La presentazione ufficiale avverrà a Villacidro, nella sala parrocchiale a fianco alla Chiesa di Santa Barbara, il 21 novembre alle ore 18:00.
Marcello Palmas, nato a Villacidro il 13 febbraio del 1946, dopo oltre quarant’anni di esperienza di banca, da tre anni è pensionato. Oltre ad occupars a tempo pieno del “fai da te”, è appassionato di musica e, quando ne trova l’ispirazione, scrive per diletto. Questo libro rappresenta il suo debutto oltre le mura domestiche.
Il titolo “IN VOLO TRA SOGNO E REALTÀ” (PTM Editrice, settembre 2014) gli è stato suggerito dal protagonista che, ad un certo punto del racconto, dichiara di sentirsi confuso, in volo tra sogno e realtà. Il sogno del volo rappresenta un antico desiderio di tutti gli uomini, così come contrassegna la fase di crescita dell’età infantile.
“Questo desiderio possiamo realizzarlo anche nella realtà – spiega Marcello Palmas – e qui non mi riferisco agli strumenti messoci a disposizione dalle moderne invenzioni, ma, pur con l’avanzare degli anni, all’immutata capacità di giocare con la fantasia, o alla disponibilità a lasciarci trasportare dalle ali di una musica capace di riprodurre quella meravigliosa sensazione.”
Il sottotitolo “VITA DI UN VILLAGGIO NURAGICO”, si riferisce al nucleo centrale della narrazione, che descrive un villaggio nuragico di oltre tremila anni fa, con i suoi usi e costumi e con le sue vicende, non è chiaro se vissute o sognate, raccontate con un tono talvolta semiserio che concede spazio al sorriso, ma ha anche momenti di profonda riflessione.
“Ritengo che spesso nella fantasia si celi un po’ di follia – continua l’autore – io ne ho utilizzato tanta, non saprei dire quanto dell’una o dell’altra, per sviluppare la trama del racconto. L’ho supportata con le conoscenze sin qui acquisite e trasmesse dagli studiosi e l’ho alimentata con esperienze personali e con avvenimenti reali opportunamente adattati, nascondendo dietro giochi di parole, assonanze o anagrammi, personaggi della vita presente e di quella passata.”
Il libro ricorda e onora i nostri antichi progenitori: i Shardana, quel prestigioso popolo di navigatori, di costruttori delle grandi torri, di adoratori del Sole e della Luna, della Terra e dell’Acqua, facendoli rivivere nella località di Matzanni, dedicata ai templi dell’Acqua Sacra.
Il sito si trova nelle alture che fanno da confine tra Villacidro e Vallermosa, a circa 700 metri s.l.m. Là il popolo nuragico aveva edificato, a poca distanza l’uno dall’altro, ben tre pozzi sacri. Per capirne l’importanza, benché quei templi di culto dell’acqua siano piuttosto diffusi in tutta la Sardegna, una tale concentrazione in un così piccolo territorio rappresenta un caso unico in tutta l’Isola e probabilmente, in tutto il Mediterraneo ed il Continente Europeo.
“Non è azzardato ipotizzare che il sito fosse un importante santuario per il culto delle acque, – Spiega ancora Palmas – punto di riferimento per le popolazioni che abitavano i fianchi delle montagne e le pianure sottostanti, dall’attuale Campidano al Sulcis-Iglesiente.”
Là si praticavano, oltre le cerimonie sacre, fiere e scambi commerciali, attività sportive, nonché il rito dell’incubazione terapeutica (per curare i mali, soprattutto della mente, si usava dormire per cinque giorni e cinque notti nei pressi dei santuari o di tombe degli eroi, sedati dalle sacerdotesse con ipnosi o sostanze allucinogene). Poco oltre, si trovano i resti di un tempio Punico. L’altopiano è dominato dalla vetta di Cuccudroni Mannu, 911 m.s.l., dove si ritiene che quella popolazione avesse un notevole punto di avvistamento, potendo volgere lo sguardo dalle montagne del Gennargentu, sino al mare di Cagliari e dell’Iglesiente.