“Il parlamento deve riaprire il caso Quirra su disastro ambientale e omicidi Stato. Quanto emerso ieri nel corso del processo Quirra è un fatto di una gravità inaudita che obbliga il parlamento a fare piena luce su tutti i misfatti di Stato dentro le basi militari. La commissione d’inchiesta e l’intero parlamento devono procedere con i poteri della magistratura che gli sono propri in questi casi. Si tratta di occultamento e smaltimento abusivo di ogni genere di armamento bellico con procedure che hanno gravemente attentato non sono all’ambiente ma soprattutto alla salute degli abitanti a partire dai militari sino ai civili. Le dichiarazioni rese ieri dal maresciallo in pensione nel corso del processo costituiscono l’elemento cardine di un nuovo procedimento parlamentare che non tenga conto di prescrizioni. Bisogna andare al cuore del problema: dentro Quirra è stato messo in atto un vero e proprio attentato all’ambiente e alla salute di tutti gli operatori che lavoravano dentro la base e ai cittadini dei paesi limitrofi. Ci sono delle responsabilità molto chiare che devono essere individuate e che non possono essere più in alcun modo derubricate a mancanza di segnaletica. Si tratta di fatti emblematici che lasciano interdetti per la spregiudicatezza messa in atti da organi dello Stato. È per questo motivo che lunedì mattina trasmetterò alla commissione d’inchiesta sugli effetti sull’uranio impoverito la richiesta di acquisire tutti gli elementi probatori ammessi e non ammessi al processo Quirra. Per quanto in mio possesso depositerò tutti gli atti indispensabili ad aprire il capitolo su disastro ambientale e omicidi di stato. La commissione deve poter intraprendere un’azione inquirente con il potere della magistratura su quanto è avvenuto dentro il poligono di Quirra. Il processo non può essere derubricato in alcun modo alla semplice mancanza di segnaletica o inadempienze marginali. Ci sono fatti eclatanti che dimostrano come lo Stato maggiore della difesa a tutti livelli abbia utilizzato la base militare di Quirra come una vera e propria discarica nazionale e non solo, dove eseguire non esercitazioni ma un vero e proprio smaltimento organizzato su larga scala di ogni genere di residuato bellico. Le notizie di inquinamento e disastro ambientale non possono essere prescritte anche perché ancora oggi il reato si sta consumando. Non esistono bonifiche messe in atto nella zona torri e questo dimostra l’atteggiamento arrogante di chi ha scambiato la Sardegna per una discarica mondiale di rifiuti inquinanti e speciali.”
Lo ha detto stamane il deputato di Unidos Mauro Pili dopo aver assistito personalmente alla deposizione testimoniale del maresciallo in pensione Gianni Palombo svoltasi ieri nell’ambito del processo Quirra. Pili che qualche mese fa aveva denunciato questi fatti in parlamento ha anche comunicato alla commissione di voler depositare tutti gli atti processuali ammessi e non ammessi in suo possesso.
“Non ci possono essere atti stralciati dal processo che vengano esaminati dalla commissione d’inchiesta. Occorre evitare situazioni come quelle di ieri durante il processo quando risultavano assenti agli atti parti importanti del lavoro inquirente svolto dal Dottor Domenico Fiordalisi e dalla questura di Nuoro”.
Il fascicolo che Pili depositerà alla Camera dispone di centinaia di atti che lasciano comprendere come la responsabilità di quanto avvenuto sia in capo non solo ai vertici militari ma anche a coloro che hanno avuto responsabilità politiche di primo piano ad ogni livello dello Stato.
“È ora di fare chiarezza, sollevare questo velo pietoso che sta nascondendo all’opinione pubblica sarda e non solo i misfatti di uno Stato che se n’è fregato sia dei militari che dei civili. Esistono prove schiaccianti che sono meritevoli non solo dell’attenzione del parlamento in capo alle commissioni d’inchiesta che devono agire e operare nell’ambito dei poteri conferitegli dalla legge. Si tratta di commissioni di inchiesta con poteri di magistratura penale e come tali devono operare. Non è pensabile far prescrivere reati di una gravità inaudita come quelli emersi nella fase inquirente e adesso anche processuale del caso Quirra. Le omissioni, i tentativi maldestri di generali e rappresentanti delle istituzioni di far sparire o nascondere gli atti su ciò che avveniva all’interno del poligono è un fatto di una gravità inaudita che deve essere perseguito in tutti i gradi di giudizio. Il parlamento ha il dovere sacrosanto di individuare i reati e perseguirli sino in fondo. Occorre un’attività sostitutiva di quel buco giudiziario che si è venuto a creare nel caso Quirra. Il reato esiste, è documentabile con la verifica di quanto è avvenuto in zona torri, il grado di inquinamento è la conferma di ciò che è stato dichiarato ieri in ambito processuale. Per questa ragione è indispensabile che il parlamento, alla pari di altre commissioni di inchiesta, possa operare a prescindere dalle pseudo stringenti prescrizioni di legge artatamente perseguite in questi anni. Per questa ragione chiedo un supplemento immediato dei lavori della commissione di inchiesta. Non possiamo far finta che niente sia avvenuto. Ieri il processo è stato ribaltato da una testimonianza diretta di chi per ordini superiori ha scavato ciclopiche buche per poi seppellire, distruggere e smaltire materiale bellico in quantità infinita. L’atteggiamento messo in campo dagli avvocati dello Stato teso ad impedire la stessa deposizione del maresciallo Palombo confermano che è necessario un intervento supplente da parte del parlamento. Negli atti processuali ci sono elenchi infiniti di morti e malati connessi direttamente alla gestione del compendio di Quirra, tutto questo non può essere coperto da negligenze processuali e tantomeno da fantomatiche prescrizioni. Ora nessuno – conclude Pili – può più occultare questi misfatti, non fantasie ma fatti raccontati con dettagli dai testimoni oculari”.