Erano finiti tra le maglie della giustizia per un presunto azzardo nella gestione di denaro pubblico. Poi però il giudice li ha prosciolti da ogni accusa e al Consorzio Industriale di Villacidro non è rimasto altro che risarcirli: quasi 40mila euro per rimborsare le spese legali sostenute dai quattro membri del Consiglio di amministrazione in carica nel 2008, all’epoca dei fatti.
Per capire se le richieste di Raimondo Angius, Attilio Giuseppe Saba, Marco Mocci e Dalmazio Fonnesu fossero legittime, il Consorzio ha dovuto interpellare un avvocato. Quando il professionista ha chiarito che la domanda di risarcimento era ammissibile, l’Ente ha deciso di liquidare i rimborsi.
La vicenda era nata il 14 marzo del 2008 proprio nel Consiglio di amministrazione del Consorzio, presieduto a quel tempo da Luigi Murgia. Secondo la ricostruzione del magistrato, Angius (in rappresentanza del Comune di Arbus), Saba (Guspini), Mocci e Fonnesu (Villacidro) avevano concesso premi di produzione per complessivi 58mila euro, destinati a cinque impiegati, addetti alla gestione della piattaforma di trattamento e smaltimento dei rifiuti urbani.
Ma, a giudizio del pubblico ministero, si trattava di un illecito, perché i cinque dipendenti avrebbero avuto diritto al premio solo se fossero stati progettisti, direttori dei lavori, o collaudatori. Il Cda era stato informato di questa incompatibilità dal direttore generale pro-tempore del Consorzio, ma nel frattempo uno dei funzionari, Paolo Serra, aveva presentato ancora una volta la richiesta per ottenere il premio.
Come se nulla fosse, sempre secondo l’accusa, i quattro membri del Cda e il presidente Murgia deliberarono di liquidare la cifra a chi non aveva i requisiti per ricevere i soldi. Per questo vennero tutti rinviati a giudizio, assieme a Serra. Il 12 aprile 2016 il tribunale di Cagliari ha riconosciuto colpevole proprio Paolo Serra, condannandolo a due anni di reclusione. Luigi Murgia è stato rinviato a giudizio e i quattro membri del Cda sono stati invece assolti, perché secondo le conclusioni del pubblico ministero non ci fu una loro effettiva responsabilità.
Vistasi riconosciuta l’estraneità alle accuse, i quattro consiglieri hanno battuto cassa al Consorzio. Angius, Saba, Mocci e Fonnesu si sono affrettati a chiedere il rimborso di quanto speso per essere difesi. Il Consorzio ha subito chiesto un parere legale all’avvocato Luca Garau. Il parere del professionista, ex assessore allo Sport nella giunta Pani (che annoverava anche Marco Mocci in qualità di assessore all’Ambiente) è giunto dopo pochi giorni: a rigor di legge (art. 86 D.lgs. n.267 del 2000) la richiesta di risarcimento è ammissibile.
Adriano Muscas, presidente del Consorzio industriale fresco di nomina ed ex assessore all’Ambiente durante i primi tre anni e mezzo della medesima giunta Pani, ha firmato la delibera: a Raimondo Angius andranno 10.164 euro, 7.686 ad Attilio Giuseppe Saba, 9.745 a Marco Mocci e 9.445 a Dalmazio Fonnesu. E “se il rimborso sfocerà in un contenzioso giudiziario”, l’avvocato Garau potrà patrocinare la causa.
SIMONE NONNIS
bastava chiedere gratuitamente il parere ad un amico avvocato invece di buttare via soldi al vento . La mia solidarietà al presidente attuale Muscas , che paga gli errori delle altrui presidenze.