Amministratori improvvisati, incapaci e dalla dubbia moralità: povero Paese

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EDITORIALE. I politici corrotti evidentemente non bastavano, ora il nostro amato Paese deve fare i conti anche con amministratori improvvisati, spesso dalla dubbia moralità, di certo incapaci a gestire la cosa pubblica. In un’epoca in cui un like su Facebook conta più di ogni “verità”, s’infittisce la fila di personaggi in coda per conquistare il potere, per accomodarsi su quella poltrona che consenta di levarsi in alto sulla comunità di appartenenza, convinti di indossare le vesti di paladini della giustizia. Questo è quello che vorrebbero far credere al popolo, per fortuna sempre più esigente e più informato, grazie anche ai mezzi di informazione, tanto puntuali quanto odiati dagli amministratori di turno. Politicanti a tutti i livelli, pronti a puntare il dito contro chi racconta il loro operato: la minaccia e la querela sono le uniche armi che sanno usare, rare le smentite, fra l’altro doverose quando i fatti riportati non dovessero corrispondere al vero. La difesa estrema delle proprie scelte e l’improvvisazione è il binomio che sta portando il Paese a un inesorabile declino. Si resta sbigottiti e disarmanti davanti ad amministratori incapaci di distinguere il ruolo istituzionale da quello privato. Pronti ad attaccare chi non si prostituisce al loro operato, chi non condivide la gestione della cosa pubblica come fosse cosa privata. Non comprendono (apposta?) che il bene comune appartiene a tutti, che il libero pensiero è sacrosanto. Ahimè, il rispetto di chi la pensa diversamente non entra nelle case dei “politicanti improvvisati”. Poveretti, sono troppo impegnati alla ricerca sfrenata di consenso, che pur di non perderlo, alimentano menzogne e falsità nei confronti di coloro che amano la verità. Non è difficile trovare questi ciarlatani, volutamente circondati da persone incapaci di riconoscere le malefatte. Lo sconfitto è uno: il Paese.

Gianluigi Deidda

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