È colposo l’incendio che il 31 luglio e il 1° agosto ha interessato i territori di Arbus e Gonnosfanadiga. Lo hanno accertato gli esiti dell’indagine avviata già dalle prime fasi dell’evento dal Nucleo investigativo ripartimentale del Corpo forestale. Gli inquirenti hanno indagato per incendio boschivo colposo una persona, proprietaria di un terreno agricolo in località Sibiri, ritenuta responsabile di avere bruciato i rifiuti da cui si sarebbe poi sviluppato l’incendio. Il Corpo Forestale, che mantiene la riservatezza sulle generalità, ha trasmesso un dettagliato rapporto all’Autorità Giudiziaria a cui spetta il coordinamento delle indagini. La Regione si costituirà parte civile per chiedere il ristoro dei gravi danni patiti e per il ristoro dei pesanti oneri sostenuti per lo spegnimento dell’evento che ha inflitto gravissimi danni all’ambiente e all’economia agricola e turistica, oltre al grave pregiudizio per la sicurezza civile. Apprezzamento per l’operazione è stata espressa dall’assessora della Difesa dell’Ambiente Donatella Spano, che ha elogiato tutte le forze impegnate sia sul fronte dello spegnimento che delle investigazioni, rinnovando l’appello ai comportamenti prudenti.
LE INDAGINI. Gli accertamenti compiuti – con la raccolta di dichiarazioni testimoniali e rilievi – hanno consentito al Corpo forestale di individuare il punto origine e di ricostruire la dinamica dell’incendio. Gli inquirenti del Corpo forestale hanno accertato che sono stati bruciati dei rifiuti nelle prime ore del 31 luglio in località Sibiri, in agro di Gonnosfanadiga. Dal residuo della combustione, non adeguatamente bonificato, nel pomeriggio dello stesso giorno si è sviluppato l’incendio che, sospinto dal fortissimo caldo vento di scirocco, ha avuto conseguenze disastrose per il patrimonio ambientale, i beni immobili e il patrimonio zootecnico delle numerose aziende agricole e agrituristiche. Inoltre l’evento ha provocato allarme anche nella Casa di reclusione di Is Arenas, in territorio di Arbus, arrivando a lambirne gli insediamenti.
All’origine del delitto di incendio boschivo ci sarebbe perciò l’imprudenza e la violazione delle prescrizioni, che vietano lo smaltimento dei rifiuti col fuoco. L’operazione, illecita, è infatti pericolosissimo durante il periodo a elevato rischio di incendio boschivo. Per di più lo scorso 31 luglio è stato segnalato di pericolo estremo nel bollettino previsioniale della Protezione civile regionale.
LO SPEGNIMENTO. Particolarmente complesse sono state le operazioni di spegnimento coordinate dal Corpo forestale per le quali sono stati impiegati anche i mezzi del Centro operativo aereo unificato (tre Canadair e un elicottero dell’Esercito) e del Servizio antincendi del Corpo Forestale, decollati dalle Basi di Pula, Marganai, Fenosu e Villasalto (quattro elicotteri leggeri e un SuperPuma con a bordo il Gruppo speciale elitrasportato, composto da dieci unità di personale del Corpo forestale e dell’agenzia Forestas, intervenuto a terra a supporto delle squadre di lotta). Sul campo hanno operato le squadre del personale delle Stazioni forestali di Villacidro e Guspini, gli specialisti dei GAUF, il Gruppo di analisi e uso del fuoco, e l’Unità di crisi del Servizio Ispettorato per cordinare le squadre dell’agenzia Forestas e dei volontari di Protezione civile, che per diversi giorni hanno lavorato incessantemente per mettere in sicurezza il territorio unitamente a diverse squadre dei Vigili del fuoco.
LE ALTRE INDAGINI. “Esprimo soddisfazione per l’ottimo lavoro dei nostri investigatori – dice il Comandante del Corpo forestale Gavino Diana – Ma dispiace prendere atto che, nonostante gli innumerevoli appelli al rispetto delle prescrizioni regionali antincendi, ci sia ancora qualcuno che ignora le più elementari norme di prudenza. Le indagini del Corpo forestale proseguono a pieno ritmo in tutta la Sardegna per individuare gli autori di altri importanti incendi, molti dei quali sicuramente dolosi. I numerosi e interessanti elementi finora raccolti – conclude Gavino Diana – potrebbero consentire a breve nuovi importanti sviluppi dell’attività investigativa”.
La missione antincendi del Corpo Forestale comprende infatti tre fondamentali fasi combinate di prevenzione, spegnimento e polizia ambientale. L’attività investigativa è imprescindibile in quanto permette di contenere il grave fenomeno, assicurando alla Giustizia gli incendiari e accertando le relative cause.