La “saga” degli edifici pericolanti: emergenza pubblica incolumità

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Tra riuso e abbandono, nei quartieri antichi della città aumentano i rischi per la sicurezza dei cittadini, le insistenti piogge aggravano la situazione.

Periodicamente, specie nella stagione invernale, complice la pioggia e il vento, non c’è viuzza o vicolo, ma anche strada principale, che non sia contrassegnata da una transenna, un nastro rosso e bianco che delimita parte della carreggiata, cocci e cumuli di calcinaci. Quasi sempre dietro quelle transenne si conserva un edificio storico o, più propriamente, un rudere, un muro pericolante, un cornicione pronto a venir giù.
Fortunatamente sino ad oggi la sorte è stata benevola e non ci sono stati incidenti, la questione però sta assumendo dimensioni preoccupanti, anche perché i casi aumentano ogni giorno, complice la pioggia abbondante di queste settimane.
Le cronache locali ogni anno raccontano di crolli che provocano danni a cose o persone, il tutto dovuto all’incuria e all’abbandono delle abitazioni  private, disabitate per vari motivi, dall’anziano senza figli all’emigrato per lavoro, ma anche alcuni edifici pubblici dismessi.
Sarebbe  necessario mettere in campo una task force congiunta, composta da tecnici e vigili urbani, per monitorare i quartieri del Centro Storico e diffidare i proprietari degli immobili a rischio crollo ad intervenire con somma urgenza, anche se questo, secondo la normativa, comporterebbe delle sanzioni.
Dunque sarebbe auspicabile che gli stessi proprietari si adoperassero per intervenire nei fabbricati. Producendo una perizia tecnica, attestante lo stato di pericolo di crollo o di distacco di parti di fabbricato, con relativo progetto di pronto ed immediato intervento da presentare allo Sportello Unico del Comune, si può intervenire immediatamente con una semplice dichiarazione di inizio attività, così come prevista dalle vigenti leggi in materia urbanistica.
In attesa che le cose cambino in meglio è prudente, in queste giornate di clima avverso, camminare distanti dai vecchi edifici e con  il naso all’insù, facendo attenzione che un aggetto o un cornicione non caschino giù. (A. S.)

Villacidro.info – 3 dicembre 2010

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