EDITORIALE. Sindacopoli, Appaltopoli, Fondi ai Gruppi sono i nomi delle ultime dirompenti inchieste della Magistratura che hanno portato a galla un rodato sistema di corruzione, ma anche l’uso illecito di fondi pubblici e una cupola, tra politica e malaffare, che gestiva piccoli e grandi appalti per le più importanti opere pubbliche dell’isola. Le Procure sarde non hanno risparmiato nessuno, aggiungendo mese dopo mese nomi nuovi alla lista dei politici, imprenditori e professionisti indagati. Una lista destinata ad allungarsi visto che le tante inchieste avrebbero scoperto solo la punta dell’iceberg. Un quadro inquietante che sembra tratteggiare giorno dopo giorno un sistema i cui meccanismi si muovono solo con corruzione e favori, un quadro che destabilizza il cittadino e che non gli fa più credere nella politica. La corruzione dilaga e il cittadino, ancora una volta, non riesce a percepire il grande potere che possiede nei confronti della politica. Tralasciando per una attimo le tristi cronache isolane, ci si chiede se Villacidro, emblematicamente noto come il “Paese d’Ombre”, riuscirà ad avere un governo trasparente, perché in un Paese democratico, l’ interesse del “Palazzo” dovrebbe essere quello di promuovere senza indugi l’attività amministrativa, per dimostrare che non c’è nulla da nascondere e che tutto si svolge nell’esclusivo interesse dei cittadini. Votare è un dovere e non un obbligo nei confronti di chi vi ha promesso fortuna, perché la fortuna non è vostra, ma loro. Dunque ci siamo. La campagna elettorale delle occasioni perdute si è chiusa. Le opposizioni potevano cavalcare il malumore popolare verso l’amministrazione uscente, mandando al fronte un carro armato. Invece gli egoismi hanno prodotto tre liste, geneticamente deboli per il travagliato parto trigemino. Una scelta che ha più di un padre, difficilmente comprensibile per gli elettori, frastornati dalla nascita di tre creature politiche in terapia intensiva. L’altra occasione perduta se l’è giocata il Pd. Avvantaggiato dalla frammentazione dello schieramento avverso, poteva tagliare il pesante cordone ombelicale che lo lega da decenni al suo esponente di spicco. Ma l’onorevole Siro Marrocu non ha resistito alla tentazione di metter naso nel dibattito elettorale. Dimostrando, semmai ce ne fosse bisogno, che da queste parti il partito è ancora a trazione siriana, ha replicato personalmente su Facebook ad una critica ragionata di Giuseppe Marras, ex presidente della Fondazione Dessì, e poche ore dopo ha cancellato il suo intervento. La terza opportunità sciupata nasce dall’unica scintilla che ha acceso questa moscia campagna delle amministrative. Il volantino apparso nelle strade giovedì, dimostra che Villacidro non si è ancora affrancata dal timore reverenziale verso il potere politico. Quel foglio anonimo non dice nulla di sconvolgente. In buona parte fotografa una situazione incancrenita. Per sanarla, basterebbe recarsi alle urne e votare con coscienza. Proprio quello stesso potere politico che vive di autoreferenzialità e fa leva su rapporti di potere tra popolo e elite governante, collaudati sin dalla notte dei tempi, tenta in ogni modo di confermare un ruolo che una nuova coscienza civica sta mettendo fortemente in discussione. Questo potere politico cerca a volte disperatamente di mantenere le proprie prerogative e privilegi scagliandosi contro chiunque metta in discussione il suo operato e il suo modus operandi. É Il caso della stampa, molto spesso vero e proprio prolungamento prezzolato della politica, altre volte cane sciolto che per criticare e divulgare cio’ che una fazione politica vorrebbe tenere all’oscuro, termina per apparire come difensore della fazione avversa. Quando la politica smettera’ di essere interpretata dagli elettori alla stessa stregua del calcio, e quando il calcio verrà considerato come puro e semplice intrattenimento sportivo, forse la stampa recuperera’ la propria indipendenza, la politica il proprio ruolo puramente amministrativo e il popolo quella capacità critica oggettiva al di fuori delle singole fazioni politiche. Buon voto a tutti.
SIMONE NONNIS, GIANLUIGI DEIDDA, IVAN FONNESU