GONNOSFANADIGA. Questa mattina, una delegazione di imprenditori agricoli e allevatori ha incontrato il deputato di Unidos, Mauro Pili, portavoce della loro guerra contro un’azienda che vorrebbe installare sui loro terreni un impianto termodinamico che frutterebbe circa 2 miliardi di euro. Gli agricoltori e allevatori che non hanno accettato le condizioni della ditta e temono l’esproprio delle loro terre. Gli imprenditori che vorrebbero investire sulle terre mediocampidanesi, infatti, a fronte di una battaglia iniziata nel 2013 che non è riuscita a piegare le intenzioni dei contadini ha paventato la possibilità di ricorrere al diritto di esproprio dei terreni per la costruzione di un impianto che avrebbe dei benefici per tutta la comunità. Secondo la ditta inoltre, i terreni non ancora conquistati sarebbero totalmente incolti e abbandonati. Mauro Pili ha raggiunto le terre in questione, indicandole come produttive sia dal punto agricolo che dell’allevamento. Il deputato ha denunciato un vero e proprio “tentativo di truffa” da parte degli imprenditori che vorrebbero ottenere carta bianca sui campi dei contadini.
“Questi truffatori – dice Mauro Pili – hanno delegato un faccendiere di nome Luciano Lussorio Virdis, che con dei contratti avrebbe tentato di convincere i proprietari terrieri a cedere i loro possedimenti per la cifra di 1.200 euro ad ettaro all’anno per 30 anni”. “Questa persona guadagnerebbe, riuscendo nel suo intento ,circa un milione di euro, mentre se venissero costruiti gli impianti termodinamici la ditta responsabile del progetto guadagnerebbe circa 2 miliardi di euro addebitati alle bollette elettriche dei sardi e degli italiani, a fronte di una spesa di soli 18 milioni di euro”. “queste persone – prosegue Pili – sono strettamente connesse al governo centrale presieduto da Matteo Renzi e sono portavoce di una strategia che vuole assoggettare e colonizzare il popolo sardo, pretendendo che sia dipendente in tutto e per tutto dall’esterno senza la possibilità di produrre ciò che abbisogna per poter vivere con dignità”.
L’impianto termodinamico dovrebbe avere una copertura totale di 500 ettari e alcuni proprietari della zona avrebbero già firmato l’accordo, allietati dalle cifre proposte per la cessione dei terreni, ma senza la firma dei restanti possidenti l’impianto non può essere costruito, perché non avrebbe soluzione di continuità. “La mia famiglia lavora e vive in queste terre da centinaia d’anni – dice Sandro Putzolu, proprietario di una azienda agricola che ha rifiutato il contratto di cessione – non accetteremo mai di essere spodestati da speculatori che vogliono solo riempirsi le tasche di soldi e lasciarci le macerie come regalo”.
Ivan Fonnesu