L’indagine partita due mesi fa, dopo il fermo di un extracomunitario a Sardara dai carabinieri del nucleo operativo della Compagnia di Villacidro.
L’eroina viaggiava sulla statale 131, dal Cagliaritano fino a Sassari, e a condurre il traffico dello stupefacente era una banda di nigeriani sui cui avevano puntato da due mesi le loro attenzioni i carabinieri della compagnia di Villacidro a seguito dell’arresto di uno di loro avvenuto lo scorso 14 ottobre sulla “131”, vicino Sardara, nella cui auto fermata a un posto di blocco per un controllo di routine era stato trovato un etto e mezzo di eroina. Adesso sono finiti in manette tre connazionali dell’arrestato di allora, due uomini e una donna, fermati dai carabinieri del nucleo operativo di Villacidro. Nell’abitazione di uno di loro, al centro di indagini che andavano avanti da due mesi, gli uomini dell’Arma arrivati dal Campidano, diretti dal capitano Valerio Cadeddu, hanno trovato quasi un chilogrammo e mezzo di eroina purissima. In casa c’erano, al momento della inattesa visita, i due complici occupati a confezionare le dosi. Le manette sono scattate per Longjohn Pullen, di 28 anni, residente a Sassari in località Bancali, Million Dafe Towor, di 26, con residenza in provincia di Caserta, e la trentaduenne Efeejiro Eghuvwkpor, domiciliata a Matera. I carabinieri erano sulla loro scia dal momento in cui a Sardara avevano arrestato il connazionale. Le indagini sono andate avanti sotto traccia per due mesi e l’altro pomeriggio gli investigatori del Norm di Villacidro hanno appreso, grazie a intercettazioni ambientali e telefoniche, che Longjhon Pullen era in zona Campidano e lo hanno atteso al varco sulla 131. Quando è transitato con la sua auto diretto al nord è iniziato un pedinamento a distanza da parte delle auto civetta del nucleo investigativo di Villacidro, supportate nel tratto centrale di “Carlo Felice” dai colleghi della Compagnia di Oristano e più a nord da quelli del Norm di Sassari. Finchè la “lepre” non è giunta nella sua abitazione di Bancali. Pullen è sceso dall’auto e stava per infilarsi nella porta dell’abitazione quando si è trovato accerchiato. “Fermo, carabinieri”: ha alzato prudentemente le braccia e si è lasciato perquisire senza opporre resistenza. E’ risultato “pulito”, ma agli investigatori andavano bene anche le chiavi dell’appartamento. Hanno aperto come avrebbe fatto il padrone di casa e hanno trovato al lavoro i due soci del senegalese: Million Dafe Towor e Efeejiro Eghuvwakpor erano seduti a un tavolo con al centro una bacinella di plastica con poco meno di un chilo di eroina e tutto l’occorrente per il confezionamento delle dosi. Automatica la perquisizione domiciliare, che ha consentito di trovare, inseriti in tubi “innocenti” con dentro caffè macinato e resina, decine di ovuli di plastica contenenti altra eroina purissima per mezzo chilo.
Luciano Onnis
Fonte: La Nuova Sardegna