Il commento di Maura Ortu
La situazione emergenziale continuerà chissà per quanto tempo ancora e le varie amministrazioni comunali si stanno prodigando, secondo quanto imposto dal Governo, per cercare di alleggerire l’impatto su famiglie ed economia locale, che sta ovviamente vivendo una situazione drammatica.
È notizia di ieri che a Villacidro è stato approvato il regolamento per i buoni spesa e delle polemiche immediatamente sollevatesi da parte delle piccole attività commerciali e dei cittadini penalizzati dalla mole di burocrazia e dichiarazioni che accompagnano le domande.
È questo l’aiuto che il comune può dare alle famiglie e le attività commerciali, partire ive ecc che davvero non sanno come fare a superare questa terribile crisi?
A sentire gli amministratori non c’è mai nulla di più da fare rispetto a quello che già hanno fatto.
Ma cosa succede in altri comuni della Sardegna? Vediamolo.
Il Comune di Tortolì ha sospeso o differito i termini di pagamento di tutti i tributi comunali. Certo non si può parlare di soluzione concreta ma è comunque un piccolo passo per non far venire ai cittadini in difficoltà l’ansia per non poter pagare TARI, TASI, IMU, TOSAP ecc.
Altri comuni stanno facendo qualcosa di meglio.
Sgravi per le Partite Iva, per esempio, sono stati decisi dai Comuni di Uta, Decimomannu, San Sperate, Decimoputzu e Villaspeciosa. In alcuni casi già deliberati, in altri in dirittura di arrivo.
Ma andiamo oltre. Arbus ha attivato un primo fondo di 30 mila euro per far fronte all’abbattimento di tari e altri tributi a favore delle imprese. La manovra è stata discussa in Consiglio Comunale in videoconferenza il 20 marzo e perfezionata con variazione di bilancio il primo marzo. A Monserrato la giunta comunale ha stanziato 200 mila euro, che vanno a sommarsi ai 143 mila del Governo, per venire incontro alle necessità delle famiglie, delle imprese e delle partite Iva: 100 mila euro saranno destinati alle attività commerciali e Partite iva, 83 mila euro alle famiglie meno abbienti e 25 mila euro alla protezione civile (sanificazione e acquisto mascherine e dispositivi di sicurezza). Il Comune di Monserrato ha anche aperto anche un conto corrente dedicato per la raccolta fondi a favore delle famiglie in difficoltà.
Il comune di Assemini invece ha stanziato fondi di bilancio per 500 mila euro, in aggiunta ai 211 mila del Governo, per attività e imprese commerciali e partite Iva.
Mentre il Comune di Elmas di euro ne ha stanziato 130 mila, in aggiunta ai 66 mila del Governo, per costituire un fondo di emergenza per il quale si sta ancora decidendo la ripartizione.
Il Comune di Pula ha stanziato 50 mila euro (oltre ai 51 mila del Governo), addirittura prima che Conte comunicasse la messa a disposizione immediate di 400 milioni di euro a favore dei Comuni. Soldi destinati alle famiglie meno abbienti.
Ancora: il comune di Capoterra ha stanziato 200 mila euro, oltre ai 164 mila del Governo, per le famiglie meno abbienti e quelle che ora si trovano in difficoltà per perdita di lavoro e sicurezza economica.
C’è da chiedersi: e il Comune di Villacidro che fa? Non ci sono commercianti, partite iva, esercenti e famiglie che hanno perso il lavoro e necessitano di un sostegno ulteriore oltre alle risorse stanziate dal Governo?
Perché, per esempio, non costituire un fondo di emergenza? Il Comune di Villacidro ha un bilancio di 15 milioni di euro. Ora è necessario effettuare le opportune variazioni di bilancio e levare i soldi stanziati per attività non spendibili, e destinarli immediatamente all’emergenza Covid-19.
Il bilancio del Comune di Villacidro ha disponibilità importanti, oltre al fondo di riserva che ogni ente pubblico ha obbligo di stanziare e che va dallo 0,3 al 2% del bilancio totale. Una parte anche di questo fondo deve essere utilizzato per i cittadini.
Con i soldi arrivati come un regalo di Natale dalla regione, che ammontavano a 2 milioni di euro, la lungimirante amministrazione ha pensato di asfaltare decine di Km di strade.
Non contesto la scelta, che comunque non approvo perché risorse pubbliche così ingenti vanno ripartite in diversi interventi, ma mi chiedo che serve aver asfaltato strade (molte anche in maniera dubbia) se poi i cittadini e le imprese, e le attività commerciali stanno annaspando e quelle strade né le possono attraversare né se le possono mangiare?