Il piano di assestamento per la gestione dei boschi

7

Da un po’ di tempo a questa parte, i vari mass media locali e non ultimo Villacidro.info, hanno affrontato il problema della gestione del patrimonio boschivo del Comune di Villacidro, soprattutto del compendio che ricade nella cintura del paese e del “Piano di Assestamento” relativo al  vasto patrimonio boschivo villacidrese. Sul rimboschimento delle aree percorse da incendio si è approfondito il discorso su vari fronti; mentre su quest’ultimo aspetto si è parlato in modo generico senza entrare nel dettaglio tecnico della materia, ma cosa si intende per piano di assestamento?

Assestare un bosco significa conservare la massa legnosa presente, perseguire il suo miglioramento produttivo, protettivo, sanitario, turistico-ricreativo-culturale, paesaggistico e valorizzare il patrimonio agro-silvo-pastorale; inoltre, significa perseguire una pianificazione multifunzionale con cui si desidera fare esprimere al bosco tutte le sue predette funzioni.

Il piano di assestamento si concretizza in un documento tecnico che sintetizza tutti i criteri della gestione del territorio forestale in cui si esprimono le determinazioni per realizzare gli obiettivi da raggiungere, ha un periodo di validità di dieci anni, superato il quale deve essere aggiornato.

L’assestamento ha origine remota, infatti già i Romani utilizzavano i boschi dell’impero e distinguevano le aree boscate da utilizzare da quelle da riservare. Le civiltà successive incominciarono a regolamentare i tagli e così si originò l’assestamento, ma all’epoca era teso prevalentemente al controllo tecnico degli interventi forestali. Col tempo si ebbero successive evoluzioni fino ad arrivare ai giorni nostri con l’assestamento attuale mirato appunto alla gestione razionale dei boschi con tutte le sue sfaccettature..

Generated image

Come disciplina l’assestamento nasce nei paesi centroeuropei e l’Italia ne recepisce gli orientamenti dal 1869 con la creazione di un Corpo Forestale nazionale e la fondazione della Scuola Forestale di Vallombrosa.
La prima normativa italiana sull’assestamento è contemplata nell’art. 130 della legge 30.12.1923, n. 3267, tuttora in vigore, il quale prescrive che i boschi di proprietà comunale e di altri Enti Pubblici, devono essere utilizzati in conformità ad un piano di assestamento che è parificato a tutti gli effetti di legge alle P.M.P.F. (Prescrizioni di Massima e di Polizia Forestale), il cui controllo spetta al C.F.V.A. (Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale). Il piano di assestamento viene elaborato da un tecnico o da un equipe di tecnici forestali (dottori Forestali), dietro incarico del Comune il quale lo approva con delibera del Consiglio Comunale. Il piano viene affisso all’albo pretorio comunale per quindici giorni e se non vi sono state opposizioni viene trasmesso al Servizio Territoriale Ispettorato Ripartimentale del Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale per l’approvazione che, a sua volta, lo trasmette alla Provincia per l’approvazione definitiva. Come già detto, una volta approvato il piano è parificato a tutti gli effetti di legge alle P.M.P.F.

Generated image

Ma ecco, in concreto, le fasi necessarie per la realizzazione di un piano di assestamento:

1. Definizione delle linee programmatiche che individuano gli obiettivi e gli scopi del piano, che sono:

  • Regolamento del legnatico, ghiandatico, pascolo
  • Fruizione e valorizzazione turistica e archeologica dell’area
  • Regolamentazione delle attività naturalistiche e venatorie
  • Rivalutazione della cultura materiale pastorale2. Sopralluogo e ricognizione generale del bosco o dei boschi con verifica dello stato dei luoghi
    • decidere il metodo di rilevamento da intraprendere
    • accertamento e registrazione dei seguenti elementi
      – confini
      – viabilità
      – specie presenti e le forme di governo (ceduo o fustaia = per ceduo si intende un bosco formatosi a seguito di un taglio, mentre per fustaia si intende un bosco generatosi da seme) e trattamento (metodo di utilizzazione di un bosco)

3. Indagine storico-economica del bosco o dei boschi sulle varie utilizzazioni effettuate e gli usi civici eventualmente attuati – Acquisizione dati

  • Clima
  • Aspetti geologici – pedologici – idrologici
  • Vegetazione potenziale
  • Aspetti faunistici: fauna, oasi di protezione faunistica, riserve
  • Vincoli: idrogeologico, paesaggistico, archeologico, S.I.C (Siti di Interesse Comunitari )
  • Aree protette: parchi – Riserve naturalistiche – S.I.C.
  • Fattori di rischio idrogeologici

4  – Studio dei soprassuoli (boschi e/o vegetazione presente)

  • età, tipologia, massa legnosa5 – Piano degli interventi selvicolturali6 – Piano di gestione dei pascoli:
  • determinazione del carico, studio e miglioramento, specie7 – Piano di prevenzione incendi8 – Piano usi civici e regolamento delle utilizzazioni silvopastorali9 – Divisione del bosco
    • classi di governo e classi di trattamento
    • classi economiche o comprese (particella forestale)
    • divisione in particelle

10  – Costruzione del particellare

  • Rilevamento di ogni singola particella con tutte le informazioni che riguardano il bosco
  • descrizione della stazione
  • vegetazione: specie, età, densità, struttura, provvigione (tavole stereometriche, aree di saggio, tavole alsometriche), rinnovazione, stato fitosanitario

11 .Registro particellare è una tabella dove sono riportate tutte le informazioni utili riferite al soprassuolo di ogni singola particella

12. Acquisizione dei dati in ambiente G.I.S. (Geographic Information System)

  • Rilievi su ortofoto e I.G.M. attraverso computer palmare e G.P.S. (Global Position System) ed elaborazione dati su P.C. con software creato ad hoc per la formazione delle carte tematiche Il Comune di Villacidro benché sia proprietario di numerosi boschi sottoposti a vincolo idrogeologico, assoggettati quindi al regime di tutela del suaccennato R.D.L. 30.12.1923, n° 3267, e gravati da uso civico per pascolo e legnatico, è sprovvisto del “Piano di Assestamento” di cui all’art. 130 della predetta legge, così come finora lo sono la quasi totalità dei comuni della Sardegna proprietari di boschi.

Generated imageCome già detto, il Piano di Assestamento è lo strumento necessario per la gestione dei boschi, per conservare la massa legnosa presente, perseguire il suo miglioramento produttivo, protettivo, sanitario, turistico-ricreativo-culturale, paesaggistico e valorizzare il patrimonio agro-silvo-pastorale; inoltre, significa perseguire una pianificazione multifunzionale con cui si desidera fare esprimere al bosco tutte le sue predette funzioni.

C’è da precisare che la progettazione di un Piano di Assestamento ha un costo sostanziale, e con la crisi economica-finanziaria in atto la maggior parte delle amministrazioni comunali che ne sono sprovviste trovano difficoltà a reperire le risorse finanziarie necessarie per attuarlo.

E’ confortante il fatto che in mancanza di un Piano di Assestamento gli usi civici non sono compromessi, quindi si possono comunque attuare. Anzi, potrebbero essere una forma di finanziamento, infatti se nei boschi di Villacidro si attuasse un legnatico  con periodicità anche triennale,  il ricavo potrebbe essere utilizzato per finanziare la realizzazione del Piano, e nel contempo avremmo assestato alcune parcelle di bosco omogeneo, e distribuito legna alla popolazione ad un prezzo sostenibile.

Generated imagePer il legnatico in uso civico basterebbe un semplice DISCIPLINARE elaborato dal Comune con la collaborazione del Corpo Forestale, approvato dalla Giunta Comunale e dal Servizio Territoriale Ispettorato Ripartimentale di Cagliari. Il periodo del taglio sarebbe ovviamente quello imposto dalle predette P.M.P.F., dal 1° novembre al 31 marzo, dove i villacidresi interessati, a seguito richiesta scritta all’Amministrazione Comunale e successiva assegnazione del lotto di taglio, sotto la stretta vigilanza del Corpo Forestale e del Comune,  potrebbero farsi la provvista di legna per uso famigliare.

I relativi tempi per un eventuale legnatico si concretizzerebbero in tre-quattro mesi, secondo le seguenti fasi:

  • individuazione dell’area e delle parcelle da assestare (tre parcelle contigue – una per anno)
  • elaborazione e approvazione del disciplinare
  • delibera della Giunta
  • sopralluoghi del Corpo Forestale
  • istruttoria della pratica
  • nulla osta Corpo Forestale
  • inizio legnatico

Questo significa che per iniziare il taglio il 1° novembre basterebbe intraprendere la pratica a luglio-agosto.

http://www.montelinas.it/florasarda/399-boschi-della-sardegna.htm

Gian Paolo Madau

Villacidro.info – 16 novembre 2011

7 COMMENTI

  1. Finalmente un argomento che mette in evidenza la necessità di affrontare con strumenti adeguati la gestione del nostro patrimonio forestale e montano in genere. Finora , nonostante il Comune di Villacidro abbia oltre 4700 ettari di territorio montano di proprietà, l’argomento è sempre stato trattato in maniera demagogica, lasciando sospesi tutti i buoni propositi di valorizzazione, difesa ecc,. in un limbo, da cui non si verrà fuori se non si passa ad una concreta fase di pianificazione tecnica. I piani di assestamento, che ora si preferisce chiamare piani di gestione (nella sostanza cambia poco), sono uno strumento indispensabile che consente di ottimizzare l’utilizzo delle risorse la loro funzionalità (di difesa idrogeologica, produttiva, ecc), nonché di evitare lo sperpero delle poche risorse finanziarie, che, con la fretta di doverle spendere nei termini previsti dalle norme che le rendono disponibili , vengono indirizzate alla realizzazione di interventi decisi all’ultima ora, slegati dal contesto territoriale complessivo, spesso poco utili se non dannosi ( es. i caprili, realizzati in passato con tipologie costruttive inadeguate, sia per il bestiame allevato che nel contesto paesaggistico e storico culturale). I costi di un piano di gestione non sono comunque proibitivi, con 4-5 euro per ettaro, si può realizzare buon piano, che dovrebbe essere considerato un investimento da parte delle amministrazioni, benché i suoi effetti non siano pienamente palpabili nel breve periodo: questa è la sua più grande limitazione per chi a premura di vedere da subito risultati concreti, ma la valorizzazione delle risorse richiede i suoi tempi, specialmente se alle spalle c’è un vuoto totale che non può essere riempito da parole ed intenti senza gambe.

  2. ciao Mariano, sappiamo bene che quando cerchi di proporre qualcosa di serio agli amministratori pubblici, gli stessi non sono in grado di capirne l’importanza e quindi di dedicarci le opportune risorse (finanziarie, materiali e di personale)… i nostri boschi fanno parte di un compendio forestale intercomunale e quando è stato proposto alla Provincia di interessarsi a questa tematica abbiamo avuto solo promesse… ma d’altra parte a cosa serve la Provincia del Medio Campidano?? a dimenticavo il punto forte sono le leguminose… rasentiamo veramente il ridicolo!!!

  3. Penso di dovere fare delle precisazioni riguardo i costi dei piani di gestione forestali, poiché il costo di 4,00-5,00 € x ettaro sono quelli che si dovrebbero sostenere per un piano forestale territoriale, che riguarda anche tutte le aree agricole che, potenzialmente, possono anche essere interessate dalla coltivazione di piante forestali anche con metodi agronomici, in funzione dell’attivazione di particolari filiere (es. produzione di energia da biomasse) o per la creazione di fasce frangivento e corridoi ecologici. Nelle superfici agricole non c’è bisogno di particolari rilievi e quindi lo studio è abbastanza agevole e poco costoso, mentre i costi si concentrano sull’attività di rilievo della parte forestale, che richiede particolari rilievi per la stima dei soprassuoli forestali. I costi potrebbero scendere a 2,50-3,00 euro x ettaro, se la pianificazione venisse estesa all’intero distretto forestale del Linas-Marganai (distretto 19 del Piano Forestale Regionale) che interessa dieci comuni ed un territorio di circa 129.000 ettari. Se invece viene attuato un piano di gestione per la parte prettamente forestale il costo è di circa 30,00 euro ettaro. Questo vuol dire che per fare un piano di assestamento dei terreni montani del comune di Villacidro, pari ad ettari 2100 (esclusi quelli in concessione all’ente foreste) sono necessari 63.000,00 euro. Visto che i piani hanno durata decennale i costi verrebbero tranquillamente ammortizzati con appena 6.300,00 euro all’anno (Per un calcolo più preciso si dovrebbero applicare le formule di matematica finanziaria, ma per fare un semplice ragionamento non occorre questa precisione), equivalenti al costo di circa 400 q.li di legna da ardere, che è ricavabile dall’utilizzazione di una superficie che può variare, dal mezzo ettaro ai due ettari, a seconda della capacità produttiva e del tipo di utilizzo.

  4. Ottimo, caro Mariano, in teoria il tuo ragionamento non fa una piega, MA..temo tu abbia dimenticato tutto ciò che fa da contorno ad un semplice progetto di utilizzazione di un bene non più pubblico, ma ormai diventato appannaggio del politico di turno. Infatti ai costi da te elencati vanno aggiunti: i tempi tecnici dedicati alle contrattazioni su chi dovrà eseguire il piano, poi ci sarà da stabilire e contrattare(pardon, concertare) in sede partitica prima ed in sede lobbistica poi, le entità che dovranno eseguire i lavori di taglio. Poichè la Regione ha, da un pò, autorizzato l’Ente Foreste(soldi nostri) ad eseguire lavori a pagamento per i Comuni, bisognerà fare in modo che, per permettere ai politici di contrattare qualche posto all’Ente, la somma risultante sia abbastanza da giustificare l’impegno di un pò dei cervelloni che noi già paghiamo, in modo da poterli pagare due volte: una volta come dipendenti dell’Ente, ed una seconda volta come esecutori di un lavoro per il Comune…
    più o meno come già avviene per la ricostituzione di Monte Omo e Cuccureddu (chi mi sa dire QUANTO è costato ad oggi il vuoto vegetale che ha rimpiazzato la nostra pineta????)
    Per cui, se l’andazzo deve essere lo stesso, vedi bene mio caro tecnico Forestale che TU sei un signor tecnico e i conti li sai fare , ma tra il progettare ed il realizzare c’è di mezzo tutto il tramestio degli “ADDETTI” non ai LAVORI, ma ai FAVORI, che farà lievitare i costi a tal punto da rendere una cosa semplice e lineare in una “Fabbrica di sant’Anna”(Traduzione cagliaritana di Fabbrica di SanPietro)

  5. Non capisco perché insisto ancora su questo argomento, malgrado il gran numero di scottature prese nel tempo. Sono abbastanza tenace, la materia forestale è la mia passione e per molto tempo è stata anche il mio lavoro (non solo nell’ambito della pianificazione regionale, ma ancor prima, formandomi sul campo, cosa rara per un dipendente pubblico), ma questa volta sto pensando seriamente di gettare la spugna, sono stanco di lottare contro un muro di gomma e la povertà di interesse sull’argomento, anche in questo forum, mi fa pensare che, in effetti, a Villacidro manchi una generale sensibilità verso queste problematiche. Le cose non vanno meglio nell’ente dove lavoro attualmente, che ben si è guardato da valutare il mio curriculum prima di affidarmi delle mansioni, e per anni mi ha relegato a caricare dati (codici fiscali, indirizzi, partite iva ecc) ed affidato compiti dove sono costretto a rivedere completamente la mia formazione (sono molto i…….., perché oltre al danno c’è anche la beffa della sbandierata valorizzazione delle professionalità). In questi giorni stavo pensando di organizzare qualcosa come cittadino, ma ora sto riflettendo sul fatto che è assurdo che dedichi il mio tempo libero per qualcosa che, innanzitutto, dovrei fare come lavoro. Chiunque tu sia, il tuo intervento mi ha ancora più convinto che è arrivato il tempo di ritornare allo stato brado, ci guadagnerò sicuramente in salute.

  6. Caro amico, posso chiamarti così? il mio intervento non voleva accentuare il tuo scoramento, che in verità è anche il mio, anche se arriva da diverse vicende ma è provocato dalla stessa situazione. Il problema è sempre quello, chi si appassiona alla soluzione di certi problemi pratici crede che anche gli altri siano disposti a sacrificare qualcosa per vedere una briciola di soluzione, mentre ci sono i più che usano i loro neuroni per allargare e migliorare la loro mangiatoia personale e lo fanno utilizzando le idee ed il lavoro di chi è ancora capace di pensare soluzioni. Un tempo si pensava al bene comune, oggi il bene comune è sempre più comune per qualcuno più che per altri.
    Ho già parlato dei tecnici nel nostro paese: l’unico tecnico che viene ascoltato è quello che dice cose gradite al trombone di turno, e le firma pure.
    E’ probabile che tu ti sia rifiutato di firmare qualche ca…ta di qualche trombone, e di ca…te ne ho lette molte, in questi ultimi anni.
    Per il tuo bene non rispondere a queste ultime affermazioni, lascia a me di figurare come l’ottuso caprone che non vuole farsi mettere il basto del somaro da dei miseri asinelli travestiti da leoni..sul tipo di quello di Tartarino di Tarascona…

  7. Grazie per il consiglio, comunque il tuo intervento non ha accentuato di molto il mio scoramento (quando la misura è colma l’acqua può solo tracimare)e avevo comunque preso la decisione la notte di sabato mentre mi addormentavo, proprio perché, per il “mio bene”, non vorrei che il mio metodo di lavoro, essenzialmente tecnico, venga sminuito ad arte riducendolo ad un fazioso fatto politico. Questa decisione ha preso piede in seguito alle forti piogge, che mi hanno consentito di constatare come, oltre sedici anni fa, avevo lavorato con cognizione, malgrado la politica di “allora”, non abbia esitato a liquidarmi con tutto il seguito dei colleghi di lavoro. Sabato mattina ho fatto una passeggiata nella valle di Narti per constatare i danni dovuti all’intenso evento meteorico ed ho avuto un doloroso ricordo, ma anche un conforto, che mi ha liberato dalla tensione latente: le piste forestali progettate a Narti ex-novo non hanno subito danni, malgrado sia mancata del tutto la manutenzione. Purtroppo non è stato cosi per le piste ripristinate seguendo i vecchi tracciati, adatte solo ad un uso temporaneo (queste piste vanno in genere messe riposo oppure seguite con una costante manutenzione), ed invece usate anche dopo il taglio colturale del bosco senza apportare alcuna manutenzione: queste hanno subito una forte erosione, ed in un caso, si è verificata la totale scomparsa. In tanti sostenevano e sostengono ancora, senza apertura alcuna, che la creazione di nuove piste deve essere sempre evitata e deve essere genericamente privilegiato il riattamento dei vecchi tracciati per evitare dissesti. Pertanto le nuove piste, realizzate sulla base di una mia progettazione, alimentavano il mio unico dubbio sulla totale bontà degli interventi forestali eseguiti con professionalità dai soci della cooperativa di cui facevo parte, ma in questo caso la teoria del solo ripristino è stata clamorosamente smentita dai fatti.
    Comunque sia, questa è anche stata la dimostrazione di come la gestione forestale, deve trovare continuità ed essere quindi attuata attraverso un piano di assestamento (o anche piano economico) dell’intero compendio montano. Questa necessità era già prevista dal Reggio Decreto del 1923 sul vincolo idrogeologico che è ancora in vigore ed attuale dopo ben 88 anni (RD 3267/23 – Sezione I – Disposizioni generali art. 130. I boschi appartenenti ai Comuni e ad altri enti, escluse le società anonime, debbono essere utilizzati in conformità di un piano economico approvato ……….. I piani suddetti, approvati o prescritti come sopra, saranno parificati a tutti gli effetti di legge alle prescrizioni di massima di cui all’art. 10.). Meno male che Calderoni si è dimenticato di dargli fuoco.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.