“Vittoria sulle Scorie nucleari,accolto nostro ricorso”. Lo ha appena scritto su Facebook il deputato di Unidos Mauro Pili annunciando la decisione della commissione nazionale di respingere la valutazione ambientale strategica del governo sul sito delle scorie nucleari. Pili che aveva promosso ad agosto la mobilitazione per opporsi alla proposta del governo aveva chiesto di rigettare il Piano perché subdolo e indefinito.
“Accolte la mia e la vostra opposizione – la commissione di valutazione di impatto ambientale ha respinto il piano del governo! Con una decisione a maggioranza la commissione di valutazione di impatto ambientale ha fatto proprie le argomentazioni del mio ricorso che dichiarava improcedibile la valutazione per la genericità e per la assoluta mancanza di criteri. Sono grato di cuore a tutti coloro che hanno creduto alla nostra mobilitazione, ai tanti cittadini, sindaci, amministratori che hanno presentato i ricorsi proposti da Unidos – ha scritto Pili. La guerra continua ma sappiamo che lottare serve!”
“Questa decisione – ha detto Pili – accoglie un No forte e chiaro al Deposito Unico Nucleare. La Sardegna, dai cittadini ai comuni, aveva fatto sentire in modo deciso e chiaro il proprio contrasto proprio nella procedura di scelta del deposito unico nazionale. Il governo, con il programma nazionale depositato durante agosto al ministero dell’ambiente per la Valutazione ambientale strategica, puntava ancora una volta sulla Sardegna. Un piano subdolo che non indicava mai il nome, ma che nei contenuti puntava esplicitamente ancora una volta alla Sardegna. L’avvio della consultazione pubblica per la valutazione strategica (Vas), partita nei giorni scorsi conclusasi il 13 settembre scorso era solo apparentemente rivolta al metodo ma in realtà era tutta incentrata sul documento dell’Ispra denominato guida tecnica n.29. Una guida tecnica che portava dritti dritti alla Sardegna. I documenti e studi, richiamati in quel piano dell’Ispra, sottoposti ad una fittizia e ferragostana valutazione portavano alla Sardegna. Il piano dell’Ispra era il fulcro di questa consultazione obbligatoria ma nel contempo fumosa e silenziosa per individuare il deposito unico. Si trattava di una sovrapposizione criptata di documenti con un comune denominatore: escludere tutte le aree a rischio. L’Ispra, e conseguentemente l’oggetto della consultazione formale di questi giorni, arrivava alla Sardegna per esclusione di tutto il resto. Carte e mappe che indicavano rischi, pericoli, e che in sintesi affermavano che la Sardegna sarebbe la terra più sicura per le scorie nucleari. Ad una attenta, dettagliata e puntuale analisi tecnica si arrivava a capire qual’era il progetto scellerato: realizzare il deposito unico nazionale in Sardegna”.
“Le amministrazioni comunali, senza colori di parte, avevano accolto il mio invito ad intervenire nella procedura amministrativa della Valutazione ambientale Strategica. Questo piano è stato dunque fermato al suo primo passaggio istituzionale e la determinazione delle amministrazioni locali è stato il valore aggiunto di questa netta contrarietà della Regione. A questa mobilitazione si sono affiancate centinaia di opposizioni singole e collettive che hanno costituito uno strumento di partecipazione decisiva nelle procedure ministeriali. Ogni opposizione è stata una goccia di libertà”.
“La nostra isola – ha concluso Pili – non può e non deve essere minimamente contenuta nemmeno come ipotesi nei criteri per la realizzazione del deposito unico nazionale delle scorie nucleari. Il governo è stato bocciato. Ora cancelli per sempre la Sardegna da questo progetto demenziale. In Sardegna questo piano non passerà mai”.