Centauri, croci e strade senza vigili: Quante vittime ancora?

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Una moto impenna nel centro cittadino (archivio)

VILLACIDRO. Sabato 8 di aprile, ore 12, via Repubblica. Un motociclista in vena di prodezze affronta in discesa il tratto tra piazza Dessì e l’incrocio con la via Regione Sarda. Complice il momentaneo scarso traffico, riesce a mantenere la moto impennata per quasi tutto il percorso, rombando con uno scarico che terrorizza gli spaventati pedoni, involontari spettatori dell’esibizione. Due giorni dopo, lunedì 10 aprile alle 21, il terrificante scontro frontale nel quale ha perso la vita Ercole Asper, ripropone per l’ennesima volta il tema della sicurezza nelle nostre strade.

Due episodi slegati tra loro, con due protagonisti dal differente destino. Il primo ha avuto la fortuna di non travolgere nessun malcapitato e di non vedersi tagliata la strada da altri mezzi. Sulla circonvallazione di Villacidro, Asper ha invece pagato il prezzo massimo per la sua manovra azzardata a bordo di una potente moto Yamaha. La dinamica del sinistro è stata ampiamente descritta nelle cronache e, in questo caso, non pare corretto addebitare le cause del tremendo incidente alle condizioni della SS196.

La circonvallazione fu realizzata una quarantina di anni fa, per evitare che il traffico di passaggio dal Guspinese verso Cagliari attraversasse Villacidro. La carreggiata non è la pista di un aeroporto, tuttavia presenta una larghezza superiore a quella dei tratti originari della medesima statale. Le condizioni della pavimentazione in quel punto sono buone e la segnaletica orizzontale è stata rinfrescata di recente. L’unico neo potrebbero essere i numerosi incroci a raso, teatro in passato di molti incidenti. Ma quello di lunedì non è avvenuto per un imprudente attraversamento o per una mancata precedenza. La moto ha urtato un’auto che procedeva nella medesima direzione, poi ha invaso la corsia opposta schiantandosi sulla Punto che ha trascinato il corpo di Ercole Asper, martoriandolo.

Il sindaco di Villacidro, Marta Cabriolu, ha dichiarato ai microfoni di Videolina che la 196 va messa in sicurezza, soprattutto nei punti critici come il famigerato crocevia di S’Acqua Cotta, teatro di troppe morti. Analisi condivisibile in pieno, quell’incrocio deve essere eliminato quanto prima. Ma quanto prima dobbiamo renderci conto che la prudenza resta la miglior difesa, assieme al rispetto del codice della strada. Non possiamo attenderci che la 196 venga trasformata in autostrada. Non ci sono le risorse e, quando qualche milionata di euro è passata nei paraggi, le stringenti e miopi direttive europee, in tema di infrastrutture, hanno destinato i denari alla realizzazione di opere dalla discutibile utilità, come l’ippodromo.

Il Comune potrebbe però provare a sistemare i tratti dimessi dall’Anas. Il ramo che conduce verso Cagliari, innanzitutto, vera porta d’ingresso e uscita per Villacidro. L’asfalto versa in condizioni pietose, la segnaletica orizzontale è ormai un pallido ricordo, quella verticale pressoché inesistente. Un ben misero accesso e un pessimo biglietto da visita per chi giunge dal capoluogo. E una trappola insidiosa per chiunque la percorra.

Il sindaco porti all’attenzione del Consiglio comunale anche la cronica carenza di organico nella Polizia locale. Se qualche centauro si permette di usare le strade del paese per fare allenamento in pista, ciò è dovuto a due cause: la scarsa educazione ed il mancato controllo della circolazione da parte degli agenti.

Ma cosa possono controllare uno o due vigili per turno? Al massimo il dizionario dei miti greci, dove viene spiegato che “i centauri, nella mitologia, sono sempre dipinti con carattere irascibile, violento, selvaggio, rozzo e brutale, incapaci di reggere il vino, solitamente raffigurati mentre caricavano i loro nemici emettendo urla spaventose”. Manco a farlo apposta, quello dipinto da Wikipedia sembra il ritratto di qualche centauro dei nostri tempi…

Simone Nonnis

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