VILLACIDRO. Cresce il vizio del gioco a Villacidro. Nel 2016 sono stati spesi 8,36 milioni di euro solo con le slot machine. Ancora sommersi i dati riguardanti schedine e gratta e vinci. L’indagine, effettuata da GEDI Gruppo Editoriale Spa, ha riguardato tutti i Comuni italiani rivelando una vera e propria piaga sociale sottovalutata e protetta da Stato e Lobby del gioco, che sono i soggetti che maggiormente guadagnano da questo business e che hanno tentato di contrastare questa ricerca. Secondo i dati raccolti, consultabili in un’apposita pagina web firmata Gruppoespresso.it, ogni villacidrese avrebbe speso nel 2016 una media di 595 euro a testa solo nelle 111 macchinette “mangia soldi” presenti nel territorio comunale. Villacidro ha una popolazione di 14.040 per un reddito procapite medio di 13.979 euro annuali. Ciò significa che ogni villacidrese ha speso in un anno almeno la metà di uno stipendio medio in gioco d’azzardo. Peggio di noi, nel circondario, solo Guspini, che supera abbondantemente questo trend dai retroscena a volte drammatici. La situazione è inoltre in netto peggioramento in tutti i centri urbani. Nel 2014 i villacidresi avevano speso 491 euro a testa nelle slot machine, ciò significa che nel giro di un anno c’è stato un aumento di spesa di quasi 100 euro a testa. Tutti soldi destinati al gioco d’azzardo. Tra i dati più inquietanti riportati dalla ricerca vi è il numero di macchinette per abitante. A Villacidro abbiamo 7,9 slot ogni mille abitanti, molte volte sistemate strategicamente vicino a plessi scolastici. Questi dati, apparentemente legati solo alla sfera economica, spaventano i servizi sociali villacidresi, che da tempo stanno studiando il problema, in quanto celano, a volte, situazioni estreme di ludopatia e disagio sociale. “Stiamo studiando azioni da portare avanti – dice l’assessore ai Servizi Sociali Daniela Deidda –contro il disagio sociale prodotto dal vizio del gioco”. L’assessorato ha intrapreso una forma di collaborazione con la ASL con cui ha programmato una serie di giornate informative e formative la prima delle quali prevista per i primi mesi del 2018, proprio incentrata sulle ludopatie. I servizi sociali conoscono la situazione di alcune persone con una forte propensione al gioco, ma spesso è difficile aiutarle perché loro non riconoscono di essere affette da questa nuova patologia scientificamente equiparata alle dipendenze da stupefacenti, tabacco e alcool, tutte patologie collaterali che spesso accompagnano la “Febbre da Gioco”. “Conosco soggetti – dice l’assessore – che lavorano solo per giocare e rinunciano anche ai pasti per portare avanti questa dipendenza. Molte persone perdono tutto: famiglia, figli, dignità, fino a terminare in un baratro da cui risollevarsi è molto difficile”.
IVAN FONNESU
Gioco d’azzardo: “Famiglie sul lastrico, una piaga da debellare”