Equitazione: vocazione verso la libertà

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L’amore per i cavalli è un istinto che rapisce l’animo.

Hai mai chiesto agli appassionati di equitazione cosa trovino di tanto speciale a star seduti sopra quei possenti animali, lasciandosi cullare dal loro incedere progressivo? Ti risponderanno che è una pulsione inspiegabile, un sentimento che unisce il rispetto per la vita, la passione per lo sport e la vocazione verso la libertà.

Si tratta quindi di un vero e proprio mistero, di una vocazione, di una scintilla che finché non si è montati in sella per la prima volta potrebbe non scoccare mai. Alcuni potrebbero addirittura spaventarsi, quindi rifiutare la possibilità di venire improvvisamente rapiti da una passione così travolgente. Ma come potrebbe una sana attività che riunisce sport, natura e amore diventare pericolosa e rapirci dalla nostra esistenza? “Il progetto Ruynas nasce per dare a chiunque la possibilità di assaporare l’ebbrezza della libertà in tutta sicurezza” – dice Danilo Bolacchi, giovane titolare del maneggio, nei pressi della chiesa campestre di San Sisinnio, a Villacidro. Per sentirsi liberi non occorre essere dei professionisti della cavalcata, con poche lezioni, infatti, si potrà prendere confidenza con il cavallo e poter quindi affrontare le bellissime passeggiate per le vallate del massiccio montuoso del Linas che il maneggio Ruynas propone per i suoi allievi.

“Viviamo ogni giorno curvi sul computer dove esploriamo il mondo senza realmente conoscerlo – continua Danilo Bolacchi – grazie all’equitazione invece, si può vivere l’avventura ed il relax contemporaneamente, spingendosi oltre i confini della fantasia e dell’immaginazione, immersi in scenari fantastici che il più delle volte rimangono ignoti alle persone comuni”. Le passeggiate sono solo uno degli aspetti godibili dell’equitazione. “Prima di lasciarsi andare in escursioni di vario livello – spiega Danilo Bolacchi – occorre acquisire la giusta dimestichezza col cavallo”. Una serie di lezioni preliminari creerà il giusto affiatamento tra uomo e cavallo, rendendosi pronti per esercizi sempre più entusiasmanti e coinvolgenti.

Il lavoro da terra è una delle basi dell’equitazione. Si tratta di far percorrere dei cerchi di dimensioni diverse al cavallo, stando fermi in un punto fisso utilizzando una corda di circa 10 metri. “Questo – continua Danilo Bolacchi – serve per affinare la confidenza con l’animale e riscaldarne la muscolatura così da facilitarne la monta”. Si procede poi con esercizi in sella, tra cui l’Otto e la Serpentina, fondamentali per acquistare padronanza nella disciplina. Occorre poi far pratica con tutta una serie di segnali che permettono all’uomo di comunicare senza sforzi le direttive al cavallo, e permettergli quindi di manovrarlo con gentilezza. Questi segnali vengono chiamati aiuti. Il passo verso l’elegante trotto e verso il galoppo si avvicina rapidamente, ma l’esercizio non deve mai mancare. Il salto agli ostacoli è forse l’esercizio più affascinante e coinvolgente. Questi sono la vera anticamera per quella sete di libertà e voglia di volare che solo l’equitazione sa regalare.

Ivan Fonnesu

Villacidro.info – 27 ottobre 2011

48 COMMENTI

  1. Ma qualcuno ha mai chiesto ai cavalli se a loro paice che qualcuno gli salga sulla groppa e gli costringa a saltare o a correre anche se non ne hanno voglia?A voi piacerebeb avere qualcuno che vi sta sempre sulle spalle e vi painte i calcagni sui fianchi per fare quello che a lui aggrada di più?

  2. Non c’è bisogno di un decalogo, basta una regola: “non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te.” E ve lo dice un non credente…

    Più profanamente si potrebeb dire: vivi e lascia vivere.

    • E’ arrivato Padre Ovvio con la sua dose quotidiana di banalità! Ora si fa polemica pure su un attività antica e nobile come l’equitazione! Non se ne può più dei tuoi luoghi comuni.. non so chi sia questo danilo ma trovo che bisognerebbe apprezzare un ragazzo che cerca di creare qualcosa di buono e nuovo in paese che magari può portare qualcuno anche da fuori. Io non ci vado solo perchè ho un po paura del cavallo ma ci porto presto mio nipote

      • Se è ovvio quello che scrivo, ovvero che i cavalli non dovrebbero essere cavalcati perchè nessuno gli chiede prima il permesso, perchè poi dici che ci porterai tuo nipote?Vuol dire allora che per te quella cosa non è per nulla ovvia, altrimenti ti comporteresti di conseguenza. Ciao.

        • Veramente ti ho chiamto Mr.Ovvio e ho detto che parli per luoghi comuni. Della serie: chi non risica non rosica, non fare agli altri quello che non vorresti venisse fatto a te.. mettici pure un chi va piano va sano e va lontano e fai 1000 punti. Io mio nipote (14anni) ce lo porto perchè credo che andare a cavallo faccia bene al corpo ed è un buon pretesto per vedere bei posti e rilassarsi. Oggi come oggi i ragazzi hanno perso il senso delle cose belle e genuine e trovo che questo ragazzo che ho appena saputo essere molto giovane (sulla ventina)abbia creato un servizio diverso e una buona opportunità per tanti di rivivere villacidro e quello che di bello offre. Con il suo permesso Mr. Ovvio torno da mia moglie e dai miei figli

        • hai mai chiesto alla carne che ingurgiti se avesse voglia di farsi mangiare da te???? hai mai chiesto alle persone che scrivono su questo blog se hanno voglia di leggere la marea di …… che scrivi??? il tuo motto vivi e lascia vivere dovresti metterlo in atto tu… Non puoi andare contro a tutto e a tutti… ma anche a questo potresti trovare un rimedio….

          • Cara trasparenza, io non mangio carne infatti.

            Per quanto riguarda le considerazioni di gigilatrottola, devo dire che mi suscitano una certà ilarità: uno che scrive, riferendosi all’equitazione: “attività antica e nobile”, mi può accusare di esser banale e ovvio? Suvvia, quella frasettina sui cavalli la si sente ovunque, forse la si trova anche nei baci perugina…In ogni caso forse sono stato banale (banale, ovvio e luogo comune non sono la stessa cosa!!!) nella forma ma non certo nella sostanza (altrimenti il mio pensiero sarebbe condiviso da molti). Saluti

            • Non sei dei nicchia e per questo non banale o ovvio. Sei solo vuoto, fanatico e socialmente inutile. E’ ben diverso…

  3. Grande Dani!

    I villacidresi dovrebbero prendere esempio da questa iniziativa e imparare a mettere le proprie passioni a disposizione di tutti.
    Questa e altre iniziative dimostrano che qualcosa a Villacidro si sta muovendo. E la cosa bella é quando queste cose partono dalle iniziative dei singoli prima che dalle istituzioni.
    Complimenti ancora.
    s.

    • Che qualcosa si stia muovendo è vero… però purtroppo a ritroso! Per questo motivo è lodevole l’iniziativa di un ragazzo così giovane che mette a disposizione della collettività un servizio come il maneggio o come qualsiasi altro investimento fatto a Villacidro. Al giorno d’oggi Villacidro ha “poco” da offrire… ma quel poco se sfruttato e valorizzato può diventare una risorsa inesauribile e di altissimo valore: i nostri meravigliosi monti! E sarebbe bello vedere un po di coesione sociale ogni tanto, come pretendiamo di rimettere in piedi un paese se la guerra viene combattuta in primis tra i cittadini che la abitano? Con questo chiudo, ho già detto abbondantemente la mia e non sono abituato alle polemiche! SCIDAISINDI, basta con i bla bla bla e iniziate a fare qualcosa di concreto e mi riferisco soprattutto ai più giovani. Complimenti Danilo verrò presto a trovarti e spero che la GELOSIA che mangia il fegato di tanti tuoi compaesani non ti tocchi!

      • Complimenti a Danilo e a tutti i giovani corraggiosi…detto questo però signori miei,Danilo non lavora mica per la gloria!!!Quindi i complimenti vanno benissimo,ma se organizzate escursioni con lui o anche solo qualche lezione,penso che lui ne sarebbe ancora più contento!!!Le braccine corte di tanti sono la rovina dell’impegno di molti giovani!!!Tutto naturalmente rapportato alle possibilità di ognuno certo,ma alle volte questi discorsi complimentosi mi lasciano un senso di ipocrisia non indifferente!Naturalmente non è riferito a nessuno nello specifico,ci mancherebbe,è pur vero però che accade!Vogliamo aiutare i giovani che prendono il coraggio a quattro mani??e allora supportiamoli anche come “clienti”!!e poi,in questo caso,quello che acquistiamo è un’emozione che rimane nel cuore…provatela!!! 😉

  4. Vorrei ringraziare tutti per il supporto, e vorrei dire al caro signore che i cavalli sono animali nobili e il cavaliere che ci monta sopra dev’essere rispettoso e grato nei confronti di un animale cosi puro e potente,la prima cosa che insegno hai miei allievi è il rispetto nei confronti dell’animale e di ogni creatura di questa terra. Ruynas Maneggio ed Escursioni.

      • E’ per colpa di gente come te se a Villacidro non si fa mai niente e si stanno perdendo tutte le tradizioni, tradizioni che potrebbero dare da mangiare a tanta gente, state sempre a pensare cosa e come fanno le cose gli altri per poi dare un giudizio senza aver nessuna conoscenza o base per aprir bocca . Ti posso assicurare che i cavalli se portati da gente esperta non vanno incontro a nessuna forzatura dolore o danno fisico. Mi dispiace ma hai sbagliato esempio, gli animali vengono maltrattati in altri modi da persone senza scrupoli, non da noi che amiamo e curiamo i nostri animali. CI vogliono testa anima e cuore per fare qualsiasi cosa nella vita anche per salire sopra un cavallo.

        • Io non ho mai detto che i cavalli vengono da te fisicamente maltrattati, dico che il rispetto è rispettare la natura dell’essere vivente. La sua natura non può essere quella di farsi cavalcare, infatti il cavallo selvatico (se mai ce ne sono ancora) necessità di addestramento e costrizione. Indubbiamente c’è di molto peggio dell’equitazione, mica io lo nego. Mica ho detto che sei un mostro o che lo sono tutti quelli che cavalcano, dico che forse bisognerebbe mettersi anche dalla parte del cavallo, qualche volta. In questo caso penso che sia banale e ovvio (:) ) ritenere che non sia piacevole tenere uno in groppa che ti costringe a fare cose che a te non piace. Per me l’amore e il rispetto è altra cosa. La tradizione?e chi se ne strafrega?La tradizione non è mica sinonimo di legittimità?Anche la corrida è tradizione, spero che tu sia d’accordo con me che dovrebbe sparire dalla faccia della terra.

          Io auspico un futuro in cui tutti gli animali siano liberi di essere se stessi e non debbano essere considerati oggetti al servizio degli esseri umani. Tutto qui. Ciao

  5. Non vedo dove sia il problema per i cavalli, come l’uomo sono nati liberi e quelli allevati dall’uomo devono lavorare per mangiare: è il loro inevitabile destino ed è quello che ha consentito la differenziazione di numerose razze attraverso un lungo lavoro di selezione fatto dall’uomo. Molte razze se non più usate per il lavoro (inteso come tutte le attività in cui si usa il cavallo) rischiano l’estinzione perché non più adatte alla vita selvatica, inoltre nessuno spenderebbe per foraggiarli tutti giorni senza trarne un servigio: sarebbe una perdita enorme di razze. Mi pare si stia proiettando sul cavallo un problema di libertà che questo non si pone, probabilmente riguarda più l’uomo.

    • Caro mariano, il tuo discorso un tempo lo facevano anche gli schiavisti riferendosi ai neri africani:”devono lavorare per vivere”, essi dicevano. Si trattava di una discriminazione senza alcun fondamento. Oggi questa discriminazione viene perpetrata ai danni degli altri animali diversi dagli esseri umani. Anche in questo caso si tratta di fondamenti basati sul nulla. I cavalli selvatici, se mai ne esistono ancora, riescono benissimo a provvedere a se stessi: è quindi l’uomo ad aver bisogno dei cavalli e non viceversa. Voglio non essere banale e ovvio, come dice il mio amico gigilatrattola, quindi vi dico che il vostro pensiero è inficiato da un’ideologia imperante da alcuni millenni nel mondo cosiddetto civile: l’antropocentrismo.

      Le persone più sensibili mi comprendono e condividono il mio pensiero, forse non in questo forum, ma questo non fa molto testo. In ogni caso le persone che ripudiano l’antropocentrismo aumentano sempre più…

  6. E’ tutto collegato; se si riuscisse a ragionare in modo meno schematico e particolaristico si troverebbe facilmente il senso delle teorie generalistiche delle quali si è invece tentati di sorridere.
    Questo concetto di superiorità della razza umana sulle altre razze animali non ha alcuna logica: il fatto di avere sviluppato notevoli facoltà cerebrali non è ragion sufficiente; tale concetto è solo dettato da questioni di nostra convenienza. L’azione squilibrata di noi umani(dato che si parte dall’idea che la natura vada trasformata, dominata e strapazzata al solo scopo di sfruttarla…) sul mondo che ci ospita, ha portato ad una seria compromissione degli equilibri naturali.
    Qualcuno, già molti secoli fa, parlava di un’Umanità più evoluta, rispettosa di tutte le altre specie viventi e del mondo. Non è una gran novità.
    Resta da intendersi su cosa sia il rispetto. Personalmente non ho mai concepito zoo, acquari, gabbie in genere et similia.
    Con questo non voglio dire che non capisco la passione per il trotto ed il galoppo o per le escursioni a cavallo e neppure la condanno. Ma ritengo che la domanda di una ridefinizione del rapporto uomo-altri animali e vegetali abbia un senso.

    • Come Angelo dimostra, le persone più intelligenti o culturalmente più preparate, quantomeno si pongono il problema antropocentrico (antropocentrimo= porre l’uomo al centro dell’universo, come cioè se tutto il creato fosse stato concepito solo ed esclusivamente per lui).

  7. Dopo avere solo ricordato, per non andare fuori tema, che le discriminazioni verso gli esseri umani non sono mai finite, penso che sia necessario evidenziare che i cavalli allevati nei maneggi non sono stati catturati da branchi di cavalli selvatici, ma provengono da innumerevoli generazioni di cavalli cresciuti in allevamento. Per secoli il cavallo ha aiutato l’uomo nel suo lavoro: i primi cavalli, sicuramente selvatici, sono stati catturati ed addomesticati, e questo ha cambiato, sia la vita dell’uomo, che del cavallo. Si è creato un rapporto di interdipendenza che per forza di cose è basato su uno scambio, altrimenti non avrebbe mai avuto inizio: l’uomo, capendo il grande aiuto che potevano dare nel lavoro, ha iniziato ad accudire i cavalli, dandogli da mangiare, tenendoli puliti, creandogli un riparo, curandoli dalle malattie. Molte razze, oramai, hanno esigenze fondamentali per la loro sopravvivenza, che possono essere soddisfatte solo attraverso l’intervento dell’uomo, ne consegue che l’abbandono dell’uso del cavallo, specialmente in molte attività oramai storiche (trasporto, lavoro), le pone in serio pericolo di scomparsa. Infatti, solo pochissimi sono disposti ad allevarli come “cagnolini da salotto” in quanto richiedono opportuni spazzi e mangiano come cavalli. Fortunatamente, il perdurare dell’impiego del cavallo, il cui uso si è fortemente spostato dal lavoro al momento ricreativo, nonché verso nuove forme d’utilizzo come ippoterapia, sta consentendo la sopravvivenza di numerose razze che, per non andare incontro a problemi di forte consanguineità, devono contare su molti esemplari ed un’attività di scambio genetico fra gli allevamenti. Grazie a persone come Danilo, che riescono a fare di una passione un lavoro, viene mantenuto alto l’interesse per i cavalli e si garantisce la sopravvivenza delle razze domestiche. La scomparsa dei cavalli domestici e quindi delle razze adattate alle diverse tipologie di lavoro e climatiche, sarebbe una grande perdita, specialmente se non si esclude che un domani potremmo anche essere costretti ad utilizzarlo per attività in cui oggi è stato totalmente soppiantato dalle macchine.

    • Anche i circensi ripetono la solita solfa sul fatto che i loro animali non sono selvatici ma allevati appositamente col preciso scopo di servire l’uomo. Questo non cambia la natura delle cose, il fatto che degli animali nascano e vivano in cattività non è una ragione sufficiente per proseguire in questa direzione. Anche gli schiavi davano alla luce bambini e bambine che non conoscevano altra vita, se non quella schiavile. Questa non è stata però una buona ragione per non abolire la schiavitù. Il rapporto di interdipendenza di cui parli è falso!E’ l’uomo ad aver bisogno dei cavalli e non viceversa: il fatto che l’uomo stesso abbia negato la libertà ai cavalli, rendendoli quindi incapaci di provvedere a se stessi, non fa di lui un liberatore ma uno schiavista. Racconti poi storie di rapporti tra uomini e cavalli che sono buone per le favolette dei bambini, nella realtà sappiamo tutti che almeno in passato a fine carriera i cavalli venivano macellati. Non c’era nessun lieto fine nella storia, per quanto molti agricoltori fossero effettivamente affezionati ai loro cavalli e\o asini. La fine comunque era una sola.

      Oggi non sarà coì, ma la questione è che l’animale viene concepito come fonte di redditto, questo fa di lui un oggetto e non un soggetto con interessi (accoppiarsi, correre quando vuole, mangiare quando vuole, ecc.). Non è in grado di farlo più a causa dell’addomesticamento?Bene, reintroduciamoli in natura come si fa con altri animali. Smettiamo di continuare a farli riprodurre in cattività. Smettiamo di considerarli al nostro servizio perchè non lo sono.

      p.s Ho detto chiaramente che ci sono miriadi di problemi più grandi rispetto all’equitazione (gli allevamenti intensivi per la carne per esempio), però lo spunto offerto dall’articolo è importante perchè permette di riflettere sul rapporti uomo-altri animali.

    • In breve, anch’io per non andare fuori tema, direi che le discriminazioni verso gli esseri umani non sono diverse dalle altre di cui si parla. Le selezioni delle razze “domestiche” servono per i nostri comodi, non sono obbligatorie per i cavalli né per i cammelli o gli elefanti, tanto per citare altri animali da trasporto abbastanza comuni in altri Paesi. Potrebbe essere necessario utilizzare i cavalli per scopi etc. etc; appunto : usare per i nostri scopi. Personalmente sono convinto che, allo stato attuale, specie considerando il tipo di combustibili altamente inquinanti e, come il petrolio, esauribili a breve (nell’arco di meno di un secolo), usati per produrre energia e per il trasporto di persone e cose, se si tornasse ai cavalli per muoverci non sarebbe male, in linea teorica. Propongo anche il lazo e la vecchia Colt 45 per completare il quadro.

  8. @Raymond la Science: io il tuo discorso lo condivido solo se effettivamente si parla di sfruttamento dell’animale!..in questo caso, mi dispiace, i tuoi commenti sono fuori luogo! ti invito, per toglierti ogni dubbio, ad andare a visitare il maneggio di Danilo e vedere con i tuoi occhi come gli animali sono trattati! è brutto parlare “a bocca piena”, con la testa piena di pregiudizi! ti dico solo che se tutte le persone fossero così nei confronti degli animali, avremmo sicuramente un mondo migliore!

  9. State divagando come sempre, ed è sempre colpa di un utente che abbiamo bannato altre quattro volte, ora con il nome di Raymond la Science continua ad andare contro tutto e tutti distogliendo sempre l’attenzione sull’articolo proposto e deviando la discussione su concetti estremistici.
    Questo blog non può essere usato dagli utenti per inculcare ideologie proprie ad altri utenti, anche se nobili o condivisibili. Non è questo lo spazio. Alla prossima chiudo la discussione.

  10. Quanto riportato nell’intestazione dell’articolo (Ti risponderanno che è una pulsione inspiegabile, un sentimento …….ecc.), è spiegabile se non si esclude che nei nostri geni sia ancora forte l’atavismo che 9000 anni fa ha portato l’uomo ad iniziare l’addomesticamento del cavallo, portando all’attuale differenziazione di oltre 230 razze diverse (24 Italiane) fra cui figura anche l’anglo arabo sardo. Questa informazione biologica è latente ed affiora nello stato cosciente solo a contato del cavallo, del resto è comprensibile che questa non sia andata persa poiché fino allo scorso secolo il cavallo si usava nelle più svariate attività umane. Queste razze hanno un valore intrinseco non monetizzabile, sono il frutto di un lavoro iniziato 9000 anni fa, ed effettuato con un’attenta selezione ed incroci avvenuti senza l’uso dell’ingegneria genetica. Se verrà a mancare l’interesse ad allevarle è sicura la loro scomparsa, pertanto oltre ad offrire svago ed emozioni, ogni singolo maneggio del mondo contribuisce a salvaguardare le razze dei cavalli presenti nella propria area geografica, oltretuto, ricchiedendogli un lavoro infinittamente più dolce e leggero che in passato: il cambiamento dello stile di vita dell’uomo ha cambiato anche “lo stile di vita del cavallo”, ed ora anziche andare a lavorare insieme vanno più spesso a fare passeggiate, un traguardo ancora inimmaginabile per molti cavalli dello scorso secolo.

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