CAGLIARI. Faccia a faccia tra il sostituto procuratore della Repubblica, Alessandro Pili, e il figlio di Sisinnio Pittau, il muratore ucciso a Villacidro la sera del 13 agosto.
Oggi negli uffici della Procura, al terzo piano del Palazzo di Giustizia di Cagliari, il magistrato titolare del fascicolo aperto con l’ipotesi di omicidio colposo ha dunque convocato per un interrogatorio il figlio della vittima, ma il contenuto di quanto verbalizzato è però rimasto coperto dal più stretto riserbo. Al termine del faccia a faccia né il pm Pili né l’avvocato Gianfranco Siuni, legale della moglie e dei figli del muratore ucciso, hanno voluto rilasciare dichiarazioni in merito a quanto detto al magistrato inquirente. L’ipotesi, ma non ci sono ancora certezze, è che ora gli investigatori abbiano deciso di effettuare ulteriori accertamenti, non escludendo di poter modificare l’ipotesi di reato originaria. Già una settimana fa, infatti, proprio l’avvocato della famiglia Pittau aveva sollevato seri interrogativi sulla dinamica del presunto incidente di caccia: secondo una prima ricostruzione dei carabinieri, infatti, il muratore (anch’egli cacciatore) sarebbe rimasto vittima di un errore compiuto da alcuni bracconieri che l’avrebbero scambiato per un cinghiale. Tra i dubbi che dovranno essere sciolti dalla Procura, però, c’è il fatto che il colpo sarebbe stato sparato a non più di sei, sette metri di distanza, oltre al fatto che la vittima indossava una maglietta bianca molto visibile. «A me non risulta – si è limitato a dire l’avvocato Siuni – che i cinghiali passeggino vestiti con una maglietta bianca». Non solo. Il 13 agosto, alle 20.30, c’era ancora molta luce nelle campagne di Villacidro, dunque l’errore potrebbe essere legato al massimo a qualcosa che avrebbe potuto ridurre la visibilità dei cacciatori di frodo presenti nella zona. A questo, infatti, starebbe lavorando il perito nominato dalla Procura, Giulio Madeddu, a cui sono stati affidati i 30 fucili sequestrati dai Carabinieri a numerosi cacciatori della zona. Oltre a dover trovare l’arma che ha sparato, l’esperto dovrà anche chiarire cosa possa aver ostacolato la visuale di chi ha sparato, inducendolo in errore. Errore a cui però sembrano dubitare i familiari che oggi potrebbero aver espresso i rispettivi dubbi direttamente al magistrato.
Possibile che non pubblichiate le foto? Ma chi ve lo ompedisce??????
Caro Nicola, nessuno ci impedisce di pubblicare la fotografia dell’indagato. Devi sapere che la foto viene fornita dalle autorità come Carabinieri, Procura, Polizia di Stato, ect. Ad ogni modo, visto che non è stato arrestato, mi pare difficile la forniscano ai giornalisti, poi hai visto la sua fotografia in qualche quotidiano o sito internet? Mi pare di no, evidentemente un motivo c’è. Ti consiglio di leggerti la normativa in merito.