È stato riconfermato alla giornalista Arianna Concu il ruolo di addetto stampa del Comune di Sanluri. Sono stati esclusi gli altri tre candidati, tutte donne, due provenienti da Furtei e Serramanna, l’altra sanlurese come Concu. Due perché laureate ma non giornaliste, e entrambe senza l’esperienza di almeno cinque anni come addetto stampa negli enti pubblici. L’altra candidata invece è stata esclusa perché iscritta all’Ordine dei giornalisti come pubblicista, e non professionista. I requisiti del bando erano chiari e inderogabili: chi doveva candidarsi, doveva essere in possesso di laurea, tesserino da giornalista professionista, e aver maturato almeno cinque anni come addetto stampa in enti pubblici. (Per intenderci, ad esempio, un giornalista come Enrico Mentana non potrebbe essere l’addetto stampa del Comune di Sanluri perché non laureato, così come non lo era Enzo Biagi, né Piero Angela e altri giornalisti famosi). Il concorso ha suscitato perplessità nel
mondo del giornalismo. Specialmente per i pubblicisti, categoria più adatta a ricoprire l’incarico di addetto stampa a Sanluri, visto che l’assunzione prevede un compenso di 3.000 euro per otto mesi. Infatti, a distinguere le due categorie giornalistiche, è proprio il fatto che i professionisti possono svolgere soltanto una professione legata alla stampa, senza poter svolgere altri lavori, come invece è consentito ai pubblicisti. Sulla vicenda, si era espresso in modo negativo anche il presidente dell’Associazione della Stampa sarda Celestino Tabasso (leggi qui).
Interpellato, il sindaco Alberto Urpi aveva assicurato che avrebbe verificato eventuali anomalie e che tutti i giornalisti avrebbero potuto partecipare, anche i pubblicisti.
Invece, così non è stato. «Uno è stato escluso perché giornalista pubblicista», fa sapere il consigliere di opposizione Massimiliano Paderi, che evidenzia anche altri dubbi sul concorso, uno dei quali in merito alla Commissione che ha selezionato i candidati, costituita da un giornalista pubblicista del territorio (ndr Villacidro.info. Antonio Pintori, corrispondente di Videolina e Unionesarda). «Per giudicare un professionista – osserva Paderi –, non sarebbe appropriato un giornalista professionista, anziché un pubblicista? Inoltre credo sia opportuno avere direttive dall’Ordine dei giornalisti per costituire una commissione che giudica gli addetti stampa comunali. Altrimenti si rischia che le direttive vengano dalla politica locale».
Il consigliere poi, ricordando che si erano già accesi i riflettori della stampa nazionale per un precedente bando dell’addetto stampa del Comune, ha aggiunto: «Qual è il criterio dei comunicati stampa? Perché alcune comunicazioni vengono lanciate e altre no? Vengono inviati a tutte le testate giornalistiche, o ad alcune no? Mesi fa ho chiesto un resoconto, nero su bianco, del lavoro svolto dall’addetto stampa, e sto ancora aspettando».
Articolo tratto integralmente dalla testata giornalistica Il Sarditong Post