Posta sotto sequestro dalla Polizia Locale di Villacidro una mega discarica abusiva di rifiuti solidi e amianto.
Fra i lecci secolari nel bosco di Craccuris, alle pendici di monte Margianie e a poche centinaia di metri dalla cascata di Sa Spendula decantata da Gabriele D’Annunzio, quindi in un area di grande pregio ambientale e culturale, si trova una mega discarica di rifiuti solidi di vario genere, ma soprattutto eternit, quindi il pericolosissimo amianto.
L’area è di proprietà del Comune di Villacidro e adesso dovrà rispondere in prima persona del disastro creato dalle mani di cittadini sciagurati.
«Non è normale trovarsi di fronte a questo degrado ecologico quando esistono enti preposti alla vigilanza e alla salvaguardia ambientale – commenta Antonio Muscas, consigliere di minoranza (Progetto Comune) – Si è creato un enorme putiferio per pochi pezzi di eternit trovati vicino alla Locanda del Parco di Monti Mannu (ex colonia), mentre per Craccuris silenzio assoluto».
«La notizia non è stata divulgata volutamente – risponde Adriano Muscas, assessore all’Ambiente del Comune di Villacidro – poichè c’erano e ci sono tutt’ora delle indagini in corso da parte della magistratura e per le quali dobbiamo attendere che il giudice si pronunci in merito».
Villacidro.info – 31 luglio 2012
non voglio sminuire il fulcro di questo servizio ma mi ha colpito molto un’osservazione del consigliere Muscas “non ci sono gli animali ma sarei stato curioso di vedere in che condizioni vivevano gli animali qua”
e non aggiungo altro
Mi pare che meravigliarsi di tutto questo sia davvero fuori luogo in quanto il caprile era noto a tutti e mai si è intervenuti. Ve ne segnalo un altro altretano interessante: l’ovile che si trova a sinistra salendo per la strada che porta a Coscinas. Vediamo cosa succede…..
non si tratta di meraviglia! è una denuncia sul degrado del territorio villacidrese! se nessuno porta alla ribalta le problematiche si rischia di sconfinare nell’indifferenza!
non voglio sminuire il fulcro di questo servizio ma mi ha colpito molto un’osservazione del consigliere Muscas “non ci sono gli animali ma sarei stato curioso di vedere in che condizioni vivevano gli animali qua”
e non aggiungo altro
a proposito di salvaguardia del terrotorio ne vogliamo parlare del disastro che stanno facendo i maiali a monte della diga coxinas e delle varie baracche di eternit poco sopra il fiume di villascema per non parlare di quell allevamento di suini con annesse baracche poco sotto “su stradoi de domunobasa”
non penso che i maiali possano fare disastri a coxinas (abito proprio li) RICORDIAMOCI BENE cosa è la natura, un maiale in campagna, anche se può fare dei solchi sulla terra non può danneggiare il nostro territorio anzi… sai chi daneggia di più siamo noi che andiamo a passeggiare in macchina lassù…. non cerchiamo cose che non attaccano ne in cielo ne in terra… un discorso e la sporcizia e il degrado… un’altro e la natura che vive normalmente ma che a noi può non piacere.
COME gia fatto notare nell’articolo sull’ippodromo comunale, anche il parco comunale è abbandonato allo sporcizia creata da certi individui che la notte, anzi tt il gg, caxxeggiano x il paese!|Ciao.
Mi dispiace vedere certe bellezze naturali del nostro paese ridotte a delle discariche ma pultroppo questa è la cruda realtà della civiltà moderna, spero si ponga al più presto rimedio a questa incresciosa situazione.
Va comunque reso merito all’assesore Muscas di esser sempre disponibile al confronto e di rispondere alle osservazione dei cittadini villacidresi e alle interrogazioni dell’opposizioni senza timore, senza doversi nascondere alle telecamere temendo chissà che cosa.
Mi complimento vivamente sia con Adriano che con Antonio Muscas per la loro disponibilità a rendere pubblica una vicenda a cui va messo rimedio e per aver reso pubblico un dibattito tra due parti politiche opposte con corretezza e rispetto reciproco…
Monteomo i maiali di coxinas non si toccano, gli allevatori “pagano fior di quattrini di affitto” per l uso delle montagne dove pascolano i loro suini…!!!! E’ scandaloso tutto ciò…Chissà perchè l assessore all ambiente non si muove per porre fine allo scempio di coxinas??? A pensar mae si fa peccato, ma spesso ci si azzecca…!!!
neutrale non so se sei al corrente ma gli allevatori veri di suini che pagano il canone di affitto sono ben pochi devi sapere che la maggior parte dei suini che stanno in montagna a fare danni sono di allevatori che lo fanno solo per hobby
Ero ironico infatti… so bene che non pagano un euro…
Il mio commento era ironico, sono sicuro che l amministrazione comunale non interverrà per sbattere fuori i pascoli abusivi di coxinas, e poi si parla di paesaggio deturpato dall amianto ecc… Bisognerebbe fare un bel video nella zona di coxinas per far vedere a tutta la popolazione in che condizioni hanno ridotto i bosco, per non parlare del pericolo che recano le scrofe in attesa e partorienti. Ma poi mi chiedo perchè questi personaggi devono fare gli imprenditori con il suolo pubblico a gratis e per giunta in nero…!!! Quando ci svegliamo Villacidresi??? La politica è complice di questi scempi nel nostro paese…
non penso che i maiali arrecchino danno all ambiente credo invece che aiutino a tenere pulito il sottobosco in piu i loro proprietari senza volerlo fanno servizio di vigilanza il che scoraggia non poco i piromani,dove si è vietato il pascolo e altre attività, si è andato incontro al degrado ambientale ,discariche ,incendi,ecc.se chiedete ai vostri padri o nonni loro vi diranno che in passato nei nostri monti maiali e capre non mancavano anzi scendevano dal nord sardegna nel periodo delle ghiande eppure hanno saputo conservare questo splendido patrimonio e consegnarlo a noi, riusciremo a fare lo stesso con i nostri figli?,molto spesso i divieti non aiutano anzi peggiorano le cose
ma chi è che paga l’affitto ,non sanno neanche cosa vuol dire affitto ,non solo pascolano in montagna ma si sono inpropriati anche della casa in cantina
La verità è che tutta la campagna è invasa dai rifiuti. In qualsiasi punto ci si trovi a transitare non si vedono che rifiuti d’ogni genere. Per esempio sotto il ponte del rio Leeni, prima di arrivare a san Sisinnio, giacciono decine e decine di televisori abbandonati, evidentemente, da qualche operatore del settore…
concordo zona santa maria in 100 metri di strada ho contato 12 televisori e 2 frigoriferi ma che senso ha basta una semplice telefonata e te lo portano via da casa senza nessun problema.Io faccio varamente fatica a capire.
la nuova S.S.196 (circonvallazione) è piena di rifiuti di ogni genere e nessuno se ne preoccupa.
precedenti amministrazioni avevano individuato nel territorio di trunconi dei terreni comunali propio per questi allevatori di suini ma non e stato ancora fatto niente e in questi terreni oggi ci sono abusivamente alcuni pastori non intenzionati di certo a mollare la presa e di conseguenza l amministrazione per renderli nuovamente liberi dovra’ agire per vie legali con non una indifferente spesa per le casse comunali
“la notizia è stata tenuta segreta”
Che caduta di stile..signor muscas, non si faccia corrompere dal pdmenoelle!
E lo scempio di Narti? Ne vogliamo parlare???
Narti è un gioiello a pochi passi dal paese che da altre parti ci invidierebbero. Con una buona e razionale gestione si potrebbero coniugare attività tradizionali e turistiche. Nel 92-93 fu realizzato, con appena 10.000.000 di lire e con tanto impegno e lavoro mai ripagato, un campo catalogo dove erano presenti tutte le specie arboree del Linas e gran parte delle specie arbustive e suffruticose (oltre 120 specie). Il campo è stato visitato anche da illustri botanici come Ignazio Camarda e Prof. Mossa (allora presidente dell’associazione botanici) e sono state svolte lezioni pratiche di riconoscimento delle piante con le scuole elementari. Dopo lo scioglimento della cooperativa Norbio nessuno se ne è più occupato, ma malgrado tutto molte specie sono ancora presenti, anche se ora il luogo è poco apprezzabile perchè invaso dalla vegetazione,che si è sviluppata in modo caotico lungo i camminamenti e nelle piazzole, un tempo predisposte in modo da ospitare le specie in base alle loro caratteristiche ecologiche.
Qui si sta menando il can per l’aia. Stiamo parlando dell’inquinamento prodotto dall’abbandono dei rifiuti da parte dell’uomo in tutte le aree possibili e immaginabili. Ormai la campagna è diventata una discarica a cielo aperto. Perchè sportare il problema sui porci di Narti e di Coxinas? Il vero nemico dell’ambiente è l’uomo idiota che si disfa dei rifiuti abbandonandoli qua e là. Non diamo le colpe ai poveri porci…
si infatti…tutto pagano gli animali…ma per favore…anche in passato si pascolavano gli animali in montagna,eppure il posto era sempre pulito e tenuto in ordine,sia per merito dei pascoli,sia dei pastori stessi che ci tenevano a vedere le loro montagne belle e pulite…la colpa è di tutti…
Il problema del pascolo non è legato ai rifiuti o allo sporco. Ma alla vegetazione!!!
Ma perchè si sposta la direzione del problema? L’inquinamento delle campagne è generalizzato: dappertutto è una discarica a cielo aperto con rifiuti di ogni genere. Non diamo le responsabilità alle acpre e ai maiali. L’inquinamento vero è dell’uomo, non delle bestie. E mi sa tanto che chi dovrebbe vigilare non vigila, chi dovrebbe sanzionare non lo fa. La poltica? E’ del tutto assente? I barracelli che fanno? Si è mai sentito di sanzioni comminate a qualche inquinatore? Chi controlla i controllori? Abbiamo il coraggio di esaminare a fondo i problemi e smettiamola di menare il can per l’aia…
Qui si sta menando il can per l’aia. Si sta spostando la prospettiva dall’inquinamento prodotto dall’uomo a quello (presunto) prodotto da capre e maiali. Stiamo attenti a una cosa: quando l’emergenza rifiuti diventerà insostenibile (perchè ormai le campagne, le montagne, le pinete, i boschi sono ricettacolo di rifiuti di ogni genere) allora sì che verseremo lacrime amare. Ma esiste un’azione di controllo e repressione? Vedete mai forestali, barracelli, vigili urbani a sorvegliare il territorio? In realtà ci si imbroglia a vicenda e l’inquinamento cresce e presto diverrà incontrollabile. Chi controlla i controllori?
Qui si sta menando il can per l’aia. Si sta spostando la prospettiva dall’inquinamento prodotto dall’uomo a quello (presunto) prodotto da capre e maiali. Stiamo attenti a una cosa: quando l’emergenza rifiuti diventerà insostenibile (perchè ormai le campagne, le montagne, le pinete, i boschi sono ricettacolo di rifiuti di ogni genere) allora sì che verseremo lacrime amare. Ma esiste un’azione di controllo e repressione? Vedete mai forestali, barracelli, vigili urbani a sorvegliare il territorio? In realtà ci si imbroglia a vicenda e l’inquinamento cresce e presto diverrà incontrollabile. Chi controlla i controllori?
Oramai le discariche abusive dilagano dalla montagna a tutte le campagne, direi che è una vera emergenza. Un altro grosso punto discarica si trova nello sterrato che partendo dalla chiesa di S. Pietro attraversa il rio Leni, dove proprio sul letto del fiume si trovano copertoni, inerti da demolizioni e spazzatura varia, forse qualcuno pensa che le piene provvedono a ripulire tutto portando i rifiuti in mare (chissà quante tonnellate di materiale è già stato smaltito in questo modo), che genialità. Quando ancora c’erano i cassonetti davanti al parco Marchioni mi prendevo la briga di recuperare l’immondezza abbandonata nelle strade di Seddanus che conducono a sa Mizza Manna (televisori e sacchi pieni delle cose più disparate), ora non saprei proprio come fare visto che lo spazio mi basta appena per i rifiuti domestici. Con le tecnologie esistenti si potrebbero monitorare le aree maggiormente prese di mira: si potrebbe obbiettare che le telecamere costano e non ci sono risorse, ma quanto è il costo per il recupero della spazzatura? Quale è il danno ambientale e paesaggistico? E’ così che si vorrebbe incentivare il turismo a Villacidro? Siamo seri, finiamola con le illusioni e pensiamo innanzitutto ad usare le risorse come tradizionalmente si è sempre fatto, eliminando le situazioni di degrado e la cattiva abitudine di utilizzare ogni porcheria per realizzare baracche e recinti, forse allora saremmo anche presentabili ai potenziali turisti. Le parole sullo sviluppo e la difesa dell’ambiente si sprecano, ma quali sono le azioni concrete? Se ci penso non mi viene niente in mente. Mi sfugge forse qualcosa?
Ti rispondo semplicemente.
I costi per recuperare i rifiuti sono nulli; in quanto semplicemente non raccolti.
saluti
Bravo Mariano! Hai centarto il problema!
incredibile degrado ambientale creato dall’uomo poco sensibile alla civiltà. giuste tutte le segnalazioni in materia, purchè non si cavalchi l’onda per attribuire responsabilità a questa o altre amministrazioni per colpa dell’inciviltà delle singole persone. ANTONIO tutti sappiamo quanto è difficile passare vicino a certi posti quando in questo caso c’era il capraro, certo che non si sarebbe riusciti a vedere e tantomeno filmare uno scempio simile, questo serva da monito per un controllo più efficente del territorio ma non impiegando o delegando solo ai pochissimi componenti la polizia municipale , ma coinvolgendo tutte le altre forze e se non bastassero potremo anche chiedere una mano d’aiuto anche AI MILITARI dell’ESERCITO. una grande mano d’aiuto possiamo darla sempre anche noi segnalando tempestivamente alle autorità qualsiasi piccolo scempio ambientale, ne vale la nostra salute e quella di tutti che verranno dopo di noi.
Caro Marcello, le amministrazioni presenti e passate HANNO la responsabilità di quella che è la situazione a Villacidro.
Dall’assessore Muscas che in questo servizio dice che si stanno aspettando comunicazioni dal magistrato di turno, a nome dei cittadini villacidresi che gli pagano lo stipendio a lui ed a tutto l’esecutivo in carica, pongo alcune semplici domande perchè da chi amministra ci vogliono fatti e non parole:
1) Per la situazione di coxinas cosa farete ?
2) Per la situazione di narti, villascema e tutti gli altri posti della comunità villacidrese usurpati e degradati dagli allevatori di turno cosa farete ?
E badate non è cosa avete intenzione di fare, ma cosa farete perchè tutte le amministrazioni ci hanno propinato parole sui loro progetti e poi non hanno mai fatto nulla.
Poi se è lecito un’altra considerazione; Ma le forze che controllano il nostro territorio come i Forestali e come spesso decantato i nostri Barracelli, non le vedono ste cose ? Non vedono l’eternit in quasi tutti gli ovili/caprili/etc. montani ? Li vedono gli ovili/caprili/etc. montani ?
Sicuramente non faranno niente, perchè non possono permettersi di perdere voti per la prossima legislatura….. quindi maiali e quant altro continueranno a deturpare il paesaggio, dobbiamo muoverci noi cittadini in tal senso e far sentire all amministrazione il nostro dissenso per tutto ciò.
caro marcello hai ragione spetta anche a noi segnalare , ma lo sai quante volte l’ho fatto, addirittura portato anche le foto, ma non è servito mai a niente, adesso ci hanno passato dei fogli per sensibilazzare il cittadino a pulirsi il proprio marciapiede, la maggior parte delle persone lo fanno da sempre, ma sono le periferie e le campagne che hanno bisogno di una ripulita , il maiale non scarica amianto o quintali di filo elettrico , ne tantomeno lascia materassi e batterie, più del maiale mi sa che è sempre l’uomo quello che sporca di più, e trovato il colpevole allora si che lo condannerei a pulire quello che sporca il maiale e possibilmente a mani nude
E’ uno scempio ambientale inaccettabile che poteva essere evitato se gli Enti preposti alla vigilanza avessero fatto i dovuti controlli e di conseguenza applicato le norme ambientali in vigore.
In diritto penale vige il principio che con la morte del reo si estingue il reato, e seppure il responsabile diretto è colui che gestiva quel caprile, vi sono altre figure corresponsabili, in primis il proprietario del terreno, in questo caso il Comune, che dovrà rispondere di mancata vigilanza dei propri beni. Quindi il reato non si è estinto e gli effetti dell’illecito permangono. Ma se facciamo un’analisi dettagliata dell’intera vicenda e delle norme in materia, tuttora in vigore, ci accorgiamo che si aprono scenari sorprendenti.
Ovviamente il Comune è un corresponsabile, ma è una figura astratta, invece le responsabilità sono sempre dirette, quindi individuabili e attribuibili a specifiche persone che direttamente o indirettamente hanno permesso che si verificasse lo scempio in discussione. In questo contesto entrano in gioco anche le istituzioni addette al controllo del territorio, perchè hanno l’obbligo non solo di prevenire questi scempi ambientali, ma anche di reprimerli.
Non è facile risalire ad una responsabilità diretta perchè il caso “Craccuris” è vecchio di almeno ventanni, e le amministrazioni che si sono susseguite sono diverse e nessuno ha mai fatto niente, compreso quella in carica. Ma una domanda sorge spontanea: dover’ano le istituzioni addette al controllo? Sono loro e solamente loro che dovevano evitare un disastro del genere. Le violazioni amministrative e penali correlate a questo caprile sono molteplici, e molteplici sono pure le istituzioni che dovevano controllare, perchè oltre alla discarica realizzata, quindi violazione delle norme sui rifiuti, è stata violata anche la legge sulle norme forestali, la legge sulle norme ambientali, nonchè le norme sanitarie sul pascolo in quanto il gregge non aveva nessuna registrazione ASL, così come asserisce l’Assessore.
Sono ancora le istituzioni addette al controllo del territorio che devono evitare gli altri scempi ambientali che si stanno perpetuando nei nostri boschi. Non vi è solo Craccuris, ma Coxinas, Villascema e Narti, e anche qui non si parla solo di “discariche”, ma di reati con danni irreversibili al patrimonio boschivo e all’ambientale. Il pascolo intensivo dei maiali, anche in palese violazione alle norme forestali e sanitarie, sta’ distruggendo parte dei nostri boschi e le istituzioni continuano a non occuparsi di questo grave problema.
Ma tornando al caso Craccuris, in considerazione del fatto che il danno ambientale è finalmente CONGELATO, per la ragione che l’attività zootecnica non è più in atto, credo che l’obiettivo primario non sia quello di risalire ai corresponsabili, ma piuttosto di bonificare l’area.
Ha ragione l’Assessore, seppure l’Amministrazione Comunale si sia impegnata a bonificare l’area, non può intervenire in quanto vi è un sequestro in atto e l’accesso al sito, per eventuali interventi, è disposto dall’Autorità Giudiziaria con un dissequestro.
Non so quando sia stato effettuato il sequestro, ma di certo il caprile è abbandonato da due anni, come si dice nel filmato, se poi consideriamo i tempi per un eventuale dissequestro, che non sono brevi, il danno ambientale che ci è stato mostrato prosegue i suoi effetti negativi. Ma come ho già detto l’obiettivo è bonificare l’area e restituire questo ambiente alla natura nel più breve tempo possibile.
Tengo a precisare che questa mia considerazione deriva dal fatto che anche la legge in vigore nel nostro paese sui beni ambientali – D.Lgv. 42/04 – mette al primo piano la tutela del BENE AMBIENTALE non con la repressione e l’applicazione delle eventuali sanzioni amministrative e/o penali, ma con la conservazione e tutela del bene.
Infatti l’art. 1-quinquies – recita:
La rimessione in pristino delle aree o degli immobili soggetti a vincoli paesaggistici, da parte del trasgressore, prima che venga disposta d’ufficio dall’autorità amministrativa, e comunque prima che intervenga la condanna, estingue il reato di cui al comma 1.
Concludo nell’affermare che, a mio modo di vedere, in tutta questa vicenda sia stato commesso un errore di procedura e di interpretazione delle norme.
Non si sarebbe dovuto intervenire col sequestro, ma con l’immediata bonifica del sito inquinato da parte del Comune. Oggi avremo restituito alla natura quel sito.
Credo che il sequestro sia stato fatto a carico di ignoti poichè i corresponsabili dello scempio non siano stati individuati e mai lo saranno, quindi questo reato, a mio modo di vedere, resterà impunito.
Di converso, resta il fatto che dall’abbandono del caprile (anno 2000) a Craccuris si perpetua un concorso di reati che deturpano l’ambiente, lo inquinano e lo distruggono, e chissa’ per quanto tempo ancora.
Enrico Pisano mi complimento per il tuo post chiarificatore sulle norme in vigore, finalmente qualcuno che parla con chiarezza e sapendo quel che dice.
Vista la natura del mio nick butto giù un’opinione: secondo me non c’è stato nessun “errore di procedura e di interpretazione delle norme”, è stata scelta la strada più facile legalmente ed economicamente con il solito sistema dello scaricabarile, perciò il problema verrà demandato alla prossima amministrazione ed alla capacità incredibile del Villacidrese di dimenticare i fatti e di credere alle parole.
Va da se che rimarrà una discarica .
I sardi sono strani: cittadini modello quando vanno nella penisola, specialmente nel nord italia, e vandali incivili distruttori quando tornano nella loro isola. Non sfugge a nessuno, guardate i commenti nei siti e nei blog, che la sardegna sta diventando un enorme pattumiera. La statale 131 è una immensa discarica, i paesi sono peggio. Se in trentino o in val d’Aosta è inpensabile un comportamento del genere, noi lo accettiamo da anni. Secondo me è una questione genetica, abbiamo il gene dell’inciviltà. Bravi a denunciare con la telecamera il degrado delle campagne però la prossima volta fatevi un salto al parco di via repubblica, oppure al parco Marchionni oppure al parchetto di via farina. Fate vedere come giocano i bambini, come si divertono con i numerosi giochi che NON CI SONO. Filmate il giardinetto di fronte alla chiesa di via ciusa la domenica mattina, con decine di cartoni per pizza e bottiglie varie. Filmate il parco di via farina tutte le sere dopo le 22, sempre che qualche pirata in motocicletta non vi investa prima, rodotto a immondezzaio. Filmate il giardinetto di via nazionale fronte biblioteca, senza giochi, pieno di erbacce e immondizia.
E il cosidetto parcheggio (chiuso) di Via A.Moro, dove si tiene il mercatino? Ricoperto di scritte e disegni inverecondi, è ridotto a quello che con colorita espressione dialettale si direbbe: “u padr’e pasci mobentis”. E i vigili urbani dove sono? Possibile che non trovino mai uno con le mani nel sacco? E i parchi pubblici? Ridotti a un cumulo di bottiglie di birra e altro, contenitori per pizza e simili cagate. Ma ce ne rendiamo conto che siamo sommersi dall’immondezza? Svegliamoci prima che diventiamo tutti “napoletani”!
Qualche volta, la domenica mattina, mi dirigo, a bordo della mia slitta invisibile, verso la piazza antistante la chiesa Madonna del Rosario e posso ossservare tutto un campionario di immomdezze abbandonate la notte del sabato sera dai soliti balordi che bevano e si “sazzano” abbandonando bottiglie, lattine, cartoni, vomito e sterco nella piaazzetta. Ma non sarà il caso di istituire delle “ronde” per controllare il bene comune? Naturalmente i politici dovrebbero avere le palle per decidere in tal senso. Ma, visto che viviamo ormai ina stato di “mafia liquida”, vale il detto “aiutati, che Dio t’aiuta…!”
fiat ora….il segreto di Pulcinella in UN’AREA ben conosciuta…
Quel che mi fa incazzare letteralmente è l’assordante solenzio della chiesa.: ma che ci sta a fare se non fermenta come il lievito evangelico?
silenzio,,,
Per il “quieto vivere”, negli anni si è sviluppata un’eccessiva tolleranza verso situazioni anomale ed indesiderabili ed in questo le responsabilità della politica in generale non sono affatto marginali (sia chi governava, sia chi stava all’opposizione non ha mai affrontato seriamente il problema della gestione del territorio a beneficio di tutta la collettività. Nei confronti di chi usufruisce del territorio per le sue attività, la tacita “parola d’ordine” sembra sia stata: lasciamo fare per evitare percorsi impegnativi e trattative difficili, rognose e politicamente poco convenienti nel breve periodo. La parola “gestione” ha sempre spaventato un po’ tutti e non è stata mai compresa a fondo nel suo significato e demagogicamente, ma anche in modo strumentale è stata spesso uguagliata all’equazione: gestione = eliminazione degli allevamenti, in luogo di gestione = pianificazione delle attività, razionalizzazione dell’uso delle risorse, organizzazione dell’allevamento e delle altre attività economiche che interessano la montagna, per il raggiungimento di obbiettivi a vantaggio dell’intera comunità. Gli allevamenti sono stati sempre una risorsa per Villacidro, ma hanno cessato di esserlo nel momento in cui sono venute a mancare le regole di buona gestione, che evidentemente si sono perse quando l’economia di Villacidro si è spostata su altri settori economicamente più forti e nel contempo, con sempre maggiore condiscendenza, si è permesso ai fruitori del territorio di comportarsi da padroni assoluti e non come ospiti. Chiaramente col tempo la situazione è divenuta sempre meno governabile e permissiva e l’anomalia è diventa la normalità. Questo non è la sede adatta per fare il ragionamento complesso che la materia richiede, ma in sintesi posso dire che la mancanza di una organizzazione razionale nell’uso del territorio sta portando drasticamente alla scomparsa delle attività tradizionali senza che sia chiaro da cosa queste saranno rimpiazzate. Quando si rinviano importanti decisione sulla gestione e si aspetta che siano le leggi extra-comunali a ristabilire l’ordine o sia direttamente la magistratura ad occuparsene, diviene difficile attuare ciò che doveva essere costruito nel tempo e far parte dell’ordinaria amministrazione e gestione del territorio. Per esempio il nuovo decreto dell’assessorato igiene e sanità per l’eradicazione della peste suina (DAIS del 2012) non da più spazio gli allevamenti suini allo stato brado, e questa importante attività storica, per la quale si è avuto tutto il tempo per razionalizzarla, “modernizzarla” e sintonizzarla con il quadro normativo, le esigenze ecologiche, nonché economiche del territorio (sembra ironico ma fino alla prima metta de 1900 erano più “moderni”), rischierà di scomparire per sempre, specialmente se a fare rispettare la normativa sarà l’intervento della magistratura.
Come dice Enrico, il Codice Urbani consente di evitare la condanna se il ripristino dei luoghi avviene prima dell’intervento dell’autorità giudiziaria: perché si è aspettato l’intervento della magistratura per risolvere ciò che gli amministratori potevano risolvere con coscienza e con un minimo di buon senso? Ora, oltre al ripristino, che andrà attuato comunque, si dovranno probabilmente sostenere anche spese legali che ricadranno sulla collettività. Per quanto riguarda poi l’abbandono dei rifiuti nei terreni e nelle strade le responsabilità sono individuali, ma i sistemi di dissuasione (oltre che di informazione) esistono e le amministrazioni devono anche qui fare la loro parte: purtroppo sono ancora pochi i casi (il fenomeno non interessa solo Villacidro ma tutta l’isola) in cui le persone responsabili dell’abbandono di rifiuti sono state colte sul fatto attraverso l’uso di telecamere ben occultate negli abituali luoghi di discarica selvaggia.
Non essendo un esperto in materia per gli aspetti tecnico-giuridici e visto che è stata la polizia locale a mettere sotto sequestro i terreni del Comune, mi viene il dubbio che possa trattarsi di un’azione dovuta, se pur in mancanza del diretto responsabile, dettate dall’esigenza di potere motivare le spese necessarie al ripristino. Il caso è particolare e chiedo ad Enrico Pisano, che in materia mi sembra molto più ferrato di me, se può sussistere questa eventualità, diversamente oltre al possibile errore di valutazione non riesco a cogliere altre motivazioni, oltre all’esigenza di effettuare il sequestro per impedire, almeno in modo ufficioso, l’accesso all’area in attesa della bonifica, che per forza di cose penso debba essere fatta da una ditta abilitata.
Non essendo un esperto in materia per gli aspetti tecnico-giuridici e visto che è stata la polizia locale a mettere sotto sequestro i terreni del Comune, mi viene il dubbio che possa trattarsi di un’azione dovuta, se pur in mancanza del diretto responsabile, dettate dall’esigenza di potere motivare le spese necessarie al ripristino. Il caso è particolare e chiedo ad Enrico Pisano, che in materia mi sembra molto più ferrato di me, se può sussistere questa eventualità, diversamente oltre al possibile errore di valutazione non riesco a cogliere altre motivazioni, oltre all’esigenza di effettuare il sequestro per impedire, almeno in modo ufficioso, l’accesso all’area in attesa della bonifica, che per forza di cose penso debba essere fatta da una ditta abilitata.
Per CARITA’!!!! Non alzate troppo la voce su un problema che riguarda i nostri boschi!!Dovreste conoscere la risposta degli amministratori, che sono gli stessi che hanno barattato Magusu con una poltrona in un c d a ed alcuni posti ad amici ed hanno “gestito” così bene la Nostra PINETA!
Per questi signori la montagna è solo fonte di grattacapi, per cui è meglio che non gli diamo occasione di proporre qualche altro “affidamento” alle amorevoli cure di un Ente che la fa già da padrone su una grande fetta del territorio montano della nostra comunità.
Di questi tempi mi pare che le solite operazioncine per cercare di eguagliare il record dei 29.000 operai forestali pubblici della Regione Sicilia siano un tantino difficili, ma non mi stupirebbe che l’idea sia proprio quella (siamo fermi a 7000). La Regione Toscana, con bellissimi boschi e grande esportatrice di legname, ne ha solo 900. Chiaramente in Toscana non ci sono solo questi addetti al settore forestale, ma la prevalenza lavora in imprese forestali private che si reggono principalmente sulle produzioni legnose che queste realizzano. Noi paghiamo fior di quattrini, provenienti dal bilancio Regionale, per la “gestione delle foreste” e importiamo la legna dalla Toscana, e nel frattempo aspettiamo che qualche incendio provveda a consumare le nostre risorse durante il periodo estivo. Non mi pare si faccia una politica molto lungimirante ma sicuramente molto “diseducativa” ed economicamente devastante.
La politica dovrebbe lavorare affinchè l’Ente Foreste, gestore dei boschi della Sardegna, rendesse produttiva questa azienda e portasse in attivo i propri bilanci, ma siamo molto lontani da questa politica, si preferisce lasciare le cose come stanno e i boschi nello stato in cui sono. A livello regionale le capacità, gli uomini, gli strumenti, i mezzi e le risorse, ci sono, manca una politica adeguata per riconvertire questo Ente, composto da 7.000 uomini, in “Azienda Produttiva” che, come giustamente sostiene Mariano, grava sul bilancio regionale.
Mariano, solo ora leggo il tuo post e subito ti rispondo.
La materia RIFIUTI è regolamentata dal D.Lgv 152/06, ma come ho già detto nel caso del caprile Craccuris vi è un concorso di violazioni di natura amministrativa (RDL n° 3267/23 – Legge Forestale) e penale. In quest’ultimo caso le norme violate sono appunto quella sui rifiuti e quella sui beni paesaggistici, per il fatto che l’area essendo boscata risulta vincolata ai sensi del D.Lgv. 42/04, art. 142, lett. g – comunemente detto Decreto Urbani –
Quando si effettua un sequestro penale di un’area come quella in argomento, la Polizia Giudiziaria delimita l’area sequestrata – cosiddetti sigilli – con del nastro transennato e con uno o più cartelli indicanti il provvedimento adottato. Il cartello deve indicare il Tribunale di competenza, la Polizia Giudiziaria che effettua il sequestro e se questo è disposto dal G.I.P. il nome anche di questi, con l’indicazione: AREA SOTTOPOSTA A SQUESTRO PENALE – VIETATO L’ACCESSO.
Nel mio precedente post non l’ho detto per non entrare nei dettagli e per non apparire come un guastafeste, ma nel visionare il filmato ho notato qualche irregolarità, come la mancanza di un nastro transennato che delimita l’area sequestrata, ma cosa ancora più importante la VIOLAZIONE DI SIGILLI, ovvero persone che sono entrate all’interno dell’area sequestrata per realizzare il predetto servizio. E’ pur vero che l’area non è transennata, ma il cartello indicava in modo inequivocabile che l’area era sottoposta a sequestro penale ed era ben visibile la scritta VIETATO L’ACCESSO.
L’accesso ad un sito sequestrato (per qualsiasi ragione), è disposto con provvedimento dell”Autorità Giudiziaria che ha convalidato il sequestro, e può essere il Pubblico Ministero se effettuato d’iniziativa dalla Polizia Giudiziaria, ma da questi convalidato – o il Giudice delle Indagini Preliminari se effettuato con sequestro-preventivo ai sensi dell’art. 321 del Codice di Procedura Penale.
Non ne sono certo, ma credo che il sequestro in argomento sia stato effettuato d’iniziativa dalla Polizia Giudiziaria nel mese di maggio 2012, e come ho già detto l’accesso per la bonifica è disposto dal PM ai sensi dell’art. 247 del predetto D.Lgv. 152/06, che recita testualmente:
Art. 247. Siti soggetti a sequestro. 1. Nel caso in cui il sito inquinato sia soggetto a sequestro, l’Autorità Giudiziaria che lo ha disposto può autorizzare l’accesso al sito per l’esecuzione degli interventi di messa in sicurezza, bonifica e ripristino ambientale delle aree, anche al fine di impedire l’ulteriore propagazione degli inquinanti ed il conseguente peggioramento della situazione ambientale.
Qualsiasi accesso al sito non autorizzato, comporta la violazione dell’art. 349 del Codice Penale, ovverossia si commette il reato di violazione di sigilli.
Per quanto riguarda la bonifica del sito e il ripristino dello stato dei luoghi, c’è da precisare che l’intervento varia in funzione dei rifiuti presenti. Il predetto D.Lgv 152/06, distingue i rifiuti in due categorie: NON PERICOLOSI e PERICOLOSI. Questi ultimi, se ricomprendono amianto, come si sostiene nel filmato, devono essere smaltiti solo da una ditta specializzata e regolarmente abilitata al trattamento di tali rifiuti (non quella che gestisce il servizio porta a porta a Villacidro) – preciso che questo servizio è costoso anche per quantità minime di amianto.
Invece, se vi sono rifiuti di altro genere, definiti NON PERICOLOSI, possono essere rimossi (accatastati in loco) dagli operai comunali, ma non trasportati altrove in quanto il trasporto dei rifiuti va fatto con il FORMULARIO (documento che accompagna i rifiuti) da ditte abilitate. Questi rifiuti possono esser conferiti presso una discarica regolarmente autorizzata anche da parte della ditta che a Villacidro effettua il servizio porta a porta.
A bonifica ultimata e accertato il ripristino dello stato dei luoghi, la Polizia Giudiziaria che ha effettuato il sequestro, ha l’obbligo di relazionare in merito (anche con riprese fotografiche) e trasmettere la comunicazione all’Autorità Giudiziaria competente (PM o GIP), unitamente alla certificazione di smaltimento dei rifiuti rilasciata dalle ditte incaricate.
A mio modo di vedere tutta questa procedura, non per niente semplice, poteva essere evitata se l’Amministrazione Comunale avesse ottemperato immediatamente alla bonifica del sito e al ripristino dello stato dei luoghi. Sostanzialmente i costi di smaltimento sono gli stessi in entrambi i casi, ma resta il fatto che nella prima ipotesi oggi il sito in argomento non sarebbe ancora in quelle condizioni, invece si rischia di trascinare la questione per altri mesi (il sequestro è di maggio).
Sono del parere che il sequestro sia stato fatto solo come atto dovuto e non per giustificare le spese necessarie alla bonifica e al ripristino delle stato dei luoghi.
Quando la Polizia Giudiziaria segnala al Comune (e non all’Autorità Giudiziaria) l’abbandono di rifiuti sul territorio comunale, sia esso pubblico o privato, nonchè la presenza di eventuali discariche, questa ha l’obbligo di provvedere alla bonifica e al ripristino dello stato dei luoghi. Se il terreno è comunale dovrà rimboccarsi le maniche e farsene carico autonomamente seguendo le procedure sopra esposte; invece, se il terreno è privato il Comune agirà in base all’art. 192, 3° comma, del D.Lv. 152/06, che testualmente recita:
Fatta salva l’applicazione della sanzioni di cui agli articoli 255 e 256, chiunque viola i divieti di cui ai commi 1 e 2 è tenuto a procedere alla rimozione, all’avvio a recupero o allo smaltimento dei rifiuti ed al ripristino dello stato dei luoghi in solido con il proprietario e con i titolari di diritti reali o personali di godimento sull’area, ai quali tale violazione sia imputabile a titolo di dolo o colpa, in base agli accertamenti effettuati, in contraddittorio con i soggetti interessati, dai soggetti preposti al controllo. Il Sindaco dispone con ordinanza le operazioni a tal fine necessarie ed il termine entro cui provvedere, decorso il quale procede all’esecuzione in danno dei soggetti obbligati ed al recupero delle somme anticipate.
grazie per le delucidazioni
Non penso che,con la tecnologia che abbiamo a disposizione,non si riesca a installare delle telecamere,nei punti dove queste persone incivili vanno ha scaricare rifiuti di ogni genere.Tempo adietro beccai una signora,che scaricava dalla sua macchina dei rifiuti,nel fiume di seddanusu,quando s’accorse che stavo transitando con la macchina,si fermò e fece l’indiferente,io la seguì dallo specchietto,e le dissi e brava,pulita in casa e sporca fuori.E pure tutti paghiamo la tassa sui rifiuti.
Scusate se lo dico ma è ciò che penso;il vero problema non sono ne gli animali d’allevamento ne quelli allo stato brado,ma noi che veniamo chiamati Homo Sapiens Sapiens ma che man mano che pro(re)grediamo diventiamo Homo Scempios.
I commenti possono sprecarsi ad ampio raggio. Sono pienamente d’accordo con quanto ampiamente delineato da Enrico Pisano l’1 e il 2 agosto u.s.. Gli scempi ambientali possono essere evitati se tutti gli Enti deputati alla vigilanza facessero a pieno il loro dovere istituzionale nel prevenire e reprimere tali comportamenti…
Già Già….non ho letto tutti i commenti ma a quanto pare sono tutte belle parole, sopratutto quelle dell’assessore all’ambiente che con somma compostezza usa parole da politico per non far trapelare che gli importa ben poco…Mi fà sorridere quando si parla di ethernit e amianto e non ci si preoccupa di usare una maschera nelle vicinanze di questo materiale dannoso se inalato, ma ancor di più mi preoccupa che ancora oggi nel 2012 dove tutti sono terrorizzati da questo Mostro di ethernit, non ci si accorge che oggi a Villacidro ci sono delle aziende che ancora lo commercializzano e lo tengono in stok…..strano vero???? fatevi un giro dai venditori di materiale edile e poi si può parlare seriamente del caso…Aprite gli occhi ogni tanto e pensate con la Vostra testa.
Vorrei aggiungere che, anche i nostri amministratori cambiano le parole e di conseguenza destinazione d’uso delle cose….qui si parla di paesaggio non di territorio…. la parola territorio dà un senso di sfruttamento dello stesso, la parola PAESAGGIO da un senso un pò diverso…iniziate a RIUSARLA
Dal 1994 in Italia è vietata la produzione di eternit, ovvero è stata eliminata la fibra di amianto in essa contenuta, ed è stata sostituita da fibre organiche, naturali, sintetiche, non cancerogene. E’ un materiale edile in commercio regolarmente autorizzato.
eternit era una soluzione valida ed economica per coprire case alloggi per il bestiame pultroppo si usava amianto . I tetti delle case a villacidro sono pieni eternit alloggi per bestiame idem un polverone per un picolo allevatore che a riciclatto delle eternit per il suo caprile .Eternit e statto venduto per parechi anni e un grosso ploblema risolvere ci vogliono troppi soldi che mancano,