È polemica sulla gestione delle fototrappole dislocate in diversi punti del territorio comunale contro i reati di natura ambientale. Per prevenire soprattutto i roghi estivi, alla vigilia della scorsa estate il Comune aveva affidato all’ A.N.P.A.N.A. (Associazione Nazionale Protezione Animali Natura Ambiente) il posizionamento di queste telecamere nelle zone a rischio. I volontari, che fornivano la strumentazione, sceglievano i punti dove fissare le apparecchiature e dovevano inviare le immagini ad una casella email, da cui poi le foto dovevano essere scaricate a cura dei vigili urbani.
Ma già un anno or sono, gli agenti della polizia municipale avevano sollevato molti dubbi su questa procedura. In un documento indirizzato alla loro comandante e all’allora sindaco, i vigili lamentavano di dover usare un unico accesso a tale casella di posta elettronica, fatto non di secondaria importanza, se si tiene conto che, come agenti di Pubblica Sicurezza, sono per legge tenuti a lasciare traccia dei loro ingressi ai dispositivi in uso.
Oltre a questo, ai vigili “si chiedeva il controllo, senza essere a conoscenza dell’organizzazione di tale servizio”, al punto che gli agenti erano completamente all’oscuro persino di dove fossero posizionate le fototrappole: “Noi siamo agenti di Pubblica Sicurezza e Polizia Giudiziaria, ci veniva chiesta collaborazione e assistenza per il giusto orientamento delle apparecchiature, senza che venisse data alcuna informazione sulla loro ubicazione e sull’obiettivo da perseguire con le riprese”.
A distanza però di un anno, e a pochi giorni dalla scadenza della convenzione tra Comune di Villacidro e volontari dell’ANPANA, le difficoltà segnalate dagli agenti della polizia municipale restano senza risposta. E sorgono diversi dubbi persino sulla reale efficacia delle fototrappole: a giudicare dalle immagini registrate, gli apparecchi venivano sistemati su supporti troppo alti per poter restituire singoli fotogrammi (e non filmati) adatti a individuare con certezza mezzi e persone riprese. C’è quindi anche da chiedersi se, sulla logistica della videosorveglianza, chi di dovere avesse verificato la corretta installazione degli apparecchi.
Da parte loro, i volontari dell’associazione precisano che “il sistema è interamente gestito dal Comando della Polizia Municipale e gli agenti ANPANA operano, dietro mandato dello stesso, su tutto il territorio comunale in qualità di agenti accertatori ambientali: ma il nostro ruolo è solo quello di segnalare eventuali siti di deposito incontrollato di rifiuti, anche pericolosi, alla polizia locale, che poi autorizza un nostro agente di procedere all’installazione del supporto mobile di fotoripresa, mentre il contenuto del sistema viene visualizzato solo dalla polizia locale per gli usi previsti dalla legge”.
A questo punto spetterà alla nuova Amministrazione comunale valutare dove stiano le ragioni e decidere se rinnovare o meno la convenzione in scadenza.
Simone Nonnis