento ultra variegato, per cui non ha senso dire che non ci si riconosce in un movimento che per sua natura è eterogeneo. Affermare questo significa non essere affatto ambientalisti, altrimenti ci si riconoscerebbe almeno in una delle tantissime fazioni esistenti.
Forse mi sono spiegato male, io non voglio proprio far parte di nessun movimento ambientalista, sono stati sempre gli altri ad affibbiarmela, perché fin dalla fine dagli anni 80 promuovevo o meglio cercavo di promuovere la gestione delle risorse in modo regolamentato ed equilibrato (es. carichi di pascolo in base alla capacità di carico, utilizzazioni dei boschi con prelievi non eccedenti gli incrementi annui della massa legnosa, ecc.), Cose ben accettate e volute anche da molti ambientalisti dell’epoca, che, a mio parere, erano più preparati e vicino alla realtà. Ora la cosa mi pare più problematica da discutere, anzi mi pare, che ci sia interesse a creare un imprinting mediatico. Ancora manca la politica che tace, forse in attesa di capire quale risposta porterà più voti.
Che ci troviamo di fronte ad un ondata dispotica di una frangia del mondo ambientalista, con la complicità delle testate regionali on-line (forse perché i disastri veri o presunti fanno più audience di una buona notizia), mi pare stia prendendo corpo: forse non a caso (???), su sardegnasoprattutto è stato cancellato il mio commento all’articolo di G. Murino, dove ponevo in evidenza che, questo (Avocato ex Dirigente dell’Ente Foreste), aveva estrapolato delle frasi da testi scientifici per dire che, anche due noti esperti in materia forestale (P. Piussi e M. Cappelli), sostenevano l’assoluta dannosità del “Governo a Ceduo”. Cosa smentita anche personalmente da P. Piussi nei suoi appunti sulla visita al Marganai che, sempre per caso, benché pubblicati sul sito dell’Ente Foreste (vedi link del mio precedente intervento), nessuna testata giornalistica ha ripreso e dato risalto. L’articolo di Murino è stato riportato prontamente anche su sardegnapost. Non si è dato risalto nemmeno al secondo articolo, sempre sul Marganai, di M. Angnoletti, dove oltretutto controbatteva alle accuse del Dott. Sergio Vacca (a quanto pare uno dei fondatori)fatte in un commento di un precedente articolo di Agnoletti, pubblicato su sardiniasoprattutto(di essere sostenitore delle multinazionali: proprio lui che è uno dei massimi esperti di paesaggio ed ha redatto delle linee guida molto rigide sugli impianti eolici, per la difesa del paesaggio e delle specialità locali). Forse mi sbaglio, ma pare si ricorra addirittura alla falsificazione e alla denigrazione, senza dare possibilità al grande pubblico di sentire il parere degli esperti, per imporre (anche alle popolazioni locali) un unica linea integralista.
Segnalo un articolo contro i tagli: http://www.sardiniapost.it/cronaca/cartoline-dal-cielo-del-marganai-22-dopo-le-motoseghe-bosco-addio/ che consiglio di leggere e confrontare i contenuti con i link indicati a http://www.sardegnaambiente.it/documenti/3_226_20151112192424.pdf .Non ho ancora avuto modo di vedere personalmente i tagli, ma dal video si nota un grosso errore tecnico: cioè il rilascio di troppi alberi in
piedi. Parrebbe siano state rilasciate ben oltre 300 matricine ad ettaro, nel ceduo sono sufficienti 80-150. La matricinatura a gruppi, di concezione più moderna, potrebbe essere una valida alternativa alla ceduazione classica, in quanto crea un gran numero di zone ecotonali. Per il resto il filmato non mi impressiona e reputo sia come riprendere un operazione a cuore aperto e far credere sia l’esito finale. Da un punto di vista estetico non è bello da vedere, ma so benissimo che si tratta di una fase transitoria. Come si può constatare facilmente anche girando i boschi di Villacidro gli alberi morti e caduti si ritrovano anche all’interno dei boschi non tagliati. In tutta questa vicenda mi sconcerta che sembrerebbe un crimine produrre un bene di cui facciamo uso. Durante un corso di addetto alla prevenzione incendi, un docente forestale, Dottor Guala ( di origine veneta o trentina?) disse che in Sardegna c’è un strana usanza: anziché fare legna d’inverno si preferisce aspettare che bruci nel bosco nel periodo più caldo per poi importarla. In effetti il vero nemico del bosco non è il taglio ma sono gli incendi e sono le popolazioni locali che ne utilizzano i prodotti ad avere il maggiore interesse a preservare il bosco e far si che ricresca. Sotto la facciata dell’ambientalismo si celano anche interessi tutt’altro che ecologici. Non mancano esempi di opere definite ecologiche che hanno portato allo sperpero di soldi pubblici ed anche danni evidenti. Non per questo vanno tutte messe al bando.
Hai scritto: Sotto la facciata dell’ambientalismo si celano anche interessi tutt’altro che ecologici…
quali sarebbero questi interessi?puoi essere più chiaro?
Come per tutto il resto della società anche fra gli ambientalisti o chi si professa tale, ci sono persone capaci di qualsiasi virtù o nefandezza del genere umano: corrette o scorrette, avide o generose, spietate o compassionevoli, astute o ingenue, violente o pacate, esaltate o misurate, ecc. Quindi non mancano le le lobby che pressano sulle scelte della politica e gli individui che, ammantandosi dell’aurea di paladini della natura, in profondità sono interessati al potere e/o ai soldi.
Invece dall’altra parte ci sono solo filantropi?
Nel caso del Marganai, chi sono gli artefici del complotto?quali interessi ci sarebbero dietro?
Vedo che appena ti danno un po’ di corda riprendi le tue vecchie abitudini, sati ricreando le condizioni per interrompere il dialogo.
1 Ho scritto questo “Come per tutto il resto della società anche fra gli ambientalisti … “ quindi la tua domanda (Invece dall’altra parte ci sono solo filantropi?) è totalmente fuori luogo.
2 Alla tua domanda successiva: Nel caso del Marganai, chi sono gli artefici del complotto? Quali interessi ci sarebbero dietro?
Non ho parlato di complotto e voglio sperare che si tratti di semplici divergenze nelle valutazioni tecniche. Che certe testate on-line trattino l’argomento con assoluta partigianeria è un dato di fatto. A mio parere è comunque scorretto cercare di affermare le proprie posizioni (giuste o sbagliate) per via mediatica, usando le tecniche della pubblicità che fanno uso di un linguaggio inesatto e fuorviante di cui si è già parlato all’inizio del forum. Inesattezze ed esagerazioni che sono state anche messe in luce da esperti forestali e del paesaggio. Per evidenziare che la scorrettezza non la sto inventando io, voglio ricordare che G. Murino (ex presidente dell’Ente Foreste – vedi il link del suo articolo postato in precedenza) ha tirato in ballo il Prof. P. Piussi, (Murino :“visto che tanti sono i “professori” che sono scesi in campo, forse c’è bisogno di citare anche Prof. Cappelli o Prof. Piussi”) volendo far credere che questo era assolutamente contrario al governo a ceduo. Cosa smentita dallo stesso P. Piussi negli appunti sul sopralluogo al Marganai , prima citato come grande scienziato da chi tirava l’acqua al suo mulino (per chi? per cosa?) ma senza dargli rilevanza quando di parere discordante. Se ci siano degli interessi dietro e da parte di chi, e se questi siano di rilevanza penale non spetta a me dirlo, sarà la magistratura a stabilirlo.
Ripeto:
a)Non ha senso parlare di ambientalisti come se fossero un gruppo monolitico. A quali ambientalisti ti riferisci?
b)tutto il tuo discorso sottintende che c’è gente in malafede che sta operando in maniera non corretta e che lo faccia per fini lucrativi. Per esempio hai scritto: …P. Piussi negli appunti sul sopralluogo al Marganai , prima citato come grande scienziato da chi tirava l’acqua al suo mulino (per chi? per cosa?) …
Mi pare chiaro che per te ci sia qualcuno che stia tramando qualcosa…
c)è inutile che continui a parlare delle testate on-line come se fossero loro le “responsabili” del blocco del taglio del bosco. Il “colpevole” è il prof Angelo Aru ( agronomo ordinario geopedologia, dipartimento di scienze della terra Università Cagliari ) e il suo gruppo di lavoro. Sono stati loro a sollevare il problema e non 4 incompetenti.
https://gruppodinterventogiuridicoweb.files.wordpress.com/2015/01/richiesta-incontro-tecnico-ente-for.pdf
Hai qualcosa da dire sul loro operato?Parlaci di loro e non delle testate online…tantomeno serve che tu ci faccia discorsi generici sul mondo ambientalista.
Intanto richiamo l’attenzione anche su un’altro articolo:
http://www.landscapeunifi.it/it/blog-di-mauro-agnoletti/195-la-selva-del-sulcis-allarme-per-il-paesaggio-forestale-sardo
Questo lo pensi tu. Io invece credo che il Prof. A. Aru non abbia bisogno di dovere affermare sul piano mediatico le sue osservazioni da geopedologo, suggerendo anche di ingigantire la dannosità di un operazione colturale attraverso l’uso scorretto di termini di cui conosce benissimo il significato e la differenza (il taglio colturale e disboscamento sono cose completamente diverse, il termine foresta primaria e ceduo rappresentano due realtà diverse). Gli scienziati ed i tecnici che operano in ambiti complessi (per es. Ambiente , Medicina) sono tenuti ad un confronto multidisciplinare (nel caso esperti in scienze forestali, zoologi, ecc. ) per potere trovare insieme le soluzioni gestionali dei problemi, esattamente come si fa in medicina (difficilmente Il chirurgo fa l’anestesista e viceversa, ma sono coordinati per operare la stessa persona) e questo modo di operare il Prof. A. Aru lo conosce benissimo. Insomma non è da scienziati ne da tecnici ricorrere a campagne mediatiche colorite da terminologie scorrette per imporre una personale idea di intervento. Pertanto, dietro questo tipo di campagna mediatica non possono che esserci motivazioni che esulano da aspetti tecnici e scientifici (non si tratta di sospetti o insinuazioni ma di una logica deduzione- potrei e vorrei anche sbagliarmi). I motivi possono essere i più disparati (interessi politici, economici, di visibilità, ideologici, antropologici, neurologici e chi più ne ha più ne metta) ma non mi interessa fare disquisizioni infinite in merito per scoprire chi sono o chi è l’”Aassassino” della Selvicoltura.
Oh, finalmente ci siamo arrivati: è un complotto!
Caro Mariano, ancora una volta non posso esimermi dall’apprezzare la tua linea, come tuo solito molto gentile, di far notare l’evidente a chi tale evidenza si affanna a nascondere celandosi dietro una nuvola che mi ricorda tanto Aristofane.
Chi si cela dietro queste nuvole che tutto ricordano tranne la metodologia razionale che le discipline scientifiche dovrebbero usare, potrebbe proprio essere il piccolo “affarista razzolatore” di benefici immeritati che vede ledere quella parvenza di autorevolezza ottenuta grazie ad una volpina parentela con mezze figure di un mezzo accademismo di provincia che cerca visibilità alimentando interessate quanto sterili polemiche per racimolare qualche nuovo incarico da cui millantare competenze non sue.
Veramente mariano non dimostra un bel niente, dal momento che nessuno intende assassinare la selvicoltura, nè affermare che non si possa far ricorso al ceduo. La questione è se il taglio è stato fatto in area Sic, se sono stati rispettati i vincoli e soprattutto se i tagli sono stati fatti bene oppure un pò così…
Rispetto poi alle accuse che lanci suonano alquanto paradossali, dal momento che da dietro la nuvola dell’anonimato scagli gravi ed infamanti accuse contro un bersaglio ben preciso …
E bravo,caro, l’hai detto, il vero problema per te è che sia stato toccato “Il SIC”, questa fantomatica istituzione imposta dall’alto in nome di un conservazionismo degno di una reliquia archeologica ma non di una entità da lasciare vivere ed evolversi insieme alla popolazione , un museo dove alcuni possiate officiare un rito di imbalsamazione pagato dalla comunità a cui non è stato nemmeno chiesto il permesso. .
Quanto alle accuse, sempre pronto a circostanziarle con prove molto precise e chiarificanti anche se le orecchie delle volpi sono coperte dal cappello…
Ma sì, distruggiamo queste reliquie archeologiche, costruiamoci un bel centro commerciale!
Le tue circostanziate accuse puoi benissimo pubblicarle quando ti pare…così lui ti querela, poi andate a processo e potrai finalmente raccontare a tutti la sacrosanta verità!
Conosco le zone di taglio da almeno 20 anni e devo ammettere che il danno è davvero incalcolabile. Il degrado del suolo è irreparabile e la vegetazione non tornerà allo stato pre taglio, se non nell’arco di due tre secoli. Il molte aree il poco suolo fertile è sparito del tutto (come visibile da foto dell’area pubblicate da molti).
I dubbi su questa “operazione colturale”, che sa invece di rapina indiscriminata, sono molti:
1. perchè l’area non è stata recintata, per impedire il pascolamento?
2. perchè il taglio ha spogliato totalmente il bosco, modificando radicalmente l’ecosistema?
E’ possibile sapere come si può fare un taglio in un’area che ha un vincolo paesaggistico?
Si è tenuto conto del fatto che la lecceta sarda ha tempi di crescita che sono 3/4 volte più lunghi della formazione corrispettiva in Maremma o Corsica? La diversa piovosità e la povertà dei suoli influiscono pesantemente sulla velocità di crescita degli alberi.
Si è tenuto conto dell’impatto sulla microfauna del suolo nel momento in cui l’area diventa da ombrosa a soleggiata, nel momento in cui le temperature estive passano i 40 gradi e gli UV hanno una capacità sterilizzante notevole?
Il taglio sembra davvero avere un unico interesse, ovvero trasformare il bosco in moneta, senza pensare a null’altro.
non capisco perchè non pubblica un commento di 1500 caratteri
Hai provato a mettere il segno di spunta sull’accettazione delle condizioni d’uso? il limite dei caratteri è 2000
si, la spunta l’ho messa, ho anche pensato che non si poteve fare il copia e incolla, visto che ho prima scritto il commento su un foglio di testo.
ho provato a spezzettare in due parti da circa 1000 caratteri, ma non funzia.
la mia è solo un’opinione, (come lo è la tua), ma mi sembra che alcuni giudizi siano un pò troppo catastrofisti, non puoi parlare di rapina indiscriminata, i boschi si sono sempre tagliati, anzi, in passato si prendeva tutto ciò che c’era, comprese le frasche per fare le fascine per i forni, si lasciavano meno matricine, e il bosco è sempre ricresciuto, le foto pubblicate riguardano poche aree puntiformi, non posso dire che non c’è stata perdita di suolo, ma non è così grave come sembra da quelle foto, la grandissima parte del materiale eroso è lettiera. I due o tre secoli per il ripristino del bosco mi sembrano troppini, in molte altre aree della Sardegna si son fatti tagli ai boschi, in pochi anni il soprasuolo ricopriva già il terreno, in pochi decenni si sono avuti già gli alberi sviluppati. La microfauna potrà subire dei danni per effetto dell’insolazione, ma con il successivo sviluppo della vegetazione si ricostituisce molto velocemente
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