Unidos in marcia: “Fermiamo scorie e affari di stato”

PILI: CON IL NO AL REFERENDUM FERMIAMO SCORIE E AFFARI DI STATO. UN KM DI TRATTORI IN MARCIA PER DIRE NO ALLE IMPOSIZIONI DI STATO. DA GIOVANNI CUALBU AI COMITATI, SINDACI E AGRICOLTORI

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“Questi trattori che arano e seminano sono i nostri carri armati per difendere la Sardegna”.
Lo ha detto stamane il leader di Unidos Mauro Pili aprendo la manifestazione di Villacidro per l’avvio nell’ultima settimana di campagna referendaria la marcia per il No che da oggi attraverserà tutta l’isola. “Oggi  – prosegue il deputato di Unidos – hanno collegato idealmente i Sardi che vogliono reagire e fermare le imposizioni di Stato”.  Una fila di oltre un chilometro di trattori ha sfilato dall’azienda di Giovanni Cualbu sino all’incrocio de S’Acqua Cotta a Villacidro. Alla marcia hanno aderito i comitati  di lotta di Gonnosfanadiga, Guspini, Villacidro e Decimoputzu. Ha partecipato Giovanni Cualbu il simbolo della resistenza alle imposizioni di Stato che ha detto: vi fermeremo sul Flumini Mannu con tutti i trattori che abbiamo, la nostra terra non si tocca. Alla partenza della marcia dall’azienda Cualbu anche il sindaco di Decimoputzu. marcia-unidosimage-26-11-16-04-41-3
Durissimo l’ex governatore della Sardegna sul Referendum Costituzionale: “Con questa sottospecie di riforma costituzionale il governo potrà imporre alla Sardegna scorie nucleari e speculazioni energetiche della peggior specie, dalle distese di pannelli solari a inceneritori. Con la clausola di supremazia nazionale la già flebile specialità della Sardegna sarà cancellata per sempre. Per questa ragione questo referendum assume in Sardegna ben altre implicazioni rispetto a quelle nazionali. Quì in gioco c’è una delle conquiste storiche della regione che verrebbe cancellata senza se e senza ma.
Del resto sono gli stessi esponenti del Pd a dichiarare che l’obiettivo è quello di cancellare le regioni a statuto speciale. Per questa ragione stamane è partita la marcia di Unidos e del Comitato Sardo per il No che toccherà i punti nevralgici delle imposizioni di Stato a partire dai terreni agricoli che il governo Renzi vorrebbe espropriare per realizzare una devastante distesa di pannelli solari nell’area tra il Campidano di Cagliari sino al Guspinese per arrivare al progetto delle scorie nucleari ad Ottana.  Progetti nefasti che devono essere bloccati in ogni modo a partire dalla bocciatura di una riforma costituzionale che imporrebbe alla Sardegna attraverso la clausola di supremazia nazionale ogni possibile scempio di Stato. Una norma che attraverso una serie di vasi comunicanti, attivabili tra Statuto vigente e riforma costituzionale, sottoporrebbe la Sardegna allo scacco statale su ogni materia. Per questa ragione la nostra mobilitazione ha un connotato tutto sardo, che riflette l’esigenza di rispetto e libertà del Popolo Sardo contro le imposizioni di Stato”.

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