“Mi impegnerò affinché Villaservice diventi una società trasparente e mi batterò per questo. Porterò lo stesso modello che ho adottato nel mio Comune”. Il sindaco di Sanluri, Alberto Urpi, conferma la decisione assunta un anno fa, subito dopo aver vinto le lezioni amministrative: “A Villaservice si volta pagina. Non chiedetemi nulla sulla passata gestione. Rispondo solamente sul presente, a partire dal giorno in cui sono diventato sindaco della mia cittadina. Solo da quel momento spetta a me dare risposte anche sulle partecipate”. Per il primo cittadino la parola d’ordine è “amministrazione trasparente”. Procedure alla luce del sole per ricostruire in modo semplice tutta la storia “complessa”, “discussa” e “travagliata” della società. In particolare le vicende legate agli appalti, alle concessioni, agli acquisti. “E’ importante – sottolinea Urpi – rafforzare il ruolo di indirizzo, regia e controllo del Comune in tutte le società partecipate al fine di attuare politiche coerenti con la visione complessiva dell’Ente e con gli obbiettivi principali della città”.
Dunque, la promessa di sciogliere il nodo della comunicazione e coinvolgimento totale dei Comuni soci. “La gestione futura sarà improntata secondo canoni di trasparenza, onestà, privilegiando gare pubbliche con i portali d’acquisto quali Elenchi Lavori Pubblici, Me.PA e Sardegna Cat. Esattamente come si sta procedendo nel mio Comune”. Dribbla la domanda sul riassorbimento della società nel Consorzio industriale: “Nessuno ha parlato di questa ipotesi. Personalmente ritengo che Villaservice debba restare, con le dovute migliorie”. Ricorda che proprio in questi giorni gli incontri fra i sindaci ed i dirigenti si susseguono, in vista del rinnovo del Consiglio di amministrazione e l’approvazione del bilancio.
“Nomi sul neo presidente? Non è il momento. Vedremo. Tutti hanno fatto un nome. Anche noi abbiamo fatto il nostro”. Al richiamo di un’indagine da parte della Magistratura, va su tutte le furie: “Non so nulla. Se dovessi venire a conoscenza di eventuali atti illegittimi, non esiterei a trasferire il Comune ad altro Ente. Potrebbe essere il Cisa. Perché no?”.