VILLACIDRO. Sono le 23:50 di giovedì scorso. Una pattuglia della compagnia barracellare condotta da due uomini in divisa sta tornando da una missione in cui hanno partecipato allo spegnimento di un incendio con l’associazione Livas di Gonnosfanadiga in località Bingiumigu. Nella via Garibaldi si stanno consumando gli ultimi atti della “Cena de s’agiudu torrau”. La strada in questione era stata chiusa con delle transenne, ma i barracelli hanno pensato di passare lo stesso per evitare di effettuare un giro troppo largo per arrivare a destinazione. Accortisi del fatto, alcuni dei partecipanti alla cena si sono opposti a quello che hanno interpretato come un abuso di potere da parte degli uomini in divisa. Una delle persone intervenute contro gli uomini in divisa, probabilmente esaltato dalla cena accompagnata da generose mescite di vino, avrebbe afferrato energicamente il barracello, lasciandogli anche qualche livido nel braccio. Vinto dall’orgoglio il barracello avrebbe forzato definitivamente il passaggio, passando tra la folla contrariata e contravvenendo al blocco imposto dalle transenne e dall’ordinanza comunale. Il sindaco Marta Cabriolu, presente alla festa con altri due membri della giunta, non si sarebbe resa conto dell’accaduto a causa della distanza dal luogo della vicenda. Appena venuta a conoscenza del fatto, il primo cittadino villacidrese si è subito rivolta al comandante Antonello Cadoni per chiarire la situazione. “Ho preso provvedimenti immediati – ha dichiarato il sindaco Marta Cabriolu – manifestando il mio dissenso rispetto al passaggio dell’auto dei barracelli in mezzo alla folla. Entrambi i barracelli che si trovavano nell’auto sono venuti in Comune a presentare formali scuse all’amministrazione e ai cittadini per l’accaduto. Anche le persone alticce hanno esagerato, mettendo le mani addosso e minacciando le guardie campestri. Ci sono responsabilità su entrambi i fronti”. Anche il comandante dei Barracelli Antonello Cadoni ha da dire la sua sul accaduto: “Non accetto che si demonizzino i barracelli. Sicuramente ci sono state delle incomprensioni, non li difendo, ma non li condanno perché anche loro sono stati oltraggiati e strattonati”.
Ivan Fonnesu