GUSPINI. La soppressione delle 4 classi dell’IPSIA a Guspini è la punta di un iceberg che la politica isolana sta tentando di contrastare con varie azioni. Dopo la mozione ministeriale presentata dall’onorevole Siro Marrocu è giunta l’ora del consigliere regionale ed ex sindaco guspinese Rossella Pinna che, con un interrogazione rivolta al consiglio regionale sardo, prende come spunto il caso dell’istituto superiore della cittadina mediocampidanese per mettere in luce un problema di vasta scala che coinvolge negativamente tutta la Sardegna.
Una prima denuncia da parte del gruppo consiliare risale al 9 maggio scorso, quando un’interrogazione, poi rimasta priva di riscontro, paventava la possibilità della soppressione di ben dodici classi nella ex Provincia del Medio Campidano, a causa dei dichiarati “Tagli alle scuole superiori nel Medio Campidano per mancanza di fondi”.
A questi tagli dei fondi corrisponderebbe un calo del numero degli alunni quantificato nell’ 1,33% che si tradurrà in una conseguente contrazione del personale in organico delle scuole di circa 100 unità. Sembra rientrare in questo contesto la decisione del dirigente dell’istituto di secondo grado IPSIA, “A. Volta”, Giancarlo Vinci, che con la sua decisione di sopprimere 4 classi, è riuscito a scontentare un po’ tutti. I firmatari di quest’ultima mozione chiedono al consiglio regionale “quali iniziative urgenti si intendano promuovere per ricercare ed individuare azioni utili a ripristinare le classi soppresse, anche attraverso le necessarie deroghe, allo scopo di garantire l’offerta formativa e il diritto allo studio ai giovani del Medio Campidano”. Un diritto, secondo i firmatari, leso da “un atto di mera burocrazia, senza la necessaria flessibilità che, oltre ad impedire a circa sessanta ragazzi, regolarmente iscritti, di poter proseguire il corso di studi, impoverisce l’offerta formativa e decreta la chiusura dell’istituto professionale di Guspini, mettendo ulteriormente in ginocchio un contesto sociale dove si riscontra una percentuale di giovani che né sono impegnati in nessun processo formativo e né sono in cerca di un lavoro tra i più alti della Sardegna”.