La Fondazione Dessì gli affida un lavoro, lui non ha partita iva

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Sta destando qualche preoccupazione l’affidamento diretto di un lavoro ad un libero professionista, per la settimana dedicata al Premio Letterario Giuseppe Dessì, dopo aver scoperto che questi era sprovvisto di regolare partita iva.

A confermarlo è il segretario della Fondazione Giuseppe Dessì, il quale si sta adoperando per venire a capo di una situazione alquanto complessa. Intanto, il libero professionista, probabilmente non consapevole delle normative in materia di lavoro autonomo, peraltro molto restrittive, avrebbe detto alla Fondazione: “Basta una semplice ritenuta d’acconto”. Ma questo sistema non potrebbe essere utilizzato per il conferimento di un incarico continuativo di una settimana.

Intanto, dalla segreteria della Fondazione, fanno sapere che verranno effettuati tutti i controlli del caso attraverso i loro legali, commercialisti e revisori dei conti, in modo che non possa essere attribuita alla Fondazione Dessì nessuna responsabilità, anche  perché ha sempre agito nel rispetto delle regole e della massima trasparenza.

Tralasciano totalmente  il caso della Fondazione e voltando pagina, ci si interroga sulla regolarità di tanti professionisti, i quali, troppo spesso, fanno uso di personale in “nero” consentendo in questo modo di praticare prezzi fuori mercato creando una concorrenza sleale ai danni di chi le tasse le paga per intero e regolarmente.

Villacidro.info

12 COMMENTI

  1. Volevo capire dove poter osservare il bilancio della Fondazione Dessì. Credo che una fondazione che riceve soldi pubblici abbia l’obbligo di pubblicare il bilancio. Dove poterlo trovare? Nel sito del comune o nel sito della Fondazione?

  2. Che libero profissionista è se non ha partita iva??? Io direi che sia il caso di pesare bene le parole e almeno indicare il tipo di lavoro che è stato richiesto visto che i nomi probabilmente devono rimanere occultati.

  3. Potrebbe trattarsi di un giovane che può farsi pagare come “prestazione occasionale” fino a € 3000 da uno stesso committente, (se non guadagna più di € 5000 in un anno.Ci sono molti giovani professionisti in queste condizioni..
    e, se così fosse, non ci vedo niente di male ad aiutare un giovane agli inizii….La professione si esercita per capacità, più che per iscrizioni ad albi…che comunque costano già una bella fetta di quel misero compenso…

    • chi è iscritto ad un albo deve per forza avere una partita iva o in caso contrario non può accettare una “prestazione occasionale” che riguarda la professione per la quale è iscritto. In ogni caso esistono molte persone che erano iscritte ad albi, cammere di comercio o avevano una ditta e ora hanno cambiato mestiere ma continuano a fare lavoretti quà e la, magari per accontentare vecchi clienti affezionati.. in particolare nell’edilizia,
      Per non parlare poi dei pensionati che proseguono la loro attività in nero, anche dopo la pensione, specie in agricoltura…

  4. Potrebbe essere semplicemente Lavoro occasionale definito dall’articolo 2222 del cc, e regolato ai fini contributivi e fiscali circolari INPS n. 103 del 6 luglio 2004 e n. 9 del 22 gennaio 2004, e dalla circolare del Ministero del lavoro n. 1 del 8 gennaio 2004 ecc. ecc. Non serve partita iva. Si pagano le tasse in ritenuta d’acconto si rilascia ricevuta con i propri dati anagrafici e marca da bollo di 2 euro.

  5. A me sembra una sciocchezza immane. La fondazione non poteva non sapere, a parte il fatto che se la fondazione ha commissionato un lavoro ci deve essere un contratto, e se il contratto non c’è, significa che qualcuno voleva fare il furbo facendo i soliti accordi verbali…

  6. Ma..si può sapere a quanto ammonta questo lavoro?????
    Mi sa tanto di gazzosa, aria fritta,rumore di fondo…, se poi andassimo a guardare quante altre istituzioni e suoi rappresentanti, non pagano i dovuti tributi, ….

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