Sardegna terra di fantini e terra di cavalli mai onorata dal sistema ippico nazionale.
Per il rilancio del comparto, nell’ultima settimana di luglio, una nuova assemblea degli ippici, dei politici e degli amministratori pubblici, a Sanluri, nella sede della Provincia del Medio Campidano
I parlamentari sardi hanno fatto squadra per chiedere, al Ministro Mario Catania, l’apertura dell’ippodromo di Villcidro a partire dall’ultimo trimestre 2012. Il sud della Sardegna si trova fuori dal calendario nazionale dall’anno 1983, quando la città di Cagliari rinunciò al contributo dell’allora Ministero dell’Agricoltura per sostenere l’ippica isolana, in barba agli interessi degli allevatori, dei proprietari, degli allenatori e dei fantini,. Se prima potevano esserci problemi di strutture adeguate ora con la realizzazione dell’ippodromo di Villacidro, quella difficoltà è stata superata; l’impianto, realizzato secondo i canoni dell’Unire, è pronto ad ospitare le corse a partire dal prossimo mese di settembre. Ora si attende fiduciosi il pronunciamento formale del Ministro Catania. E in effetti non si riesce a capire come alla Sardegna, considerata nell’ambiente ippico “terra di cavalli e terra di fantini” vengano assegnate solo 20 giornate di corsa su 2000 che vengono assegnate dal calendario nazionale.
I parlamentari con questa lettera hanno voluto dire al Ministro che l’ippica sarda non può continuare ad essere considerata la cenerentola d’Italia. Il contenuto della lettera è stato salutato positivamente dagli ippici sardi che, nell’ultima decade di Luglio, torneranno a riunirsi nella sede della provincia del Medio Campidano, assieme ai sindaci dei comuni capoluogo di Sanluri Alessandro Collu e Villacidro Teresa Pani, per programmare le iniziative future a favore del comparto. E’ impensabile hanno sostenuto i due più illustri tifosi dell’ippodromo di Villacidro, Gianfranco Dettori e Giuseppe Botti, che una struttura così moderna, non partecipi alla valorizzazione del cavallo sportivo anche ai fini economici. Da non dimenticare che nell’ultimo convegno, che si è svolto nel febbraio scorso nel salone del Consorzio industriale di Villacidro, gli esperti hanno riferito a chiare lettere, che per ogni cavallo in corsa si produce occupazione per 1,8 unità lavorative, vale a dire una buona boccata d’ossigeno in tempo di recessione.
Villacidro.info – 16 luglio 2012